BLOODBATH – Uniti nel dolore

Pubblicato il 20/11/2014 da

Anders “Blakkheim” Nyström e “Old” Nick Holmes si prestano ai microfoni di Metalitalia.com per presentare il nuovo album dei Bloodbath, quel “Grand Morbid Funeral” che sembra aver diviso il pubblico ancora prima di essere ufficialmente pubblicato. Sono bastati i singoli rilasciati come anteprime dell’album a spiazzare una buona parte dei fan, confusi davanti ad un gruppo assai rinnovato nelle intenzioni rispetto a quello che aveva inciso “The Fathomless Mastery”; un gruppo che ha coscientemente deciso di regredire nella maniera più violenta possibile, tornando alle origini di un genere che, a quanto pare, è ancora ampiamente in grado di impressionare le orecchie di tanti, quando interpretato senza alcun tipo di compromesso. Soprattutto Blakkheim pare molto divertito dal responso sin qui ottenuto, tanto da arrivare a rincarare la dose con dichiarazioni a volte volutamente ispide…

Ester Segarra

PARTIAMO DAL PRIMO GRANDE CAMBIAMENTO IN CASA BLOODBATH, OVVERO L’ARRIVO DI NICK HOLMES DIETRO AL MICROFONO. COME È MATURATA QUESTA SCELTA?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Nick è sempre stato uno dei miei growler preferiti. Non ne ho mai fatto mistero in tutti questi anni. Quando Mikael ci ha confermato che non aveva più alcuna intenzione di far parte di una death metal band, io e Jonas abbiamo iniziato a pensare ad un possibile sostituto. Avevamo già in mente che taglio dare al nuovo album, quindi ci serviva una persona che facesse o avesse fatto parte della vecchia scena death metal. Ci serviva una voce particolare, legata inequivocabilmente al sound che avevamo intenzione di esplorare. All’inizio abbiamo stilato una lista con tre/quattro nomi, poi però il candidato principale è diventato Nick. Ci conosciamo da tempo e siamo da sempre in ottimi rapporti: è una persona squisita, con un grande senso dell’umorismo. Volevamo prima di tutto qualcuno che andasse d’accordo con noi a livello caratteriale. Il primo approccio è avvenuto nel corso di un tour americano che Paradise Lost e Katatonia hanno sostenuto di spalla a Devin Townsend: in principio ci abbiamo scherzato su, ma in realtà io e Jonas eravamo seri…”.
Nick Holmes: “Sì, inizialmente ho pensato che scherzassero. Solo in seguito mi hanno fatto una proposta vera e propria. Mi è venuto da ridere ugualmente, sul momento, ma l’ho comunque presa in considerazione. In seguito, una volta a casa e parlando con un amico, mi sono convinto ad accettarla. Perchè no, alla fine dei conti?”.

CHE COSA PORTA NICK ALL’INTERNO DEI BLOODBATH?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Nick porta entusiasmo e un growling unico, che sembra uscito dai dischi death metal di venti/venticinque anni fa, quelli che tutti noi amiamo. Si sposa perfettamente con il sound odierno dei Bloodbath. Per noi si è rivelata una scelta perfetta: non abbiamo nemmeno dovuto suggerirgli come cantare… è venuto in studio e lo abbiamo lasciato fare. Per la prima volta nella nostra storia non abbiamo dovuto chiedere al cantante di rivedere alcune parti, tutto è stato perfetto sin dal principio. Non posso fare a meno di sottolineare come ogni membro del gruppo si sia ritrovato sulla stessa lunghezza d’onda per quanto concerne la direzione artistica dell’album, dalla voce alla musica. Mikael Akerfeldt era perfetto per parte del vecchio repertorio, avendo un growl molto basso; Peter Tagtgren, essendo da sempre bravo a passare dal growl a urla lancinanti, era l’ideale per gli sbalzi di ‘Nightmares Made Flesh’, mentre a Nick abbiamo chiesto di andare per un timbro intermedio, vecchia scuola, che è quello che questi pezzi richiedevano”.

NICK, COME TI SEI TROVATO A REGISTRARE CON I BLOODBATH? CHE DIFFERENZE HAI RISCONTRATO CON IL METODO IN STUDIO DEI PARADISE LOST?
Nick Holmes: “Con i Bloodbath tutto è molto più spontaneo. Questo tipo di death metal è fatto per essere interpretato nella maniera più schietta possibile. Mi sono preparato bene a casa e una volta in studio ho semplicemente fatto del mio meglio, lasciandomi guidare dall’atmosfera dei pezzi. Con i Paradise Lost il processo è molto più meticoloso”.

“GRAND MORBID FUNERAL” VI VEDE TORNARE SU REGISTRI PRETTAMENTE OLD SCHOOL, DOPO CHE CON “THE FATHOMLESS MASTERY” AVEVATE PROVATO AD AGGIORNARVI UN POCHINO…
Anders “Blakkheim” Nyström: “Sono ancora oggi molto contento di ‘The Fathomless Mastery’, ma non avremmo mai potuto comporre un altro album come quello. Dopo averlo pubblicato ci siamo accorti che se avessimo continuato per quella strada avremmo perso completamente lo spirito originale del progetto. Credo di parlare anche per Nick e per tutti gli altri quando dico che i Bloodbath per noi sono e devono essere una vacanza: con i nostri gruppi principali – dai Katatonia, agli Opeth e ai Paradise Lost – siamo soliti curare tutto nei minimi dettagli e abbiamo ormai sviluppato un suono molto rifinito e particolare. Posso già dirti, ad esempio, che il nuovo materiale dei Katatonia ha un forte tocco progressivo. Di conseguenza, quando compongo e suono con i Bloodbath per me è necessario allontanarmi il più possibile da quel tipo di attitudine: qui voglio essere sporco, diretto e brutale, senza alcun compromesso. Per questo motivo è stato necessario riesumare il vecchio pedale HM-2, le vecchie influenze svedesi e Autopsy e procedere in questa direzione: l’unico modo per tornare sulla retta via era dimenticarsi di ‘The Fathomless Mastery’. Lo avevamo già deciso ancora prima di aver composto un singolo riff: ‘Grand Morbid Funeral’ doveva essere un disco bastardo”.

IL RESPONSO AI PRIMI BRANI CHE AVETE RILASCIATO ONLINE È STATO ALTALENANTE. ALCUNI SONO RIMASTI MOLTO SPIAZZATI DA QUESTO VOSTRO NUOVO/VECCHIO APPROCCIO…
Anders “Blakkheim” Nyström: “Spiazzati a dir poco! Non nego che ogni giorno mi siedo sul mio divano a leggere i commenti su Facebook e mi faccio delle gran risate. ‘Bloodbath R.I.P.’… fatemi il piacere (ride, ndR)! Purtroppo viviamo in un’epoca in cui l’ascoltatore medio pretende di poter dire ad una band come deve suonare un disco. Vi sono persone che non commentano, bensì inviano ordini! Il web ha rotto tantissime barriere: per certe cose ciò è buono, per altre affatto. I ragazzi di oggi non hanno alcun rispetto, soprattutto quando si tratta di esporre le proprie opinioni. Non hanno mezze misure, ti dicono ‘Devi fare questo, non devi fare quello’, come se stessero ordinando una pizza. In tanti non hanno capito il nostro approccio e credo che ciò sia pure la conseguenza del modo in cui i gruppi death metal di oggi tendono a registrare e a interpretare il genere: i fan, soprattutto quelli più giovani, sono abituati a sentire questi suoni meccanici e compressi e il loro orecchio fatica a cogliere o ad apprezzare il suono di un gruppo che sta suonando i propri strumenti a tutti gli effetti. Abbiamo fatto in modo che ‘Grand Morbid Funeral’ suonasse il più possibile vicino ad un’esperienza live, senza troppe sovraincisioni e senza alcun trigger. Chiaramente può piacere o meno, nessun problema in ciò, ma chi non capisce da dove arrivi questo modo di intendere il death metal evidentemente non ha fatto bene i compiti a casa…”.

NON PENSI CHE UN SUONO TANTO CRUDO ABBIA SPIAZZATO PARTE DEL VOSTRO SEGUITO ANCHE E SOPRATTUTTO PERCHÈ QUEST’ULTIMO È PRIMA DI TUTTO FAN DEGLI ATTUALI KATATONIA E OPETH?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Sicuramente. Mi rendo conto che molti fan dei Bloodbath non siano esattamente dei death metaller. Ascoltano noi perchè abbiamo più di un legame con Katatonia od Opeth, ma magari non conoscono affatto il resto della scena death metal o le vere basi del genere. Me ne rendo conto, ad esempio, quando ci definiscono un gruppo old school death metal, che è vero solo in parte. Certo, il nostro approccio è old school, ma noi esistiamo dalla fine degli Anni Novanta: il death metal è nato quindici anni prima! Noi siamo parte della seconda generazione, o forse pure della terza. A volte spiegare che il nostro nome deriva dal brano dei Cancer è tempo perso: in tanti non sanno di chi stiamo parlando! Ovviamente sono davvero grato per tutto il supporto che i Bloodbath hanno ricevuto in tutti questi anni, ma, al tempo stesso, in certe circostanze non posso fare a meno di storcere il naso: difficilmente un vero death metaller davanti a suoni come quelli del nostro nuovo album direbbe che ‘la chitarra è zanzarosa’ o che il cantato non è ‘abbastanza profondo’. Ma da quando le chitarre death metal sono pulite e perfette e il cantato solo ed esclusivamente gutturale? Avete mai sentito ‘Mental Funeral’, ‘Altars Of Madness’, ‘Left Hand Path’ o ‘Leprosy’? Non è mai esistito un modo unico di cantare in growl. I grandi frontman death metal hanno sempre avuto un tocco distintivo e nessuno ha mai fatto a gara a chi andava più in basso, almeno negli anni d’oro del genere. Se per voi il death metal deve avere un growl che è solo profondo e privo di emozioni, allora tanto vale che vi rivolgiate a quei gruppi di oggi che hanno un cantante che fa ‘Breee-Breee’ sopra la musica”.

NICK, COME TI TROVI A FAR PARTE DI UN GRUPPO TALMENTE SENZA COMPROMESSI? “GRAND MORBID FUNERAL” È SENZA DUBBIO IL DISCO PIÙ VELOCE E AGGRESSIVO CHE TU ABBIA MAI REGISTRATO…
Nick Holmes: “Come diceva Anders, i Bloodbath sono una vacanza dai nostri impegni quotidiani. Non ho mai smesso di ascoltare metal estremo e dentro sono la stessa persona di ventisette anni fa. Mi sto godendo l’esperienza”.

È STATO DIFFICILE RIPRENDERE A CANTARE IN QUESTA MANIERA DOPO TANTO TEMPO?
Nick Holmes: “Di recente con i Paradise Lost abbiamo ri-registrato un paio di vecchi brani per una compilation (‘Tragic Illusion 25′, ndA), ma il materiale dei Bloodbath è comunque piuttosto diverso da quello dei vecchi Paradise Lost. Ho dovuto rifare pratica con la tecnica, allenandomi a casa, e dopo qualche tempo ho riacquistato la confidenza di una volta. È poi stato necessario passare del tempo a studiare le metriche, visto che in certi pezzi sono molto serrate. In ogni caso, sono molto contento del risultato finale, è quello che tutti volevano. Devo dire che il growl che ho registrato in studio era un po’ più cupo e profondo della versione che puoi ora sentire a disco finito: con il mixaggio che abbiamo scelto si è mischiato un po’ con la base musicale”.

QUALI SONO I GROWLER CHE PIÙ TI HANNO INFLUENZATO NEGLI ANNI?
Nick Holmes: “Troy Dixler dei Devastation di Chicago è sempre stato il vocalist death metal per eccellenza, a mio avviso. Poi mi sono sempre piaciuti Jeff Becerra dei Possessed e Kam Lee dei Massacre. Come questi cantanti, anch’io ho sempre cercato di utilizzare un growl che fosse aggressivo ma al tempo stesso intelligibile. Questo è lo stile che preferisco da sempre, anche se devo ammettere che non mi dispiace affatto il growl dei primi Obituary, quando a malapena riuscivi a capire cosa John Tardy stesse urlando”.

COME È STATA ACCOLTA IN CASA PARADISE LOST LA TUA DECISIONE DI ENTRARE NEI BLOODBATH?
Nick Holmes: “Da qualche tempo non diciamo no ai progetti paralleli: vedi Greg e i suoi Vallenfyre. A tutti ha fatto piacere, sia nella band che tra i fan. Dopo tutto, è evidente che questo sia appunto solo un progetto, che è per di più parecchio lontano dal suono dei Paradise Lost. Avrei potuto capire delle perplessità se mi fossi unito ad un altro gruppo gothic metal, ma questo non è certo il caso dei Bloodbath”.

VI È UN BRANO CHE PIÙ DI OGNI ALTRO RAPPRESENTA I “NUOVI” BLOODBATH, SECONDO VOI?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Penso che sia la title track, ‘Grand Morbid Funeral’. Vede anche la partecipazione di Chris Reifert degli Autopsy nel finale. È probabilmente il nostro pezzo più malvagio di sempre”.

ORA CHE “GRAND MORBID FUNERAL” È STATO COMPLETATO ED È SUL PUNTO DI ESSERE PUBBLICATO, QUALI OBIETTIVI AVETE COME BLOODBATH?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Non lo so. A dire il vero, questo potrebbe anche essere il nostro ultimo album. Oggi penso che con Bloodbath siamo riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi che avevamo in mente. Questo nuovo album è l’ultimo tassello di un puzzle per me perfetto: con tutte le nostre release siamo riusciti ad omaggiare il death metal che più amiamo. Non so che cos’altro potremmo fare adesso, oltre a tenere alcuni concerti…”.

VEDO CHE AVETE GIÀ DELLE DATE IN PROGRAMMA PER IL 2015…
Anders “Blakkheim” Nyström: “Sì, saranno giusto una manciata. Con Bloodbath vogliamo che ogni show sia molto speciale. Non faremo mai un tour e anche le nostre apparizioni ai festival saranno limitate, considerati anche gli impegni degli altri gruppi che ci vedono coinvolti. A dire il vero, come Katatonia staremo fermi ancora un po’ sul fronte live, ma Opeth e Paradise Lost suoneranno nel 2015, quindi si tratterà di programmare attentamente queste nostre apparizioni. Mi piacerebbe tenere un concerto in ognuna delle principali nazioni europee, ma al momento non sono in grado di fare proclami”.

PENSI CHE SARÀ DIFFICILE PREPARARE UNA SETLIST, ORA CHE INIZIATE AD AVERE DIVERSI ALBUM NEL REPERTORIO?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Non siamo mai stati il tipo di gruppo che suona live per promuovere il proprio nuovo album il più possibile. Come dicevo, ogni nostro show è un piccolo evento e teniamo al fatto che ogni capitolo della discografia venga rappresentato. Credo che suoneremo due o tre canzoni da ogni album”.

CHE COS’È IL DEATH METAL PER I BLOODBATH?
Anders “Blakkheim” Nyström: “Per me è la musica più estrema mai concepita. È la sintesi di tutto ciò che è violento e disturbante. Negli anni il death metal è stato ‘addomesticato’ e accettato dalla massa, anche perchè spesso la base è stata contaminata da influenze esterne, ma con questo album siamo riusciti a renderlo nuovamente pericoloso. Non a caso, stiamo riuscendo ad alienare persino parte dei nostri stessi fan. Siamo tornati alle origini su tutti i fronti, siamo tornati a quando il death metal turbava l’ascoltatore medio”.

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