BLACK BREATH – Escalation di violenza

Pubblicato il 25/03/2016 da

Dopo avere grandemente impressionato con i deraglianti “Heavy Breathing” e “Sentenced To Life”, dischi ricchi di inserti thrash e crust hardcore, ma, in ultimo, esaltante summa di tutto ciò che un tempo veniva definito death’n’roll, i Black Breath hanno deciso di rallentare un po’ e di esplorare con maggiore costanza e attenzione il loro lato death metal. Il risultato è “Slaves Beyond Death”, opera rilasciata sul finire dello scorso anno che ha visto i ragazzi statunitensi sperimentare con formule più elaborate, tempi diversi e atmosfere più mortifere che mai. Un vero e proprio album death metal che da una parte ha spiazzato certi fan della prima ora e dall’altra ha incuriosito tanti nuovi ascoltatori che magari sino a pochi mesi fa guardavano con diffidenza alle radici punk del quintetto. Quest’ultimo, denotando come sempre massimo menefreghismo, pare non essersene affatto curato, preferendo concentrarsi sulla solita mostruosa attività live per la quale è diventato famoso nel circuito underground. Proprio in una pausa tra un tour e l’altro siamo riusciti a metterci in contatto con la band per una breve chiacchierata; il nostro interlocutore è stato il batterista Jamie Byrum…

black breath - band - 2015

“SLAVES BEYOND DEATH” È IL VOSTRO ALBUM PIÙ PESANTE. ORA SI SENTONO PRONUNCIATE INFLUENZE DEATH E OBITUARY, OLTRE AI “SOLITI” ENTOMBED, DISMEMBER E AL RESTO DELLA SCENA SVEDESE. SEMBRA INOLTRE CHE ABBIATE VOLUTO ABBANDONARE LA CATEGORIA “DEATH’N’ROLL” PER DIVENTARE PROPRIAMENTE DEATH METAL. SEI D’ACCORDO?
“Sono per gran parte d’accordo con te, anche se non so dirti quanto questo cambiamento sia stato intenzionale. Sin dal principio, l’idea alla base della band è sempre stata quella di evolversi, di diventare più intensi e di non fare la stessa cosa due volte. L’unica cosa che abbiamo effettivamente concordato prima di cominciare a scrivere ‘Slaves…’ è stata la volontà di amplificare ogni elemento: più chitarre, più riff, più assoli, più doppia cassa, ecc. Ma ottenere qualcosa del genere andando alla velocità per cui siamo noti sarebbe stato un errore: ci saremmo ritrovati con pezzi di sei minuti dai tempi sempre serrati, e quindi noiosi. Per questa ragione le ritmiche ora sono molto più frastagliate e l’intero lavoro è assai più dinamico rispetto ad una volta”.

ANCHE LA VOCE È PIÙ DURA E GUTTURALE. IN GENERALE, “SLAVES…” DÀ L’IDEA DI ESSERE UN ALBUM PIÙ COMPOSTO E ADULTO…
“Con ogni album e con ogni tour maturiamo esperienza e diventiamo più vecchi. Tutto sommato, direi quindi che il disco è più maturo dei suoi predecessori. Mi piacerebbe poter dire che con il tempo stiamo diventando musicisti e compositori migliori”.

IL DISCO È MOLTO DENSO: SEMBRA QUASI CHE SIA DIVISO IN CAPITOLI, COME SE SI TRATTASSE DI UN CONCEPT…
“Non abbiamo subito pensato ad un album del genere, con tematiche e uno sviluppo molto coerenti, ma il fatto che il grosso del materiale sia stato scritto in un periodo di tempo abbastanza breve ha di certo fatto sì che il tutto assumesse quasi i toni di un concept, come certi classici degli Anni ’70 e ’80. Non a caso, quella è musica che ci influenza parecchio da sempre”.

COME FATE A DECIDERE SE UN BRANO È ALL’ALTEZZA DEL VOSTRO NOME? CHE TIPO DI STANDARD AVETE PER LA VOSTRA MUSICA?
“Solitamente ci affidiamo al nostro orecchio e alle nostre sensazioni. Non passiamo molto tempo a valutare il nostro materiale: se un brano piace a tutti mentre lo suoniamo in sala prove, lo teniamo e passiamo al successivo. Lavoriamo su qualche sfumatura e sui dettagli solo una volta entrati in studio”.

QUALI DOVREBBERO ESSERE LE PRINCIPALI QUALITÀ DI UN BUON BRANO DEATH METAL SECONDO TE?
“Per me l’atmosfera e l’attitudine sono i due aspetti più importanti. Non mi preoccupo troppo della tecnica o delle ritmiche: un brano può essere velocissimo o estremamente pesante, ma se l’attitudine non è senza compromessi e l’atmosfera non è soffocante e oscura, allora passo oltre”.

QUALI SONO SECONDO TE I CINQUE MASSIMI ESEMPI DI ALBUM DEATH METAL?
“‘Altars of Madness’ dei Morbid Angel, ‘Onward to Golgotha’ degli Incantation, ‘Dawn of Possession’ degli Immolation, ‘Mental Funeral’ degli Autopsy e ‘Left Hand Path’ degli Entombed. Questi dischi contengono tutti gli aspetti del death metal che più apprezzo e continuano ad essere altamente influenti per me”.

TORNANDO A “SLAVES BEYOND DEATH”, ANCHE LA COPERTINA QUESTA VOLTA È PIÙ DEATH METAL. SO CHE VI SIETE RIVOLTI A PAOLO GIRARDI PER LA SUA REALIZZAZIONE…
“Sì, è stato fantastico lavorare con lui. Il vostro paese può dirsi fortunato ad avere un artista di questo calibro. È un vero metallaro e la sua arte riflette in pieno questo suo stile di vita”.

SIETE SPESSO IN TOUR: QUANTO È DIFFICILE CONCILIARE L’ATTIVITÀ DELLA BAND CON LE ESIGENZE DI UNA VITA “NORMALE”? È DIFFICILE AVERE UNA RAGAZZA, UN LAVORO O METTERE SU FAMIGLIA?
“In effetti i tour ci impediscono spesso di avere una vita ‘normale’. Sta diventando sempre più difficile fare quadrare i vari impegni. Tuttavia per ora siamo sempre riusciti a prenderci delle pause e a concederci un po’ di respiro”.

QUALI SONO LE BAND CON LE QUALI VI SIETE TROVATI MEGLIO ON THE ROAD?
“Una volta siamo andati in tour in Europa con Tormented, Victims e Christian Mistress e quelle cinque settimane sono state veramente speciali. Alcuni dei miei migliori ricordi risalgono a quella esperienza”.

RICORDO CHE UN TEMPO ERAVATE SOLITI SUONARE DAL VIVO UNA COVER DI “DESPERATE CRY” DEI SEPULTURA. AVETE MAI PENSATO DI INCLUDERLA IN QUALCHE USCITA UFFICIALE O DI REGISTRARE ALTRE COVER?
“Non penso che saremo mai in grado di raggiungere una resa anche solo vagamente simile all’originale, quindi non credo che ci azzarderemo. Tuttavia, devo ammettere che suonare ‘Desperate Cry’ in concerto è sempre stato molto divertente e non mi dispiacerebbe tornare a farlo. Registrare una cover in studio è invece una mossa più delicata: lo faremmo solo se ci sentissimo in grado di aggiungere qualcosa di significativo al pezzo originale”.

AVETE UN’IDEA DI QUANTO I BLACK BREATH POSSANO CRESCERE ANCORA IN TERMINI DI POPOLARITÀ?
“No, il nostro piano è solo quello di continuare a sfornare dischi che siano migliori dei precedenti e magari tenere qualche concerto”.

SIETE CONTINUAMENTE ALLA RICERCA DI NUOVA MUSICA O PREFERITE CONCENTRARVI SUI CLASSICI IN TEMA DI ASCOLTI? IL VOSTRO SOUND SUGGERISCE CHE SIATE DEGLI ASCOLTATORI PIUTTOSTO TRADIZIONALISTI…
“In effetti, non ascolto tanta nuova musica e se lo faccio cerco formazioni che suonano old school. Mi piace il vecchio rock’n’roll, il vecchio heavy metal degli Anni ’70 e ’80, power pop, glam, vecchio hardcore, black e thrash Anni ’80, post punk, punk ’77 e death metal. Credo sia tutto. Il resto mi fa schifo”.

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