Pace fatta in casa Black Country Communion. Le frizioni nate tra Glenn Hughes e Joe Bonamassa, causate dall’impossibilità del chitarrista di prendere parte ai tour a causa dei suoi impegni solisti, avevano messo la band in uno stato di stop che non faceva presagire buone notizie. Per la gioia dei fan tutto si è risolto, Hughes e Bonamassa hanno scritto uno dei dischi più intensi della carriera della band e a breve cominceranno a macinare concerti su concerti. Abbiamo contattato proprio il cantante/bassista Glenn Hughes, una delle voci del rock, per farci raccontare per filo e per segno la storia di questi ultimi e movimentati anni in casa Black Country Communion.
GLENN, NEL 2013 I BLACK COUNTRY COMMUNION SONO SI SONO PRESI UNA PAUSA A TEMPO INDETERMINATO. DA QUANTO SI È LETTO, I PROBLEMI MAGGIORI ERANO CAUSATI DA TENSIONI TRA TE E JOE BONAMASSA. IMMAGINO CHE ABBIATE FINALMENTE FATTO PACE.
– Vedi, non credo ci siano mai state vere tensioni, i problemi che ci sono stati tra me e Joe erano dovuti più che altro a mancanza di comunicazione oppure ad una comunicazione sbagliata. La band stava andando molto bene, ma purtroppo non abbiamo potuto suonare diversi concerti a causa degli impegni solisti di Joe Bonamassa, che ha sempre un’agenda fittissima. A quel punto, dopo tre dischi in studio filati, credo che la band avesse bisogno di prendersi un periodo di sosta. Questa pausa ci ha permesso di ricaricare le nostre energie, di chiarirci e di tornare insieme per realizzare un disco che io trovo davvero molto bello. Sono molto felice di come stanno andando le cose.
DOPO QUESTI ANNI DI PAUSA, COME VI SIETE RIMESSI IN CONTATTO PER INIZIARE NUOVAMENTE A SUONARE INSIEME?
– È stato Joe a chiamarmi. Ero in America per essere introdotto nella Rock And Roll Hall Of Fame insieme ai Deep Purple e Joe mi ha telefonato per complimentarsi con me. Ho apprezzato molto la sua gentilezza, è stata una bella telefonata, poi Joe mi ha detto che, non appena rientrato, gli avrebbe fatto piacere uscire a cena insieme per fare due chiacchiere. Io ovviamente ho accettato, ci siamo trovati a Santa Monica e in modo molto naturale e spontaneo abbiamo parlato di fare un nuovo, grande, epico disco rock insieme a Jason Bonham e Derek Sherinian. Da quel momento i Black Country Communion sono stornati in attività.
IL NUOVO “BCC IV” È STATO REGISTRATO A LOS ANGELES. COM’ERA L’ATMOSFERA IN STUDIO UNA VOLTA RITROVATI TUTTI INSIEME DOPO ANNI?
– È stato semplicemente fantastico ritrovare dei vecchi amici, sembrava che il tempo non fosse passato. In realtà io e Joe Bonamassa abbiamo scritto praticamente tutto il disco a casa mia insieme. Successivamente abbiamo chiamato Jason e Derek per far loro sentire le nuove canzoni, dovevi vedere la loro faccia, erano felici come dei bambini! I lavori di composizione a casa mia sono iniziati a Ottobre dello scorso anno, siamo poi entrati in studio a Gennaio. In studio quindi eravamo già rodati e pronti ad incidere i pezzi.
TU E JOE SIETE DUE DEI POCHI ARTISTI CHE ANCORA REGISTRANO INSIEME, MOLTI OGGI PREFERISCONO LAVORARE DA CASA ED INVIARSI MATERIALE TRAMITE INTERNET.
– Lo so, ma a me questo metodo di lavoro non piace molto. Ho voluto invitare Joe a casa mia per comporre insieme stando a contatto, jammando e parlando faccia a faccia. Questo secondo me è il modo migliore per instaurare e rafforzare la chimica fra i musicisti. Volevamo tornare al modo in cui abbiamo scritto il nostro primo disco, insieme, come si faceva una volta quando internet non c’era. Scrivere un disco insieme aiuta a entrare in sintonia, a migliorare i rapporti, a capirsi al volo, non c’è internet che tenga!
“BCC IV” SI PRESENTA CON TUTTE LE CARATTERISTICHE DEL SOUND BLACK COUNTRY COMMUNION, MA SENZA GUARDARE AL VOSTRO PASSATO IN MODO NOSTALGICO.
– Hai perfettamente ragione, il nostro scopo era quello di comporre un classico disco dei Black Country Communion e credo che ci siamo riusciti. Io stesso quando ascolto una nuova canzone, appena questa parte con un riff di Joe e con la batteria di Jason, dopo tre note capisco subito che si tratta di un nostro pezzo…questo è il segreto! Con questo disco tutti i nostri fan capiranno che siamo veramente tornati al massimo della nostra forma.
SE NON SBAGLIO AVETE UTILIZZATO MOLTA STRUMENTAZIONE ANALOGICA PER REGISTRARE IL NUOVO DISCO.
– Non sbagli, perché volevamo proprio offrire un sound caldo, analogico, in cui si sentisse il tocco dei singoli musicisti, cosa che ormai non avviene più in molte produzioni digitali in cui i suoni risultano talmente compressi da sembrare quasi innaturali. Non avremmo potuto fare diversamente, questo tipo di rock privilegia le emozioni ed il calore dei musicisti.
UNO DEI BRANI PIU’ INTENSI ED EMOZIONANTI DEL DISCO È SICURAMENTE “THE LAST SONG FOR MY RESTING PLACE”. VUOI PARLARNE?
– Questa è una delle canzoni che anch’io preferisco. Joe ha scritto della musica davvero fantastica, mentre i testi sono ispirati alla tragedia del Titanic. Per raccontare questa storia serviva una canzone molto emozionante, maestosa e struggente, sono davvero felice di come sia venuta fuori.
UN ALTRO PEZZO DA NOVANTA DEL DISCO RISPONDE AL NOME DI “WANDERLUST”, INTRODOTTA DAL PIANOFORTE, E PIENA DI MELODIE DI ALTRI TEMPI.
– “Wanderlust” è un altro brano che letteralmente adoro. Ti dico solo che mentre io e Joe stavamo scrivendo questo pezzo, ho subito capito il suo potenziale e mi sono veramente eccitato all’idea di finirla nel migliore dei modi.
PARLANDO INVECE DI “LOVE REIMANS”, QUESTA CANZONE PER TE ASSUME UN SIGNIFICATO PARTICOLARE IN QUANTO HAI VOLUTO DEDICARLA A TUO PADRE…
– Mio padre è morto pochi mesi fa e questa canzone mi è uscita, come dire, di getto. Purtroppo anche mia madre è deceduta recentemente e sentivo il bisogno di scrivere qualcosa per loro. Con “Love Remains” ho voluto onorare i miei genitori cantando un testo molto spirituale, con melodie fantastiche.
“WHEN THE MORNING COMES” PARLA DEL MARE, UN ELEMENTO DELLA NATURA CHE PER TE È SEMPRE STATO MOLTO IMPORTANTE.
– Io vivo vicino all’Oceano e questo elemento per me è importantissimo. Quando la mattina mi sveglio e vedo il Sole che sembra uscire dalle acque dell’Oceano, vengo investito da un’energia positiva inspiegabile. Guardare il mare mi mette l’animo in pace.
SI NOTA COME TU ABBIA CURATO MANIACALMENTE I TESTI DI QUESTO DISCO.
– Penso che “BCC IV” contenga alcuni dei miei migliori testi di sempre, sono molto migliorato rispetto ai primi dischi dei Black Country Communion, sono riuscito a scrivere canzoni allo stesso livello della musica composta da Joe. Volevo scrivere canzoni ‘visuali’, se l’ascoltatore leggendo i miei testi riuscisse a vedere un film dentro la sua testa, il mio scopo sarebbe raggiunto.
IN PRATICA SEI TORNATO AGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA, QUANDO I TESTI DI BAND COME I BEATLES O BOB DYLAN O I ROLLING STONES AVEVANO UN FORTE POTERE SULLA GENTE.
– Più che potere, in quegli anni le canzoni dei grandissimi artisti che hai citato riuscivano a far riflettere le persone, o forse semplicemente i fan erano più attenti e cercavano di analizzare con maggior dovizia le canzoni. Mick Jaeer, John Lennon e David Bowie erano dei grandissimi parolieri e riuscivano ad entrare nella testa e nel cuore delle persone. Per quanto mi riguarda, come ti dicevo prima, un buon testo è fondamentale per la riuscita di una canzone.
LA COPERTINA MOSTRA IN PRIMO PIANO UNA FENICE, CHE È ANCHE IL TITOLO DEL VOSTRO DISCO. VOLETE FORSE DIRE CHE I BLACK COUNTRY COMMUNION SONO RINATI DALLE LORO CENERI PROPRIO COME L’UCCELLO MITOLOGICO?
– I Black Country Communion ci saranno sempre, oggi siamo tornati più forti che mai. Fino a quando riuscirò a respirare, per me sarà un grande onore far parte di questa band straordinaria insieme ami miei amici e compagni di viaggio.
SU DI VOI È STATO DETTO CHE PORTATE AVANTI L’EREDITÀ DI BAND COME I DEEP PURPLE, FREE E LED ZEPPELIN. TU SEI D’ACCORDO?
– Credo che la questione sia un po’ diversa. Per i giovani fan che non hanno vissuto gli anni dei Led Zeppelin o dei Deep Purple, una band come i Black Country Communion potrebbe rappresentare uno scenario interessante per conoscere un certo tipo di musica. La cosa bella è che ai nostri concerti vedo ragazzini anche molto giovani accompagnati dai loro genitori che magari andavano a vedere gli show dei Deep Purple trenta o quarant’anni fa. Per me, che ho anche fatto parte dei Deep Purple, è un onore portare avanti un’eredità di questo tipo con i Black Country Communion.
GLENN, TU SCRIVI MUSICA DA OLTRE QUARANT’ANNI. TI ACCORGI ANCORA, MENTRE LAVORI, DI AVERE TRA LE MANI UN CAPOLAVORO?
– Vedi, io sono molto prolifico come compositore, scrivo musica e testi ogni singolo giorno della mia vita, ma soprattutto non mi fermo mai a guardare al passato. Ogni giorno cerco di scrivere la miglior canzone di sempre, adoro le sfide e non mi tiro mai indietro.
QUANTO TIENI CONTO DEI TUOI FAN E DI COSA SI ASPETTANO DA TE?
– Questa è una domanda interessante a cui recentemente ho pensato. In questo periodo della mia carriera sto tenendo in grande considerazione le opinioni dei fan e cerco di dar loro la musica che si aspetterebbero da Glenn Hughes. Molti fan continuano a chiedere le canzoni del Glenn più rock ed in quest’ultima parte della mia carriera sto dando loro alcuni dei miei pezzi più rock di sempre.