BLACK OATH – Our condolences

Pubblicato il 25/09/2013 da

Da decenni ormai l’Italia vanta una delle scene dark più attive ed invidiate al mondo. Band seminali quali Jacula, Antonius Rex e Goblin hanno ispirato generazioni di musicisti appassionati che nel tempo hanno riproposto quelli che erano i trademark iniziali in maniera variegata e personale. Soprattutto in ambito doom sono stati fatti molti proseliti in tal senso. I milanesi Black Oath rientrano in questa schiera di band, che orgogliosamente suona a cavallo tra il già citato dark ed il doom tutto tricolore di Death SS e Black Hole, con qualche inevitabile citazione per i pesi massimi Candlemass. Con “Ov Qliphoth And Darkness” i ragazzi hanno trovato un’ottima quadratura del cerchio, risultando allo stesso tempo personali pur rispettando appieno quelli che sono i canoni del genere. In questa intervista collettiva la band ci spiega come siano arrivati ad una sintesi tanto alta e come i Black Oath siano ora la priorità dei musicisti coinvolti, nonostante tutti abbiano anche altre realtà musicali da portare avanti.

Black Oath - band - 2013

INNANZITUTTO POTRESTE DARCI QUALCHE INFORMAZIONE SULLA NASCITA DELLA BAND?
“Il gruppo nasce nel 2006 con l’intento di suonare e rilasciare i nostri feeling più intimi, anche se in principio non avevamo ancora deciso che strada prendere e il tutto si è evoluto nella maniera più naturale e spontanea possibile. Sapevamo però che sarebbe dovuto essere un qualcosa di oscuro/tenebroso come la migliore tradizione italiana ci ha insegnato. Molte delle parti musicali erano già esistenti (nei nostri archivi personali) e, per quanto riguarda il cantato, non avevamo la minima idea di come sarebbe venuto fuori, finché in fase di registrazione il tutto ha preso una via spontanea e da lì è nato il nostro MCD d’esordio… ovviamente non potevamo immaginare che di lì a breve sarebbe nato (o rinato) il trend del doom metal (o occult rock, nel nostro caso)”.

CHE DIFFERENZE CI SONO TRA I VOSTRI PRECEDENTI LAVORI E “OV QLIPHOTH AND DARKNESS”, FATTA SALVA OVVIAMENTE LA MAGGIORE ESPERIENZA MATURATA NEL FRATTEMPO?
“Come hai già detto, c’è stata una naturale evoluzione dovuta alla maturazione e alle esperienze (non solo musicali) intraprese dal gruppo. Questa volta abbiamo voluto concentrarci molto di più sugli arrangiamenti e anche le linee vocali hanno diverse variabili che hanno reso il disco molto più scorrevole e interessante”.

SUL NUOVO LAVORO CI SONO MEMBRI DI NECROPHOBIC, BULLDOZER E PROCESSION: CI POTRESTE DIRE COME LI AVETE CONTATTATI E PERCHÉ SONO STATI SCELTI PROPRIO LORO?
“Innanzitutto sono tutti nostri amici. Ci siamo conosciuti durante concerti all’estero e abbiamo instaurato un reciproco rapporto di rispetto e stima, sia personale che a livello di band, poi, conoscendo le qualità dei singoli musicisti, li abbiamo scelti apposta per determinati brani, e ognuno di loro ha dato il proprio tocco per arricchire l’album. Sebastian (Ramstedt, ex Necrophobic, ndR.) con il suo modo molto heavy classico, Andy (Panigada, Bulldozer, ndR.) con la sua melodia straziante (non dimentichiamoci che ha composto brani per i Death SS ai tempi d’oro) e Jonas (Pedersen, Procession, ndR.), che ha fatto esattamente quello che ci aspettavamo da lui, un assolo in stile Procession, un mix di tecnica e melodia. Possiamo ritenerci fieri di queste collaborazioni”.

SULL’ALBUM, OLTRE ALLA QUASI INEVITABILE INFLUENZA DEI CANDLEMASS, CI E’ PARSO DI SENTIRE UN CERTO AMORE PER I BLACK HOLE: CI SBAGLIAMO? DALLE NOTE DI ALCUNI BRANI TRAPELA ANCHE LA VOSTRA PRESUMIBILE PASSIONE PER IL DARK ITALICO, NON FOSSE ALTRO CHE PER UN CERTO USO DELL’ORGANO. AVETE DEI PUNTI DI RIFERIMENTO ALL’ INTERNO DI QUELLA SCENA?
“Assolutamente sì! Siamo italiani e fieri di avere il tipico dark sound che da sempre ci appartiene! Troviamo piuttosto frustrante essere paragonati ai vari Candlemass, Pentagram eccetera. Più che altro perché noi apparteniamo a tutt’altra scena. Detto questo, non neghiamo che ci possa scappare qualche influenza estera, dato che ascoltiamo musica a 666 gradi, ma per una volta che possiamo essere fieri di un genere ‘nostro’ perché mai dovremmo essere paragonati ai soliti canoni? Noi siamo la continuazione di Zess, Jacula, Goblin, Paul Chain, Death SS, The Black e così via, ed è proprio per questo che preferiamo definire la nostra arte ‘cursed rock musick’”.

NONOSTANTE LE INFLUENZE, IL NUOVO LAVORO E’ VENUTO FUORI ABBASTANZA PERSONALE: RITENETE CHE ALL’INTERNO DELLA SCENA CLASSIC HEAVY E DOOM SIA ANCORA POSSIBILE AVERE DEI MARGINI DI INNOVAZIONE OPPURE TUTTO QUANTO E’ STATO GIA’ DETTO IN PASSATO?

“Pensiamo di aver raggiunto un livello abbastanza personale pur non avendo inventato nulla. Ciò che rende particolare la nostra proposta sono le svariate influenze musicali/cinematografiche o semplicemente quello che ci circonda durante la vita quotidiana. Il tutto porta a completare Black Oath, un progetto si musicale, ma che tocca l’animo di chi riesce a percepire appieno questo mondo”.

NEI VOSTRI TESTI TRATTATE ARGOMENTI ESOTERICI, O COSI’ CI E’ PARSO DI INTUIRE: E’ UNA VOSTRA PASSIONE OPPURE RITENEVATE IL SOGGETTO ADATTO ALLA MUSICA CHE PROPONETE?
“Ovviamente è una nostra passione e nutriamo un profondo interesse per certe tematiche, il tutto poi va in parallelo con la parte strumentale e si completa il lavoro esoterico che dà vita alla musica dei Black Oath. Non supportiamo quelle band che hanno tematiche ‘anti’ qualcosa, senza lasciare o perlomeno esprimere un proprio pensiero. Noi abbiamo dei sentimenti da esprimere. Non a caso la musica è arte e l’arte è la liberazione del sé”.

CI PARE CHE ALCUNI DI VOI SUONINO ANCHE IN BAND BEN PIU’ ESTREME DEI BLACK OATH, QUALI NECRO ED INFLICTION: DOBBIAMO QUINDI CONSIDERARE I BLACK OATH UNA SORTA DI PROGETTO DOVE CONCENTRATE IL VOSTRO AMORE PER LE SONORITA’ CHE NELLE ALTRE BAND NON POTETE TRATTARE?
“Tutti noi abbiamo avuto (o tutt’ora abbiamo) altri progetti musicali, questo ci ha permesso d maturare ed acquisire maggiore esperienza, indipendentemente dal genere suonato”.

COME MAI PER L’EDIZIONE IN VINILE AVETE SCELTO DI COVERIZZARE “AVE SATANAS” DEGLI STORICI ACHERON? TROVATE AFFINITA’ CONCETTUALE TRA VOI E LORO?
“Sarebbe stato troppo scontato proporre un brano doom, in passato abbiamo suonato brani di Black Sabbath o Alice Cooper e si finisce con l’essere sotterrati dall’originale. Con questo brano abbiamo voluto mostrare come una band rock possa tranquillamente coverizzare un genere più estremo, e potremmo dire con un po’ di presunzione che la nostra versione suona più macabra dell’originale! Siamo contenti che Vincent stesso degli Acheron ci abbia scritto in privato per complimentarsi del brano. E poi, non potevamo mancare di coverizzare una canzone dal titolo cosi intenso! Giusto per darti una piccola news, abbiamo già preparato un’altra cover per una futura release: sarà ancora più ‘complicata’, dato che la band in questione è Siouxsie And The Banshees”.

AVETE MODO DI SEGUIRE ALTRE BAND DOOM ITALIANE? SE SI’, CE NE SONO ALCUNE CHE APPREZZATE PARTICOLARMENTE?
“Ci sono band molto valide come Saturnine ,Caronte, Hands Of Orlac , con cui siamo in ottimi rapporti. Poi ovviamente Abysmal Grief, Confraternita Del Vuoto Immenso, Mortuary Drape o i vecchi della occult music. Sembrerà brutto da dire, ma grazie al trend del momento anche le vecchie glorie stanno riscuotendo il successo meritato e assopito da troppo tempo ormai”.

NON CI PARE CHE FINO AD OGGI ABBIATE AVUTO TANTISSIME OCCASIONI PER SUONARE LIVE: SPERATE CHE CON L’USCITA DI QUESTO LAVORO LE COSE POSSANO CAMBIARE O VI RITENENTE PIUTTOSTO UNA STUDIO BAND?
“La scena live è drammatica in Italia, diciamo che usiamo i nostri palchi come allenamento a fronte di date estere. Non siamo la tipica band da pizzeria, dobbiamo sentirci motivati e abbiamo determinate esigenze durante uno show. In fondo non si può celebrare un funerale all’interno di un bar! Vogliamo che i nostri concerti suscitino determinati feeling a chi viene a vederci. Diamo il meglio (o il peggio) di noi ogni volta. Dev’esserci un feeling di morte e noi ne siamo il tramite”.

SE POTESTE SCEGLIERE UNA BAND CON LA QUALE POTER CONDIVIDERE IL PALCO, CHI SCEGLIERESTE E PERCHE’?
“Iron Maiden su tutti! Sembrerà scontato, ma siamo tutti dei fanatici di questa band (ora capirai il perché della nostra amicizia con Nifelheim/Necrophobic ecc.). Ci siamo tolti parecchie soddisfazioni suonando con Candlemass, Ghost, Pentagram, Procession, Jex Thoth, The Devil’s Blood e altri, ma se dobbiamo fare altri nomi, ci piacerebbe suonare con Anathema, Cathedral, Watain, Blood Ceremony, Death SS, Alice Cooper, King Diamond, Angel Witch, Satan”.

COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LA I HATE? CI PARE CHE SIA LA VERSIONE IN VINILE DI “OV QLIPHOTH…” SIA ALCUNI LAVORI PRECEDENTI SIANO SEMPRE STATI PATROCINATI DALLA HORROR RECORDS. COME MAI AVETE DECISO DI AFFIDARVI AD UN’ ALTRA LABEL PER LA VERSIONE IN CD?
“Entrambe le etichette lavorano duro per promuovere il gruppo e sin dall’inizio sapevamo che Horror Records si sarebbe occupata dell’edizione in vinile. In breve tempo siamo stati contattati dalla I Hate per la versione in CD e in breve tempo le cose hanno preso un’ottima piega”.

SIETE GIA’ A LAVORO SU QUALCOSA DI NUOVO O VI STATE CONCENTRANDO SUGLI ALTRI VOSTRI PROGETTI MUSICALI?
“Black Oath è la nostra priorità assoluta e nessuno degli altri progetti può interferire minimamente. Riusciamo a gestire il tutto in completa tranquillità, dato che tutte le persone con cui suoniamo sono ottimi amici e non c’è nessun tipo di rivalità. Abbiamo in programma una nuova release per l’anno prossimo, ma stiamo ancora valutando diverse cose. Intanto ci stiamo concentrando sulle date live, siamo appena tornati dal Metal Magic Fest in Danimarca e a breve saremo in Svezia per due date, poi toccherà al Belgio e altre ancora che sono da confermare”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA E A PRESTO.
“Le nostre condoglianze”.

3 commenti
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