Kerrang! Awards, Download Festival, Rock Star Taste Of Chaos, tonnellate di copertine di magazine di tutto il mondo, senza contare il debutto altissimo del secondo album “Scream Aim Fire” nelle classifiche di mezzo globo. Un 2008 lastricato di successi quello dei Bullet For My Valentine, che allo stesso tempo rimangono sempre nel mirino dei puristi accusati di essere una band per teenager, montati dalla major di turno e a volte anche scippatori di riff altrui. Nel nostro piccolo è un dato di fatto che la data milanese del gruppo, anche se coincidente con una partita decisiva della nazionale italiana, è stata un piccolo successo. Ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda al batterista della band, Michael “Moose” Thomas…
“Un’aspettativa elevata ma sopportabile, ci siamo riposati decisamente poco dal ciclo di tour relativo a ‘The Poison’, e appena finito di registrare siamo partiti con quello di ‘Scream Aim Fire’. Ora abbiamo già programmato almeno sei mesi di date quindi… non abbiamo il tempo di sederci sugli allori!”.
COME AVETE ACCOLTO LA NOTIZIA CHE L’ALBUM HA DEBUTTATO AL NUMERO 4 DELLE CLASSIFICHE AMERICANE?
“Abbiamo ricevuto una chiamata dal nostro manager… un’esperienza davvero scioccante ma che ci farebbe piacere ripetere (ride, ndR). Continuavamo a ripeterci ‘mio Dio, siamo al numero quattro’, ci è voluto del tempo per comprendere che non si trattava di un sogno”.
IN CHE MODO PENSI CHE I BULLET FOR MY VALENTINE SIANO MIGLIORATI, COME BAND, DAL PASSATO RECENTE?
“Quel che è sicuro è che siamo più affiatati, inoltre siamo maturati come musicisti grazie alle importanti esperienze dal vivo che abbiamo accumulato. Il fatto determinante è la volontà di ciascun membro dei Bullet For My Valentine di spingersi oltre, di spostare il proprio limite costantemente più in là a livello musicale, umano, di professionalità”.
PER ‘SCREAM AIM FIRE’ AVETE PENSATO AD UN OSPITE ABBASTANZA SINGOLARE, IN QUANTO LONTANO DAL VOSTRO GENERE. COME SIETE ARRIVATI A COLLABORARE CON BENJI DEGLI SKINDRED (GRUPPO RAGGAE/DUB/METAL)?
“Conosciamo da tempo i ragazzi del gruppo in quanto provengono dal Galles e abbiamo diviso il tour bus già diverse volte. Molto semplicemente ci siamo trovati a dividere degli studi di registrazione, mentre eravamo entrambi impegnati con la stesura dei nostri rispettivi album, e ci è sembrato interessante proporre a Benji un’ospitata su una delle nostre canzoni. Lui, da persona estremamente propositiva, si è concesso immediatamente e il risultato, su ‘Take It Out Of Me’, è una delle canzoni migliori e più rappresentative dell’album a mio parere”.
GRAZIE AL VOSTRO SUCCESSO, QUASI IMMEDIATO, AVETE AVUTO LA POSSIBILTA’ DI ANDARE IN TOUR CON NOMI DAVVERO IMPORTANTI: AVETE INCONTRATO MOLTA INVIDIA NEI VOSTRI CONFRONTI DA PARTE DEI VOSTRI COLLEGHI DI ALTRE BAND?
“Probabilmente c’è molta invidia intorno ai Bullet, ma è molto improbabile che qualcuno lo venga a confessare direttamente quindi, ad oggi, non abbiamo dovuto affrontare nessuna situazione spiacevole. Tutta questa negatività in ogni caso non fa che darci maggiore energia, e spingerci a dimostrare di meritare tutto quello che abbiamo ottenuto”.
PENSI CHE QUESTA SITUAZIONE VI POSSA FAR SENTIRE AFFINI A GRUPPI COME AVENGED SEVENFOLD O TRIVIUM, CHE HANNO SEGUITO PIU’ O MENO LO STESSO PERCORSO?
“Penso di sì. Torniamo proprio ora da un lungo tour negli Stati Uniti proprio con gli Avenged Sevenfold (il Rockstar Taste Of Chaos), ragazzi con cui abbiamo da subito provato una forte simpatia e coi quali abbiamo condiviso delle belle esperienze. Ti ripeto, le critiche non possono fare altro che spronarci”.
VI PONETE IN QUESTA OTTICA ANCHE QUANDO LE CRITICHE ARRIVANO DALLA STAMPA SPECIALIZZATA?
“Sono solito leggere attentamente qualunque recensione mi capita sottomano, e tento di cogliere qualsiasi tipo di critica costruttiva. Fortunatamente devo ammettere che la maggior parte dei pareri sono positivi, ma è sempre bene considerare che ogni articolo, recensione o commento è sempre frutto di un’opinione personale. Se dovessi prendermela leggendo Blabbermouth, per esempio, non ne uscirei vivo… penso che i BFMV non abbiano nemmeno un singolo ammiratore su quel sito!!! (ride, ndR)”.
PENSI CHE I BULLET FOR MY VALENTINE POSSANO APRIRE LA STRADA PER QUALCHE MERITEVOLE GRUPPO PROVENIENTE DAL GALLES?
“Lo spero vivamente. Anche se tutti pensano che il successo sia arrivato brevemente per noi è bene specificare che siamo rimasti a sguazzare nell’underground gallese per quasi dieci anni (quasi tutti i componenti della band hanno fatto parte del combo nu-metal Jeff Killed John, che iniziò ad esibirsi proprio nel 1998, ndR). Se ce l’abbiamo fatta noi o i Lost Prophets possono farcela anche i giovani gruppi della nostra zona”.
COSA RICORDI DEL VOSTRO PASSATO COME JEFF KILLED JOHN?
“Un sacco di duro lavoro. Viaggi interminabili schiacciati in un van con gli strumenti. Locali pessimi, acustiche peggiori e audience difficili. Sono stati periodi duri, ma non saremmo qui senza quella esperienza”.
SAPPIAMO CHE MATT TRUCK HA AVUTO MOLTI PROBLEMI FISICI, TRA I QUALI NOIE ALLE CORDI VOCALI E PICCOLI ESAURIMENTI. E’ UNA PERSONA CHE HA SEMPRE SOFFERTO DI QUESTI PROBLEMI O PENSI SIA DOVUTO ALLO STRESS DA TOUR?
“E’ successo alla fine del ciclo di tour di ‘The Poison’, e per quella infezione alle tonsille abbiamo dovuto necessariamente fermarci e rinunciare ad aprire per le date estive dei Metallica. E’ stato un brutto colpo, ma dopo l’operazione e la successiva riabilitazione le corde vocali di Matt non hanno avuto più alcun problema. Certo si sono resi necessari alcuni accorgimenti, lui canta in maniera differente Jay gli da una mano con le parti in screaming, ma paradossalmente la band ci ha guadagnato in dinamica e Matt è migliorato notevolmente come cantante”.
CHE CI DICI DI COLORO CHE VI ACCUSANO DI AVER SCIPPATO IL RIFF PRINCIPALE DI ‘EVIL SPELL’ DEI PRIMAL FEAR PER COSTRUIRE IL VOSTRO PRIMO SINGOLO ‘SCREAM AIM FIRE’?
“(Mani nei capelli, ndR) Che dire… Io, Matt, Mike e Jay siamo tutti fan della band, i Primal Fear fanno parte, tra gli altri, delle nostre influenze. Meglio sia successo con loro piuttosto che con delle band più scarse! In ogni caso, se vogliamo fare un’analisi completa, lo stesso discorso si può fare per almeno una canzone di ogni band del pianeta quindi… chissenefrega”.
SIETE APPENA USCITI DALL’ESPERIENZA DEL DOWNLOAD FESTIVAL: LA TUA IMPRESSIONE?
“Odio suonare ai festival! Non c’è tempo di far nulla, si viene sbattuti in un van diritti sul palco e si suona un set ridotto senza nemmeno un soundcheck adeguato. E’ stata un’esperienza caotica, non siamo nemmeno riusciti a goderci qualche party nel backstage”.
QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI FUTURI?
“Suonare il più possibile, e crescere il più possibile”.