BLACK STONE CHERRY – Southern Attitude

Pubblicato il 24/09/2008 da
 
Dopo i buoni responsi dell’omonimo debutto, ecco tornare alla ribalta i Black Stone Cherry, giovane band dallo spirito southern, che abbraccia anche sonorità hard rock ricche di groove e melodie vincenti. Da poco uscito nei negozi, il nuovo “Folklore And Superstition” promette scintille e ci consegna una formazione piena di entusiasmo, come si intuisce dalle parole del bassista John…
 
 

 
CIAO JOHN, PER INCOMINCIARE POTRESTI FARE UNA BREVE PRESENTAZIONE DEI BLACK STONE CHERRY PER GLI ASCOLTATORI ITALIANI CHE ANCORA NON VI CONOSCONO?
“Io sono John Lawhon e suono il basso, mentre gli altri tre miei amici che formano il gruppo sono: Chris Robertson, chitarra e voce, John Fred alla batteria e, ultimo ma non meno importante, Ben Weels anch’egli alla chitarra. Veniamo da un piccolo paese del Kentucky chiamato Edmonton: il fatto di provenire da un luogo così sperduto ci ha aiutato a non essere intaccati da mode o trend passeggeri, ma al contrario ci ha permesso di sviluppare una miscela unica di rock n’ roll e southern rock”.
 
SIETE USCITI ALLO SCOPERTO ALLA FINE DI AGOSTO CON IL VOSTRO SECONDO ALBUM; QUALI SONO LE  TUE PRIME IMPRESSIONI E LE SPERANZE A RIGUARDO?
“Il nostro debutto omonimo ci ha consentito di girare per tutti gli Stati Uniti, Canada ed Europa; noi misuriamo il successo dal responso dei nostri fan e dalla loro crescita ed in questo senso possiamo ritenerci veramente fortunati. Alla fine di ogni show andavamo fra loro a firmare autografi, stringere mani, scattare fotografie e fare qualunque cosa volessero da noi…ci ricordiamo ancora cosa vuol dire essere fan, senza di loro non potremmo fare quello che facciamo”.
 
POTRESTI RACCONTARCI QUALCOSA RIGUARDO IL PROCESSO DI SONGWRITING DI “FOLKLORE AND SUPERSTITION”? E’ NATO SU UN TOUR-BUS, IN STUDIO O DOVE ALTRO?
“Alcune canzoni effettivamente sono nate sul tour-bus, poche in qualche stanza d’albergo, altre invece provengono da idee molto più datate; ad esempio il riff portante di ‘The Key’ è il primo frammento musicale concepito dai Black Stone Cherry in assoluto, pensa che lo scrivemmo il primissimo giorno in cui si formò la band, il 4 giugno 2001. L’idea iniziale per una canzone può arrivare in qualsiasi posto, non è molto importante dove; la cosa fondamentale è tornare al luogo dove tutto questo ha avuto origine, ovvero la nostra sala prove. Essa è una sorta di casa-fattoria situata in mezzo al bosco ed incute un certo timore. Quando abbiamo iniziato, eravamo quindicenni o sedicenni e guardavamo negli occhi dei vari Jimi Hendrix, Muddy Waters, Cream appesi alle pareti della sala e questo ci spingeva a migliorarci sempre di più per far sì che un giorno anche i nostri poster potessero capeggiare nelle stanze di altri ragazzi”.
 
COSA PUOI DIRCI SULLA COLLABORAZIONE CON UN PRODUTTORE DI GRIDO COME BOB MARLETTE (OZZY FRA GLI ALTRI) E SUL PROCESSO DI INCISIONE DEL DISCO?
“Lavorare con un vero e proprio produttore può essere un esperienza terribile: fortunatamente, però, Bob Marlette è un ragazzo pazzesco, lontano dal classico produttore rock che ti mette pressione. Eravamo un pò scettici ad affidarci ad un professionista del suono perchè temevamo di perdere le nostre radici southern delle quali andiamo particolarmente fieri, ma Bob ci ha semplicemente aiutato a scoprire nuove cose su noi stessi e sulla nostra musica; non vi è stato alcun cambio di stile, solo un estensione di ciò che avevamo iniziato col disco precedente. Inoltre, lavorare con Bob è stato estremamente piacevole e senz’altro ripeteremo la collaborazione anche in futuro. Abbiamo inciso il nuovo album nei Black Bird Studio a Nashville, studi di proprietà della star del country Martina McBride e di suo marito, utilizzando un equipaggiamento piuttosto vintage. E’ stato facile centrare il bersaglio”.
 
HO NOTATO NELLE NUOVE CANZONI UN SACCO DI RITORNELLI IMMEDIATI E, IN GENERALE, MI SEMBRANO ANCOR PIU’ FACILMENTE ASSIMILABILI SIN DAL PRIMO ASCOLTO RISPETTO AL VOSTRO DEBUTTO. AVETE PRESTATO PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA COMPONENTE MELODICA PER CASO?
“La componente melodica è da sempre uno dei fattori cardine della nostra musica:diciamo che con il disco precedente abbiamo mostrato a tutti chi eravamo e da dove venivamo, mentre oggi abbiamo fatto vedere di cosa siamo capaci”.
 
IL VOSTRO DEBUTTO E’ RICCO DI INFLUENZE SOUTHERN, PENSI CHE ESSE COSTITUIRANNO SEMPRE IL VOSTRO MARCHIO DI FABBRICA?
“Non lo chiamerei esattamente un marchio di fabbrica: il southern rock è più uno stile di vita che un genere musicale e dipende da come vivi e percepisci la vita…con questo voglio dirti che sì, saremo sempre southern perchè la nostra mamma ci ha tirato su così (ride, ndR)”.
 
RACCONTACI QUALCOSA SULLE TEMATICHE AFFRONTATE NEL DISCO: C’E’ PERCASO UN FILO COMUNE CHE LEGA I BRANI DI “FOLKLORE AND SUPERSTITION”?
“’Folklore And Superstition’ è un onesto album rock, racconta la verità per poi estendersi nell’immaginazione. Il mio consiglio è di sederti in una stanza completamente solo e indisturbato, poi nel tuo stesso silenzio premi il tasto play”.
 
HO SAPUTO CHE AVETE UTILIZZATO DURANTE LE REGISTRAZIONI ALCUNI SUONI PER COSI’ DIRE  “LOCALI”, DI COSA SI TRATTA ESATTAMENTE?
“Ti posso dire che in una canzone abbiamo utilizzato il banjo insieme con un basso creato da un mastello, che ho messo a punto con un amico in studio…ma niente di più, il resto rimarrà un segreto”.
 
QUALI PENSI SIANO LE VOSTRE PRINCIPALI INFLUENZE DAL PUNTO DI VISTA MUSICALE?
“Ci vorrebbero milioni di righe per poterle citare tutte, noi ascoltiamo veramente ogni cosa, siamo stati introdotti sin da subito a vari generi musicali come il country, il jazz, il motown, il rhythm & blues e il Rock n’ Roll ovviamente. Passiamo dai Led Zeppelin a Rod Stewart e dagli Skynyrd a Howling Wolf, senza limiti”.
 
C’E’ QUALCHE MEMBRO DEI BLACK STONE CHERRY CHE SUONA IN ALTRE BAND?
“No e mai succederà”.
 
ANCHE IN QUESTA OCCASIONE, LA COPERTINA DEL DISCO RAFFIGURA UN’IMMAGINE DELLA BAND, C’E’ UNA RAGIONE PARTICOLARE DIETRO QUESTA SCELTA?
“Assolutamente sì, siamo una rock band vera e propria ormai, inoltre siamo stati i nostri migliori amici a scuola e lo siamo tutt’ora, scriviamo le nostre canzoni in maniera equa e anche le scelte vengono prese da tutti e quattro allo stesso modo: insomma, quattro ragazzi che suonano sullo stesso piano proprio come sulla copertina”.
 
E’ PREVISTO UN TOUR EUROPEO CON QUALCHE DATA ITALIANA PER SUPPORTARE IL NUOVO “FOLKLORE AND SUPERSTITION”?
“Ancora sì, tra l’altro i miei antenati sono italiani e sono elettrizzato all’idea di suonare da voi; suoneremo allo Zoe Club di Milano, domenica 30 novembre, e sfortunatamente è l’unica data italiana, spero di vedervi in molti perchè sono sicuro, ci divertiremo insieme”.
 
GRAZIE JOHN, PER CONCLUDERE TI VA’ DI LASCIARE UN MESSAGGIO A TUTTI I LETTORI DI METALITALIA.COM?
“Certo, è un grande piacere per noi poter venire nel vostro paese, non vediamo l’ora di suonare per voi e speriamo vi possiate divertire”.
 
 
 
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