INIZIAMO CON IL RIENTRO DI KARL WILLETS NEI BOLT THROWER. L’ANNO SCORSO IL VOSTRO CANTANTE DAVE INGRAM AVEVA LASCIATO LA BAND PER PROBLEMI DI SALUTE E LA PRIMA COSA CHE AVETE FATTO E’ STATA CHIEDERE A KARL DI RIUNIRSI ALLA BAND, PER LA TERZA VOLTA NELLA STORIA DEI BOLT THROWER! PERCHE’ GLI AVETE CHIESTO DI TORNARE? E COME CI SI SENTE A FAR PARTE DI NUOVO DELLA VECCHIA LINEUP? AVETE MAI PENSATO DI CERCARE UN ALTRO CANTANTE AL POSTO DI KARL?
Gavin: “Inizialmente, quando Dave se ne era appena andato, abbiamo pensato a varie opzioni: potevamo chiedere a qualcuno di un altro gruppo di diventare il frontman della band, potevamo dare una possibilità a un perfetto sconosciuto o potevamo chiedere a Karl di tornare tra noi. Ma è presto diventato evidente che Karl era l’unica opzione che poteva davvero fare al caso nostro. Penso che sia stata la scelta più ovvia quella di chiedergli di tornare: ha registrato sei album con noi… il suo curriculum non era quindi niente male (ride, ndR)! All’inizio gli abbiamo solamente chiesto se gli andava di registrare le voci per l’album… ed è stato fantastico quando lui ci ha risposto che non aveva problemi a tornare ad essere il frontman dei Bolt Thrower! La prima sessione di prove con lui è andata benissimo, sembrava di essere tornati ai vecchi tempi. Ora tutto continua ad andare per il meglio, è come se non se ne fosse mai andato”.
PER QUALE MOTIVO KARL LASCIO’ LA BAND PER LA PRIMA VOLTA NEL LONTANO 1994?
Gavin: “Karl si era stancato della scena metal, non aveva più stimoli. Non gli andava più di andare in tour, di venire alle prove, di comporre musica e scrivere testi. Voleva dedicarsi ad altro, lasciare un po’ perdere la musica, e questo è ciò che ha fatto sino a pochi mesi fa. E’ vero che incise le parti vocali di ‘Mercenary’, ma fu un favore… lo fece solo perchè all’epoca non avevamo un cantante”.
E’ VERO CHE AVETE RI-REGISTRATO COMPLETAMENTE “HONOUR VALOUR PRIDE” QUANDO KARL SI E’ RIUNITO A VOI?
Martin: “Sì, volevamo vedere come suonavamo quei brani con Karl dietro al microfono. E’ stata una mossa dettata dalla curiosità… molti ci stanno chiedendo se pubblicheremo questa nuova versione ma noi non ce la sentiamo affatto. Sarebbe come insultare Dave, lui è un grande e su quel disco fece un ottimo lavoro”.
CHE COSA AVETE FATTO DALLA PUBBLICAZIONE DI “HONOUR VALOUR PRIDE” AD OGGI?
Martin: “Sembra che il tempo voli nel mondo Bolt Thrower (ride, ndR)! Fondamentalmente, abbiamo trascorso la maggior parte degli ultimi anni a lavorare sul nuovo album. Abbiamo cominciato a scrivere la musica quasi due anni fa… c’erano letteralmente centinaia di riff pronti. Dovevamo registrare l’album l’anno scorso, ma quando è giunto il momento di entrare in studio nessuno di noi pensava che il materiale fosse abbastanza buono. Inoltre, poco dopo, Dave se ne è andato, cosicché abbiamo deciso di prenderci una pausa e di riflettere sul da farsi. Quindi, una volta arrivato Karl, ci siamo rituffati nel songwriting con grande entusiasmo e ci siamo fermati solo quando siamo stati tutti soddisfatti al 100% del risultato finale. Ci dispiace che i fan abbiano dovuto aspettare così a lungo, ma siamo dell’idea che ne sia valsa la pena”.
AVETE REGISTRATO “THOSE ONCE LOYAL” IN UN LASSO DI TEMPO DI TRE MESI NEI SABLE ROSE STUDIOS DI ANDY FAULKNER A COVENTRY. NON AVEVATE MAI IMPIEGATO COSIì TANTO PER REGISTRARE UN DISCO. PERCHE’ INOLTRE AVETE SCELTO PROPRIO QUESTO STUDIO? E QUANTO HA INFLUITO ANDY SUL RISULTATO FINALE?
Gavin: “Sì, è vero, non eravamo mai stati così a lungo in studio prima d’ora. Per ‘HVP’ le cose non erano andate per il verso giusto, avevamo dovuto mixare il disco di fretta, così questa volta abbiamo deciso di prenotare lo studio per qualche settimana in più. Abbiamo scelto i Sable Rose principalmente perchè eravamo stufi di dover viaggiare per registrare un album e di dover spendere cifre esorbitanti per alloggiare fuori casa. I Sable Rose sono invece molto vicini a dove noi tutti abitiamo, Andy inoltre è un amico, sa quello che vogliamo e ha anche un orecchio molto buono per la musica heavy. Lavorare con lui – per giunta a due passi da casa – ci ha permesso di fare tutto con calma e di provare tante soluzioni nuove. L’esperienza acquisita in questi tre mesi ci sarà molto utile per il prossimo album”.
IL SOUND DEI BOLT THROWER NON E’ CAMBIATO MOLTO DAGLI ESORDI E, A QUESTO PUNTO, DIREI CHE POSSIAMO DIRE CHE ESSO NON CAMBIERA’ MAI…
Gavin: “Sì, suoniamo ancora in tutto e per tutto alla Bolt Thrower… e allora (ride, ndR)? Non abbiamo mai detto che un giorno avremmo cambiato stile e non abbiamo di certo l’intenzione di scusarci per questo. Penso che la sola ed unica differenza che intercorre tra l’ultimo album e quello nuovo è che i testi sono cantati da un cantante diverso! Scherzi a parte, trovo che la produzione di ‘Those Once Loyal’ sia la migliore della storia della band. Inoltre rispetto agli ultimi due dischi ci sono più assoli, i brani sono generalmente up-tempo e non c’è neanche una caduta di tono!”.
IL RIFF CHE APRE “THE KILLCHAIN” E’ LO STESSO CHE SI ODE ALL’INIZIO DI “POWDER BURNS”, “EMBERS” E ALTRI VECCHI PEZZI. PER QUALE MOTIVO CONTINUATE AD AUTO-CITARVI?
Martin: “Ci è sempre piaciuta l’idea di marchiare ogni nostro album, di dare un senso di continuità al nostro operato nel corso degli anni. Ciò non è sempre avvenuto, però quel riff è stato utilizzato in diversi nostri album. Fece la sua prima comparsa nella song intitolata ‘World Eater’, poi in ‘Cenotaph’, in ‘Embers’, in ‘Powder Burns’ e quindi in ‘The Killchain’. Il riff è bello, piace molto, quindi nessuno ha mai avuto nulla da ridire, anzi…”.
MI SEMBRA CHE I TESTI DEL NUOVO ALBUM SIANO COME SEMPRE INCENTRATI SULLA GUERRA… GIUSTO?
Martin: “sì, è esatto. I testi sono stati scritti principalmente da Karl, lui è un vero appassionato di storia e inoltre bisogna considerare che la guerra oggi non è affatto un lontano ricordo per l’umanità… basta accendere la tv per sentire parlare di essa, quindi è normale che continui a rappresentare una grossa fonte di ispirazione. L’album non è un concept, ma ci sono delle epoche o delle battaglie che hanno ispirato Karl più di altre. Ad esempio, la prima guerra mondiale”.
QUAL’E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO?
Martin: “Il titolo ‘Those Once Loyal’ è un tributo a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo disco e tutto ciò che i Bolt Thrower hanno fatto in carriera. Si tratta di un ringraziamento e di un saluto ai nostri fan, alla nostra crew, alle nostre famiglie, a John Peel – che ci ospitò nel suo programma radio – ai ragazzi della Metal Blade, a tutti i promoter…”
COME STA VENENDO ACCOLTO IL DISCO?
Gavin: “Siamo davvero sorpresi dell’accoglienza ricevuta… sembra che tutta l’Europa sia impazzita per questo disco! Sapevamo di aver realizzato un buon album ma non ci aspettavamo un tale riscontro. A livello di critica, ‘Those Once Loyal’ è senza dubbio il nostro album di maggior successo dai tempi di ‘The IVth Crusade’”.
I BOLT THROWER SONO PRESENTI SULLE SCENE DA QUASI VENT’ANNI. CIO’ SIGNIFICA CHE CI SONO FAN DELLA BAND CHE NON ERANO NEMMENO NATI QUANDO AVETE PUBBLICATO IL VOSTRO PRIMO ALBUM, “IN BATTLE THERE IS NO LAW”, NEL 1988!
Gavin: “Tante grazie per avermi ricordato quanto sono vecchio (ride, ndR)! Neanche noi riusciamo a credere che siano trascorsi quasi vent’anni. E’ fantastico che il gruppo sia durato così a lungo e che ancora oggi abbia una bella reputazione. Molte band nate nel nostro stesso periodo non posso dire lo stesso! Quando abbiamo iniziato non avremmo mai pensato che saremmo arrivati sin qui, non abbiamo mai cercato di diventare delle rock star nè ci siamo mai preoccupati di vendere una certa quantità di dischi. Il nostro solo obiettivo era quello di suonare la musica che più ci piaceva finchè ne avevamo voglia. Che esista gente che la apprezza è già un vero e proprio sogno… l’aver raggiunto un tale traguardo è qualcosa di cui andare fieri”.
QUALI SONO STATI I MOMENTI PIU’ BELLI E QUELLI PIU’ BRUTTI DELLA CARRIERA DEI BOLT THROWER?
Gavin: “Ci sono stati moltissimi alti e bassi durante questi anni. La prima Peel Session fu straordinaria, ma ricordo ancora con immenso piacere il primo tour in Australia… incontrammo persone splendide e ogni data fu un successo. Di brutti ricordi ce ne sono a dozzine… show malriusciti, cambi di lineup, guai con la casa discografica o con i promoter. Ma probabilmente il ricordo peggiore è legato alla morte del nostro amico Spike, il conducente del nostro tour bus. Rimase ucciso in un incidente stradale nel corso di un vecchio tour”.
CHE COSA HA MANTENUTO IN VITA LA BAND IN QUESTI DUE DECENNI? C’E’ MAI STATO UN MOMENTO IN CUI AVETE PENSATO DI SCIOGLIERVI?
Gavin: “Sì, delle volte ci è capitato di pensare di mollare e di sciogliere il gruppo. Ma i Bolt Thrower hanno rappresentato e rappresentano una parte importantissima della nostra vita e sarebbe assai difficile rinunciare ad essa. Continuiamo ad amare la nostra musica, ci piace suonare live e realizzare nuovi album… dovrebbe accadere qualcosa di davvero molto serio per farci desistere”.
SEGUITE ANCORA LA SCENA METAL? C’E’ QUALCHE NUOVA BAND CHE APPREZZATE?
Martin: “Ascolto un po’ di tutto, ma posso dirti che il death metal o il metal non rientrano sempre tra i miei ascolti preferiti. Mi piacciono i Candlemass ma amo anche i Garbage… quando si tratta di ascoltare musica sono di mentalità aperta e lo stesso vale per tutti gli altri ragazzi”.
CHE COSA FANNO I BOLT THROWER NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? LA BAND E’ LA SOLA VOSTRA OCCUPAZIONE O AVETE ANCHE UN LAVORO?
Gavin: “Delle volte riusciamo a vivere con i profitti della band, altre volte no. Alcuni di noi hanno una famiglia da mantenere, dunque capita che siano costretti a cercarsi un lavoro per guadagnare qualcosa in più. Probabilmente riusciremmo a vivere solo con la musica, ma per fare questo dovremmo essere costantemente in tour e dovremmo pubblicare un album ogni anno. In tutta onestà non ci va di metterci in questa situazione, preferiamo suonare per puro piacere che per soldi”.
A PROPOSITO DI PREZZI… E’ VERO CHE I BIGLIETTI DEI VOSTRI CONCERTI VENGONO DA SEMPRE VENDUTI AD UN PREZZO POPOLARE?
Gavin: “Sì, è proprio così! E’ un retaggio delle nostre radici punk, noi non facciamo tutto ciò per soldi, ma perchè ci divertiamo, perchè è la nostra vita. Non ci piace che i promoter facciano pagare oro l’ingresso ad un nostro concerto per arricchirsi oltremodo. Proprio per evitare questo, siamo soliti fissare le date da soli e concordare il prezzo assieme agli organizzatori locali. Chi vorrà venire a vederci nel prossimo tour pagherà quindi al massimo dodici o tredici Euro. Prezzi bassi portano più persone… e più siamo, più ci si diverte!”.
E LO STESSO DISCORSO VALE PER IL MERCHANDISE…
Gavin: “Esatto, noi sappiamo bene quanto può costare far stampare qualche centinaio di magliette… non ha senso far pagare una t-shirt venti euro, questo vuol dire rapinare i fan! Il merchandise dei Bolt Thrower viene invece sempre venduto ad un prezzo onesto: noi ovviamente ci guadagniamo, ma senza esagerare”.
OK, E’ TUTTO, GRAZIE INFINITE PER L’INTERVISTA!
Martin: “Grazie a te! I Bolt Thrower suoneranno per la prima volta in Italia a gennaio, che tutti i nostri fan vengano a vederci, non se ne pentiranno! In A World Of Compromise, Some Don’t…”.