BYZANTINE – I pro-nipoti dei Meshuggah

Pubblicato il 07/08/2004 da


Uno dei gruppi debuttanti più interessanti propostici da questo ricco 2004 metallico sono gli statunitensi Byzantine, autori di un sound debitore del metal moderno (attenzione, non nu-metal!), quello più tecnico e cadenzato, abbracciante sonorità che vanno dal post-core dei Candiria al death metal dei Meshuggah, senza mai dimenticare però i vecchi eroi ottantiani del metal estremo di allora, ovvero i vari thrash-god che tutti conosciamo. Interessati a sapere qualcosa di più sulla nascita e l’evoluzione di questa promessa d’Oltreoceano, ci siamo permessi di contattare in merito il combo, il quale, nella persona del drummer Matt Wolfe, ha così risposto alle nostre questioni…


ALLORA, MATT, INAUGURIAMO LA SERIE DI DOMANDE CON LA CLASSICA RICHIESTA DI RIASSUMERE IN BREVE LA VOSTRA STORIA…
“Certamente! Ringraziando il tuo portale per l’opportunità che ci sta dando, ti posso dire che i Byzantine esistono da ormai quattro anni. Prima di unire le forze, tutti noi militavamo in altre band della West Virginia (lo Stato da cui proveniamo); poi, il Destino ha voluto che, pur vivendo in un luogo abbastanza riservato, chiuso e conservatore, quattro ragazzi con interessi musicali comuni si siano conosciuti ed abbiano scoperto di avere l’alchimia giusta per riuscire a creare dell’ottima musica…e riproporla fedelmente anche dal vivo, chiaro! Ecco, credo che il punto focale su cui ruota tutto il meccanismo Byzantine sia proprio l’aver trovato fra di noi un’eccellente chimica di base”.

COME MAI AVETE DECISO DI CHIAMARVI BYZANTINE? E’ UN MONICKER PIUTTOSTO INUSUALE PER UN GRUPPO METAL…
“In effetti, sì…è un po’ strano. Per quanto ne so, OJ (Chris Ojeda, cantante/chitarrista, nda) ha scelto quel nome poco prima che io entrassi a far parte del gruppo. Credo lui stesse cercando qualche parola originale nel dizionario e si imbatté in ‘byzantine’: oltre a suonargli bene all’orecchio, le definizioni presenti per questa parola lo convinsero della scelta, in quanto rappresentano ottimamente il sound e l’attitudine della band: a parte l’ovvio riferimento all’Impero Bizantino, essa dovrebbe significare ‘portato a termine in modo crudele o illegale’ oppure, come aggettivo, ‘complesso, elaborato’ o qualcosa del genere”. (In realtà, “bizantino” è semplicemente un aggettivo usato per indicare un ragionamento pedante, cavilloso e tergiversante su inutili particolari, nda).

E VENIAMO QUINDI AL VOSTRO DEBUT-ALBUM, “THE FUNDAMENTAL COMPONENT”…CON QUALI PAROLE LO DESCRIVERESTI?
“Penso che il disco derivi direttamente da quelle che sono le nostre radici musicali ed influenze primarie. Con questo, non voglio dire che abbiamo scopiazzato a destra e a manca…semplicemente, abbiamo unito le nostre capacità e il nostro background, in modo molto spontaneo ed onesto, per creare qualcosa che ci rispecchiasse in pieno. Inoltre, rispetto alle primissime jam session, abbiamo sviluppato parecchio l’aspetto melodico del nostro songwriting. Abbiamo definito la nostra musica con una simpatica metafora animale: un facocero che va a caccia di farfalle; dove il facocero sono i riff brutali e cadenzati e le farfalle le parti melodiche…”.

RIMANENDO IN TEMA DI SOUND, QUALI CARATTERISTICHE SONORE VI CONTRADDISTINGUONO? E QUALE PARTE DI ESSE RITIENI LA PIU’ IMPORTANTE?
“Allora, ritengo che l’ingrediente più importante che la nostra musica debba avere sia un groove massiccio. Credo che i Byzantine siano particolarmente portati alla composizione di riff in tempo dispari, da rendere poi molto groovy, in modo che la gente ai concerti possa pogare, fare headbanging, così come tenere il tempo, o anche battere il piede, ognuno con un ritmo diverso in testa (ride, nda). Infine, ti posso dire che, senza dubbio, la melodia, il contrasto e la diversità presenti in ogni canzone giocano un ruolo preponderante nel modellare il nostro sound”.

IN CHE MODO SIETE SOLITI COMPORRE UNA CANZONE?
“In passato, purtroppo, eravamo costretti a suonare le singole parti separatamente, inviando i demo a tutti gli altri, affinché ognuno aggiungesse le proprie idee…e si andava avanti così finché la song non ci soddisfaceva del tutto; un procedimento estremamente laborioso, come potrai immaginare. Ancora oggi tendiamo ad usare questo metodo, soprattutto nei periodi di riposo, in cui siamo a casa nostra, in posti diversi, e possiamo venir colti dall’ispirazione in qualsiasi momento. Però, abbiamo deciso di eliminare pian piano questa soluzione, in quanto ci siamo accorti che jammare e provare in studio, durante le registrazioni, è molto più redditizio, oltre che ovviamente divertente”.

DOMANDA DI RITO: QUALI SONO LE VOSTRE MAGGIORI INFLUENZE? E LE TUE IN PARTICOLARE, MATT?
“Be’, abbiamo parecchie influenze in comune, quindi ti dirò le mie ed il gioco è fatto: di base, adoro diversi tipi di metal, ma le mie band preferite sono le formazioni thrash più datate, quali Forbidden, Overkill, Testament ed Exodus. Ti cito poi gli Iron Maiden, perché comunque sono forse la band più apprezzata dai Byzantine tutti. Qualche gruppo più recente: Opeth, Lamb Of God, Children Of Bodom e tanti altri. Personalmente, poi, sono un grandissimo fan della scena prog, jazz e fusion”.

PARLIAMO DI UNA CANZONE CHE MI HA COLPITO IN PARTICOLARE: “BRUNDLEFLY”, ISPIRATA AL FILM “LA MOSCA”. COME AVETE SCELTO TALE ARGOMENTO?
“Solitamente è OJ che si occupa delle lyrics: è un grandissimo appassionato di film horror e di fantascienza, per cui ebbe l’idea di scrivere un testo proprio su quel film. Scrisse le parole, ce le fece leggere, ci piacquero molto e decidemmo che poteva andar bene. ‘La Mosca’, inoltre, è un film che piace a tutti noi, quindi siamo stati d’accordo fin dal primo momento. Poi, fui io ad occuparmi della musica di ‘Brundlefly’, esclusi gli assoli e qualche ritocco in fase d’arrangiamento”.

PARLANDO IN GENERALE, MI SEMBRA CHE I TESTI ABBIANO NOTEVOLE IMPORTANZA PER I BYZANTINE. CHE MI DICI A RIGUARDO?
“Come ti ho detto sopra, OJ scrive il 99% delle lyrics. La maggior parte delle song ha un doppio significato e le parole usate sono scelte con cura, in modo da rendere chiaro, ma mai in maniera troppo evidente, il senso del testo. Ti posso fare l’esempio di ‘Sin Remover’: il primo significato della canzone è quello intuibile direttamente dalla lettura del testo, ovvero una condanna verso il ‘mountain top removal’, un metodo di estrazione del carbone, usato di frequente qui in West Virginia, che distrugge l’ambiente…ma se si leggono le lyrics sotto un’ottica religiosa, allora scoprirai tutto un altro significato”.

HO APPREZZATO MOLTO LA COVER DI “THE FUNDAMENTAL COMPONENT”: COSA RAPPRESENTA? E IL TITOLO COME L’AVETE SCELTO?
“La cover è interpretabile in diversi modi: a me piace considerare quella creatura senza viso imprigionata da tutti gli elementi che la circondano. Suppongo sia un modo scientifico con il quale rappresentare sia il mondo, sia l’individuo, entrambi cresciuti a dismisura, tanto da non poter essere più contenuti nei confini…e quindi senza via d’uscita. Il titolo è stato preso dalla song ‘Slipping On Noise’, ma io mi diverto a pensare che questo CD possa diventare ‘il componente fondamentale’ della collezione di ogni metallaro (ride, nda)”.

COME HAI GIA’ DETTO TU, VOI VENITE DALLA WEST VIRGINIA? CI FARESTI UN QUADRO DELLA SITUAZIONE METAL DALLE VOSTRE PARTI?
“Guarda, il fatto di essere nativi della West Virginia, uno stato ancorato alle vecchie tradizioni e piuttosto rurale, ha reso certamente più difficoltoso il nostro cammino, sia quando si è trattato di cercare una record label, sia quando è giunto il momento di iniziare a far circolare il nostro nome. Band famosissime nostre conterranee non ce ne sono, ma qualche buon gruppo, di cui magari avrai sentito parlare, sì…quelli che mi sovvengono alla mente ora sono i Clutch, i Wrathchild America, i Chum e i Karma To Burn”.

CREDI CHE LA VOSTRA PROPOSTA SIA PIU’ ADATTA AD UN PUBBLICO AMERICANO OPPURE A QUELLO EUROPEO?
“Non lo so proprio, in verità…posso solo sperare che ogni tipologia di metallaro presente sulla Terra possa o voglia ascoltare e supportare una band che vive, mangia, respira e sogna metal in ogni momento della sua esistenza! Non siamo ancora mai venuti a suonare in Europa, ma ti assicuro che non vedo l’ora!”.

ALTRA DOMANDA DI RITO: FESTIVAL O TOUR IN PROGRAMMA?
“Certo! Abbiamo appena suonato all’ottimo New England Metal And Hardcore Fest e stiamo per imbarcarci in un tour da headliner che ci porterà in giro per gli Stati Uniti per i mesi di luglio ed agosto”.

BENE, MATT…TI RINGRAZIO MOLTO! SIAMO ALLA FINE…TI SALUTO E TI LASCIO VOCE…
“E io saluto e ringrazio molto te e il tuo portale! Speriamo davvero di venire da voi presto! Nel frattempo…stay metal!!”.

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