Dopo avere esplorato alcune soluzioni più vicine al mondo black metal con “The Arrow of Satan is Drawn”, i Bloodbath sono tornati alle loro origini prettamente death metal con il nuovo “Survival of the Sickest”, disco che, per suoni e attitudine, sembra a tratti strizzare l’occhio addirittura al’EP di debutto “Breeding Death”, vecchio ormai di ventidue anni. La cosiddetta ‘all-star band’ prosegue insomma nel suo spiritato cammino alla ricerca del perfetto omaggio alla tradizione, evocando questa volta insistenti paragoni con vecchie glorie come Death, Obituary e Morbid Angel. Il gruppo guidato da Anders Nyström e Jones Renkse – da sempre le menti dell’icona dark metal Katatonia – torna insomma a legarsi a doppio filo all’immaginario death metal dei tardi anni Ottanta e dei primi Novanta, rispolverando quell’attitudine senza fronzoli che era alla base del progetto agli esordi. Parliamo di questa sorta di ‘back to the roots’ – che ha visto protagonista anche il nuovo chitarrista Tomas Åkvik – con il succitato Anders Nyström, persona sempre estremamente disponibile quando si tratta di parlare della sua creatura.
“SURVIVAL OF THE SICKEST” SEMBRA UNA SORTA DI RITORNO ALLE ORIGINI, ALMENO PER QUANTO RIGUARDA ALCUNE CANZONI. “THE ARROW…” A VOLTE TENDEVA AL BLACK METAL, MENTRE PARTE DEL NUOVO MATERIALE SEMBRA PIÙ DIRETTO, ESSENZIALE E PURAMENTE DEATH METAL, UN PO’ SULLA SCIA DI “BREEDING DEATH” E “RESURRECTION…”. È FORSE LA DIRETTA CONSEGUENZA DEL CAMBIO DI CHITARRISTA DOPO L’ULTIMO ALBUM?
– Insomma, sia la direzione musicale che la nuova seconda chitarra erano state messe in conto dopo l’uscita di “The Arrow…”. Il primo periodo di Tomas con noi è stato come chitarrista session, per sostituire Sodomizer, il quale era partito per suonare in alcuni tour con i Ghost nel 2017. Poi abbiamo chiesto a Jocke dei Craft di unirsi alla band esclusivamente per il ciclo di “The Arrow…”, che si è concluso nel 2019; infine Tomas è stato invitato a tornare e unirsi alla band come membro permanente per il ciclo del nuovo album, che abbiamo iniziato a pianificare nel 2020. La tua osservazione sul fatto che “Survival of the Sickest” sia un album più tradizionalmente death metal non è certo sbagliata. Volevamo attuare una decisa svolta dopo “TAOSID” e tornare al suono e allo stile di “Breeding Death”, suonando death metal senza fronzoli.
RESTIAMO SULL’ARGOMENTO FORMAZIONE, VEDO CHE MARTIN AXENROT È ANCORA ELENCATO COME IL BATTERISTA UFFICIALE DEI BLOODBATH, MA CI SONO SOLO QUATTRO DI VOI NELLE RECENTI FOTO PROMOZIONALI E NELLE FOTO SUL DISCO. VORRESTI FARE UN PO’ DI LUCE SU QUESTO ARGOMENTO?
– Sì, sono d’accordo che sembra strano e il tutto è un po’ confuso, ma il fatto è che non siamo riusciti a coinvolgerlo fisicamente in quella sessione fotografica a causa delle restrizioni e di tutta quella merda durante la pandemia. Abbiamo avuto solo una possibilità di riunire l’intera band nello stesso luogo, volendo rispettare le scadenze dateci dalla casa discografica. Siamo così stati costretti a procedere senza di lui.
Ad ogni modo, ora stiamo per fare una seconda sessione con la band al completo per sistemare la situazione (il risultato è la foto nell’articolo, ndR).
DAL PUNTO DI VISTA DELLA SCRITTURA DELLE CANZONI, SUPPONGO CHE ABBIATE CONTINUATO A COMPORRE INDIVIDUALMENTE. IMMAGINO CHE L’UNICA JAM DEI BLOODBATH SIA AVVENUTA PER IL PRIMO EP, GIUSTO? COME AVETE PIANIFICATO IL NUOVO ALBUM?
– Sì, dal primo album abbiamo sempre adottato lo stesso metodo. Iniziamo sempre discutendo su che atmosfera debba avere il disco. Una volta che abbiamo concordato il suono e lo stile, che sono sempre collegati tra loro, tutti hanno piena libertà di scrivere canzoni a casa propria. Manteniamo attiva una chat di gruppo e Dropbox per i file audio per avere un feedback reciproco, cosa che a ben vedere motiva e ispira tutti a migliorare il proprio lavoro. Io personalmente di solito collaboro con Nick, il quale si occupa della maggior parte dei testi delle mie canzoni: ci inviamo idee sui temi e le linee vocali finché non siamo contenti di quello che abbiamo. Alla fine finalizziamo tutto come demo, che vengono utilizzate come bozze per l’effettiva registrazione dell’album in studio.
COM’È COMPORRE QUESTO TIPO DI MUSICA PER TE? TI SIEDI E PENSI: “OK, È ORA DI SCRIVERE PER I BLOODBATH OGGI” E COMPONI IN QUELLO STILE? O SUONI E REGISTRI COSTANTEMENTE E POI DECIDI IN UN SECONDO MOMENTO DOVE IMPIEGARE QUANTO HAI REALIZZATO? HO L’IMPRESSIONE CHE JONAS SIA IL PRINCIPALE COMPOSITORE DEI KATATONIA IN QUESTI ULTIMI ANNI: TU SEI PIÙ ATTIVO PER I BLOODBATH?
– No, ci dividiamo gli impegni, direi. Di solito scriviamo da tre a quattro canzoni a testa, ma questa volta ho scritto cinque canzoni con Nick e Jonas ne ha fatte quattro da solo e una con Tomas. Oh, e anche Tomas ne ha fatta una con Nick! Quindi, anche se scriviamo individualmente e non come band, collaboriamo ancora su testi, assoli e così via. Riguardo al vero processo di scrittura, direi che è un po’ entrambe le cose. A volte prendo casualmente la chitarra e dallo strimpellare potrebbe uscire un riff con il potenziale per i Bloodbath, quindi è meglio avere il telefono vicino e a portata di mano per salvare l’idea. Altre volte, mi impongo di trascorrere una giornata nel mio studio di casa e vedere fino a che punto arrivo nel confezionare una nuova traccia per i Bloodbath. La cosa bella del death metal è che spesso un riff tira l’altro in modo molto naturale. Un flusso organico.
QUALI SONO GLI HIGHLIGHT DELL’ALBUM SECONDO TE? QUALCHE CANZONE IN PARTICOLARE TI FA URLARE “CAZZO, SÌ”?
– Mi emoziono sempre a suonare “Zombie Inferno”! Un assalto forsennato, una corsa contro gli zombie! Questa è davvero destinata a diventare una canzone immancabile dal vivo! Ma mi piace anche l’epica pesantezza oscura di “No God Before Me”, in particolare il triste finale con i cori e la campana, anche se potrebbe essere complicata da riproporre in concerto.
“NO GOD BEFORE ME” È INFATTI UNO DEI MOMENTI SALIENTI DELL’ALBUM SECONDO ME: È VAGAMENTE DOOM E RICORDA UN PO’ “GOD OF EMPTINESS”. C’È QUALCOSA IN PARTICOLARE CHE PUOI DIRCI SU QUESTA CANZONE?
– Sì, questa è una delle tracce di Jonas e per completarla ha sicuramente tratto ispirazione da “God Of Emptiness”. È un pezzo molto minaccioso e ti porta in un viaggio attraverso un triste aldilà, mostrando gradualmente l’immagine dell’inferno.
SO CHE I MUSICISTI TENDONO A EVITARE DI ELENCARE LE CANZONI O GLI ALBUM PREFERITI PER TUTTA UNA SERIE DI MOTIVI, MA C’È QUALCHE BRANO O ALBUM IN PARTICOLARE, DEL REPERTORIO BLOODBATH, A CUI SEI DAVVERO AFFEZIONATO?
– Sì, ci sono un paio di brani del passato di cui ho bellissimi ricordi. Ricordo di essere stato particolarmente contento di aver completato “Outnumbering The Day” da “Nightmares Made Flesh” e “Weak Aside” dall’EP “Unblessing The Purity”. Entrambe le canzoni hanno alcune melodie che resteranno per sempre impresse nella nostra memoria.
AVETE FATTO UN VERO TOUR PER “THE ARROW…”, SUPPORTANDO KREATOR, DIMMU BORGIR E HATEBREED – UN PACCHETTO A DIR POCO VARIEGATO. COM’È STATO ANDARE IN TOUR CON I BLOODBATH PER LA PRIMA VOLTA? AVETE INTENZIONE DI FARE DI PIÙ SUL FRONTE TOUR O PENSATE DI RESTARE PRINCIPALMENTE UN GRUPPO DA FESTIVAL?
– Quel tour è stato davvero fantastico! Abbiamo suonato in locali con una capienza molto grande e sebbene fossimo la prima band a suonare, con un set alquanto corto, eravamo l’unica formazione a rappresentare il puro death metal su quel cartellone. Sai, siamo aperti a qualsiasi opportunità di tour che si presenti e considereremo tutto se sarà il momento giusto, ma il nostro obiettivo è principalmente suonare in festival e in contesti speciali.
IMMAGINO CHE VI SENTIATE MOLTO FORTUNATI AD AVER RAGGIUNTO UN TALE LIVELLO DI POPOLARITÀ E SUCCESSO CON UNA BAND CHE È INIZIATA ESSENZIALMENTE COME UN PROGETTO SENZA ALCUNA PRETESA. QUALI SONO ANCORA I SOGNI DA REALIZZARE CON QUESTO NUOVO ALBUM?
– Onestamente, vogliamo solo goderci il viaggio finché dura. Non stiamo cercando obiettivi particolari o un enorme successo. Siamo grati che il nostro percorso sinora sia stato fortunato, ma stiamo principalmente mantenendo i Bloodbath in attività solo per il piacere che suonare questo tipo di musica ci dà ancora dopo tutti questi anni. Chi l’avrebbe mai detto che saremmo riusciti a suonare death metal a questa età? È bellissimo! Se penso a sogni da realizzare, direi che mi piacerebbe coinvolgere più ospiti nel nostro futuro repertorio. Abbiamo già fatto un buon lavoro sinora, ma ci sono un altro paio di leggende là fuori a cui vorrei chiedere di contribuire.
ORA CHE CI SONO LEGIONI DI FAN CON ALTE ASPETTATIVE, UN BUSINESS DIETRO E COSÌ VIA, SENTI LA MANCANZA DI QUELLO CHE ERANO I BLOODBATH IN ORIGINE?
– No, perché, come dicevo, tutto si basa ancora sulla nostra passione. Nessuno ci dice cosa dobbiamo fare: l’etichetta, il management, i fan o i media non hanno alcuna influenza su di noi. La band ha il pieno controllo su tutto, ma ovviamente condividiamo i doveri e le responsabilità di far funzionare la macchina nel modo più efficiente possibile con tutte le parti coinvolte.
I BLOODBATH POSSONO ESSERE VISTI COME I PIONIERI DI QUEL REVIVAL DEATH METAL VECCHIA SCUOLA CHE DA TEMPO DOMINA NELL’UNDERGROUND. TI CAPITA DI PRESTARE ATTENZIONE A QUESTO PANORAMA?
– Sento spesso band come Dead Congregation, Spectral Voice, Mortiferum, ecc. Il panorama tuttavia è sin troppo vasto ed è ormai difficile distinguere il buono dallo scadente in una scena così satura, dove Internet ha aperto la strada e dato voce a chiunque. Immagino che avrei bisogno di consigli più puntuali per rimanere aggiornato. Negli anni ’90 ricordavo il logo di ogni dannata band là fuori, ma quella era una scena più piccola e anch’io ero senza dubbio più coinvolto e dedito ad essa.
DIMMI UNA DEATH METAL BAND, VECCHIA O CONTEMPORANEA, CHE AMI ALLA FOLLIA E CHE TROVI CHE DEBBA ESSERE PIÙ CELEBRATA.
– Se si tratta solo di sceglierne una, mi tocca essere scontato e dire Morbid Angel! Il loro catalogo tra “Altars Of Madness” e “Domination” li ha messi sul trono come la mia death metal band preferita di tutti i tempi. Sono uno dei pionieri più iconici e importanti per la nascita e lo sviluppo del genere, quindi è logico che per me siano la band da scoprire e riscoprire, se non lo state già facendo.
ORA CHE LE INFLUENZE BLACK METAL SONO STATE MESSE DA PARTE PER I BLOODBATH, HAI PENSATO DI RESUSCITARE IL TUO VECCHIO PROGETTO DIABOLICAL MASQUERADE PER DARE SFOGO A QUEL TIPO DI SONORITÀ? PER QUALCHE MOTIVO HO FINITO PER ASCOLTARE “NIGHTWORK” PARECCHIO DURANTE IL LOCKDOWN DELL’ANNO SCORSO E LO TROVO SEMPRE FANTASTICO.
– Grazie! “Nightwork” è in effetti il mio preferito tra tutti gli album di Diabolical Masquerade. Mi piacerebbe farne un altro, ma il fatto che siano passati più di vent’anni dall’ultimo album mi fa preoccupare un po’… “‘The Spirits’, why has thou forsaken me!?!”.