In seguito all’ascolto di “The Shadows’ Madame”, notevole album di debutto dei nostrani Cadaveria, non potevo certo esimermi dallo scambiare quattro chiacchiere via mail con la band. Alle mie domande ha risposto un disponibilissimo Flegias (aka Marcelo Santos), batterista dei nostri e gia’ all’opera con Opera IX e Necrodeath, che, in modo molto esauriente, ha fatto luce sulle vicende legate allo split con la sua vecchia band e su tutto cio’ che riguarda la sua nuova avventura.
COSA HA PORTATO TE E CADAVERIA A LASCIARE GLI OPERA IX?
“In un primo momento sono stato soltanto io ad abbandonare il gruppo. Era un periodo che non frequentavo molto gli altri ragazzi a causa dei miei numerosi impegni, anche se, ci tengo a sottolinearlo, non ho mai mancato ad una prova o ad un appuntamento importante che riguardasse la band. In questo periodo dicevo, si sono ritrovati spesso a sfogarsi tra di loro circa l’egemonia che esercitavo all’interno della band, di quanto poco fossi cordiale nei loro confronti e cazzate simili… La verità è che si erano trovati da tempo un altro batterista più incline al loro stile di vita, meno scomodo di un Flegias abituato a far pesare le proprie idee e a dire sempre le cose come stanno… Non ritrovando più in quelle persone gli amici di un tempo, ho fatto armi e bagagli e me ne sono andato. Purtroppo per loro, non sono stato l’unico a pensarla così e da lì a poco anche Cadaveria ha optato per la mia stessa scelta.”
COSA TI HANNO LASCIATO GLI ANNI TRASCORSI NEGLI OPERA IX?
“Un bel ricordo tutto sommato… di esperienze ne abbiamo fatte tante, ma con il senno di poi, guardandomi indietro, vedo soltanto un grande vuoto. Grazie anche a questo riesco a vedere il presente e il futuro con occhio disincantato e attento a non ricadere in brutte esperienze già vissute.”
COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON GLI ALTRI MEMBRI DELLA BAND?
“Killer Bob è stata la prima persona a cui abbiamo pensato. Conoscendolo bene (attraverso i Necrodeath) sapevo che di lui mi sarei potuto fidare, sia dal punto di vista umano che da quello tecnico. A posteriori sono entusiasta di questa scelta, lui si è fatto carico anche della produzione dell’album, e il risultato è ottimo. Poi è stata la volta di Frank Booth. Anche lui è una vecchia conoscenza, aveva già collaborato con la nostra precedente band tempo fa… Un altro centro! Sapevo di aver a che fare con un professionista della sei… ehm.. della sette corde, l’unico problema avrebbe potuto essere la sua disponibilità, ma alla fine anche lui ha saputo darci tutta la fiducia di cui questo gruppo necessitava. In un primo momento volevamo escludere l’uso delle tastiere, ma poi abbiamo optato per il loro utilizzo, al fine di creare un tappeto che enfatizzasse meglio certe parti. E allora è entrato in gioco anche Baron Harkonnen, un amico di vecchia data di Killer Bob, che non ha avuto nessuna difficoltà ad amalgamarsi allo spirito che anima i CADAVERIA.”
PUOI PARLARMI DEL PROCESSO COMPOSITIVO PER IL VOSTRO DEBUT ALBUM?
“Tutte le composizioni e tutti i testi sono nati dalla fervida mente di Cadaveria, dapprima “annotate” su di un registratore portatile, in seguito proposte al resto della band in sala prove. Qui ognuno è stato libero di apportare le proprie modifiche e di proporre le proprie idee, coinvolgendo tutti gli altri. Alla fine ci siamo trovati in studio di registrazione, dove i brani hanno preso la forma definitiva, che oggi puoi ascoltare in “The Shadows’ Madame”.”
DOVE AVETE REGISTRATO IL DISCO?
“In Italia, ai Capt. Woofer Studios, che poi sarebbero gli studi di Frank Booth. Questo ci ha permesso di lavorare in tutta tranquillità di fare e disfare finché il risultato non ci convinceva pienamente, senza lo stress di dover guardare sempre l’orologio…”
COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LA SCARLET?
“Con Scarlet eravamo già in contatto da tempo, l’interesse reciproco era cosa risaputa, ma soltanto con questo nuovo album si è raggiunto l’entusiasmo necessario per poter lavorare insieme.”
VI SONO PERVENUTE ALTRE OFFERTE DA ALTRE ETICHETTE? PERCHE’ AVETE SCELTO LA SCARLET?
“Ovviamente abbiamo avuto altre offerte, non molte a dirti la verità, questo perché non volevamo spedire promo in giro senza essere sicuri che dall’altra parte ci fosse un reale interesse. Abbiamo scelto Scarlet innanzitutto perché conosco bene lo staff grazie al contratto che mi lega a loro con Necrodeath, e questo mi rassicura dal punto di vista umano. Secondo, ma non meno importante, perché sono rimasti entusiasti del prodotto e sono decisi a dargli tutto il supporto che merita.”
COME PROCEDONO LE COSE CON LORO?
“Siamo agli inizi… diamo loro il tempo di lavorare. Comunque, se il buongiorno si vede dal mattino, non dovremmo scornarci più di tanto, eh eh.”
AVETE IN PROGRAMMA UN TOUR E/O DATE DAL VIVO?
“Si, abbiamo già definito uno show-case al Transilvania di Milano il 15 aprile, poi suoneremo co-head liner con i Novembre ad un festival a Roma il 9 maggio, e altre date italiane sono in via di definizione. Notizia di questi giorni, siamo stati contattati per un open-air in Belgio per questa estate, ma è un po’ prestino per parlarne.”
QUANTO E’ IMPORTANTE L’IMMAGINE PER I CADAVERIA?
“Per me conta molto, anche perché sono abituato a lavorare con l’immagine. Un gruppo deve poter esprimere ciò che vuole comunicare non solo attraverso la musica ma anche attraverso l’arte visiva. Si tratta di un primo approccio, una persona che non ti conosce e che entra in un negozio di dischi, grazie per esempio all’immagine della copertina riceve già delle informazioni sul messaggio musicale del gruppo. E’ chiaro che se poi oltre all’immagine non c’è la sostanza, tutto il discorso cade nel vuoto.”
PERCHE’ LA SCELTA DI UTILIZZARE IL NOME DI CADAVERIA COME MONICKER?
“Perché è un nome conosciuto che lascia immediatamente intendere chi c’è all’interno della band. Quando andammo a suonare in Messico con gli Opera IX la folla più che acclamare il nome della band urlava a gran voce il nome di Cadaveria, un fatto questo che dimostra che, almeno all’estero, erano più popolari la sua figura e la sua voce che non il resto del gruppo. Adottare il nome Cadaveria per la band è un modo per ricordare che il gruppo ha una sua identità autonoma e definita ed è anche un modo per rendere omaggio a colei che più di tutti ha contribuito alla nascita di questa incarnazione musicale.”
C’E’ UN BRANO CHE RITIENI IL PIU’ RAPPRESENTATIVO O A CUI SEI PIU’ LEGATO?
“Ce ne sono due: ‘In Memory of Shadows’ Madame’ perché è il primo brano che abbiamo composto e da cui deriva il titolo dell’album, e ‘Spell’ perché è un brano complesso e molto vario, e per questo rispecchia un po’ tutto il CD.”
DI COSA PARLANO I TESTI?
“I testi sono stati scritti da Cadaveria e trattano argomenti molto personali. Sono sue meditazioni sulle tematiche che più le interessano: l’oscurità, la vita, la morte, le energie che sono attorno a noi e che ci attraversano. Non entro nel merito di ogni singolo testo perché rischierei di dare interpretazioni che magari si allontanano da ciò che lei intendeva originariamente esprimere, dico solo che si tratta di riflessioni di stampo filosofico scritte con grande passione e cura formale.”
NON CREDI CHE POSSANO SORGERE DELLE COMPLICAZIONI A CAUSA DEI TUOI IMPEGNI E QUELLI DI KILLER BOB CON I NECRODEATH?
“Non credo, ho sempre mantenuto fede a tutti i miei impegni a costo di sacrificare la mia vita privata. Inoltre adesso ho a che fare con tutte persone intelligenti che non si fanno di certo menate del genere.”
COME PENSI CHE SI SVILUPPERA’ IL VOSTRO SOUND IN FUTURO?
“E’ prematuro parlarne. Cadaveria e Frank stanno già lavorando a delle idee ma non ho ancora avuto modo di sentirle e di lavorarci su. Di sicuro non sarà un album prevedibile e prima di tutto dovrà stupire noi stessi in bravura ed originalità.”