I Black Label Society sono in arrivo in Italia per due date che si preannunciano incendiare in quel di Torino e Roma, il 2 e 3 luglio: per l’occasione abbiamo l’opportunità di parlare con Zakk Wylde, vera e propria icona del nostro genere musicale preferito, che si dimostra degno di portare la bandiera dell’heavy metal grazie ad un’attitudine granitica e una generale positività e forza d’animo che sono da prendere d’esempio, anche travalicando i confini musicali. Perchè Zakk ha passato un periodo di merda, ma ne quello ne altri imprevisti sono sufficienti a fermare l’armata Black Label Society, soprattutto da quando l’artista non deve dividere il proprio talento con nomi ingombranti…
CIAO ZAKK, COME STAI?
“Alla grande, mi sto rilassando qui in Germania coi ragazzi dell’Order Of The Black, tra poco mi aspetta una bella jam e poi un’esibizione in un festival, cosa posso volere di più amico?”.
IN QUESTI GIORNI CI SONO STATE DELLE NOTIZIE CHE HAN FATTO PREOCCUPARE PARECCHIO I SOSTENITORI DEI BLACK LABEL SOCIETY, COME STANNO LE TUE CORDE VOCALI?
“Meglio meglio, purtroppo ho avuto un’infiammazione abbastanza pesante a causa della quale ho dovuto annullare ben due show senza preavviso. Non mi è piaciuto per nulla ma è stato necessario per poter continuare il tour. Con il riposo forzato di qualche giorno sono tornato in pista regolarmente, non vi preouccupate dunque, sono in piedi e in forze di nuovo”.
SEI AL 100%?
“Sono al 100%, ho anche aggiunto una ruota di scorta al tour bus, quindi potete star sereni!”.
COME TI PRENDI CURA DELLA TUA VOCE?
“Cerco di non parlare troppo prima del concerto, di evitare lunghe sessioni di interviste. Personalmente, la cosa che fa più bene alla mia voce è il sonno: devo essere bello riposato per far si che le mie corde vocali funzionino al meglio…”.
…SO CHE MOLTI CANTANTI DEVONO STARE ESTREMAMENTE ATTENTI, INTENDO NIENTE ALCOOL, NIENTE FUMO, ESERCIZI, RISCALDAMENTO. ANCHE TU DEVI SOTTOSTARE A UN REGIME CONTROLLATO?
“E’ chiaro, devo prendermi cura della mia voce quanto della mia chitarra. Non ho mai fumato in vita mia, ho smesso di bere, mi prendo cura del mio corpo”.
LA MALATTIA DEL 2009 HA CAMBIATO LA TUA VITA?
“Non è cambiata molto. Nei Black Label c’è un’attitudine ben definita: bisogna rialzarsi dopo essere stati colpiti, andare avanti, continuare a spaccare il culo. Nei Black Label nessuno vuole sentir parlare di problemi che si sono verificati 10 anni fa, sei mesi fa, due giorni fa, 20 minuti fa, abbiamo un lavoro da fare, è da fare ora, ed è solo quello che mi importa. Non ho tempo di commiserarmi, non mi interessa. Sfoggio le cicatrici, mi vesto e vado a fare il mio dovere. Hai avuto un trombo, tuo padre se n’è andato… è la vita. Il buon Dio ti ha dato le palle, quindi comportati come se le avessi, alzati in piedi, fai la valigia, vestiti Black Label e fai il tuo mestiere! Così funziona nei Black Label!.
PARLIAMO DEL TUO ULTIMO LAVORO, “THE SONG REMAINS NOT THE SAME”. QUAL E’ LA REAZIONE DEI TUOI FAN?
“Non è una grande dipartita da quello che sono sempre stati i Black Label Society: facciamo cose deavy e facciamo cose tranquille come ben sai. Come potete cogliere dal titolo è un tributo agli Zeppelin da parte della band. Ci piace ascoltare musica heavy è ovvio, ma dopo 18 ore di viaggio su un bus si ascolta Neil Young, The Eagles e altra roba tranquilla”.
FARETE UN BREAK ACUSTICO DURANTE I PROSSIMI SHOW A TORINO E ROMA?
“No, nelle prossime date non ci sarà nessun break acustico, sarà il solito spettacolo elettrico ed heavy, ad eccezione del piccolo momento dedicato al piano e delle canzoni più soft che siamo soliti proporre. A dicembre però registreremo un DVD acustico”.
NON MOLTI SONO CONSAPEVOLI DELLE TUE DOTI AL PIANOFORTE: COM’E’ SUCCESSO CHE IN QUEST’ULTIMO ALBUM IL PIANOFORTE ABBIA TANTO SPAZIO?
“Ho sempre amato e suonato il pianoforte. Per me è solo un mezzo differente per scrivere, come può essere un basso, una chitarra acustica, il banjo o la pedal steel. Mi piace suonare strumenti diversi, ognuno mi ispira in maniera differente”.
HAI SUONATO TU TUTTI GLI STRUMENTI NELLE REGISTRAZIONI?
“JD mi ha aiutato col basso, e ovviamente altre persone si sono occupate delle tastiere”.
CI SONO POSSIBILITA’ DI AVERE, IN FUTURO, UN ALTRO ‘BOOK OF SHADOWS’, UN ALTRO ALBUM ACUSTICO DI MATERIALE INEDITO?
“C’è la possibilità, anche se nulla è programmato. In ogni album in ogni caso abbiamo un episodio del genere, chi apprezza questo tipo di materiale viene sempre accontentato almeno parzialmente”.
SEI SEMPRE UN PERSONAGGIO SOTTO I RIFLETTORI, COLLABORANDO CON ARTISTI MOLTO DIVERSI TRA LORO COME JAMEY JASTA, DOPE O ANCHE IL CANTANTE COUNTRY JON RICH E ADDIRITTURA WILLIAM SHATNER…
“Amo fare questo tipo di cose, mi diverto sempre moltissimo. Sono amico di tutti i ragazzi con cui ho collaborato, se sei mio amico fammi una telefonata e troverò un modo per venir lì a registrare qualcosa”.
COME GUITAR HERO CONTEMPORANEO E UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTO, QUALI SONO I CHITARRISTI VERAMENTE MERITEVOLI TRA LE BAND ‘NUOVE’?
“I ragazzi degli Avenged Sevenfold sicuramente, i Five Finger Death Punch sono ottimi, i ragazzi dei Trivium, ma anche Dragonforce, In This Moment… tutti costoro li ho potuti vedere da vicino, sono ottimi musicisti”.
TRA POCHISSIMO SARAI SUI PALCHI ITALIANI DI TORINO E ROMA, IL 2 E 3 LUGLIO…
“Abbiamo cercato di non suonare di nuovo a Milano, vogliamo espandare la cerchia il più possibile e invitare tutti all”Order Of The Black’. Quando si tratta di venire in Italia sono sempre contento, ma mai quanto JD, lui è ‘il paisà’ dei BLS”.
QUALCHE PAROLA PER I BERZERKERS ITALIANI?
“State in gamba, vestite nero, Dio vi benedica, la Black Mass è in arrivo e punta verso di voi”.