In un panorama in continua evoluzione, i Blood Incantation si stanno affermando come una delle band più audaci nel panorama del death metal contemporaneo. Con il loro stile, che ormai mescola con sempre più insistenza elementi atmosferici, progressive e heavy, con chiari omaggi a formazioni come Tangerine Dream, Pink Floyd e Morbid Angel, la band statunitense ha saputo catturare l’attenzione di fan e critici, portando la propria proposta su nuove vette artistiche.
Paul Riedl, chitarrista, cantante e principale compositore del gruppo, è una figura chiave nel plasmare l’identità sonora e concettuale dei Blood Incantation. In questa lunga intervista, Paul ci offre un nuovo sguardo approfondito sulla sua vita e carriera, condividendo aneddoti sulla sua passione per la musica, le sue opinioni sullo stato attuale dell’industria e, soprattutto, tanti dettagli sul processo creativo che sta dietro al nuovo album “Absolute Elsewhere”, fuori da poche settimane per Century Media Records e subito al centro delle discussioni di molti appassionati.
Preparatevi a un viaggio affascinante nell’universo di Blood Incantation e nel pensiero di un artista estremamente disponibile e al contempo dedicato alla sua visione musicale.
HAI MENZIONATO I TANGERINE DREAM NEL PRESS-KIT DEL NUOVO ALBUM E DI “TIMEWAVE ZERO”, UNA BAND CHE, COME LA VOSTRA, PUÒ VANTARE UNA COSTANTE RICERCA A LIVELLO DI ATMOSFERA. COSA AVETE PRESO DAL LORO MODO DI USARLA?
– I Tangerine Dream sono una di quelle band la cui importanza culturale e artistica è impossibile da calcolare. Il mio primo album dei Tangerine Dream è stato “Phaedra”, che ho trovato in un negozio di articoli usati quando ero adolescente, lo stesso giorno in cui trovai “Paranoid” e “Dark Side of the Moon”. La loro musica mi ha accompagnato per tutto il mio percorso musicale negli ultimi ventidue anni da quel giorno. Attualmente ho venti dei loro LP, quattro cofanetti in vinile e una dozzina di CD, quindi posso dire che sono un materiale genetico critico per la mia vita.
Ma sono sempre stato attratto dall’atmosfera, sia nella musica che nell’arte in generale. Crescendo, i miei genitori ascoltavano sempre musica come Mozart, Enya e i programma radio “Hearts of Space” ed “Echoes” della NPR in casa; principalmente per intrattenere le piante e gli animali domestici durante il giorno, ma io la lasciavo accesa anche una volta tornato da scuola e continuavo ad ascoltare, affascinato dalle arie avvolgenti della musica ambient, new age e world.
Non ho scoperto gli strumenti elettronici o la musica sperimentale fino all’adolescenza, qualche tempo dopo aver iniziato a suonare la chitarra, ma sono stato subito attratto dalla gamma di suoni inquietanti che potevano produrre. Un album come “Phaedra”, quindi, mi ha completamente sconvolto per il suo uso di muri densi di sintetizzatori, potenti melodie di mellotron e dettagli atmosferici, creando un arazzo travolgente di suoni ed emozioni che ho a lungo cercato di incorporare nei miei progetti e che mi ha anche portato ad avvicinarmi al metal estremo, il quale utilizza componenti atmosferiche.
Perdonami la digressione imminente, ma da giovane musicista sono state le band black metal come Enslaved, Ulver ed Emperor a mostrarmi che un incredibile potere emotivo potesse essere trasmesso tramite i sintetizzatori, strumenti acustici ed elementi progressivi come il canto pulito e la composizione lineare, specialmente in combinazione con la resa sonora grezza e l’energia ferale del loro materiale demo.
Allo stesso tempo, ero affascinato dal peso monolitico del doom metal estremo, come il funeral doom, drone/doom e death/doom; band come Corrupted, Disembowelment e Asunder mi hanno attratto con le loro lunghe canzoni, il senso di tragica malinconia e le atmosfere isolazioniste imponenti.
Molte di queste band avevano le loro radici nelle scene crust e punk, spesso essendo vegetariane e avendo un orientamento ecologico o umanitario nei loro testi o nell’immaginario, il che ha avuto un impatto tremendo sulla mia gioventù, musicalmente dominata da band come Carcass, Dystopia, Doom, Subhumans, Asschapel, At The Gates, Fall of the Bastards, Rudimentary Peni o il ‘crust psichedelico/prog’ di formazioni come Yeti e Tarantula Hawk. Lo menziono per specificare che, all’epoca – i primi anni 2000 – il death metal tradizionale era considerato un cimelio del passato, un relitto di un’epoca ormai andata (appena dieci anni prima, ah!) eclissato dalla brutalità iperveloce e dall’ultrapulizia iper-compressa del tech-death digitale/professionale, dello slam ironico e del gore/pornogrind.
Molti dei miei dischi death metal preferiti dell’epoca, come “Altars of Madness”, “Considered Dead”, “Severed Survival”, “Dreams of the Carrion Kind” e le demo di Nihilist, Grotesque e dell’intero underground del death metal finlandese, non erano ancora stati ristampati (anche se questo sarebbe iniziato qualche anno dopo, tra il 2003 e il 2005), e dichiarare apertamente di apprezzarli era abbastanza per farsi prendere in giro a scuola dai jock della scena deathcore con i loro piercing, le cinture bianche e i capelli corti. Un mio compagno di classe mi disse persino che il mio CD di “Symbolic” era hair metal!
Comunque, tutto questo cosa ha a che fare con la tua domanda? Tutti i dischi sopra menzionati avevano un feeling e un’atmosfera immense al loro interno (oggi riconosciute come fondamentali), mentre quasi nessuna band death metal su una major all’epoca poteva dire lo stesso. Con l’eccezione di band come Nile e Immolation, la maggior parte del death metal di successo negli anni 2000 non era focalizzata sull’atmosfera, ma solo sull’atletismo puro.
La gloria underground del 1987-1993 era certificatamente ‘non cool’ per le riviste e la stampa metal mainstream, il che la rendeva solo più attraente per un punk come me. Un lato positivo di quel periodo altrimenti desolante era che le prime edizioni in vinile e cassetta di tutti questi classici di culto erano molto economiche e relativamente facili da trovare, poiché tutti gli altri erano così affascinati dai lettori MP3 e dai CD, quindi sono molto grato di essermi concentrato sulla raccolta e l’esplorazione di quel mondo invece delle scene prevalenti dell’epoca.
Tutto questo per dire che, indipendentemente dal genere, ho sempre dato la priorità alle band con qualità atmosferiche tangibili, quindi, ovviamente, i Tangerine Dream sono sempre stati in cima a quella lista. Avere Thorsten che contribuisce a “Absolute Elsewhere” è uno dei più grandi orgogli di tutta la mia vita.
IL NUOVO ALBUM È STATO REGISTRATO AGLI HANSA TONSTUDIOS DI BERLINO. RACCONTACI DI PIÙ SU QUESTA ESPERIENZA. COME SIETE RIUSCITI A REGISTRARE IN UNO STUDIO COSÌ FAMOSO? HA SODDISFATTO LE VOSTRE ASPETTATIVE?
– Devo consigliare a te e ai tuoi lettori di procurarsi il documentario “All Gates Open: In Search of Absolute Elsewhere”, attualmente disponibile solo nell’edizione deluxe del nostro nuovo album, in un cofanetto mediabook a quattro dischi, che offre una visione completa e approfondita del nostro periodo a Berlino; un’esperienza profonda, troppo vasta per essere condensata in un’unica intervista, anche se mi piacerebbe parlarne tutto il giorno.
Sicuramente potrei scrivere un intero libro (esiste anche un libro di cinquantacinque pagine che accompagna la sopracitata edizione deluxe) pieno di aneddoti e storie folli di Hansa, ma basti dire che è stata la più grande esperienza di registrazione della nostra vita, senza paragoni. Essere circondati dagli stessi strumenti utilizzati su dozzine di nostri album preferiti, sedersi esattamente sulle stesse sedie viste nelle foto di Brian Eno, Eloy, Tangerine Dream, David Bowie, Killing Joke e molti altri… dire che è stato surreale è un eufemismo.
Il tappeto ha ancora l’odore degli anni ’70, gli interruttori e le pareti irradiano un potere palpabile e l’elettricità nell’aria spinge inevitabilmente alla creatività. Anche l’ascensore (minuscolo e molto lento) è lo stesso degli anni ’70, il che significa che ogni volta che ci entri, qualcun altro ha già occupato quello stesso spazio, diretto a creare un album ormai iconico.
In realtà, non è stato così difficile registrare lì come potrebbe sembrare, né è stato così costoso come avevamo inizialmente pensato; quando ci siamo messi in contatto per richiedere lo studio, ci hanno risposto immediatamente con un preventivo piuttosto ragionevole, tutto sommato. Alla fine ci è costato circa cento euro in più al giorno rispetto a quanto eravamo abituati a pagare nei World Famous Studios a Denver, che è un ottimo studio che abbiamo usato fin da “Starspawn”, ma è anche un seminterrato piuttosto angusto nella casa dell’ingegnere, con vicini e tutto ciò che comporta.
Inoltre, e lo dico forse in modo critico, quando registravamo lì, partivamo da casa al mattino solo per tornarci la sera. Quindi, anche se ovviamente dedicavamo molte ore al giorno all’album, alla fine non potevamo separarci completamente dalla nostra vita domestica, che è una sorta di rete di sicurezza mentale/emotiva, mantenendoci con i piedi per terra sotto la pressione dello studio.
A Hansa, invece, vivevamo per la musica in un modo completamente nuovo; dal momento in cui ci svegliavamo fino a quando andavamo a dormire, non c’era nulla della nostra vita domestica a cui tornare dopo ogni sessione, con nient’altro all’orizzonte per settimane, se non il compito da svolgere: fare l’album, e farlo al meglio delle nostre possibilità.
Eravamo già a Berlino da dieci giorni prima di entrare in studio, immersi nell’atmosfera locale, e avevamo già sviluppato le nostre routine individuali per muoverci in città: che fosse prendere il treno, frequentare negozi di dischi, esplorare la città, o semplicemente mangiare o fare il bucato, ecc. Avevamo anche già una forte rete di supporto a Berlino molto prima che Century Media trasferisse la sua sede lì da Dortmund nel 2020, avendo visitato la città quando in tour in varie band almeno dal 2012, con molti amici e membri della nostra road crew europea che vivono lì, quindi ci siamo sentiti immediatamente a casa, pur essendo completamente alieni rispetto ai nostri soliti metodi di registrazione.
Questa combinazione ha generato uno stato mentale decisamente unico, che ha contribuito notevolmente all’atmosfera generale della sessione. Una volta in studio, avevamo a disposizione l’intero spazio per tre settimane intere, senza interruzioni o altre sessioni in nessuna delle stanze, quindi il senso di una missione collettiva era piuttosto palpabile.
SIETE STATI COINVOLTI IN UNA VASTA GAMMA DI COLLABORAZIONI ULTIMAMENTE: THORSTEN QUAESCHNING, NICKLAS MALMQVIST, MALTE GERICKE. PENSI CHE SIA IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DELLA VOSTRA MUSICA RICERCARE QUESTI TIPI DI COLLABORAZIONI?
– Una delle cose più preziose che abbiamo imparato durante il processo di “Timewave Zero” è stata come coltivare la nostra apertura alla collaborazione. È stata la prima volta che ogni membro del gruppo ha contribuito in egual misura alla scrittura delle canzoni, portando allo sforzo collettivo più grande della nostra carriera.
Arrivare a questo punto ha comportato una crescita creativa significativa, sia come artisti che come amici. Ci siamo resi conto che si può realizzare molto di più quando nuove, e forse folli, idee creative vengono affrontate con lo stesso atteggiamento con cui rispettiamo i nostri metodi consolidati.
Un’altra cosa che abbiamo imparato è che, a volte, la persona migliore per un compito non sei tu. È importante capire che ciò non significa che non sei in grado di svolgere quel compito, ma che attraverso la delega, si può migliorare il risultato di più compiti contemporaneamente, riducendo il carico di lavoro individuale di ciascuno e aumentando la qualità del risultato collettivo.
Ad esempio, pur avendo stabilito che ognuno di noi poteva suonare più sintetizzatori contemporaneamente su “Timewave…”, era comunque ovvio che il nostro prossimo album avrebbe richiesto un tastierista dedicato, poiché le nostre idee per le parti di synth erano in ultima analisi limitate dalla nostra mentalità da musicisti metal (nel senso di tipi di accordi, toni ecc. che avremmo usato).
Abbiamo utilizzato campionatori e pedali loop per molti anni sul palco per riportare i synth o altri tocchi atmosferici dalle registrazioni in studio, ma man mano che la nuova musica diventava più complessa, i nostri piedi (e menti) avevano bisogno di qualcuno più qualificato per fare ciò che era meglio per la musica.
Quindi, sapevamo che avremmo dovuto espandere tutta la nostra operazione, e Nicklas Malmqvist era in cima alla nostra lista.
Conoscevamo il suo modo di suonare dall’incredibile band prog svedese Hällas, da quando li abbiamo incontrati per la prima volta nel 2018; gli abbiamo portato un nastro delle prove con alcuni demo di pre-produzione quando sono passati da Denver all’inizio del 2023. Non essendo un fan del metal, era sicuramente sorpreso dal nostro approccio, incerto su “cosa volesse una band death metal da un ragazzo prog”, ma è rimasto in contatto e alla fine è arrivato a Berlino nell’estate successiva.
Da lì, come si vede nel documentario, il suo orecchio e le sue competenze hanno migliorato notevolmente le idee primordiali che avevamo nei demo, dando vita ad alcuni dei suoni più iconici del nuovo album: il classico assolo di Minimoog (armonizzato!), i mistici flauti del Mellotron, i Rhodes eterei e i pianoforti grandiosi alla Bowie, gli accordi di organo Hammond perfettamente anni ’70 che sostengono tutto.
Noi quattro non saremmo mai riusciti a creare tali suoni, o specialmente quelle melodie, per non parlare delle sue performance straordinariamente competenti durante tutto l’album. È stato un onore averlo in studio, così come averlo qui negli Stati Uniti per il concerto di lancio dell’album la settimana scorsa; un’altra esperienza straordinariamente nuova, suonare come un quintetto fin dalla prima nota. Non vediamo l’ora di collaborare nuovamente per il tour statunitense “Absolute ElseTour” il mese prossimo.
Malte Gericke, ex membro dei Necros Christos e attualmente leader dei Sijjin, ha scoperto che stavamo provando a Berlino e inizialmente ci ha contattati semplicemente per fare una visita in sala prove, bere qualche birra e stare insieme mentre eravamo nella sua città natale.
Malte è un grande appassionato di krautrock e prog oscuro, oltre a essere una vera enciclopedia di tutte le forme di metal di culto, quindi abbiamo subito avuto molto di cui discutere. Naturalmente, gli abbiamo offerto di venire in studio in qualsiasi momento, ed eravamo ovviamente aperti a eventuali contributi con il suo classico stile vocale alla “Mors Dalos Ra”, ma senza alcuna pressione. Durante una delle sue visite, gli abbiamo fatto ascoltare le tracce del nostro maxi-singolo “Luminescent Bridge”, allora non ancora annunciato, e ci ha aiutato a sviluppare alcune idee per lo storyboard di “Obliquity of the Ecliptic”, che avremmo filmato l’ultimo giorno in studio. Malte in realtà recita nel video musicale, nel ruolo del prete che officia il rituale interdimensionale.
Un fatto curioso per i tuoi lettori: il teschio umano che tiene in mano durante tutto il video è lo stesso che si vede sulla copertina del CD dei Necros Christos “Trivne Impvrity Rites”.
In ogni caso, alla fine ha cantato alcuni contributi in tedesco e inglese in “The Message”, oltre al collage psichedelico di growl in “The Stargate”. Nel documentario “All Gates Open”, si possono vedere le riprese dell’esatta sessione che abbiamo usato per uno dei suoi “ough” nell’album, che penso sia piuttosto speciale.
Allacciare i rapporti con il signor Quaeschning è stato un po’ più complicato, ma si è rivelato un incontro piuttosto fatale. I nostri rispettivi management erano in contatto dall’inizio del 2023; inizialmente avevamo semplicemente offerto di fargli visitare lo studio, poiché sarebbe stato interessante vedere le stesse stanze e attrezzature usate per “Force Majeure” dei Tangerine Dream, registrato a Hansa nel 1979, o forse per collaborare, dato che erano consapevoli di “Timewave Zero”, uscito lo stesso giorno del loro ultimo album “Raum” nel 2022, ma un piano concreto non era ancora emerso quando siamo entrati in studio.
Alla fine, una mattina, verso la fine della sessione, il nostro product manager dell’epoca, Niklas Tschaicowski, ha ricevuto un messaggio che diceva che Thorsten sarebbe arrivato presto in studio e che avremmo dovuto preparare tutto per lui. Questo è stato un messaggio piuttosto eccitante da ricevere di prima mattina, te lo assicuro. Eravamo ovviamente nervosi, ma una volta arrivato a Hansa era entusiasta dello studio quanto noi, scattando foto e mandando messaggi ai suoi amici (membri di Ashra e Marillion) quando si imbatteva nelle loro foto o vecchie attrezzature leggendarie che avevano usato.
Gli abbiamo fatto ascoltare l’intero album (all’epoca ancora strumentale) e lui è rimasto piuttosto impassibile per tutto il tempo, quindi non eravamo certi se avesse capito cosa stavamo cercando.
Ma, una settimana dopo, eravamo nel suo studio privato, completamente sbalorditi dalle sue inquietanti melodie al mellotron e dalle affascinanti sequenze. Quella giornata è stata sicuramente una delle esperienze più surreali della nostra vita, senza alcun dubbio! C’è un po’ di materiale filmato di quel momento su “All Gates Open”: senza dubbio è uno dei più grandi ricordi del nostro tempo a Berlino.
Per riassumere la tua domanda, penso sia stato fondamentale per il risultato finale di “Absolute Elsewhere” che fossimo aperti e ispirati dai nostri collaboratori, e siamo eternamente grati per la loro compagnia e il loro inestimabile aiuto.
Guardando al futuro, la costellazione di Blood Incantation si sta già espandendo oltre le nostre attuali orbite e le future collaborazioni si preannunciano altrettanto notevoli.
COMBINANDO IL METAL CON LE VOSTRE ALTRE INFLUENZE E IL VOSTRO APPROCCIO VISIONARIO, AVETE TANTO SPAZIO PER ‘GIOCARE’, POTENDO PASSARE DA MOMENTI MOLTO TRANQUILLI E IPNOTICI A SUONI MOLTO PESANTI E TAGLIENTI.
COME AVETE AFFRONTATO LA COMPOSIZIONE DI QUESTE TRACCE? DURANTE IL PROCESSO DI SCRITTURA DELLE CANZONI, SENTITE MAI UNA CERTA PRESSIONE PER BILANCIARE LA MUSICA, AD ESEMPIO QUANDO UN BRANO SUONA TROPPO POCO METAL O FORSE TROPPO DIRETTO E CERCATE DI TROVARE UN COMPROMESSO? VI CAPITA? O È PIÙ UN PROCESSO ORGANICO?
AVETE MAI IL DESIDERIO DI COMPORRE UNA CANZONE DI QUATTRO-CINQUE MINUTI DI QUESTI TEMPI, O QUESTO FORMATO VA CONTRO LA VOSTRA NATURA ATTUALE?
– In generale, lasciamo che i riff fluiscano dove vogliono; a volte questo porta a una canzone di pochi minuti, altre volte a una traccia che dura diciotto minuti, ma la musica ha una sua logica e sa quando risolversi o cambiare atmosfera. Se vuole passare dal funeral doom allo slam, o dal black metal alla world music, diamo priorità a trovare la miglior transizione possibile tra queste idee piuttosto che preoccuparci se un riff è ‘troppo’ qualcosa o se un altro è ‘non abbastanza’, se ha senso. Seguiamo innanzitutto i nostri gusti comuni e ci fidiamo delle nostre intuizioni collettive, quindi il flusso dei riff avviene in modo abbastanza naturale.
Per il nuovo album, tuttavia, abbiamo fatto le cose in modo molto diverso rispetto al passato. Come accennato in precedenza, abbiamo sviluppato un nuovo linguaggio musicale durante il nostro tempo passato a improvvisare e comporre insieme per “Timewave Zero”. In passato, io e Isaac (Faulk, batterista, ndr) scrivevamo la maggior parte delle canzoni a casa, per poi portarle alla vita nella sala prove con Morris e Jeff (Kolontyrsky e Barrett, rispettivamente chitarrista e bassista, ndr), ma l’ossatura dei brani solitamente restava invariata rispetto alle idee iniziali.
Alcune canzoni, come “Hovering Lifeless” e “Inner Paths (to Outer Space)”, sono state improvvisate insieme, ma nulla di simile a quello che abbiamo fatto con “Timewave…” o “Absolute Elsewhere”. Questa volta, anche se Isaac ha scritto “The Stargate” e io ho scritto “The Message” con Morris (che ha contribuito più che mai a un album dei Blood Incantation), ci siamo comunque spinti oltre come gruppo durante le prove, riscrivendo parti, improvvisando intere sezioni insieme, cambiando o espandendo sezioni e affinando il tutto con un focus molto più collettivo, il che ha davvero trasformato i brani.
Inoltre, questa è stata la prima volta che abbiamo registrato dei demo con un click-track, processo che abbiamo sviluppato per un periodo di nove mesi, piuttosto che usare i nostri soliti metodi di affinamento delle canzoni in tour. A causa della lunghezza dei brani, li abbiamo suddivisi in pezzi più piccoli per ricordare con più precisione i piccoli cambiamenti che volevamo apportare lungo il percorso, spesso discutendo di variazioni di singoli BPM per settimane intere. Abbiamo abbassato il volume e registrato live le prove con il basso e il trigger della batteria collegati direttamente nella DAW, aggiungendo successivamente synth e occasionali overdub di chitarra. È stato un processo estremamente grezzo, ma onestamente penso che da quelle sessioni si potrebbe ricavare un grande bootleg un giorno.
Ovviamente, essere stati a Hansa e lavorare con i nostri collaboratori ha elevato notevolmente il prodotto finale, ma penso che le persone sarebbero sorprese dall’ampiezza iniziale dei demo, anche nella loro forma primitiva.
Per quanto riguarda l’idea di comporre brani più brevi, non ci imponiamo limiti. Se un pezzo si conclude naturalmente in pochi minuti, così sia, ma non ci sentiamo forzati a rispettare un formato particolare. Abbiamo sempre preferito lasciare che la musica si sviluppi nel modo più organico possibile.
IL NUOVO ALBUM PUÒ SEMBRARE PIUTTOSTO ASTRATTO A VOLTE, MA LA PRIMA VOLTA CHE L’HO ASCOLTATO HO TROVATO ANCHE QUALCOSA DI IMMEDIATAMENTE GRATIFICANTE. SIETE RIUSCITI A TROVARE UN NOTEVOLE EQUILIBRIO TRA ATMOSFERA E IMMEDIATEZZA. CI SONO VARI RIFF DI CHITARRA CHE RESTANO SUBITO IN MENTE.
A CONTI FATTI, SI TRATTA DI UN ALBUM METAL, CON ALCUNE INFLUENZE ESTERNE. MI HA FATTO PENSARE A “CRIMSON” DEGLI EDGE OF SANITY A VOLTE: LO STILE È OVVIAMENTE MOLTO DIVERSO, MA PERCEPISCO UN DESIDERIO SIMILE DI NON PRECLUDERE NULLA.
– Grazie, amiamo sicuramente quell’album. Rispetto a “Starspawn” e “Hidden History of the Human Race”, i riff di “Absolute Elsewhere” sono sia più snelli nella loro esecuzione reale, sia più ampi nel loro approccio complessivo.
Un’analogia potrebbe essere che, sebbene amiamo ovviamente “Necroticism” e “With Fear I Kiss The Burning Darkness”, “Heartwork” e “Slaughter of the Soul” non sono meno gloriose abbuffate di riffing metal; sono semplicemente più accessibili.
Vediamo l’album come puro metal – o ‘metal estremo tecnico/progressivo’, per essere più specifici – filtrato attraverso una lente prog/krautrock. Non ci dispiace se le persone hanno da ridire sul fatto che venga classificato come ‘death metal’ o meno, perché siamo d’accordo sul fatto che ci sia molto di più nelle canzoni.
Ma, pur non essendo death metal tradizionale, la musica è comunque considerevolmente tecnica e intensa, tutte qualità che amiamo del death metal. Allo stesso tempo, c’è molta leggerezza nell’album, che consideriamo pieno di emozione, dinamica e atmosfera. Per noi suona e si sente come un viaggio, quasi cinematografico nel suo sviluppo, e siamo orgogliosi delle tante parentesi distinte di atmosfera e dei diversi stati d’animo pronti per essere sperimentati dall’ascoltatore.
NONOSTANTE LA SUA STRUTTURA COMPLESSA, CON DUE TRACCE PER CIRCA QUARANTA MINUTI DI MUSICA, “ABSOLUTE ELSEWHERE” NON HA APPUNTO PAURA DI ANDARE VERSO TERRITORI PIÙ MELODICI RISPETTO AI VOSTRI ALBUM PRECEDENTI, A VOLTE.
QUESTO SUONO PIÙ ‘ORECCHIABILE’ È VENUTO FUORI INTENZIONALMENTE? PROBABILMENTE SONO PAZZO, MA IL PRIMO MINUTO DI “THE MESSAGE” MI HA RICORDATO PURE “THE SATELLITE YEARS” DEGLI HOPESFALL.
– Questo è legato alla semplificazione e all’espansione dei riff e degli arrangiamenti di cui parlavamo prima. A dire il vero, i Blood Incantation sono sempre stati piuttosto melodici, e le chitarre armonizzano quasi sempre. Quello che rende questo album diverso è che le melodie di chitarra sono meno offuscate, e abbiamo dato priorità alla loro semplice efficacia rispetto alla spettacolarità tecnica.
Abbiamo sperimentato un po’ con questo taglio su “Luminescent Bridge” (2023), dove il riffing e l’arrangiamento più diretti di “Obliquity of the Ecliptic” culminano nel memorabile assolo di chitarra in stile “Powerslave” di Morris, che dura per diversi minuti e continua a evolversi, mantenendo l’ascoltatore coinvolto.
Come dimostrato da “Heartwork” o “Slaughter of the Soul”, un riff d’impatto può essere piuttosto semplice, pur rimanendo pesante ed estremo. Come musicisti che negli ultimi due decenni hanno dato la priorità all’etica e alla mentalità underground, cercando sempre di creare il riffing più complicato possibile, per noi è stata una curva di apprendimento piuttosto ripida trovare il giusto equilibrio tra memorabilità e complessità.
Il precedente singolo è stato un grande esperimento per questo processo, ma penso che con “Absolute Elsewhere” ci siamo riusciti molto meglio.
GUARDANDO ALLA VARIETÀ DELLA VOSTRA MUSICA ATTUALE, MI CHIEDEVO SE CI FOSSE STATO UN MOMENTO NELLA TUA VITA CHE RICORDI, MAGARI UNA CANZONE O UNA COPERTINA DI UN ALBUM CHE TI HANNO COLPITO, O QUALCOSA CHE È SUCCESSO E HA CAMBIATO IL MODO IN CUI PENSAVI ALLA MUSICA, SPINGENDOTI A ESPLORARE GENERI DIVERSI E LA MUSICA IN GENERALE?
– Forse ho già risposto a questa domanda prima, ma la musica è sempre stata una parte enorme della mia vita, da che io ricordi. Quando ero bambino mio padre suonava la chitarra, mia madre cantava e suonava il pianoforte, e mia sorella suonava il violino, che poi ho suonato anch’io in quarta e quinta elementare, prima di passare al clarinetto alle medie e al clarinetto basso alle superiori.
Ho avuto la mia prima chitarra quando avevo quindici anni e ho subito abbandonato tutto il resto. Ho comprato i miei primi CD quando avevo dieci o dodici anni, e regolarmente registravo su cassetta quello che mi piaceva dalla radio (cose come Nirvana o Smashing Pumpkins negli anni ’90) per fare compilation di quello che volevo riascoltare, ma in generale la musica alla radio era molto fastidiosa. Facevo lo stesso con la musica atmosferica che ascoltavo di notte su “Echoes” o “Hearts of Space”.
Un aneddoto divertente che ricordo: la prima volta che ho pensato specificamente che una canzone fosse orribile è stato con “Yellow” dei Coldplay, che veniva trasmessa in continuazione, facendomi impazzire.
È stata la prima volta che ho sentito musica e ho pensato “Ok, questo è davvero pessimo”. Comunque, al cambio del millennio ero davvero appassionato di skate e stavo scoprendo musica più interessante grazie ai video di skate, che presentavano band come Slayer, Dead Kennedys, DJ Shadow, Black Sabbath e persino Pink Floyd. Prima di iniziare a suonare la chitarra, non sapevo che il punk fosse sopravvissuto agli anni ’80, e non avevo idea che esistesse una rete underground indipendente di musica contemporanea in tutto il mondo, per tutti i generi.
Il primo concerto in un seminterrato a cui ho partecipato ha completamente cambiato la mia vita, mostrandomi per la prima volta che le band potevano serigrafare le loro magliette, autoprodurre i loro vinili e organizzare i loro tour senza l’aiuto di una casa discografica o altro. È stata, veramente, una delle rivelazioni più importanti della mia vita, cambiando per sempre il corso della mia storia personale.
ULTIMAMENTE, QUALI PERIODI O STILI MUSICALI TI ATTRAGGONO DI PIÙ COME ASCOLTATORE? MUSICA VECCHIA O NUOVA? MUSICA SIMILE ALLA TUA O DIVERSA DALLA TUA?
– Sicuramente musica più vecchia, che si tratti di metal, ambient, prog, krautrock, heavy o meno. C’è ancora molta buona musica in circolazione, e molti dei miei amici stanno pubblicando del metal contemporaneo fantastico, ma in generale mi trovo a colmare vecchie lacune nella mia collezione o a scoprire album dimenticati che poi aggiungo alla mia infinita lista dei desideri.
Non ho contato da un decennio circa, ma ho almeno tre/quattromila mila LP e due/tremila CD. E poi le cassette… oh, non farmi iniziare!
Colleziono vinili dal 2002 e ho persino lavorato in un negozio di dischi dal 2012 al 2016, quindi la mia collezione è piuttosto vasta e composta prevalentemente da prime edizioni. Un giorno aprirò un negozio di dischi, ma fino ad allora cerco sempre di recuperare i miei vecchi desideri e di aggiornare le ristampe con le originali.
Mi piace anche collezionare cose specifiche come i dischi della Seraphic Decay (99% completati), la “Suicidal Doom Series” di Paniac (100% completata), i bootleg della Headache Records, oltre a possedere dozzine di prove di stampa/test pressing – per le quali mi piace creare le mie copertine LP e inserti personalizzati.
I miei interessi nel metal generalmente seguono le stagioni: roba brutale e pesante come il death metal e lo speed metal durante il caldo estivo, e poi musica più atmosferica come il black metal e il funeral doom nei mesi invernali.
Di mattina di solito inizio con suoni tranquilli e aumento di intensità man mano che la giornata procede, ma ci sono alti e bassi. Nei mesi che precedettero la registrazione di “Hidden History of the Human Race”, non ho ascoltato assolutamente metal, affidandomi puramente a new age, ambient e krautrock/kosmische musik per trarre ispirazione.
Trovo che generi come il prog e il krautrock siano una grande musica da ascoltare mentre guido, e passo anche molto tempo in auto ad ascoltare ossessivamente le nostre prove per perfezionare le cose. Quando faccio layout o interviste a casa, lascio il lettore CD a cinque dischi in ripetizione per giorni interi.
RITIENI CHE CI SIANO STATI CAMBIAMENTI SIGNIFICATIVI NEL PANORAMA MUSICALE NEGLI ULTIMI ANNI CHE ABBIANO CREATO UN AMBIENTE PIÙ FAVOREVOLE PER L’ARTE CHE STATE CREANDO COME BLOOD INCANTATION? AVETE UN VASTO SEGUITO E PENSO CHE I VOSTRI FAN ORMAI NON SIANO PIÙ ESCLUSIVAMENTE APPASSIONATI DI DEATH METAL. CHI È, SECONDO TE, IL VOSTRO FAN MEDIO OGGI?
– Penso che il panorama musicale sia diventato sempre più predatorio – per non parlare della sua superficialità – negli ultimi anni, senza nulla di positivo da mostrare se non una maggiore quantità di persone che ora acquistano vinile.
Lo streaming e l’uso di internet in generale hanno distrutto il valore dell’arte per la maggior parte delle persone: qui siamo a combattere per il diritto del musicista di guadagnare un solo centesimo per ogni stream digitale (che sarebbe oltre quattro volte l’importo attuale, tra l’altro), mentre il CEO miliardario di Spotify, privo di alcun talento, investe apertamente nello sviluppo di armi/guerra e nella tecnologia anti-umana.
È lo stesso per tutte le grandi aziende come Warner Music Group, Universal Music Group e persino Sony Music Entertainment, che possiede la Century Media. Gli azionisti principali di tutte queste corporazioni-ombrello supportano attivamente la guerra, la fame, la povertà, l’avidità e la degradazione insensata dell’ambiente e l’accumulo di ricchezze a spese del resto dell’umanità: sono, letteralmente, la realtà molto più malvagia di qualsiasi demone di cui parlava Chuck Schuldiner.
Le attuali leggi sui diritti di proprietà e le leggi sulle registrazioni master del 2024 rimangono relativamente invariate sin dagli anni ’40, un periodo in cui la maggior parte dei dirigenti radiofonici e delle etichette erano razzisti, sessisti e tutto ciò che è deplorevole e non evoluto nella mentalità del passato.
Quando artisti di successo cercano di opporsi a questi monopolii corrotti per riacquistare il controllo sulla propria musica, vengono demonizzati dai media, sia che si tratti di Prince o di Britney Spears.
Come Blood Incantation siamo molto fortunati ad aver intrapreso le nostre relazioni con le major con cautela, sapendo che queste pratiche erano universali.
Ci sono stati mesi di trattative tra l’etichetta e il nostro team legale per garantire che tutti i nostri contratti di licenza mantenessero il controllo totale dei diritti e la proprietà delle registrazioni master della nostra musica – una forma di contratto discografico molto rara, anche a livello underground.
Questo è il motivo per cui tutte le pubblicazioni dei Blood Incantation dal 2019 indicano “Su licenza esclusiva dalla Stargate Research Society”. Tanti album classici degli anni ’80 e ’90 non sono mai stati ristampati perché sono tuttora bloccati in questi contratti parassitari.
A essere onesti, penso che il mondo della musica non sia mai stato così scoraggiante, tuttavia rimango ottimista che un cambiamento significativo possa ancora avvenire. L’heavy metal, in particolare, insieme al punk e ad altre musiche indipendenti, ha letteralmente salvato la produzione di vinile e la rilevanza dei supporti fisici, poiché quelle fanbase non hanno mai abbandonato l’acquisto di dischi fisici, durante qualsiasi periodo in cui tutte le major lo hanno fatto.
Lavoravo nel negozio di dischi durante uno dei maggiori ritorni del vinile, e infatti è stato solo pochi anni fa che le vendite di supporti fisici hanno superato un record stabilito all’inizio degli anni ’90, quindi la marea è sicuramente cambiata, con vantaggi e problemi. Ad esempio, mentre i grandi negozi di catena ora offrono tirature di vinile di tutti i tipi di artisti mainstream, la maggior parte di quei titoli è universalmente disponibile sul mercato dell’usato, e molti dei loro fan non possiedono effettivamente giradischi – il che serve solo a intasare gli impianti di stampa, riducendo la capacità con cui gli artisti underground possono stampare vinile, mentre i prezzi schizzano alle stelle.
Questo è particolarmente problematico per i più grandi impianti del mondo, come GZ in Repubblica Ceca, che bloccano le catene di approvvigionamento e creano ritardi di produzione, il che contribuisce anche a una quantità estrema di rifiuti ambientali tanto quanto alle spese di spedizione internazionale.
Solo in America sono stati chiusi oltre venti impianti nazionali a metà anni ’90, tuttavia negli ultimi cinque anni si sono aperti i più nuovi impianti di stampa domestici dal 1960, il che penso aiuterà tutti.
L’unico vantaggio del mondo digitale riguardo alla musica è la democratizzazione della creazione, rendendo molto più facile per le persone fare musica e condividere la propria arte con il mondo. Naturalmente, questo porta direttamente a un’enorme sovrabbondanza di ogni mercato, indipendentemente dal genere.
Ma penso sia fantastico che la tecnologia di registrazione domestica sia diventata così avanzata e che la tecnologia sia diventata così molto più economica di quanto non fosse quando ho iniziato a cercare di fare musica. Puoi realizzare un album con cento dollari di attrezzatura digitale nel 2024: un disco che suona meglio di una registrazione in studio digitale di alto livello del 2004. Una cosa meravigliosa.
Per tornare alla tua domanda, il fan medio dei Blood Incantation semplicemente ama la musica. Scopriamo che i nostri fan metal più appassionati sono generalmente aperti ad altre forme di musica. Poi abbiamo anche molti fan che provengono da fuori dal metal stretto, come hai menzionato.
Per le persone che vogliono solo death metal puro, c’è ancora molta aggressività da gustare nella nostra musica; per le persone che cercano atmosfera e melodia, abbiamo anche ciò di cui hanno bisogno. Questo tipo di incrocio e superamento delle limitazioni nella musica si rispecchia nell’emergente espansione della coscienza collettiva dell’umanità, che è qualcosa che ci interessa molto.
Riceviamo regolarmente molte email, lettere e messaggi da sconosciuti che ci raccontano come la nostra musica (o i nostri testi) li abbiano portati in un viaggio di scoperta personale, aiutandoli ad aprire la mente a nuove forme d’arte e a nuovi metodi di pensiero e di esperienza umana. Potrebbero iniziare a meditare, diventare vegetariani o sperimentare con sostanze psichedeliche. Questo è un grande onore per noi, e una responsabilità che non prendiamo alla leggera.
Come ho menzionato in altre interviste, il punto di “Absolute Elsewhere” – così come dei Blood Incantation in generale – è ispirare, illustrare alle persone che cose grandiose possono ancora accadere e che tutti sono in grado di contribuire alla coltivazione dell’arte in cui credono.
SEI ANCORA ORGOGLIOSO DI TUTTO CIÒ CHE HAI CREATO FINORA?
– Nel contesto della mia musica personale, forse non sono orgoglioso, ma rispetto generalmente il tempo che ho dedicato a tutti i miei progetti passati. Valuto il percorso della mia vita e tutte le lezioni che mi ha portato. Sebbene non esista qualcosa di perfetto, si può sempre aspirare a migliorare se stessi e affinare il proprio mestiere.
Personalmente, considero la maggior parte delle mie uscite da solista e di band come un semplice documento, come un’annotazione di diario, che archivia il mio tempo e il luogo in vari momenti della mia vita.
Ci sono cassette che ho realizzato quindici anni fa che mi portano ancora più gioia nell’ascoltarle rispetto a quelle che ho pubblicato due anni fa, così come ci sono album professionali in studio che servono solo a intristirmi e a spezzare il mio cuore nella delusione… ma fa tutto parte del processo.
Alcune delle mie uscite preferite del passato sono: l’LP omonimo dei Merkstave (registrato nel 2011, pubblicato nel 2013), “Musik für Starports” degli Hoverkraft (2010), il demo “Against Leviathan!” dei Leech (2007), “Körkarlen Zeroana Akerne” (2009) e tutto il materiale di Hanging Moss (la mia musica acustica). Per non nascondere nulla ai lettori, alcuni dei miei maggiori fallimenti sono stati: “RuneEater” dei Velnias (2012), il full-length non registrato dei Leech e “Interdimensional Extinction”.
Nel contesto dei Blood Incantation, specificamente, ovviamente sono orgoglioso di tutto ciò che abbiamo creato. C’è una semplice regola che seguiamo: non pubblicare mai nulla in cui non crediamo totalmente. Anche se le tracce di batteria del nostro demo “Interdimensional Extinction” sono state perse/sabotate dall’ingegnere (una storia che sarà rivelata nelle note di copertina della prossima ristampa), le voci sono terribili e la produzione è estremamente scarna. Detto ciò, la musica in sé è comunque interessante e ha indicato con successo le nostre ambizioni e motivazioni sin dall’inizio di questa band.
Da lì, ovviamente “Starspawn” avrà sempre quel fascino underground di un debutto: riesco ancora a sentire il nostro entusiasmo per essere in un vero studio ogni volta che lo ascolto.
“Hidden History…” è invece una potente dichiarazione di intenti, e fino ad ora è stata la nostra iterazione più completa della nostra visione collettiva. “Timewave Zero” è forse la mia uscita preferita dei Blood Incantation, per molteplici motivi, e ora c’è “Absolute Elsewhere”, che è facilmente il documento più forte di qualsiasi band o progetto di cui io sia mai stato parte. Ma, come ho menzionato, aspiro sempre a migliorare, quindi il futuro è sempre luminoso.
QUALE SAREBBE IL TUO LAVORO DEI SOGNI SE NON FOSSI UN MUSICISTA?
– Questa è una domanda trabocchetto, perché il mio lavoro dei sogni è sempre stato essere un musicista.
Non appena ho scoperto che la musica era qualcosa fatto da persone reali, e non qualcosa che esiste solo nello spettacolo astratto del consumismo, ha dettato la mia vita. Ho lasciato ogni lavoro che non mi permettesse di andare in tour; ho trovato lavori solo per finanziare una singola uscita o tour; e non sacrificherò mai il mio sogno musicale per i soldi dell’affitto di qualcun altro.
Un atteggiamento del genere mi ha certamente portato in molti guai nella vita, e ho vissuto molti mesi difficili da quando mi sono dedicato alla musica a tempo pieno, ma, a ben vedere, ero già completamente al verde e vivevo di stipendio in stipendio anche quando lavoravo contemporaneamente in tre posti (ah, l’America!). Almeno ora posso vivere per la musica completamente secondo i miei termini.
Sono sempre stato ispirato da persone come Stephen O’Malley, Aaron Turner o Tyler Davis, che hanno tracciato con successo i propri percorsi unici nella vita, con la musica (e le loro particolari visioni di essa) al centro della loro arte – sia nel suono, nelle immagini o nei libri.
La seconda risposta a questa domanda difficile è la versione più evoluta della mia vita attuale: fare musica per film, colonne sonore, videogiochi, ecc.
Il design del suono mi ha sempre affascinato, e il mio sogno finale – dopo aver creato band autosostenibili e poter pubblicare la mia musica su formati fisici – è avere uno studio dove posso creare colonne sonore e registrare all’infinito. Ma non c’è lavoro dei sogni per me che non includa direttamente la musica, quindi sono un uomo piuttosto felice.
QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO PROSSIMO? SONO SICURO CHE ANDRETE SPESSO IN TOUR. AVETE IN PROGRAMMA DI SUONARE L’ALBUM PER INTERO OGNI SERA?
– Il mese prossimo debutteremo con l’“Absolute ElseTour”, esibendoci con il nuovo album per intero ogni sera con una formazione di cinque elementi. Questo tour ci porterà in tutto il Nord America con alcune date in Canada, dopo di che abbiamo due (presto annunciate) tour europei: nella primavera e nell’autunno del 2025.
Anche se potremmo ripescare uno o due brani più vecchi come bis, il focus dei prossimi mesi sarà portare “”Absolute Elsewhere” sul palco, dato che abbiamo trascorso l’ultimo decennio e venticinque tour suonando esclusivamente materiale vecchio.
Quindi, se non ci avete mai visti prima, potrebbe essere una delusione, ma ricordate che il nuovo album è la nostra priorità e offre un viaggio notevole. Detto ciò, siamo molto vicini al decimo anniversario di “Starspawn”, quindi sono sicuro che dopo alcuni anni di “Absolute ElseTour”, alcuni festival saranno ansiosi di avere un set classico e old-school.
Per quanto riguarda le pubblicazioni, avremo presto la versione singola della nostra prima colonna sonora: “All Gates Open”. Questo materiale si sente come musica di sottofondo nel nostro documentario di making-of per “Absolute Elsewhere”: musica che è stata registrata durante il 2021-2022, mentre lavoravamo a “Timewave Zero”. In generale, ha una tonalità molto diversa rispetto ai brani “Io” ed “Ea”, poiché tutte e quattro le tracce su “All Gates Open” sono state improvvisate e coprono una gamma più ampia di stili musicali.
Mentre “Timewave…” era piuttosto cupo e minaccioso, brani come “Dawn” e “Rain” sono molto belli e leggeri, mentre “Flight” incorpora batteria elettronica e “Balance” è molto più vicino al drone/minimal che all’ambient regolare. Siamo entusiasti di condividere questa musica con i nostri fan, poiché rivela una comprensione più profonda dei nostri interessi nella musica atmosferica, world e new age.