BLACK OATH – Sempre più in basso, oltre se stessi

Pubblicato il 13/03/2016 da

Passo dopo passo, disco dopo disco, i Black Oath si sono costruiti un’identità artistica fortissima, che dal doom metal di scuola Candlemass ha via via assunto le forme di una musica oscura e tenebrosa pesantemente contaminata dalle migliori realtà del dark/prog italico. La fusione di istanze propriamente metalliche e di inflessioni sulfuree più setose e oblique ha dato vita a una perfetta comunione sensoriale nel terzo album “To Below And Beyond”. Fra toni confessionali, lunghi arpeggi, meditazioni in punta di basso, A. Th e i suoi sodali hanno dato forma a una serie di visioni alchemiche sofisticate e altamente ponderate, perfezionando quanto di buono era già stato creato in passato fino a far emergere un bagaglio compositivo ancora più vasto e stimolante. Siamo andati a chiedere maggiori informazioni e delucidazioni su cos’abbia ispirato il gruppo a produrre una nuova fatica di questo tipo direttamente al principale compositore e unico membro fondatore rimasto, il cantante/chitarrista A. Th.

Black Oath - immagine band - 2015

A DUE ANNI DA “OV QLIPHOTH AND DARKNESS” VI SIETE RIPRESENTATI CON UN DISCO CHE RAPPRESENTA UN’EVOLUZIONE IN SENSO PIÙ MELODICO E RIFLESSIVO DEL PRECEDENTE ALBUM. C’È QUALCHE RAGIONE PARTICOLARE PER CUI “TO BELOW AND BEYOND” HA ASSUNTO LE SFUMATURE GOTICHE E DARK/PROG CHE POSSIAMO UDIRE UN PO’ IN TUTTE LE SUE TRACCE?
“Direi che l’album sia la naturale evoluzione del lavoro precedente, che già di per sè aveva molte melodie e atmosfere cupe. Questa volta abbiamo lavorato maggiormente sulle linee di chitarra e dato più spazio a melodie vocali che in passato abbiamo un po’ trascurato. Indubbiamente le influenze dark/prog hanno preso gran parte della composizione e trovo che sia del tutto naturale, dato che è un genere che da sempre seguiamo e ci affascina”.

“TO BELOW AND BEYOND” È PERMEATO, COME I PREDECESSORI, DI UN PESANTE ALONE DI MISTERO E OCCULTISMO. COSA RAPPRESENTA PER VOI L’OCCULTO E PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE PARLARNE E DIFFONDERLO ALL’INTERNO DELLA VOSTRA MUSICA?
“Il fare musica non è nient’altro che esprimere se stessi e quello che si può ascoltare nei lavori dei Black Oath non sono nient’altro che pensieri e sentimenti che vivo ogni giorno. Non avrei motivo di parlare d’altro o inventarmi storie. La musica è il mezzo tramite cui esprimo il lato cupo e misterioso della vita, le tematiche esoteriche e occulte  fanno da sempre parte del mio interesse personale e sono ben lontane da un infantile satanismo”.

IL DISCO È PIENO DI TOCCANTI DIALOGHI FRA BASSO E CHITARRA, LUNGHI ARPEGGI MALINCONICI CHE TRASCENDONO IL SEMPLICE CONTESTO HEAVY METAL E VI COLLOCANO SU UN PIANO MISTICO, QUASI IMPALPABILE, NON FACILE DA TROVARE IN UN GRUPPO COME IL VOSTRO CHE PARTE COMUNQUE DA RADICI CLASSIC DOOM. A COSA DOBBIAMO QUESTA MAGGIORE PRESENZA DI ARPEGGI E PARTI MOLTO PACATE, PER QUANTO MI RIGUARDA MOLTO RIUSCITE?
“In tutta sincerità, la definizione di ‘doom classico’ non ci si addice più come una volta. Per doom classico mi vengono in mente Candlemass, Count Raven e tutte quelle band che hanno un qualcosa di epico nella loro musica. Noi siamo più legati a sonorità dark ed è per questo che abbiamo puntato molto di più sugli arpeggi e atmosfere cupe invece che sulla lentezza classica del genere. Posso tranquillamente dire che band come Siouxsie & The Banshees, Joy Division, Fields Of The Nephilim e The Cure  sono stati un ottimo spunto da cui partire. Il tutto poi si è sviluppato secondo il nostro modo di vedere e comporre, dando al disco un tocco di particolarità di cui la scena necessita oggigiorno”.

PER “TO BELOW AND BEYOND” AVETE OPTATO PER UN ARTWORK DOMINATO DA UN COLORE GIALLO DORATO, SCELTA CROMATICA PORTATA AVANTI ANCHE PER IL CONCEPT ARTISTICO DELL’ALBUM PRECEDENTE. È UN RICHIAMO VOLUTO? QUALE SIGNIFICATO POSSIAMO DARE A QUESTO COLORE?
“No, non c’è un richiamo all’album precedente. L’artwork dell’ultimo disco rappresenta le tematiche contenute nelle stesso e ad essere sincero il colore dorato è stato aggiunto solo nella versione in cd dalla nostra casa discografica. Ora come ora è una scelta azzeccatissima dato il concept del disco”.

NONOSTANTE TUTTE LE CANZONI SIANO MOLTO ARTICOLATE E NON CERCHINO A TUTTI I COSTI L’IMMEDIATEZZA, SIETE RIUSCITI A PLASMARE UNA SERIE DI OTTIMI CHORUS DURANTE TUTTO L’ARCO DELL’ALBUM. IN PARTICOLARE, CREDO CHE QUELLO PIÙ TRASCINANTE SIA QUELLO DI “HEALING HANDS OF TIME”. NELLO SPECIFICO, DI COSA PARLA QUESTO PEZZO? COME È NATO? MI PARE CHE SIA QUELLO PIÙ VICINO, NELLO SVILUPPO E NELLE MELODIE, AI BRANI DI “OV QLIPHOTH AND DARKNESS”.
“Il brano è nato come tutti gli altri, dopo un duro lavoro di songwriting, e fa parte di un concept alchemico che racchiude tutte le canzoni del disco. Lo abbiamo arrangiato in modo quasi heavy e in alcuni punti mi vengono in mente Iron Maiden e Mercyful Fate, soprattutto per le armonizzazioni di chitarra. Come dicevo prima, il testo è legato ad un concept e rappresenta la ricerca del cosiddetto Donum Dei, l’esplorazione e la conseguente caduta da parte dell’alchimista. L’esperimento sta per condurlo verso il brano successivo, letteralmente ‘verso il basso e oltre’”.

DEI SIGNIFICATI MUSICALI E TESTUALI DI UN DISCO COME “TO BELOW AND BEYOND”, IN PERCENTUALE, QUANTO CREDI POSSA ESSERE COMPRESO DA UN ASCOLTATORE CHE SI APPROCCI PER LA PRIMA VOLTA ALLA VOSTRA PROPOSTA?
Ora, non dico di aver scritto tematiche incomprensibili, però penso che un minimo di conoscenza in materia sia necessaria per poter capire alcune metafore e formule contenute nei testi. Questo e’ un disco che va ascoltato più volte e mi piace pensare che almeno il 50% degli ascoltatori dedichi il tempo necessario per poterlo capire e sentirlo crescere di volta in volta. Troppo spesso si traggono conclusioni affrettate dopo un primo e distratto ascolto e questo può danneggiare il valore di un’opera”.

GUARDANDO NELLA MANIERA PIÙ FREDDA E ANALITICA POSSIBILE AL PANORAMA DELLE USCITE METAL DEL 2015, DOVE COLLOCHERESTI IN UNA TUA IDEALE CLASSIFICA “TO BELOW AND BEYOND”? DOVESTE GIUDICARLO DA SEMPLICI FAN E NON COME I MUSICISTI CHE L’HANNO CREATO, QUAL È LA PRIMA COSA CHE VI COLPIREBBE DEL VOSTRO TERZO ALBUM?
“Tenendo conto che il 2015 è stato l’anno degli Iron Maiden e dei Motörhead, direi che abbiamo comunque sfornato un buon lavoro e arrogantemente lo metterei tra le prime dieci uscite dell’anno appena trascorso. Per quanto il disco possa risultare complesso, ci sono due-tre brani che restano subito in mente e colpiscono anche ad un primo impatto. Il resto poi va sviluppato con la dovuta calma e attenzione”.

SIETE IN GIRO PRATICAMENTE DA DIECI ANNI. DOVESTE FARE UN BILANCIO DI QUESTI ANNI INSIEME COME BAND, QUALE SAREBBE IL VOSTRO GIUDIZIO? AL DI LÀ DEL VALORE DEI DISCHI E DEI LIVE TENUTI FINORA, PENSATE CHE AVRESTE POTUTO AVERE UN MAGGIORE SUCCESSO, SEPPUR LIMITATO ALL’UNDERGROUND, SE AVESTE AVUTO UNA MAGGIORE SPINTA PROMOZIONALE E UNA GROSSA CASA DISCOGRAFICA ALLE SPALLE?
“Difficile da dire. Le cose vanno così, ci sono band che musicalmente sono mediocri ma hanno un buon supporto discografico e magari giocando con l’immagine più che con la musica ottengono un successo esagerato. Dal canto nostro, comunque, non possiamo lamentarci, siamo una band underground e non siamo mai scesi a compromessi. Credo che la libertà artistica valga più di una spinta commerciale da parte di qualche major”.

TENETE POCHE DATE DAL VIVO E, NEL LIMITE DEL POSSIBILE, CERCATE DI RENDERE SPECIALE I CONCERTI UTILIZZANDO UN MINIMO DI ‘ARREDO’ FUNEBRE SUL PALCO, PER CREARE LA NECESSARIA ATMOSFERA MACABRA CONFACENTE ALLA VOSTRA PROPOSTA. NELLE CONDIZIONI IDEALI, COSA VI PIACEREBBE AVERE SUL PALCO PER SIMULARE UN’ESPERIENZA ORRORIFICA E FUNEREA DAVVERO SCIOCCANTE? NON PENSATE MAGARI DI ARCHITETTARE QUALCOSA DI PIÙ SOFISTICATO A LIVELLO VISUALE COME FANNO I DEATH SS, I MORTUARY DRAPE O GLI ABYSMAL GRIEF?
“L’immaginario funebre è assolutamente necessario se si portano su un palco certe tematiche. Purtroppo non sempre le condizioni permettono di avere tutto il necessario, però cerchiamo comunque di dare un aspetto macabro e morboso ai nostri show. Tengo comunque a precisare che la musica in primis è quello che ci interessa e se dobbiamo suonare senza arredamento possiamo farlo. In tal caso diamo fino all’ultima goccia di sangue (nel senso vero del termine) per rendere la serata all’altezza di una vera e propria cerimonia funebre”.

IN QUALE STATO PENSIATE VI SIA LA MIGLIORE RICETTIVITÀ PER LA MUSICA DEI BLACK OATH? DOVE AVETE PERCEPITO CHE VI SIA UNA REALE PASSIONE PER QUESTO TIPO DI SUONI? SPESSO IL DARK SOUND TIPICAMENTE ITALIANO VANTA MAGGIORI RISCONTRI ALL’ESTERO PIUTTOSTO CHE IN PATRIA.
“Nei paesi scandinavi abbiamo un buon seguito, ma anche in Germania e Francia possiamo contare su un buon numero di ‘fedeli’. Quello che dici è tristemente vero, le nostre band sono più seguite all’estero e come ho già detto molte volte è colpa del tipico metallaro italiano che gioca a fare l’esterofilo. Se pensi che Watain, Ghost, Denial Of God, Procession, Nifelheim e alter band (dai noi idolatrate) ascoltano Bulldozer, Mortuary Drape, Black Hole, Death SS ,significa che c’è qualcosa d’interessante anche nel nostro paese”.

COMPORRE, SUONARE E PRODURRE MUSICA È UN QUALCOSA CHE RICHIEDE UNA FORTE DEDIZIONE, SOPRATTUTTO QUANDO SI SUONA UN GENERE POCO COMMERCIALE COME IL VOSTRO. NELLA FASE DI CREAZIONE DI UN NUOVO ALBUM, QUAL È IL MOMENTO PIÙ DIFFICILE SOLITAMENTE, QUELLO CHE TENDE A PORTARE SCORAMENTO E UN PO’ DI INSICUREZZA? E QUAL È INVECE QUELLO PIÙ APPAGANTE, CHE VI RENDE VERAMENTE ORGOGLIOSI DI TUTTI I VOSTRI SFORZI?
“Comporre un disco è sempre un qualcosa di magico e speciale. La cosa che può scoraggiare è il momento in cui l’ispirazione sembra svanire per un determinato periodo e questo può essere dovuto a screzi interni alla band o a distrazioni di qualsiasi tipo. Proprio durante quest’ultimo lavoro abbiamo avuto una situazione simile, ma per fortuna le cose si sono risolte nel migliore dei modi e ora siamo più che soddisfatti di come vanno le cose. Il disco suona esattamente come avremmo voluto e a livello ‘commerciale’ sta andando davvero bene, tanto da poter parlare di un futuro tour. Ma è ancora presto per parlarne nei dettagli”.

QUAL È LA COSA DI CUI I BLACK OATH POSSONO ANDARE PIÙ FIERI NELLA LORO VITA ARTISTICA? C’È QUALCHE SCELTA CHE VI SIETE PENTITI DI AVER FATTO, QUALCHE GROSSA OCCASIONE PASSATAVI DI FIANCO E CHE NON SIETE STATI IN GRADO DI COGLIERE?
“Non siamo mai scesi a nessun tipo di compromesso. A volte possiamo risultare arroganti, abbiamo rifiutato date e offerte che non si addicevano al gruppo e questo proprio per non snaturare l’essenza della band. La grande occasione non saprei dire se è arrivata o meno: abbiamo suonato più volte con Candlemass, Pentagram e recentemente coi My Dying Bride in Germania, oltre che in diversi festival europei. Queste sono state grandi soddisfazioni e, perché no, potremmo considerarle come grosse occasioni, sfruttate in questi casi al meglio”.

IMMAGINO CHE NELLA BAND SIATE TUTTI QUANTI GROSSI CULTORI DELL’UNDERGROUND ED ESPERTI DELLE MIGLIORI REALTÀ CHE SI ANNIDANO NEL SOTTOBOSCO METAL INTERNAZIONALE. GUARDANDO ALL’INCIRCA AGLI ULTIMI CINQUE ANNI, C’È UN DISCO PASSATO UN PO’ SOTTO I RADAR DI CRITICA E PUBBLICO CHE MERITEREBBE SECONDO VOI MAGGIORE ATTENZIONE?
“Negli ultimi 5 anni non saprei. Le band valide si stanno facendo strada da sole e quelle destinate a morire stanno facendo la giusta fine”.

COS’È PER VOI L’ARTE E L’ESSERE ARTISTI? CHE RUOLO RIVESTE NELLA VOSTRA ESISTENZA IL POTERVI ESPRIMERE ATTRAVERSO LA MUSICA E POTER VEICOLARE ATTRAVERSO DI ESSA EMOZIONI E STATI D’ANIMO ALTRIMENTI NON ESPRIMIBILI IN ALTRI AMBITI DEL QUOTIDIANO?
“Libertà di espressione, ecco cos’è l’arte. Il non dover fingere di essere qualcosa di diverso solo per compiacere la mediocrità che si ha attorno. Grazie alla musica (o qualsiasi altra forma artistica) non ci si deve nascondere, ma al contrario si può rilasciare liberamente ogni tipo di emozione e pensiero, anche il più perverso e scomodo, senza nuocere o compromette la libertà altrui, chiaramente. Come disse qualcuno: ‘Ogni Uomo e ogni Donna è una Stella’”.

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