BLEEDING THROUGH – Bulli e pupe

Pubblicato il 18/05/2010 da

I Bleeding Through forse non sono riusciti a superare se stessi con l’ultimo disco auto intitolato, ma va comunque considerato il livello di tale formazione e soprattutto la continuità con cui la band riesce ad esprimersi ad alti livelli. Considerando la sfera live il gruppo di Orange County è al momento un’inarrestabile macchina da guerra, potendo vantare un portafoglio di canzoni invidiabile, un’esperienza e un affiatamento che pochi gruppi possono vantare, una passione che non si è spenta in una carriera decennale e, come asso nella manica, una tastierista che fa girare la testa. I ragazzi la venerano, le ragazze la invidiano, i media sono letteralmente ai suoi piedi, e le dedicano volentieri (anche per l’esigua concorrenza!) le pagine più frivole della stampa heavy. Durante l’ultima calata italica (durante il Black Procession Tour) abbiamo scambiato quattro chiacchere proprio con Marta, la pupa in mezzo ai bulli che giravano nel backstage, e non abbiamo potuto fare a meno di notare come la sua femminilità non sia affatto scalfita da anni di convivenza forzata con bestie tatuate di ogni specie. Ecco il resoconto della nostra chiacchierata:

 

PENSI CHE I BLEEDING THROUGH DEBBANO ANCORA CONQUISTARE IL VECCHIO CONTINENTE?
“Dobbiamo ancora conquistare l’Europa. E’ un processo lungo e difficoltoso, ma ogni volta che torniamo va sempre meglio, ogni volta che riusciamo a suonare da headliner l’affluenza è maggiore e la partecipazione più intensa, quindi penso che siamo sulla giusta strada. La situazione è analoga in qualche stato degli Stati Uniti… c’è sempre un pubblico da conquistare per chiunque”.

SEI A TUO AGIO A DIVIDERE IL TOUR BUS CON SOLI MASCHIETTI?
“Oramai ci sono abituata, nessun problema. Sono in tour da cinque settimane, l’unico disagio non proviene dall’essere donna ma dai naturali problemi che qualsiasi persona, tu per esempio, potrebbe avere nel condividere uno spazio così stretto con altre persone. Ti accorgi che il rispetto per chi ti sta accanto è fondamentale”.

QUAL’E’ IL LATO PEGGIORE DI ESSERE UNA RAGAZZA IN QUESTE SITUAZIONI?
“(Ci pensa per qualche secondo, ndR). Accadono cose curiose a volte. Mi è capitato di essere bloccata dalla sicurezza perché scambiata per un’infiltrata – per non dire una ragazza in cerca di musicisti! Andiamo, se entro con loro e mi porto borse come tutti loro è chiaro che sono con la band non ti pare? A volte è difficile non avere una presenza femminile accanto a me. In generale è una vita a cui sono abituata”.

CI SONO MOLTE RAGAZZE NELLA SCENA GOTH E NEL METAL SINFONICO, MA POCHISSIME NEL METAL ESTREMO, C’E’ UNA MOTIVAZIONE A TUO PARERE?
“Se ci fai caso ora ci sono più ragazze rispetto al passato. E’ un cambiamento lento e progressivo, che ho potuto tastare con mano nei sette anni di permanenza nei Bleeding Through. Non penso sarà mai 50-50, ci saranno sempre più ragazze che preferiscono guardarsi un concerto o emulare Christina Aguilera, ma il numero sta aumentando di anno in anno”.

SEI DI SICURO IL MEMBRO DELLA BAND PIU’ ESPOSTO GRAZIE AI TUOI SERVIZI FOTOGRAFICI PER VARIE RIVISTE E ADDIRITTURA PER QUALCHE CALENDARIO. COSA PENSANO GLI ALTRI RAGAZZI DEL GRUPPO DI QUESTA COSA? SE N’E’ MAI LAMENTATO NESSUNO?
“Non so cosa pensano, vedendomi su un calendario o in un servizio fotografico non fanno che sorridere. Sono un po’ la loro sorella minore, si comportano in maniera molto protettiva nei miei confronti, se c’è qualcosa che va storto sono sempre molto disponibili, non è affatto un problema per loro vedermi in quelle circostanze. Non è importante come, ma basta che se ne parli giusto?”.

TU INVECE TI SENTI A TUO AGIO A FARE LA MODELLA, A POSARE DAVANTI A UN FOTOGRAFO?
“Si, sono totalmente a mio agio, mi diverte. Ovviamente ho sempre imposto dei limiti e punto i piedi se il fotografo chiede troppo, ma posare davanti a una macchina fotografica non è mai stato un problema”.

PARLIAMO DEL VOSTRO NUOVO LAVORO: I GRUPPI DI SOLITO PUBBLICANO UN DISCO AUTO-INTITOLATO QUANDO CI SONO GROSSI CAMBIAMENTI IN CORSO. PERCHE’ I BLEEDING THROUGH HANNO FATTO QUESTA SCELTA?
“Non è stata un’esperienza ordinaria. Siamo su una nuova etichetta (se il gruppo non è nuovo a Roadrunner in Europa, negli U.S. esce con l’emergente Rise Records, ndR), c’è un nuovo membro nel gruppo, e i Bleeding Through festeggiano il loro decennale quindi abbiamo pensato fosse il momento giusto, forse per celebrare la band stessa. Se hai 10 anni di carriera alle spalle puoi permetterti un self-titled”.

NON TI DA FASTIDIO ASPETTARE LA PUBBLICAZIONE QUANDO L’ALBUM E’ GIA’ DEL TUTTO ULTIMATO?
“Lo odio, l’attesa mi infastidisce!”.

‘ANTI-HERO’, IL PRIMO PEZZO CHE AVETE DISTRIBUITO SU INTERNET, E’ MOLTO SIMILE AL MATERIALE DI ‘DECLARATION’. L’ALBUM SI MUOVE TUTTO SU QUELLE SONORITA’ A TUO PARERE?
“E’ più vicino a ‘Declaration’ che a qualsiasi altro album: veloce, brutale, thrash, black metal”.

E’ STRANO NOTARE COME LA VOSTRA EVOLUZIONE SIA ANDATA SEMPRE PIU’ VERSO L’ESTREMO…
“…probabilmente è dovuto alle nostre influenze che sono lentamente cambiate, spostandosi sempre di più verso territori estremi”.

QUALI SONO LE TUE INFLUENZE PERSONALI COME TASTIERISTA?
“Ce ne sono svariate, ma al primo posto c’è sicuramente la musica classica. Sono cresciuta suonando musica classica e ancora oggi ne ascolto moltissima. Molti si chiederanno come inserirla in un contesto di metal estremo, ma funziona, funziona molto più semplicemente di quanto si possa immaginare. Non sempre, non con qualsiasi tipo di musica heavy ovviamente, ma funziona”.

TI PIACE IL GOTH METAL SINFONICO O IL BLACK MELODICO CON TASTIERE?
“Mi piace qualche gruppo black metal, Dimmu Borgir su tutti, o i Satyricon”.

CHE C’E’ NEL TUO IPOD NEL TUO TEMPO LIBERO?
“Dipende, quando sono in tour non voglio ascoltare metal! Zero! Mi dedico a qualcosa di più tranquillo come la musica classica, o di più frivolo come qualche pezzo dance,giusto per staccare e rilassarmi”.

LA SITUAZIONE CON LA TRUSTKILL, VOSTRA PRECEDENTE ETICHETTA, SEMBRA ESSERE STATA MOLTO DIFFICILE. VUOI RACCONTARCI IL TUO PUNTO DI VISTA?
“Abbiamo troncato ogni tipo di contatto. Appena terminato il ciclo di tour per ‘Declaration’ abbiamo cominciato a scrivere nuovi pezzi e a cercare una nuova etichetta. Aspettare le scadenze contrattuali è stato molto difficile per noi, ma finalmente quell’incubo è finito. Con Roadrunner ci siamo sempre trovati bene, non saremo mai la loro priorità assoluta visti i nomi enormi che hanno sotto contratto ma sanno prendersi cura anche dei gruppi più piccoli”.

SONO RIMASTO MOLTO IMPRESSIONATO DAL TESTO DI ‘FRENCH INQUISITION’. E’ UNA PRESA DI POSIZIONE ABBASTANZA FORTE, NON AVETE AVUTO REAZIONI NEGATIVE DAI VOSTRI FAN IN FRANCIA?
“(Con tono infastidito, ndR) Di sicuro ci sono state, ma c’erano pure prima di quella canzone. Non so perché, ma non siamo mai andati bene in Francia. In questo Black Procession Tour abbiamo suonato il nostro miglior show di sempre davanti al pubblico francese, ma la reazione è stata freddissima. Ti dirò, anche qualcuno dei nostri stessi fan che risiede in Francia si è dimostrato d’accordo con quel testo, rimandendo del tutto solidale alla band. Davvero non capisco, odio generalizzare, perché che i francesi abbiano la puzza sotto il naso è un luogo comune, ma ti assicuro che i Bleeding Through hanno avuto moltissime esperienze negative in quel paese. Speriamo di essere più fortunati la prossima volta! (ride, ndR)”.

CHE NE PENSI DELL’ITALIA INVECE?
“Io amo l’Italia, e anche tutto il resto della band attende di passare di qua e godersi il vostro splendido paese. Torno ora da una gita al Duomo di Milano, è bellissimo, voglio andare a vederlo ogni volta che passiamo di qui. A tutti i nostri fan italiani, (in italiano quasi perfetto, ndR) arrivederci!”.

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