“Afterglow” è il nuovo lavoro dei Black Country Communion, vera e propria dream band capitanata da “The Voice Of Rock” Glenn Hughes in persona, vera propria leggenda vivente. Un lavoro blues rock adrenalinico e di qualità letteralmente graziato dalle performance stellari dei musicisti coinvolti: Joe Bonamassa, Derek Sherinian e Jason Bonham. Ai microfoni di Metalitalia.com un artista molto disponibile, visibilmente eccitato per la riuscita dell’album ma altrettanto preoccupato per il futuro della band, minato da alcune incompatibilità nella gestione degli impegni dei singoli musicisti, impegnati anche su altri fronti. La parola a Glenn…
IL VOSTRO NUOVO DISCO, “AFTERGLOW”, È DAVVERO SPLENDIDO E MOLTO RIFF-ORIENTED. HAI DOVUTO SPRONARE JOE BONAMASSA IN QUALCHE MODO PER TIRARE FUORI IL SUO LATO PIÙ HARD ROCK?
“L’album è stato scritto con un’ottica leggermente diversa dal passato: volevo un lavoro più profondo, con una migliore orchestrazione di elementi e più ‘drammatico’. Credo che ogni membro della band abbia suonato al meglio, per cui non è stato poi così difficile sapere cosa fare. Ci è voluto poco tempo per completare il lavoro”.
RICORDI QUALCHE EPISODIO PARTICOLARE, AVVENUTO DURANTE LE REGISTRAZIONI DEL DISCO?
“Ho scritto gran parte dell’album nel mio studio, e quando ho portato i pezzi alla band ero un po’ spaventato perché avevamo solo quattro giorni per completarlo. E quando hai una dozzina di pezzi da registrare sai che il lavoro sarà intenso. So che potrà suonare scontato, ma ‘Afterglow’ è il mio album dei Black Country Preferito, e credo che la tensione nello studio si rifletta nella sua qualità. E’ questo l’elemento che più mi colpisce quando lo riascolto”.
I PEZZI ERANO PER IL TUO SOLISTA MA HAI DECISO DI REGISTRARLI CON I BLACK COUNTRY COMMUNION, COME MAI?
“Nel novembre del 2011 avevo deciso che avrei registrato un nuovo album solista, ovviamente hard rock, con alcuni ospiti: Jerry Cantrell, Tony Iommi e altri amici. Stavo scrivendo i pezzi, e mi ero preso una pausa dai Black Country Communion per un anno proprio per concentrarmi su questo lavoro. Poi a marzo Kevin Shirley (il produttore della band, ndR) mi ha convinto a riprendere in mano la band e proporle i pezzi nuovi. Io amo quei ragazzi, e così non è stato difficile cambiare idea”.
TONY IOMMI NELLA SUA BIOGRAFIA TI DESCRIVE COME UN UOMO PIENO DI TALENTO, DOTATO DI CAPACITÀ FUORI DAL NORMALE, IN GRADO DI TRASFORMARE UNA SEMPLICE CANZONE IN UN CAPOLAVORO, SOLO AGGIUNGENDO LA TUA SPLENDIDA VOCE. TI DESCRIVE ANCHE COME LA CLASSICA ROCK-STAR UN TEMPO DEDITA A VIZI ED ECCESSI. COSA NE PENSI?
“Tony e io siamo come fratelli, siamo una famiglia. La scorsa settimana ci siamo sentiti e ti devo dire che sta bene in questo momento. Gli voglio bene, sono quarant’anni che ci frequentiamo, ed è un uomo davvero forte e buono. Sai, trent’anni fa ero una persona profondamente diversa da quella che sono oggi; oggi ho cambiato stile di vita e vedo le cose con un’ottica diversa. Ma tutti sanno che da giovane ne ho combinate di tutti i colori”.
PROBABILMENTE ODIERAI IL TERMINE “SUPER BAND”, MA I BCC SONO DAVVERO LA QUINTESSENZA DEL ROCK PIÙ VISCERALE, CALDO E SPIRITUALE. MOLTA GENTE NON AVREBBE SCOMMESSO SU DI VOI, PENSANDO FOSTE IL CLASSICO FUOCO DI PAGLIA, EFFIMERO E PASSEGGERO. AVETE DIMOSTRATO DI ESSERE
UNA VERA BAND, INCREDIBILMENTE PROLIFICA, TRE DISCHI IN TRE ANNI: MERITO DI UNA SORTA DI “MAGIA” CHE VI UNISCE?
“Ogni band con cui collaboro che contiene musicisti famosi viene chiamata ‘super group’. Non amo molto questa definizione, ma so che è inevitabile. Insomma, hai quattro musicisti che hanno venduto milioni di album e automaticamente tendi a definirli in quella maniera; succedeva anche nel 1968, con Crosby Stills & Nash. Non ci penso, penso solo alla mia musica. Siamo stati tra i primi degli ultimi anni a fare una cosa del genere, poi sono arrivati i Chickenfoot per esempio. Immagino che sarà una cosa che si ripeterà nei prossimi anni”.
LA TUA ANIMA SOUL E FUNKY È COSÌ RADICATA IN TE CHE CONTAGI CHIUNQUE TI SI AVVICINI. DEREK SEMBRA ORMAI CALATO PERFETTAMENTE NELLA PARTE DI “TASTIERISTA ANALOGICO ANNI ’70”. LO SEGUI MUSICALMENTE ANCHE QUANDO SI CIMENTA CON SONORITÀ PIÙ MODERNE ED AGGRESSIVE?
“Derek si è impegnato molto per entrare nell’album e per interpretarlo nel modo più consono. E’ arrivato con la sua strumentazione ed ha sperimentato molto coi suoni. Mi piace molto come lavora e come ha lavorato in questa occasione, e non ho influito sulle sue scelte sonore e musicali per ‘Afterglow’. Tutto è nato dalla spontaneità del nostro rapporto come band”.
HO SEMPRE RITENUTO CHE UNO DEI TUOI EREDI NATURALI SIA RICHIE KOTZEN, CON IL QUALE HAI MOLTI PUNTI IN COMUNE E PASSATE COLLABORAZIONI. HAI MAI PENSATO DI COINVOLGERLO NEI BCC O COMUNQUE DI REALIZZARE UN DISCO INSIEME?
“Abbiamo suonato solo un pezzo dal vivo insieme, e io lo adoro. E’ strano che oltre a quella occasione non ci siamo mai trovati a lavorare insieme. Lo ritengo uno dei chitarristi e cantanti più sottovalutati qui in America, amo il suo stile, il suo suono, il suo modo di comporre. Ovviamente i BCC siamo io, Joe, Jason e Derek. So che girano un sacco di voci su di noi in questo periodo (era appena uscita la notizia che Joe Bonamassa non avrebbe più fatto parte della band, ndR), ma sono davvero soddisfatto di quello che abbiamo fatto insieme”.
SPESSO PENSIAMO CHE VOI ROCK-STAR VIVIATE IN UNA SORTA DI OLIMPO DEL ROCK. RACCONTERESTI AI NOSTRI LETTORI UNA TUA TIPICA GIORNATA?
“La mia giornata inizia molto presto perché ho cinque cani. Li porto fuori, mi prendo cura della casa, faccio colazione e mi metto al computer. Poi vado in studio, lavoro un po’ e guardo la tv. Come vedi si tratta di una vita abbastanza normale, almeno adesso. Non amo particolarmente uscire. Los Angeles è una grande città ma c’è una grande comunità rock ‘n roll, così mi capita di vedermi con Matt Sorum, Duff McKagan e Gilby Clarke dei Guns N Roses, con Tony Iommi, Jerry Cantrell, Chad Smith. Sono miei amici ed amo passare il mio tempo con loro. Sono fortunato, faccio una vita che non mi annoia mai”.
ESISTE UNA BAND ATTUALE CON LA QUALE TI PIACEREBBE COLLABORARE, MAGARI INCIDENDO PER LORO DELLE LINEE DI BASSO, O CANTANDO SU UNA LORO CANZONE?
“C’è una giovane band di Los Angeles che amo particolarmente: si chiamano Rival Sons. Li ascolto sempre, mi ricordano una sorta di misto tra Led Zeppelin, Trapeze e The Black Crowes. Sono grandiosi e secondo me sono la miglior band del mondo al momento, parlando di nuove leve”.
SAPPIAMO TUTTI DI QUANTO TU TI SIA AVVICINATO ALLA FEDE, E DI QUANTO LA TUA MUSICA SIA IMPREGNATA DI ENERGIA POSITIVA. COME CREDI CHE LA MUSICA POSSA AIUTARE LE PERSONE?
“Sono convinto che possa fare molto. Non credo che possa fermare una guerra, o cambiare il pianeta, le cui condizioni attualmente sono disastrose. Credo che la via di uscita sia l’unione, la comunione tra persone. Ecco da dove viene il termine ‘communion’ del monicker della band. I miei testi sono sulla condizione umana: paura, accettazione, amore, tristezza, vita, morte. Sono tutte cose che accadono a me, a te, a tutti. Questa è la realtà ed è quello di cui mi piace parlare, e credo che i miei testi ora siano molto meglio di quelli di quindici anni fa. Sto progredendo come songwriter. Tutti sanno della mia voce, sono orgoglioso di questo. Ma ora mi interessa di più il lato compositivo della musica”.
SE NON AVESSI AVUTO FORTUNA COME MUSICISTA COSA CREDI CHE AVRESTI FATTO NELLA TUA VITA?
“Avrei probabilmente fatto qualcos’altro di artistico. Attore, regista, produttore, non saprei ma sicuramente sarei rimasto in quest’ambito. Amo la forma espressiva cinematografica”.
ESISTE UN LIBRO CHE HA CAMBIATO LA TUA VITA?
“Assolutamente! E’ per me una guida spirituale. Si chiama ‘Discorso della Montagna’, ed è un sermone di Gesù rivolto ai suoi discepoli”.
COME VEDI I BLACK COUNTRY COMMUNION NEL FUTURO?
“Sinceramente non saprei cosa risponderti al momento. Ti spiego meglio, così capisci il perché. La ragione per cui volevo prendermi un anno di pausa era perché volevo fare qualcosa che avrei poi potuto portare in tour per un anno. Poi ho deciso di registrare, come ti dicevo, l’album con la band, ma io non posso assolutamente stare in una band che registra un lavoro e che non può poi partire per un tour. Non ha senso per me. All’epoca era più importante l’album del tour, oggi è completamente il contrario. Tutti sanno che comincio ad avere i miei anni, e voglio passare la mia vita on the road per i prossimi dieci anni. Joe ha solo 35 anni ed ha ovviamente una mentalità diversa sull’argomento. Ma io ho capito che è quello che voglio fare, specialmente dopo la morte di Ronnie James Dio. Ha cantato fino all’ultimo e anche io voglio che sia così. Credo che i miei fan mi vogliano vedere dal vivo, e se i BCC non mi permetteranno di farlo dovrò provvedere per conto mio. Non sono io a decidere le date, è il manager di Joe a farlo: io mi occupo di scrivere i pezzi, suonare e di fare promozione. Al momento non vedo un futuro per la band e questo è il motivo. E come sentirai dalla mia voce sono molto triste per questo. Ma non voglio che voi lo siate, perché abbiamo pubblicato tre album fantastici”.
SI PARLA DI UNA REUNION DEI DEEP PURPLE CON DAVID COVERDALE, COSA CI PUOI DIRE A RIGUARDO?
“Siamo stati nominati per la Rock and Roll Hall of Fame qui in America, e quella è stata l’occasione per parlare di questa cosa. Non saprei dirti nulla di preciso a riguardo, in realtà, perché è tutto in forse. Io e David siamo molto amici, e spesso abbiamo parlato di rimetterci insieme. Non mi sorprenderebbe se dovesse succedere qualcosa il prossimo anno. Vedremo”.
IMMAGINO CHE RITCHIE BLACKMORE NON SARA’ DEL VOSTRO STESSO AVVISO…
“Abbiamo aspettato Ritchie e cercato di comunicare con lui per qualcosa come cinque anni, ma senza successo. Sai, lui è così immerso nel suo mondo e nella sua musica medievale, e non credo che vorrà più uscirne. Io non credo che debba voltare le spalle ai suoi vecchi fan, ma per ora sembra che sia proprio così. Fino a quando io e Coverdale saremo vivi faremo di tutto per cercare di realizzare una reunion che possa davvero dare ai fan qualcosa di speciale”.
IN TUTTI QUESTI ANNI DI ATTIVITA’ C’E’ UN BRANO CHE SEGNALERESTI COME TUO BRANO DEFINITIVO?
“Ho scritto tante, tante canzoni, mi stai davvero mettendo alla prova. Credo, in tutta onestà, che sceglierei proprio ‘Afterglow’, perché la reputo una vittoria per me dal punto di vista del songwriting. Quando la ascolti senti qualcuno che ha finalmente trovato la sua libertà. Ci sono due voci nel pezzo: una più delicata nella strofa ed una molto oscura ed aggressiva nel ritornello. Questo è il miglior esempio di chiaroscuro, e quello che definirei lo stile Glenn Hughes”.