BLACK OATH – Che voi siate maledetti

Pubblicato il 24/05/2022 da

C’è un modo unico di suonare oscuri e misteriosi, minacciosi e seduttivi, ed è quel ‘dark sound’ del quale l’Italia rock più underground può farsi vanto a livello internazionale. Ovviamente, si tratta di una notorietà per adepti, per cultori di una materia ermetica, comunicativa solo se si ha veramente voglia di penetrarla, di farsene avvolgere, di esserne circondati dalla sua aurea occulta. Quel che puntualmente accade anche con i Black Oath, nome consolidato del settore ritornato quest’anno a farsi udire con il quinto album “Emeth Truth And Death”. Una pubblicazione dal taglio inconfondibile, riassuntiva dei tratti migliori del gruppo e portatrice anche di piccole novità, da una composizione sempre più frastagliata e articolata, a richiami all’extreme metal e un andamento cerimoniale più pronunciato che in passato. Diamo volentieri la parola alla band, perchè ci conduca in questo nuovo viaggio nell’occultismo e nell’orrore.


“EMETH TRUTH AND DEATH” RIPRENDE IL CAMMINO DI “BEHOLD THE ABYSS”, ALL’INSEGNA DI UN SUONO CHE RIFUGGE L’IMMEDIATEZZA E CERCA DI TRASCINARCI IN ATMOSFERE OCCULTE E ORRORIFICHE, QUELLE CHE POTREBBERO ESSERE PATRIMONIO DI UN FILM HORROR ITALIANO DI ALTRI TEMPI, MISTERIOSO, PIENO DI OMBRE, INQUIETO SENZA DOVER MOSTRARE PER FORZA QUALCOSA DI RACCAPRICCIANTE. UN DISCO NIENT’AFFATTO FACILE, CHE PENSO SI SVELI PIENAMENTE UN POCO ALLA VOLTA. DA DOVE È NATA QUESTA VOLTA LA SCINTILLA DELL’ISPIRAZIONE E COME SIETE RIUSCITI A FARLA ATTECCHIRE, PER ARRIVARE ALLA FINE A UN ALTRO INSIEME DI CANZONI ALL’ALTEZZA DEL NOME BLACK OATH?

– In tutta onestà non saprei come risponderti. Il fuoco che arde all’interno della band è sempre lo stesso, ma col passare del tempo brucia sempre di più, lasciando che la musica nasca da sé, cercando di migliorarla di volta in volta. Non amiamo ripeterci, sarebbe la nostra fine artistica.

NEL CORSO DEL TEMPO VI SIETE COSTRUITI UNO STILE PECULIARE, CHE METTE ASSIEME DOOM, DARK-PROG ROCK, GOTHIC ROCK E QUALCHE SFUMATURA ESTREMA. NEL DARE UNICITÀ ALLA VOSTRA PROPOSTA, PENSO CONTRIBUISCANO PRIMA DI TUTTO LE RITMICHE CHITARRISTICHE E LA VOCE. COME SIETE ARRIVATI A UN SUONO COSÌ PERSONALE, ORMAI INCONFONDIBILE AI PRIMI GIRI DI CHITARRA DI UN DISCO?
– Abbiamo un nostro marchio di fabbrica, lo riconosco. Ciò deriva dal fatto che ascoltiamo tantissima musica di generi diversi (rimanendo in tema rock/dark/metal), e cerchiamo di riportare il tutto in una chiave cupa e morbosa rappresentando al meglio il nostro essere. Potremmo ispirarci agli Iron Maiden, o ai The Cure, oppure ancora ai Sadistik Exekution per un brano: l’ascoltatore troverà comunque un pezzo dei Black Oath che ben si amalgama con il resto del disco.

PARLANDO PROPRIO DELLA VOCE, IN “EMETH TRUTH AND DEATH” PENSO CI SIA ANCORA PIÙ VARIETÀ VOCALE DEL SOLITO, UNA CIRCOSTANZA CHE VA A DARE UN ALONE ADDIRITTURA CERIMONIALE AD ALCUNI MOMENTI, RENDENDO L’ASCOLTO UN’ESPERIENZA PARTICOLARE, NON PER FORZA LEGATA A QUELLA DELLA FRUIZIONE DI UN ALBUM METAL. C’È QUALCHE RAGIONE SPECIFICA CHE VI HA PORTATO A INFONDERE QUESTO TIPO DI ATMOSFERA AL DISCO?
– È esattamente quello che volevamo. Pur essendo una metal band, vogliamo che i nostri lavori suonino come una cerimonia che possa accogliere i nostri ascoltatori in una forma di rito magico.

LA COSTRUZIONE DEI BRANI E GLI ARRANGIAMENTI HANNO GUADAGNATO IN RICERCATEZZA, DA UN DISCO AL SUCCESSIVO, ED “EMETH TRUTH AND DEATH” RAPPRESENTA IN QUESTO SENSO UN ULTERIORE PASSO IN AVANTI. DAL VOSTRO PUNTO DI VISTA, COSA AVETE PORTATO DI DIVERSO IN QUESTO NUOVO LAVORO E DI COSA SIETE PARTICOLARMENTE CONTENTI, QUALI ASPETTI DELL’ALBUM VI DANNO PIÙ SODDISFAZIONE?
– Il disco è nato con l’intenzione di avvicinarsi allo stile dei nostri primi lavori, ecco perché molte ritmiche suonano dannatamente old school. A questo, però, va aggiunto il fatto che ci concentriamo maggiormente sugli arrangiamenti e dettagli di ogni singolo brano e questo fa sì che il disco risulti un ulteriore passo in avanti. La soddisfazione maggiore deriva dalla composizione di ogni singola canzone, dove nulla è stato trascurato.

PENSO CHE FINO A “TO BELOW AND BEYOND” NELLA MUSICA DEI BLACK OATH SI POTESSERO TROVARE DEGLI SPUNTI PIÙ LEGATI A UN METAL VECCHIA SCUOLA TRASCINANTE, RITORNELLI IMMEDIATI E MOMENTI PIÙ ARIOSI E PRESSANTI; NEGLI ULTIMI ANNI SIETE DIVENTATI PIÙ OMBROSI, TENEBROSI, ELUSIVI SE VOGLIAMO. È ACCADUTO QUALCOSA, NELLA VOSTRA SENSIBILITÀ MUSICALE, CHE HA CAUSATO QUESTO LIEVE CAMBIAMENTO NEL SONGWRITING E NELL’INTERPRETAZIONE?
– Come dicevamo all’inizio, ora il tutto ha un tocco più magico, cerimoniale. Continueremo su questa strada anche perché, con l’ennesimo cambio di line-up, porteremo alla musica elementi ancora più cupi e disturbanti.

CI SONO DIVERSI OSPITI CHE INTERVENGONO NEL NUOVO ALBUM: COME SONO NATE QUESTE COLLABORAZIONI E COSA PENSI ABBIANO AGGIUNTO AL VOSTRO SUONO?
– Sono tutti amici intimi della band, per ognuno di loro è stato pensato uno specifico ruolo affinchè potessimo sfruttare al meglio le loro capacità e fonderle col nostro stile. Il risultato è perfetto.

“EMETH TRUTH AND DEATH” È IL VOSTRO QUINTO ALBUM E LA VOSTRA – CONSIDERATI ANCHE GLI EP E GLI SPLIT SUCCEDUTISI NEGLI ANNI – COMINCIA AD ESSERE UNA DISCOGRAFIA QUANTITATIVAMENTE RILEVANTE, OLTRE ALLA QUALITÀ MEDIA ELEVATA DELLE VOSTRE USCITE. DOVENDO SINTETIZZARE IL VOSTRO PERCORSO IN SOLI TRE BRANI, QUALI SCEGLIERESTI?
– “Death As Liberation” dal nostro primo album, ormai un vero e proprio classico di raw doom; “Wicked Queen” dal nostro terzo disco, sia per liriche che per qualità musicale, dove ritornello-melodie e assoli creano un ottimo connubio. Infine direi “Wounded Temple” dal nostro ultimo lavoro. Un perfetto riassunto di tutta la carriera, dove i sostenitori più attenti troveranno una sorpresa.

COSA RAPPRESENTA PER VOI L’OCCULTISMO? COME INFLUENZA LE VOSTRE ESISTENZE E CHE TIPO DI ISPIRAZIONE VI TRASMETTE?
– L’occultismo/esoterismo ha una forte importanza per quanto riguarda il mio interesse personale, con Black Oath ne parlo e creo viaggi dove ognuno può sentirsi libero di farsi trascinare, ma non dimentico il fatto che siamo una band innanzi tutto e devo anche tener conto di una certa fonetica, per far sì che il tutto scorra in modo corretto. Diciamo che i testi rappresentano un 70% della mia personalità.

QUALI SONO GLI STILI MUSICALI NON-METAL CHE HANNO MAGGIORMENTE CONTRIBUITO ALLA VOSTRA FORMAZIONE MUSICALE E DI CUI SI PUÒ PERCEPIRE UNA TRACCIA NEI BLACK OATH?
– Se dovessi nominare stili o artisti non metal direi Scott Walker, Siouxsie & the Banshees, Nick Cave, The Byrds, Jefferson Airplane, Fleetwood Mac, Fields Of The Nephilim, David Bowie.

QUALI SONO I VANTAGGI E GLI SVANTAGGI DI ESSERE UN GRUPPO RADICATO NELL’UNDERGROUND, LONTANO DA LOGICHE ‘DI MERCATO’, DEDICATO A SONORITÀ DI NICCHIA E RIVOLTO A UN SEGUITO RELATIVAMENTE RIDOTTO NEI NUMERI, MA APPASSIONATO E FEDELE?
– I vantaggi stanno sicuramente nel fatto che siamo liberi di esprimerci come vogliamo di album in album, senza vincoli legati a determinate etichette. Gli svantaggi stanno nel fatto di dover condurre una vita basata sul lavoro dove a volte viene difficile potersi dedicare a determinate attività live. Siamo nella via di mezzo che rende il tutto abbastanza duro, ma anche stimolante, il che ci porta di volta in volta ad accettare la sfida e a non arrenderci.

I DUE ANNI DI PANDEMIA HANNO AVUTO UN GROSSO IMPATTO, MOLTO SPESSO NEGATIVO, SULLA VITA DELLE BAND E L’AMBIENTE MUSICALE NELLA SUA INTEREZZA. VOI COME AVETE VISSUTO QUESTA ESPERIENZA E A COSA PUÒ ESSERE SERVITA, IN POSITIVO E IN NEGATIVO, NEL MODO DI LAVORARE DELLA BAND?
– Non ce ne è fregato proprio niente. Certo, non potevamo accedere in sala prove, il che ci ha portato a dover portare avanti il disco in modo diverso dal solito. I brani sono stati scritti individualmente e solo una volta entrati in studio li abbiamo finiti. Questo ha reso la cosa ancora più stuzzicante e spontanea. Non siamo soliti a lamentarci e piangere delle situazioni difficili, ma traiamo spunto per poter crescere e abbattere ulteriori barriere.

IL VOSTRO STILE VI PONE IN DIRETTO ACCOSTAMENTO CON POCHI GRUPPI, DATO L’INTERSECARSI DI DIVERSI APPROCCI E, ORMAI, UNA APPARTENENZA AI GENERI MOLTO RELATIVA. DOVESSI CITARE UN GRUPPO CHE TROVATE AFFINE PER SUONO E TEMATICHE, CHI POTREBBE ESSERE?
– Death SS o Mercyful Fate, scegli tu quale preferisci.

ORA CHE LA SITUAZIONE LEGATA AI LIVE SI STA NORMALIZZANDO, QUALI SONO I VOSTRI PROGRAMMI?
– Ora che le cose si stanno riprendendo torneremo sicuramente ad una attività live più intensa a promozione del disco e porteremo il nostro Cursed Rock in giro ancora per un bel po’ di tempo.

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