BLACK STONE CHERRY – The Simple Man Cruise

Pubblicato il 09/10/2011 da

I Black Stone Cherry sono già un nome noto per chi apprezza il rock americano sanguigno, energico e onesto. Con l’ultimo “Between The Devil And The Deep Blue Sea” il gruppo non risparmia sudore e liquore al malto, ma contemporaneamente tenta di avvicinarsi al  grande rock melodico a stelle e striscie, con lo spirito e l’onestà che da sempre li ha contraddistinti. La stessa onestà che dimostra il chitarrista Ben Wells quando ammette che la band ha lavorato con autori esterni al gruppo ben più di una volta, cosa che farà inorridire molte persone e che molti gruppi negano spudoratamente. In occasione delle imminenti date del gruppo in Italia con gli Alter Bridge – 22.10 SESTO S.GIOVANNI (MI) Palasesto [SOLD OUT!!!], 24.10 BOLOGNA Estragon, 25.10 ROMA Atlantico, 26.10 PORDENONE Palasport) – ecco il resoconto della nostra chiaccherata…

HO SENTITO CHE VI SIETE PRESI UN ANNO INTERO PER SCRIVERE IL NUOVO ALBUM, MI CONFERMI?
“Si, ci siamo presi un anno per scrivere e registrare, è il tempo che ci serviva per riposarci e concentrarci al meglio. E’ anche per quello che il nuovo album suona così bene!”.

PERCHE’ VI SIETE SPOSTATI A LOS ANGELES STAVOLTA?
“Howard Benson, il nostro produttore, lavora ad LA. L’abbiamo scelto per la sua fama e siamo molto fieri dei risultati raggiunti; penso ci siano soluzioni nuove nel suono dei Black Stone Cherry. Il fatto di essere isolati dal mondo che conosciamo, solo noi quattro, ci ha allontanato da molte distrazioni”.

UNA DOMANDA CHE SCOTTA: E’ VERO CHE AVETE LAVORATO CON DEGLI AUTORI ESTERNI PER SCRIVERE ALCUNE CANZONI?
“Si, non ho problemi ad ammettere che non è stata la prima volta; è successo anche in passato e i risultati sono stati ottimi. Scrivere con autori esterni al gruppo è una grande esperienza formativa, siamo sempre stati aperti a molte soluzioni e oltre ad aver lavorato molto bene penso siano nate alcune canzoni davvero ottime”.

NON VI HA MAI SPAVENTATO L’IDEA DI LAVORARE CON UN AUTORE ESTERNO?
“Sarò onesto: all’inizio c’era non paura, ma molta diffidenza. Poi ci abbiamo pensato e abbiamo provato, con la specifica ‘band nostra regole nostre’, e non è andata così male come pensavamo, tutte le esperienze con scrittori esterni hanno portato a idee positive”.

AVETE AVUTO LA POSSIBILITA’ DI CONDIVIDERE IL PALCO CON GRUPPI ENORMI COME DEF LEPPARD, WHITESNAKE  E NICKELBACK: COSA TI HANNO LASCIATO QUESTE ESPERIENZE FORTI?
“E’ stata un’esperienza magnifica in ognuno di questi tour, specialmente i Nickelback si sono rivelate delle persone davvero, davvero squisite. Ovviamente avere la possibilità di suonare davanti a un pubblico tanto numeroso e variegato è un regalo che ci renderà per sempre grati verso i gruppi e i management che hanno reso possibile tutto questo, ogni data ci ha arricchito come artisti e come professionisti”.

TRA POCO SARETE IN TOUR CON GLI ALTER BRIDGE…
“Adoriamo gli Alter Bridge, con loro avremo la possibilità di suonare in Italia per ben quattro date, e se Dio vuole grazie all’agognato day-off avremo anche la possibilità di farci un giretto per il vostro splendido Paese!”.

A MIO PARERE “BETWEEN THE DEVIL AND THE DEEP BLUE SEA” STA PROPRIO IN MEZZO TRA L’ARENA-ROCK AMERICANO DEI NICKELBACK E IL SOUTHERN ROCK CHE VI HA RESI FAMOSI. SEI D’ACCORDO?
“Non do molta importanza alle classificazioni, oltre a quelli che hai citato ci hanno definiti metal e poi grunge… Noi quattro siamo sempre gli stessi e ci approcciamo alla musica sempre nello stesso modo. In ogni modo il tuo ragionamento è condivisibile”.

IL TITOLO DELL’ALBUM PUO’ ESSERE CORRELATO IN QUALCHE MODO A QUESTO STATO “DI MEZZO”?
“Più che altro il titolo dell’album è una metafora per l’essere nel mezzo di due situazioni ugualmente difficili: scrivendo questo disco abbiamo tentato di compiacere moltissime persone, e tra queste noi stessi, per questo abbiamo scelto questo titolo”.

I VOSTRI TESTI RACCONTANO STORIE: QUAL E’ LA VOSTRA ISPIRAZIONE MAGGIORE?
“Come spesso accade è la vita reale a fornire la maggior parte dell’ispirazione, soprattutto nella nostra condizione particolare di artisti molto spesso in tour. Potremmo scrivere una canzone su chiunque ci circonda”.

VI SIETE DISTINTI ANCHE PER RAPPRESENTARE LA VOSTRA CITTA’ NATALE, OVVERO EDMONTON, KENTUCKY…
“Ci viene naturale, amiamo la nostra terra natale e siamo molto fieri di essa. Abbiamo anche un posto dove abbiamo lavorato a tutti i nostri pezzi, una casa in legno in mezzo al nulla, vicina ad una fattoria, nel silenzio dei boschi, che non sostituiremmo con niente al mondo”.

AVETE INIZIATO A SUONARE NEI BLACK STONE CHERRY DA RAGAZZI, TUTTI QUESTI ANNI E IL SUCCESSO DEL GRUPPO HANNO CAMBIATO I VOSTRI RAPPORTI INTERPERSONALI?
“Andare in tour e vivere insieme non ha che intensificato infinitamente il nostro rapporto, ma ci è rimasta comunque una amicizia magnifica, che trovo quasi necessaria all’interno di una band”.

VIVERE ON THE ROAD E’ PIU’ O MENO DIFFICILE DI QUANTO TI ASPETTAVI?
“Niente ti può preparare esattamente a quello che ti aspetta nella vita in tour, soprattutto i primi tempi possono essere molto difficil; avendo la fortuna che abbiamo avuto… in tutta sincerità mi sono abituato in fretta, ora non farei a cambio per niente al mondo!”.

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