BLIND GUARDIAN – La musica delle sfere

Pubblicato il 03/06/2017 da

Manca poco più di un mese alla pubblicazione del nuovo live dei Blind Guardian, intitolato “Live Beyond The Spheres”, una monumentale testimonianza in triplo CD del ricco tour del 2015 a supporto dell’ultimo album “Beyond The Red Mirror”. Non potevamo lasciarci sfuggire l’opportunità di fare due chiacchiere con André Olbrich, chitarrista della band, nonchè principale autore assieme al cantante Hansi Kursch delle musiche dei Bardi. Il musicista ha risposto con entusiasmo alle nostre domande, soddisfatto di poter condividere con i fan le emozioni uniche che si possono vivere durante uno show dei Blind Guardian e, naturalmente, ne abbiamo approfittato per sondare un po’ il terreno sul futuro della band, a partire dall’atteso album orchestrale, fino alla prossima partecipazione al Battlefield Metal Fest di Milano, che si prospetta un appuntamento irrinunciabile per tutti i fan della band di Krefeld.

CIAO ANDRE’, E’ UN PIACERE SENTIRTI. LA PUBBLICAZIONE DI “LIVE BEYOND THE SPHERES” E’ ALLE PORTE, QUINDI LA PRIMA DOMANDA E’ OVVIAMENTE SU QUESTO NUOVO ALBUM. COME MAI AVETE DECISO DI DARE ALLE STAMPE UN NUOVO LIVE?
“Prima di tutto perché l’ultimo che abbiamo pubblicato risale ormai al 2003, quattordici anni fa, e dal 2005 abbiamo un nuovo batterista, Frederick (Ehmke, ndR), e da qualche anno abbiamo anche un nuovo bassista, Barend (Courbois, ndR), quindi una sezione ritmica completamente nuova. Dal precedente live ad oggi abbiamo registrato tre album in studio e da allora non abbiamo pubblicato altro materiale dal vivo, quindi penso che fosse arrivato il momento. La band è cambiata molto con la nuova sezione ritmica, penso che sia diventata più precisa e potente, dunque era il momento giusto per fissare tutto questo in un album: la condizione attuale della band, e il nostro modo di suonare dal vivo sono sensibilmente migliorati. E siccome abbiamo questa idea di fondo del live album come lo strumento per riproporre i momenti migliori dell’intero tour in un solo album, credo che per i fan possa essere qualcosa da avere”.

“LIVE BEYOND THE SPHERES” E’ UN TRIPLO CD, UNA DURATA DAVVERO ENORME!
“Beh, devo dire che, a voler ascoltare i suggerimenti dei nostri fan, sarebbe dovuto essere anche più lungo! Mi dicono: ‘ehi, manca questa canzone’ o quest’altra o un’altra ancora (ride, ndR). Sfortunatamente, o fortunatamente, abbiamo un sacco di pezzi classici che i nostri fan vogliono sentire, ma allo stesso tempo c’è anche il pubblico più recente che vuole ascoltare le canzoni nuove. E’ stato chiaro fin da subito che avremmo dovuto fare un mix delle due cose, cercando di includere ogni album. Avevamo a disposizione una rosa di quarantacinque canzoni da cui scegliere e inizialmente avevamo pensato di realizzare un album più corto, un doppio CD, ma poi siamo finiti a scegliere il formato triplo, perchè non sapevamo quali canzoni escludere! Abbiamo scelto una durata massima di due ore e quaranta minuti, perchè comunque volevamo dare l’impressione di sentire un vero concerto, non semplicemente una raccolta di pezzi dal vivo messi uno dietro l’altro. Doveva suonare come uno show reale e due ore e quaranta è davvero la durata massima, dopodichè sarebbe sembrato innaturale. Mediamente un nostro concerto in quel tour durava due ore e un quarto, che è già una durata piuttosto estesa…”.

RICORDO CHE QUESTO ALBUM SAREBBE DOVUTO ESSERE PUBBLICATO LO SCORSO ANNO: CI SONO STATI DEI PROBLEMI CHE HANNO FATTO SLITTARE LA DATA DI USCITA?
“No, non ci sono stati problemi, ma ci è voluto davvero tanto tempo. Io e Hansi (Kursch, ndR) abbiamo dovuto ascoltare più di cinquanta show e non puoi fare una scelta ascoltandoli una volta sola. Li abbiamo sentiti due o tre volte, quindi è stato come ascoltare centocinquanta concerti! In più abbiamo dovuto conciliare questo con tutte le altre attività quotidiane della band, quindi certamente è stato un lavoro intenso. Poi, una volta scelte le canzoni, il lavoro di missaggio in studio è stato piuttosto veloce: quello che ci ha portato via più tempo è stata proprio la selezione dei brani”.

NON HO TUTTI I DETTAGLI MA, SE NON SBAGLIO, CI DOVREBBERO ESSERE ANCHE DEI BRANI REGISTRATI DURANTE LO SHOW DI MILANO NELLA TRACKLIST FINALE…
“Sì, confermo, ma onestamente ora non ricordo esattamente quali canzoni, penso siano una o due. L’Italia ha un pubblico grandioso, che canta a squarciagola ogni nostra canzone, quindi davvero non c’erano dubbi fin dal principio che il live avrebbe incluso qualche brano registrato in Italia!”.

QUANDO INIZIATE A PIANIFICARE UN TOUR E DOVETE PENSARE ALLA SCALETTA DA PROPORRE, COME VI MUOVETE? HA LA PRECEDENZA IL GUSTO DEL PUBBLICO O QUELLO CHE VI SODDISFA DI PIU’ SUONARE DAL VIVO?
“E’ un misto delle due cose. Innanzitutto devi avere una serie di canzoni di base che rimangono fisse ogni sera. Ad esempio l’introduzione, il brano di apertura, deve essere sempre uguale, perché attorno ad essa viene costruito il design iniziale delle luci. Per il tour che abbiamo registrato, abbiamo scelto ‘The Ninth Wave’ e non è mai cambiata. Poi arrivano una serie di brani che ci fanno entrare nel vivo dello show e che sono molto importanti per noi. Una di queste è ‘Nightfall’ ad esempio: è il primo brano della scaletta dove devi concentrarti dentro di te, per poterla poi suonare con la giusta intensità. Dopo aver suonato questo genere di brani, diventa più semplice affrontare i pezzi più duri: ‘Nightfall’ è uno di quei pezzi che vengono cantati da tutti i presenti e questo regala quell’energia che ti permette di continuare lo show! Insomma, cerchiamo di creare la giusta atmosfera, dovunque ti trovi a suonare. Poi ovviamente c’è la parte conclusiva: ‘The Bard’s Song’ è una sorta di ‘celebrazione’ dei nostri fan e, personalmente, non riesci a immaginare un concerto dei Blind Guardian senza ‘The Bard’s Song’, è una canzone che deve esserci, così come ‘Mirror Mirror’, che è il brano perfetto per chiudere il concerto. Queste non le cambierei mai. Poi ci sono altri punti fissi, che ci servono sempre per la costruzione dello spettacolo, da un punto di vista visivo, mentre in altri momenti ci concediamo di scambiare qualche canzone: avevamo preparato una selezione di quarantacinque pezzi da cui attingere durante il tour e alla fine le abbiamo suonate tutte. Contando che un nostro concerto generalmente ne contiene diciassette o diciotto, ti rendi conto di quante volte abbiamo variato la nostra scaletta. Questo è stato un grande vantaggio ai fini della registrazione del live, perché abbiamo avuto una vastissima scelta, abbiamo potuto valutare cosa fosse ben riuscito e cosa fosse meno efficace, permettendoci quindi di scegliere davvero i momenti migliori”.

LA VOSTRA MUSICA E’ STRATIFICATA, UNA STRUTTURA COMPLESSA CON MOLTI LIVELLI: PER RIPRODURLA IN MANIERA FEDELE DOVRESTE AVERE, NON SO, CINQUANTA MUSICISTI SUL PALCO TUTTE LE SERE…
“Sarebbe un sogno! (risate generali, ndR)

…QUINDI VOLEVO CHIEDERTI, COME VI APPROCCIATE AGLI ARRANGIAMENTI DEI BRANI PIU’ COMPLESSI?
“Siamo costretti a cambiare gli arrangiamenti dei pezzi quando suoniamo dal vivo, perché sul palco siamo solo in sei: ecco perché proviamo molto duramente prima di partire, soprattutto per quanto riguarda i pezzi nuovi, che non abbiamo mai proposto in concerto. Dobbiamo lavorarci molto, scegliere la giusta melodia, riarrangiare i cori ed alcuni assoli per due chitarre… Ma funziona, perché se un brano è buono, non importa che venga suonato solo con una chitarra acustica o con un’intera orchestra: se è una grande canzone, lo sarà sempre. Lo studio è dove puoi permetterti di cercare il sound ottimale, non importa quanti o quali elementi tu possa utilizzare, tutto è permesso; dal vivo, invece, ti sposti su un livello che è quello di una ‘rock band’, diciamo così, quindi trasformi quello che stai suonando, qualunque fosse la sua forma in studio, in un pezzo rock”.

IL NUOVO ALBUM VEDE ANCHE UN CAMBIO DAL PUNTO DI VISTA DELL’ARTWORK, CHE NON E’ PIU’ CURATO DA FELIPE MACHADO.
“Quando abbiamo pensato all’artwork da utilizzare, avevamo due opzioni: la prima era di usare una foto scattata dal vivo, che ci sembrava una scelta un po’ banale, già usata milioni di volte da altre band; quindi abbiamo optato per un’illustrazione che fosse neutrale, pur contenendo tutti i temi fantasy che ci hanno sempre contraddistinto. Volevamo realizzare una copertina alla ‘vecchia maniera’, con un’immagine realizzata a mano e non con la tecnica del digitale, che ormai è diventata troppo di moda e quindi, dal nostro punto di vista, anche un po’ scontata. Anche questo è una sorta di parallelismo con quanto facciamo dal vivo, dove riproduciamo ‘a mano’ quello che abbiamo registrato in studio. Inoltre sappiamo che molti nostri fan apprezzano tanto le nostre vecchie copertine, realizzate da Andreas Marschall, e penso che questo nuovo artwork porti avanti quella tradizione e ne siamo molto soddisfatti”.

OVVIAMENTE NON POSSO FARE A MENO DI FARTI UNA DOMANDA SULL’ATTESO ALBUM ORCHESTRALE, DI CUI SI PARLA ORMAI DA PARECCHI ANNI. COME PROCEDONO I LAVORI?
“Sta andando molto bene! Hansi si trova in studio proprio in questo momento per registrare le parti vocali: ci sta lavorando da settimane con Charlie (Bauerfeind, produttore di lunga data dei Blind Guardian, ndR) e confidiamo di terminare a breve le partiture dell’ultimo brano. Tra giugno e luglio abbiamo in programma la registrazione di altri due brani con l’orchestra, dopodiché si tratterà solo di concludere le parti vocali. Ora abbiamo in programma un po’ di date estive, quindi Hansi non potrà andare avanti con le registrazioni, ma una volta finito il tour e passata qualche settimana per far riposare la sua voce, riprenderemo a lavorarci. Possiamo dare per certo, quindi, che l’album verrà concluso nel 2018, ma non possiamo ancora sbilanciarci sulla sua pubblicazione nello stesso anno: dipenderà da tanti fattori, dovremo vedere come andrà con il missaggio e tutti i dettagli finali. Quello che possiamo dire, però, è che questo sarà il prossimo album dei Blind Guardian, mentre stiamo già componendo del nuovo materiale per un album metal: abbiamo già scritto due brani e parallelamente ai nostri lavori sull’album orchestrale, Frederick Ehmke registrerà già le parti di batteria, quest’estate, mentre io e Hansi potremo concentrarci sulla composizione, cercando nuove idee per un grande album metal!”.

RECENTEMENTE AVETE REGISTRATO ANCHE UNA CANZONE, “CHILDREN OF THE SMITH”, PER LA COLONNA SONORA DI UN VIDEOGIOCO. E’ LA SECONDA VOLTA CHE VI CIMENTATE IN QUESTO CAMPO, DOPO IL BRANO COMPOSTO PER “SACRED 2”. TI VA DI RACCONTARCI QUALCOSA SU QUESTA NUOVA ESPERIENZA?
“In realtà quest’idea di collaborare con la nostra musica alla realizzazione di un videogioco nasce da me fin dagli anni ’90, perché sono un giocatore appassionato: gioco quasi tutti i giorni e per me è una combinazione perfetta poter videogiocare ad un gioco di ruolo a tema fantasy ascoltando del buon metal! Quindi ho sempre voluto farlo e siccome Markus Heitz (noto autore tedesco di libri fantasy, ndR), che è un nostro amico nonché autore di un racconto che sarà alla base del concept dell’album orchestrale, ha collaborato alla storia di questo nuovo gioco, ‘Dwarves’, ci ha chiesto personalmente di comporre un brano. Così Hansi e Marcus (Siepen, ndR), il nostro chitarrista, hanno scritto questa bella canzone, l’hanno proposta e penso che sia venuta davvero bene”.

INOLTRE QUESTO POTREBBE ESSERE ANCHE UN OTTIMO STRUMENTO PER RAGGIUNGERE UN PUBBLICO PIU’ AMPIO, IN FUTURO. SAPPIAMO BENISSIMO CHE CI SONO VIDEOGIOCHI CHE ORMAI RIESCONO A VENDERE UNO SPROPOSITO, PENSO AD ESEMPIO A “THE WITCHER 3”, CHE HA VENDUTO DIECI MILIONI DI COPIE, GIUSTO PER RESTARE IN TEMA FANTASY. QUANTE BAND, PURTROPPO, AL GIORNO D’OGGI POSSONO VENDERE DIECI MILIONI DI COPIE…
“Esatto… Noi siamo aperti a queste collaborazioni e, anzi, penso che potremo averne ancora diverse in futuro, non vediamo l’ora. Sono convinto che, quando verrà pubblicato l’album orchestrale e la gente si renderà conto di cosa siamo in grado di fare da questo punto di vista (perché di fatto un album di questo tipo è più vicino al concetto della colonna sonora, rispetto ad un album metal dei Blind Guardian) ecco, sono sicuro che a quel punto avremo molte più offerte e noi saremo disponibili a muoverci in quella direzione”.

QUEST’ESTATE SUONERETE IN ITALIA AL BATTLEFIELD METAL FEST. SARA’ UNA DELLE OCCASIONI IN CUI SUONERETE PER INTERO “IMAGINATIONS FROM THE OTHER SIDE”?
“Sì, penso che suoneremo ‘Imaginations…’ in tutti gli show che faremo quest’estate. Ci siamo divertiti un sacco quando l’abbiamo fatto l’anno scorso negli Stati Uniti. Non è stato facile come pensavamo, perché ‘Imaginations…’ è un album davvero veloce! Me n’ero scordato (ride ndR)!. Quindi possiamo dire che sarà un potentissimo ‘speed metal show’! E’ un po’ un ritorno alle nostre radici e dobbiamo dare il massimo per suonarlo ad un certo livello: è molto impegnativo, ma ormai l’abbiamo suonato un po’ di volte ed è sempre stato divertente, quindi Hansi ha detto ‘perché non lo facciamo anche in Europa, dato che il pubblico continua a chiederlo su Internet e nei vari forum?’. Quindi sì, lo faremo e speriamo che tutti i nostri fan si godano lo spettacolo”.

SICURAMENTE! IL 2018 SARA’ ANCHE IL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA PUBBLICAZIONE DI “NIGHTFALL IN MIDDLE-EARTH”. STATE PROGRAMMANDO QUALCOSA PER CELEBRARE QUESTO EVENTO?
“Purtroppo no… Almeno che io sappia (ride, ndR)! Una volta terminati gli show estivi fermeremo l’attività live per almeno due anni, perché dobbiamo davvero concentrarci sull’album orchestrale e il successivo album metal, quindi focalizzarci solo sul lavoro in studio. Vogliamo pubblicare solo materiale di alto livello e non riusciremmo a concentrarci al massimo continuando ad essere in tour. Quindi dovrete aspettare che questi album vengano pubblicati e dopodiché potremo ripartire con un nuovo tour”.

UN MOTIVO IN PIU’ PER NON PERDERE IL VOSTRO PROSSIMO CONCERTO! SIAMO ARRIVATI ALLA FINE, ANDRE’, MA VOGLIO FARTI UN’ULTIMA DOMANDA: COME HAI DETTO ANCHE TU PRIMA, QUESTO LIVE ALBUM VUOLE FISSARE I MOMENTI MAGICI CHE UNO SPETTATORE VIVE AD UN CONCERTO DEI BLIND GUARDIAN, MA TI VA DI RACCONTARCI INVECE UN EPISODIO PESSIMO CHE TI E’ CAPITATO? NON NECESSARIAMENTE NELL’ULTIMO TOUR…
“Hai fatto bene a darmi quest’ultima specifica, perché per fortuna nell’ultimo tour non ci sono stati show pessimi, soprattutto perché siamo stati tutti in ottima salute: capita di prendersi un raffreddore o l’influenza mentre sei in tour e ovviamente questo non ti fa esibire al meglio della forma. Questo per fortuna non è successo e lo si può vedere dalle reazioni su Facebook: puoi scegliere una data qualunque e troverai sempre commenti di persone soddisfatte. Tornando alla tua domanda: sì, ci sono stati brutti momenti… (ci pensa su per qualche secondo, ndR). Personalmente la cosa peggiore che possa succedere è quando qualcuno si fa male: una volta un ragazzo durante un concerto fece stage diving, le persone sotto di lui non riuscirono ad afferrarlo, e lui cadde malamente sul collo e fu portato via in ambulanza. In seguito venni a sapere che si era solo rotto qualcosa ma che fortunatamente stava bene, ma quella sera, per tutta la durata del concerto temevo che quel ragazzo potesse finire su una sedia a rotelle e non riuscii più a suonare bene, ero troppo triste e preoccupato. Questi sono i momenti peggiori, tu vuoi solo che il pubblico si diverta e che stia bene, queste cose non dovrebbero mai accadere… Lo stesso, ad esempio, quando mi accorgo di qualche rissa scoppiata nel pubblico, è una cosa che mi dà molto fastidio”.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.