AVETE RICEVUTO RESPONSI MOLTO POSITIVI PER “THE TRUTH”. ORA CHE E’ PASSATO UN PO’ DI TEMPO C’E’ QUALCOSA CHE NON HAI OTTENUTO CON IL VOSTRO ULTIMO ALBUM, E CHE VUOI RAGGIUNGERE NEL PROSSIMO?
“Penso che ci sia una naturale progressione, seppur minima, in tutti i lavori a cui ho preso parte. Non c’è un aspetto in particolare che delude me o i ragazzi della band, siamo soddisfatti di aver fatto un passo in avanti, il nostro obiettivo per il prossimo album è solamente avanzare di questo passo. Gli sforzi in tal senso vengono ripagati”.
AVETE GIA’ QUALCHE IDEA IN MENTE?
“Non proprio, pensavamo solo di alzare il livello di un paio di tacche. Tutti noi siamo sulla scena da molto tempo, e a mio parere l’originalità in fatto di musica è scomparsa. Non cerchiamo quindi di essere originali a tutti i costi, ci mettiamo pressione a vicenda così il risultato potrà essere di alto livello”.
ESISTE QUALCHE PEZZO FINITO?
“Giusto qualche canzone incompleta, e qualche idea da sviluppare”.
COM’E’ NATA LA BALLAD “LINE IN THE SAND”? E’ UN PEZZO MOLTO ATIPICO PER VOI, UNA BELLA SORPRESA…
“Decidemmo semplicemente di fare una canzone diversa, uscì naturalmente. Poi pensammo che fosse veramente ben riuscita così la pubblicammo sul disco. ‘Non piacerà alla gente? Chissenefrega!’… l’attitudine è questa, abbiamo voluto farlo e basta. E’ diventata anche il nostro ultimo video come potete vedere”.
PARLANDO DI VIDEO, QUELLI CONCATENATI DI “KILL TO BELIEVE” E “LOVE IN SLOWOTION” SONO VERAMENTE SPETTACOLARI! POSSIAMO SPERARE IN UNA TERZA PARTE?
“(Ride soddisfatto, ndR) Non si sa mai, forse in futuro, per il terzo estratto abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso”.
PARLIAMO DELLE CLEAN VOCALS: QUALCUNO DICE CHE SONO TROPPO MELODICHE, ALTRI CHE E’ STATA UNA SCELTA PREVEDIBILE. LA TUA OPINIONE?
“La cosa divertente è che prima molti dicevano ‘Forse non sei capace di cantare…’ ma se vai a riascoltare i pezzi scopri che io ho sempre cantato, non solo urlato, sin dal primo demo dei Bleeding Through. Ora lo faccio più spesso. Tutti gli altri gruppi fanno solo ‘Uuuuugh aaaarrrh… Tadadah tadadah’ (uguale a screaming più chitarre, imitando il metalcore più dozzinale, ndR). Volevamo aggiungere un elemento in più, differenziarci”.
SO CHE DA MOLTI ANNI AD OGGI SEI STRAIGHT EDGE, E OSSERVI ATTENTAMENTE QUESTO STILE DI VITA. E’ DIFFICILE ANDARE IN TOUR CON BAND CHE FANNO DELL’ECCESSO, ANCHE CON ALCOOL E DROGHE, UNA COSA NORMALE?
“Non è difficile. Se la gente attorno a me vuole bere, fumare, drogarsi… che lo faccia. Mia moglie è straight edge, ed essere straight edge è la scelta perfetta per ME”.
L’ARTWORK DI “THE TRUTH”, SOPRATTUTTO NEL BOOKLET, E’ DAVVERO DEVASTANTE. COME E’ NATA L’IDEA DI MOSTRARE I MEMBRI DELLA BAND MUTILATI E SQUARCIATI?
“Ovviamente l’idea basilare era colpire al massimo chi avesse guardato il libretto. E’ molto estremo in effetti, ma siamo sempre pronti a sperimentare cose nuove e a metterci in gioco, per fortuna il risultato è di altissimo livello. Tecnicamente è un misto di fotografia e ritocchi grafici. Ovviamente fare il servizio è stato molto divertente: per ottenere l’effetto sangue, visto che poi le foto sarebbero state in bianco e nero, ci hanno versato addosso quintali di cioccolata!”.
HAI QUALCHE INFLUENZA MUSICALE ALDIFUORI DELLA SCENA METAL O HARDCORE?
“Ascolto parecchia musica, ma ti sembrerà strano sapere che il metalcore non entra mai nel mio stereo, apprezzo qualche gruppo metal e qualche gruppo hardcore, ma nel quando sono solo gira costantemente roba molto più tranquilla; country americano, Nick Cave, Johnny Cash e via discorrendo. Non mi ha colpito nessun gruppo recentemente”.
NEL TEMPO LIBERO SUONI IN UNA COVER BAND DEI MISFITS, E RECENTEMENTE HAI INTERVISTATO, PER LA RIVISTA REVOLVER, GLENN DANZIG. COSA TI E’ RIMASTO?
“E’ stata davvero una bella esperienza, Glenn è stato gentilissimo e ha dimostrato di avere moltissime cose interessanti da dire. Lo ammiro perchè fa quello che vuole senza compromessi, senza cercare di compiacere il pubblico o la casa discografica solo per vendere di più. Fa quello che vuole, punto e basta. Vorrei arrivare ad essere come lui artisticamente parlando”.
CHE DIFFERENZA C’E’ TRA LA SCENA EUROPEA E QUELLA AMERICANA?
“In Europa si tende a porre molta attenzione alla musica. Negli States invece andare ai concerti, ascoltare un certo tipo di musica è molto più legato allo svago, al fare casino, all’identificarsi in un determinato movimento. A volte nel Vecchio Continente il discorso è davvero estremizzato, ho letteralmente alcune persone immobili a braccia conserte che scrutano ogni nostro movimento, e scuotono pure la testa se si sbaglia qualcosa. Ci vorrebbe una giusta via di mezzo, ma va bene così, la gente si dimostra ogni data ancora entusiasta, è questa la cosa importante”.
UN’ULTIMA CURIOSITA’. SULLA TUA PAGINA PERSONALE DI MYSPACE C’E’ SCRITTO CHE NON TI PIACCIONO LE RAGAZZE NEL MOSHPIT: PERCHE’?
“Oh non è proprio così, in realtà quello è solo uno scherzo rivolto a una persona a me cara, non mi da assolutamente fastidio vedere le ragazze nel pit, anzi donne fatevi vedere più spesso, solo attente a non farvi male!”.