Trovarsi di fronte ad A.C. Wild e Andy “Bull” Panigada significa poter parlare con un pezzo importante della storia del metal tricolore. Abbiamo incontrato i Bulldozer nel backstage del Rock Hard Festival, dove i Nostri sono riusciti ad infiammare il pubblico presente con un’esibizione potente, rabbiosa e senza compromessi. Come sempre, A.C. e Andy si sono dimostrati persone di grande cordialità, pronte a rispondere alle domande poste con naturalezza ed onestà, senza mai offrire le tipiche risposte preconfezionate tanto per dare un contentino. In attesa del prossimo disco, i Bulldozer ci hanno dato qualche anticipazione che siamo sicuri aumenteranno il desiderio di ascoltare nuova musica, sempre estrema e dissacrante.
IL VOSTRO SHOW AL ROCK HARD FESTIVAL E’ STATO PARTICOLARE PERCHE’ PER LA PRIMA VOLTA IN SCALETTA AVETE MESSO BRANI MAI ESEGUITI COME “MISOGYNISTS” E “THE FINAL SEPARATION”. QUESTA SCELTA E’ STATA DETTATA DA QUALCHE MOTIVO PARTICOLARE?
A.C.: “Non abbiamo studiato nulla a tavolino, volevamo rendere questo show speciale e suonare per la prima volta brani che non hanno mai avuto spazi nei nostri concerti. I Bulldozer vantano cinque dischi in studio e abbastanza materiale da darci la possibilità di scegliere e variare le nostre scalette. Crediamo sia giusto proporre canzoni differenti, per dare ai nostri show un tocco di originalità in più”.
RECENTEMENTE AVETE SUONATO IN POLONIA, PAESE IN CUI VENNE REGISTRATO IL VOSTRO STORICO DISCO DAL VIVO “ALIVE…IN POLAND” NEL 1990. COME VI SIETE TROVATI A RITORNARCI DOPO TANTI ANNI?
A.C.: “La Polonia è cambiata molto in questi vent’anni, ci sono stati mutamenti politici e sociali. Purtroppo erano una popolazione povera, c’erano pochissimi concerti e per questo il pubblico era calorosissimo con le band che andavano da loro a suonare. Adesso le cose sono cambiate, pensa che quando siamo tornati in Polonia, in quei giorni suonavano almeno altre quattro o cinque band di grosso calibro. Fortunatamente siamo stati accolti comunque benissimo, i fan ci hanno supportato parecchio”.
SONO TRASCORSI TRE ANNI DAL VOSTRO ULTIMO DISCO IN STUDIO. STATE LAVORANDO A DEL NUOVO MATERIALE?
A.C.: “Andy ha già iniziato a scrivere del nuovo materiale. A breve ci troveremo per valutare insieme le idee che sono venute fuori, la nostra intenzione è scrivere materiale rabbioso ed estremo, ma allo stesso tempo di fare un ulteriore passo avanti. Non ci piace ripeterci, vogliamo proporre sempre qualcosa di nuovo, mantenendo intatto il sound e lo spirito dei Bulldozer! In ogni nostro disco c’è sempre qualche elemento fresco, ad esempio in ‘The Final Separation’ abbiamo provato un particolare tempo di batteria, in ‘IX’ abbiamo estremizzato il thrash e su ‘Neurodeliri’ abbiamo sperimentato a livello di suoni, con un grande lavoro di ricerca. Prendi ad esempio il nostro ultimo disco, abbiamo ospitato la chitarrista Jennifer Batten, che ha proposto soluzioni di chitarra innovative, diverse. Cercheremo sempre di dare qualcosa in più”.
PENSATE DI OSPITARE QUALCHE MUSICISTA FAMOSO SUL VOSTRO PROSSIMO DISCO?
A.C.: “Posso anticiparti che probabilmente un ospite ci sarà, ma per ora non voglio fare nomi. Ti dico che questo musicista ha a che fare con la storia e che da sempre è una nostra fonte di ispirazione. Se in precedenza abbiamo ospitato musicisti provenienti da altri generi, questa volta si tratterà di un’icona dell’heavy metal”.
ANDY, COME TI SEI TROVATO A LAVORARE CON ILLUSTRI COLLEGHI COME JENNIFER BATTEN E KIKO LOUREIRO?
Andy: “Kiko ha fatto un lavoro incredibile, ci siamo sentiti solo via mail, ma il materiale che ha preparato era perfetto sin dall’inizio. Quando Jennifer è venuta in sala d’incisione io le ho proposto alcune mie idee, sullo stile degli Slayer, mentre lei non era convinta in quanto si trattava di un genere diverso dal suo. Alla fine le ho dato carta bianca, lei ha mantenuto il suo tocco ed ha svolto un ottimo lavoro. Il suo operato è stato molto particolare, può piacere o meno, ma è molto personale”.
A.C.: “A me Jennifer è piaciuta molto su disco proprio per le sue idee originali. Ti racconto un aneddoto, ho fatto ascoltare ‘Unexpected Fate’ a Dave Lombardo degli Slayer. Era su un aereo privato insieme a tutta la band ed hanno ascoltato il disco, pensa che sono rimasti colpiti proprio da Jennifer e dai suoi assoli. Grazie al nostro disco, gli Slayer si sono incuriositi ed hanno voluto conoscere Jennifer, per cui li ho messi in contatto. Questo per dirti che, indipendentemente dal genere, le buone idee vengono sempre apprezzate”.
TRENT’ANNI DI CARRIERA E SIETE ANCORA QUI. SI PUO’ DIRE LO STESSO DELLA VOSTRA INCAZZATURA?
“Probabilmente oggi siamo ancora più incazzati rispetto a tanti anni fa. Se il mondo era una merda allora, oggi lo è ancora di più, c’è ben poco da stare rilassati. E il prossimo disco sarà ancora più violento”.
UNA VOSTRA CARATTERISTICA SONO I TESTI, A VOLTE DISSACRANTI, MA LETTI IN CHIAVE NON NEGATIVA, QUASI IRONICA, PRENDIAMO AD ESEMPIO “MINKIONS”.
“Il nostro genere ha sempre contenuto influenze di black e thrash, ma spesso abbiamo proposto testi volutamente ironici. Questo, a mio parere, è un altro elemento che ci contraddistingue all’interno della scena”.
IL TUO LAVORO DI EDITORE MUSICALE TI IMPONE DI GUARDARE ALLE TENDENZE DEL MERCATO PER LA VENDITA. CON I BULLDOZER QUANTO CONTA QUESTO FATTORE?
A.C.: “L’editore lo faccio come lavoro, proprio come un’altra persona può stare in ufficio. Con i Bulldozer si tratta solo di passione, facciamo soltanto ciò che ci piace. Mi spiego meglio, io possiedo anche un’etichetta musicale, ma i Bulldozer sono usciti per Scarlet Records. In questa veste vogliamo lavorare soltanto come artisti, non come imprenditori, perché il nostro scopo è dare il massimo dal punto di vista prettamente artistico. Del successo non ce ne frega nulla, tanto che i primi introiti dell’ultimo disco li abbiamo devoluti in beneficenza”.
A.C., RECENTEMENTE SEI APPARSO INSIEME A STEVE SYLVESTER SULLA COPERTINA DEL LIBRO “SUB TERRA”. COME HAI TROVATO QUESTO LAVORO?
A.C.: “Ho trovato interessante che qualcuno abbia voluto scrivere un libro di questo tipo. Molte fonti sono state chieste proprio a noi, per cui riteniamo ‘Sub Terra’ un racconto molto attendibile. L’idea di raccontare la storia di un certo tipo di musica è davvero ben accetta. Per quanto riguarda la copertina, non penso sia importante la mia faccia, ma il succo del racconto. Ai tempi i Death SS si sono posti come band innovativa, proponendo molti elementi di novità, così come noi siamo riusciti ad ispirare alcune band famose come Vader o Behemoth, che hanno spesso dichiarato di essere fan dei Bulldozer”.
COME RICORDAVI, I BULLDOZER SONO STATI FONTE D’ISPIRAZIONE PER MOLTE BAND. CREDI PERO’ CHE AVRESTE POTUTO OTTENERE DI PIU’ IN TERMINI DI SUCCESSO?
A.C.: “Ti dò una risposta che abbiamo già scritto: we are fuckin’ Italian’. Ci sono alcune belle eccezioni fortunatamente, come Lacuna Coil e Rhapsody Of Fire. Penso a Fabio Lione come un grande cantante chiave del successo di band come Rhapsody, primi Labyrinth e Vision Divine. Come ti dicevo, la figura di Fabio Lione è stata ed è tutt’ora una colonna portante del successo delle nostre band. Lui è un cantante di impostazione lirica, tipicamente italiano e dal timbro unico, queste caratteristiche piacciono molto all’estero. Uno straniero si immagina il musicista italiano che canta col cuore in mano! Posso dirti che, a parte l’amicizia che ci lega, Fabio è un artista che stimo molto per quello che è riuscito a fare in una scena molto difficile. Per quanto riguarda i Lacuna Coil, ricordo di averli visti a fine anni Novanta di supporto ai Grip Inc. Ai tempi non mi piacquero particolarmente, però va detto che loro proponevano un’idea nuova per i tempi. Penso al doppio cantato maschile/femminile e ad altre intuizioni che catturarono l’interesse del chitarrista dei Grip Inc. e che decise di produrli. Poi il deal con Century Media ha permesso alla band di fare il salto di qualità. I Lacuna Coil hanno anticipato gli Evanescence per certi versi, sono riusciti a proporre musica innovativa, quindi tanto di cappello!”.
SIAMO AI SALUTI FINALI…
“Un saluto ai vostri lettori e godetevi il concerto (che, come già scritto nel nostro report, si rivelerà devastante, ndR)!”.