BLEEDING THROUGH – Nulla è perduto

Pubblicato il 10/06/2018 da

I veterani del metalcore Bleeding Through hanno calcato i palchi internazionali quattro anni fa per quella che doveva essere l’ultima volta in carriera. Il 2018 li ha però visti resuscitare, sostenuti da un fortissimo tam-tam mediatico che ha accolto con entusiasmo l’ottavo album in studio “Love Will Kill All”. Abbiamo raggiunto telefonicamente il frontman Brendan Schieppati per indagare sui retroscena che hanno portato al ritorno della band di O.C., trovando nel frontman una persona totalmente rinnovata in energia, spirito ed entusiasmo.

QUANDO HAI CAPITO CHE NULLA ERA PERDUTO, CHE ERA TEMPO DI UNA REUNION?
– Puoi leggere parecchie storie in giro a riguardo, una di queste dice che ci siamo sciolti perché non eravamo più “grandi”. Non siamo mai stati una band di grandi dimensioni, ragazzi, il motivo non è quello. Abbiamo raggiunto una discreta fan base, ma non siamo mai stati una band ‘grossa’. La vera motivazione è che eravamo nel mezzo dei trenta e tutti volevano avere delle opportunità non compatibili con il gruppo: qualcuno voleva una famiglia, qualcuno voleva iniziare una nuova carriera. Ci siamo presi del tempo, abbiamo messo ordine nelle nostre vite. Ad un certo punto ero in studio col mio producer, stavo scrivendo per altri progetti e ho pensato “hey, questa suona proprio come una canzone dei Bleeding Through”. L’ho mandata ai ragazzi senza pensarci troppo, chiedendo loro cosa ne pensassero, se volessero scrivere di nuovo insieme. Tutti hanno risposto con entusiasmo: “facciamolo!”. È accaduto tutto in maniera spontanea, ho fatto il primo passo ma è stata una decisione collettiva.

È BELLO SAPERE CHE ERAVATE COMUNQUE IN CONTATTO TRA VOI…
– Siamo stati un gruppo per 15 anni, abbiamo girato il mondo, vissuto a stretto contatto e condiviso davvero tantissimo. Non ho mai capito quei gruppi che rompono in malo modo… andiamo, cosa può accadere di così brutto nella vostra vita? Noi ci vogliamo bene, eravamo una band vera e siamo sempre stati davvero amici. Anche con molti membri che sono durati meno abbiamo mantenuto rapporti amichevoli.

PERCHÉ NON CHIAMARE UN SECONDO CHITARRISTA?
– In questa versione dei Bleeding Through c’è solo chi è rimasto più a lungo nel gruppo, chi ha condiviso più successi e chi è passato attraverso i momenti più bui, chi ha scritto più canzoni. Ti svelo un segreto: ci sarà un secondo chitarrista che ci darà una mano; dal vivo assieme a noi si esibirà Manny Contreras degli Impending Doom, un gruppo death metal della nostra zona.

È STATO NATURALE ANCHE RICOMINCIARE A SCRIVERE INSIEME O VI SIETE DOVUTI SCROLLARE UN PO’ DI RUGGINE DI DOSSO?
– Mi sembra sia stato tutto molto naturale, che questo disco sia nato in maniera facile come mai in passato. Abbiamo scritto così tanta musica insieme… con la maturità poi è arrivata anche la consapevolezza di quello che ti piace e di quello che non ti piace fare. Non c’era nemmeno lo stress finanziario che devono subire molte altre band che hanno la musica come unica fonte di sostentamento. Abbiamo tutti una carriera avviata oggi, i Bleeding Through sono passione e divertimento. Scrivere in una condizione mentale positiva è facile riesca a dare ottimi risultati. Il nostro obiettivo era semplicemente scrivere il miglior disco dei Bleeding Through che potessimo concepire al giorno d’oggi, un disco di cui prima di tutti noi fossimo felici. Se la nostra fan base sarà felice e se la nostra etichetta sarà felice, tanto meglio.

SONO SEMPRE STATO UN FAN DEI BLEEDING THROUGH, QUESTO DISCO MI È PROPRIO PIACIUTO.
– Fantastico! Se ascoltassi questo disco per primo, senza conoscere il passato della band, penso tu possa cogliere l’essenza di quello che sono stati i Bleeding Through. Lo stile, l’aggressività, l’emotività. Ci sono tutti gli elementi dei dischi passati…

MI HA FATTO MOLTO PIACERE ASCOLTARE I RITORNELLI MELODICI CHE RIMANDANO AL PERIODO “THE TRUTH”…
– Penso che “Love Will Kill All” possa essere descritto come un mix tra “The Truth” e “Declaration”, che sono poi i miei dischi preferiti, quelli che credo abbiano dato ai Bleeding Through la propria identità musicale.

C’È UNA LINEA COMUNE CHE UNISCE I TESTI DEL DISCO?
– Questo disco è un po’ diverso dal passato. Prima parlavo di cuori spezzati e relazioni, stavolta si tratta più della mia situazione mentale. Negli ultimi anni ho lottato con il disturbo bipolare, condizione che ho tenuta nascosta a tutti, compresi i miei compagni di band, fino a quattro anni fa. Non riuscivo più a tenerlo nascosto e ho deciso di rendere pubblica la cosa. Avevo bisogno di supporto. L’album parla di quel che accade nella mia mente, dei momenti di solitudine e isolamento, del mio viaggio coi Bleeding Through, di quando le amicizie si rovinano e dei problemi con l’industria discografica. In questo periodo ho realizzato che il mondo non ti regala nulla, devi sempre lottare. I testi sono oscuri perché spesso ero isolato e triste, ma leggendo tra le righe c’è della positività. “Set Me Free” parla di come ci sentivamo intrappolati, come gruppo, da quel che la gente pensava di noi, ma questa volta abbiamo scritto i brani con più calma, più maturità, senza costrizioni, per compiacere solo noi stessi.

PENSI CHE QUALCUNO POSSA SENTIRSI TRADITO DA QUESTO RITORNO QUATTRO ANNI DOPO UN ADDIO?
– A giudicare dai primi respons,i la gente è felice del nostro ritorno. Qualcuno si è lamentato, è vero. Siamo esseri umani, accadono cose nella vita per cui una persona deve fare un passo indietro e può anche smettere di fare quello che ama per occuparsi di un’altra sfera della propria esistenza. In questo modo è possibile tornare, più forti di prima. È esattamente quel che è successo a noi. Dovevamo scomparire, ritrovare equilibrio e nuove energie. Per tutti coloro che sono negativi riguardo al nostro ritorno: non potete farci niente, risparmiate la vostra negatività perchè accadrà comunque, che vi piaccia o meno. Sta già accadendo! Che vuoi che dica loro? Non comprate il nostro disco (ride, ndR)!

DI CERTO NON SIETE STATI GLI UNICI AD AVERE UN RIPENSAMENTO, ANZI ABBIAMO VISTO PARECCHIE BAND COME WINDS OF PLAGUE O LIONHEART TORNARE ULTIMAMENTE. COSA NE PENSI?
– Non sarò popolare con questo discorso, te lo anticipo. Ho una mia opinione personale sul perché le vecchie band tornino a suonare. Senza generalizzare, perché ci sono molte band contemporanee che amo profondamente… ma per la maggior parte la scena fa cagare di questi tempi. Di nuovo, non fraintendetemi, ascolto ancora un sacco di musica, vado ancora ai concerti, ma le band dal vivo non suonano ai nostri giorni. Tutti i dischi suonano uguali, nella maniera in cui sono mixati, nei suoni, le parti cantate si assomigliano tutte, tutti i breakdown suonano uguali, le chitarre, la batteria… tutto. Poi vai a vederli dal vivo, e non sanno riprodurre le loro canzoni live. Poi i gruppi si chiedono perché i paganti vanno diminuendo… Mettessero un po’ più di impegno nelle esibizioni, donassero agli spettatori qualcosa da vedere quando hanno pagato il biglietto invece di star lì impalati pensando che basti la tua musica a far tutto il lavoro… ma non è questo il caso. Continuo a sentire gente che si chiede “perché cazzo i Code Orange sono così grossi?”. Ve lo dico io: il loro disco è sporco e crudo e quando li vedi dal vivo sono fuori di testa. Penso che un sacco di vecchie band assistano a queste nuove band e pensino “cazzo, la scena sta morendo”. Un sacco di band di questi tempi non possiede una propria identità, figuriamoci se possono portare avanti la torcia. Copiano quello che fanno gli altri e basta. Tutti hanno un breakdown dei The Acacia Strain e un ritornello degli A Day To Remember. Suonano tutti così. Le band si riuniscono da sempre, ma oggi, te l’assicuro, lo fanno perché nessuno è in grado di prendere il loro posto, e io non posso che condividere questa idea. Qualcuno penserà che sono uno stronzo, lo so. Ci sono dei gruppi validi là fuori, lo ripeto, ma siate onesti: spesso e volentieri uscite dal club delusi dopo un concerto. C’è gente che odia i Bring Me The Horizon per il loro successo, per me sono fantastici. I loro dischi sono incredibili e dal vivo mettono in piedi un ottimo show. Sono molto professionali. Anche While She Sleeps, Architects, Knocked Loose sono validissimi. Quando un gruppo torna, da un lato ha voglia di continuare a suonare, ma dall’altro si sente in parte responsabile, lo fa per mantenere viva la scena.

PENSI CHE CINQUE ANNI SIANO SUFFICIENTI A DISTANZIARVI DAI RAGAZZI CHE COMINCIANO AD ASCOLTARE OGGI METAL E HARDCORE?
– Certo, di sicuro siamo una band vecchia! C’è più gente che beve e meno gente che fa mosh ai nostri concerti, ma va bene così.

PARLIAMO UN ATTIMO DI TE. HAI AVUTO UNA TRASFORMAZIONE FISICA ABBASTANZA DRASTICA. LA TUA DEDIZIONE AL FITNESS TI HA CAMBIATO COME PERSONA E COME ARTISTA?
– Penso mi abbia cambiato. Il fitness mi ha dato una struttura più solida e mi ha aiutato a concentrarmi più a fondo. Quando ho aperto la mia palestra Rise Above Fitness, diventare un imprenditore mi ha reso più consapevole nel mondo degli affari. Nel mio passato di musicista c’erano moltissime cose di cui ero totalmente all’oscuro relativamente alla sfera del business.

QUAL È IL TUO PUNTO DI VISTA SUGLI EVENTI CHE HANNO COINVOLTO TIM LAMBESIS? QUEL CHE È SUCCESSO PUO’ DAVVERO ESSERE CORRELATO ALL’USO ED ABUSO DI STEROIDI?
– Io penso, e gli studi che sono stati fatti lo confermano, che usare steroidi non può portarti ad elaborare pensieri o decisioni che la tua mente non abbia già elaborato in maniera indipendente. Correlare quelle azioni agli steroidi è una scusa facile. Sono ancora amico di Tim, lo sento regolarmente almeno una volta a settimana. Quel che è vero è che gli steroidi ti fanno provare sensazioni alterate e inibiscono la visione delle conseguenze delle proprie azioni. C’è un fondo di verità, insomma, ma credo anche che Tim sia passato da un momento estremamente stressante della propria vita e con quello stress sulle spalle la sua mente è saltata a conclusioni davvero estreme, alimentate anche dalle sostanze che aveva in corpo. Tim oggi ha pagato il suo debito con la società. Per fortuna nessuno si è fatto male, ed è la cosa più importante. Ha imparato la lezione e può guardare avanti.

TORNIAMO AI BLEEDING THROUGH: VI VEDREMO IN TOUR?
– Certo che sì! Siamo in contatto con la nostra agenzia europea e pensiamo di organizzare qualcosa per l’inverno, per poi tornare per la stagione di festival 2019. Non torneremo in Europa senza passare dall’Italia.

SARÀ UNA REUNION TEMPORANEA?
– No. Volevamo scrivere un disco e suonare più date possibili, ma oggi siamo già consapevoli che torneremo di nuovo in studio e ci sarà sicuramente un altro capitolo discografico. Amerete l’attuale versione dei Bleeding Through anche più della vecchia.

HAI QUALCHE RIMPIANTO COME ARTISTA?
– A volte mi chiedono se volessi che i Bleeding Through fossero una band di dimensioni maggiori. La nostra attitudine un po’ troppo punk ci ha fatto dire di no a molte opportunità che avrebbero potuto portarci su un altro livello, ma non sento tanto un rimpianto a pensarci, è più la curiosità di sapere cosa sarebbe successo. Abbiamo comunque avuto una carriera fantastica, abbiamo incontrato persone meravigliose e siamo ancora in amicizia con persone da tutti gli angoli del globo. Quando sei in tour è difficile rendersene conto. Ecco un rimpianto forse è che non abbiamo vissuto appieno il momento, a volte abbiamo messo la musica sopra la vita reale. Sono sicuro che la prossima volta ci godremo appieno l’esperienza, abbiamo una seconda opportunità e non ce la faremo scappare!

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.