BLIND GUARDIAN – Oltre lo specchio, oltre i confini

Pubblicato il 02/02/2015 da

Via dritti per la loro strada senza troppo guardarsi indietro, questo sembra essere il motto con il quale i Blind Guardian hanno affrontato la scrittura e produzione del nuovo album “Beyond The Red Mirror”. Il nuovo lavoro di quella che ad oggi è una delle power metal band più amate del pianeta, segue infatti quell’evoluzione verso un sound più ricco, complesso e meno diretto che aveva sempre caratterizzato la progressione della band negli anni ma che si era fatta più evidente con “A Night At The Opera” più di dodici anni fa. Se lo stile del gruppo è sempre ben riconoscibile sia nel sound, sia nei testi a sfondo fantasy che nell’artwork, quella che abbiamo ora di fronte è una band che ha spinto ancora più in là i confini della propria proposta musicale, lavorando con orchestre e cori per produrre quella che sembra quasi essere una grande colonna sonora metal adatta ad un colossal cinematografico. Abbiamo parlato di questo nuovo e importante capitolo con il cantante Hansi Kursch e il chitarrista Andrè Olbrich, da sempre le due menti dei Blind Guardian.

Blind Guardian

BENE RAGAZZI, COME PRIMA COSA INIZIEREI CON IL PARLARE DEL NUOVO ALBUM “BEYOND THE RED MIRROR”. L’HO TROVATO PIUTTOSTO COMPLESSO E SE DOVESSI CERCARE UN PARAGONE CON I VOSTRI PRECEDENTI LAVORI, DIREI CHE MI RICORDA UNA VIA DI MEZZO TRA IL SOUND DI PEZZI RICCHI DI ELEMENTI COME “AND THEN THERE WAS SILENCE” E ALTRI PIÙ MODERNI E IN UN CERTO SENSO SPERIMENTALI COME “FLY”.
Hansi Kursch: “Sì, direi in un certo senso sì. Diciamo che secondo me il nuovo album è una nuova rivelazione dei Blind Guardian. Il sound è sì complesso ma il lavoro ha un filo conduttore che permette di apprezzarlo già ai primi ascolti. Quindi, se sicuramente molti lo troveranno complesso, come tu stesso hai detto, sarà proprio la voglia di catturare tutti i vari elementi che lo compongono a spingere l’ascoltatore a volerlo sentire nuovamente”.
Andrè Olbrich: “E’ un po’ come un giro sulle montagne russe. Ci sali una volta e rimani stupito, ci sali la seconda e rimani stupito ancora e così via”.

QUINDI UN ASCOLTATORE SCOPRIRÀ L’ALBUM UN PO’ ALLA VOLTA…
Hansi Kursch: “Questo sicuramente ma quello che voglio dire è che comunque rimarrà impressionato già dal primo ascolto. Non è qualcosa che senti una volta e già puoi già dire se è troppo complesso, se è noioso o che… è semmai una cosa del tipo: ‘ok è complesso ma voglio assolutamente scoprirlo tutto'”.

COME CREDI CHE VERRÀ ACCOLTO DAI FAN, SOPRATTUTTO QUELLI DI LUNGA DATA?
Andrè Olbrich: “Le prime reazioni sono entusiastiche”.
Hansi Kursch: “Non ho dubbi sul fatto che verrà apprezzato. I fan di vecchia data che ancora ci seguono, sono sopravvissuti a ‘A Night At The Opera’, a ‘A Twist In The Myth’ e in parte anche a ‘At The Edge Of Time’, quindi non credo che non apprezzeranno ‘Beyond The Red Mirror’. Se ci sono fan a cui piacevano solo ‘Battallions Of Fear’ e ‘Follow The Blind’ non credo che ci seguano più da molto tempo ormai. Ovviamente quando si sceglie di guardare avanti c’è sempre il rischio di perdere qualche fan, ma il rischio è molto maggiore se si cerca di copiare se stessi e noi questo non lo vogliamo assolutamente fare”.
Andrè Olbrich: “E’ anche difficile definire quali siano i nostri ‘vecchi fan’, perchè un album un po’ diverso dalla nostra tradizione come ‘A Night At The Opera’ ormai ha più di dieci anni. I fan a cui piace, ormai sono ‘vecchi fan’ anche loro e a loro sicuramente il nuovo album piacerà”.

IN CERTI FRANGENTI HO NOTATO UN’ATMOSFERA UN PO’ OSCURA CHE ERA PROPRIA DI ALBUM COME ‘IMAGINATIONS FROM THE OTHER SIDE’.
Hansi Kursch: “In questo senso trovo anche similitudini con ‘Nightfall In Middle Earth’ ma sicuramente il nuovo album ha un taglio oscuro, molto più oscuro di altre nostre produzioni”.
Andrè Olbrich: “La scelta di registrare per la prima volta con un’accordatura più bassa delle chitarre, sicuramente ha influito su questo aspetto e in particolare sui primi due pezzi ‘The Ninth Wave’ e ‘Twilight Of The Gods'”.

VUOI PRESNETARCI IL CONCEPT ATTORNO AL QUALE RUOTANO I TESTI DI ‘BEYOND THE RED MIRROR’?
Hansi Kursch: “Si ricollega infatti a quello di ‘Imaginations From The Other Side’. Narra la storia di un ragazzo che vive in un mondo al quale non appartiene e vuole raggiungere un altro mondo, nel quale sarà il prescelto. il primo mondo è uno molto simile al nostro, mentre l’altro è un mondo tipicamente fantasy. Con ‘Imaginations’ avevamo lasciato quel ragazzo di fronte allo specchio rosso che fa da passaggio tra i due mondi, senza che trovasse il coraggio di attraversarlo. Questo con il passare degli anni ha portato a una rottura dell’equilibrio nei due mondi, nei quali accadono delle conseguenze che portano al caos e questo è quello che viene documentato nel nuovo album. Il taglio più oscuro dell’album si adatta molto bene a questa parte della storia e così come abbiamo due mondi nel concept, nei pezzi sono presenti due tipi di sound: uno più orientato verso la musica classica e uno invece più vicino ad uno stile cinematografico da science fiction”.

VOLETE DESCRIVERCI COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI, CHE QUESTA VOLTA HANNO COINVOLTO BEN DUE ORCHESTRE E TRE CORI?
Hansi Kursch: “La fase più delicata è sempre quella di composizione, perchè i pezzi e il sound dovevano essere in linea con quella che è poi la performance della band. Per avere un’idea precisa di quello che avremmo ottenuto, abbiamo tenuto una fase di pre-produzione, prima di andare poi a registrare con l’orchestra. Qui è entrato in gioco anche il nostro produttore, Charlie Bauerfeind e il nostro tastierista Mi Schüren. Una volta pronti, bisognava trovare l’orchestra adatta. Già dalle registrazioni di ‘At The Edge Of Time’ sapevamo che l’Orchestra di Praga era adatta allo scopo ma non era disponibile per tutta la durata delle registrazioni, quindi ci siamo rivolti anche ad un’orchestra di Budapest, con la quale abbiamo finito l’album. Entrambe hanno fatto un lavoro spettacolare. Parlando invece dei cori, quando abbiamo registrato ‘The Ninth Wave’ ci siamo resi conto che un coro classico di quaranta persone non era sufficiente. Noi volevamo ottenere un sound dei cori simile a ‘Carmina Burana’ e per farlo serviva un coro da centoventi o duecento persone. Quindi abbiamo lavorato con tre cori dal sound diverso: di Praga, Budapest e Boston”.

DA TEMPO PARLATE DI UN ALTRO ALBUM CON SOLO ORCHESTRA E VOCE. AVETE REGISTRATO ANCHE QUALCHE PARTE DI QUESTO LAVORO?
Hansi Kursch: “Sì, abbiamo già registrato le parti di musica classica per sette pezzi di quell’album e devo solo registrare le mie parti vocali. Poi dovremo registrare altri tre o quattro brani. Io vorrei iniziare a registrare le mie parti nella prima parte del 2015, prima di partire per il tour europeo, poi proseguire in estate e finire tutto tra novembre e dicembre 2015. Credo che pubblicheremo quel disco nel 2016. Questo è quello a cui puntiamo, poi dipende anche dalle mie condizioni fisiche dopo il tour. Se la mia voce avrà bisogno di un po’ più di tempo per riprendersi dallo stress del tour, allora le cose andranno un po’ più per le lunghe. Sai, quando sei in tour per due mesi e canti tutti i giorni o quasi, alla fine la tua voce non è nello stato ottimale per affrontare delle registrazioni con un’orchestra al meglio delle tue possibilità”.

STATE PENSANDO DI PORTARE DAL VIVO ORCHESTRA E CORI MAGARI PER UN EVENTO SPECIALE?
Hansi Kursch: “Non per ‘Beyond The Red Mirror’, aspettiamo e lo faremo dopo aver pubblicato l’album orchestrale. A quel punto potremo eseguire dal vivo con l’orchestra i pezzi di ‘Beyond The Red Mirror’ e quelli dell’album orchestrale, magari ad un nuovo Blind Guardian Festival, e potremo registrare un altro DVD decisamente diverso da quello che abbiamo fatto in precedenza”.

IN CHE MODO PROPORRETE DAL VIVO I PEZZI DEL NUOVO ALBUM, DATA LA LORO COMPLESSITÀ E RICCHEZZA IN PARTI SINFONICHE E CORI? USERETE DELLE BASI PRE-REGISTRATE?
Hansi Kursch: “Abbiamo provato alcuni dei nuovi pezzi e devo dire che, anche in versione un po’ snellita, hanno un’ottima resa. Il nostro tastierista che ci accompagna in tour, Mi Schüren, sarà sicuramente in grado di inserire molte delle parti orchestrali campionate”.

SUONERETE IN ITALIA A MAGGIO PRESSO L’ALCATRAZ DI MILANO. AVETE GIÀ PENSATO A CHE TIPO DI SHOW PRESENTERETE?
Hansi Kursch: “Abbiamo iniziato a pensare a quali pezzi proporre e dopo le prove saremo pronti per suonare circa quaranta brani, dai quali
sceglieremo quali includere nella setlist. Abbiamo deciso di non seguire una sola direzione e quindi di non proporre pezzi soprattutto da un album, ma faremo una sorta di best of setlist che verrà integrata con pezzi che non abbiamo mai suonato dal vivo”.

TERRETE QUALCHE SHOW IN FESTIVAL ESTIVI?
Hansi Kursch: “Non credo, perchè, come ho detto prima, in quel periodo dovrò registrare le parti vocali per l’album orchestrale. Suoneremo ai festival nel 2016, dopo l’album orchestrale”.

HANSI, TU SEI PRESENTE IN VESTE DI OSPITE SU “UNUM”, IL NUOVO ALBUM DEIGLI ITALIANI VEXILLUM. VUOI DIRCI QUALCOSA DI QUESTA COLLABORAZIONE?
Hansi Kursch: “Mi hanno contattato tramite Limb Schnoor della loro casa discografica, la Limb, e mi hanno chiesto se avessi voluto registrare una parte. Mi è piaciuto subito quel loro stile folkloristico e mi sono chiesto ‘perchè no?’. Mi hanno quindi inviato il materiale e poi purtroppo hanno dovuto aspettare un sacco, perchè non trovavo il tempo per registrare. Credo che abbiano un grande potenziale”.

COME ULTIMA DOMANDA, VOLETE DIRCI QUALI SONO STATI GLI ALBUM USCITI NEL 2014 CHE VI SONO PIACIUTI DI PIÙ?
Hansi Kursch: “Direi proprio ‘The Year The Sun Died’ dei Sanctuary”.
Andrè Olbrich: “Anche secondo me Sanctuary”.

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