CADAVERIA – Vox of Anti-Time

Pubblicato il 28/02/2004 da

Sarà un po’ di orgoglio sessista, ma questa intervista mi sta particolarmente a cuore… Dopo tutto non capita tutti i giorni di fare qualche domanda ad una musicista come Cadaveria, che solo con le sue qualità musicali e vocali si è saputa guadagnare un meritato posto al sole (ehm… ombra, forse) nel panorama metal internazionale. Donna eclettica dai mille interessi artistici, Cadaveria ha sempre coraggiosamente assecondato le sue inclinazioni musicali, collaborando con molti ottimi player della scena. Con grande disponibilità, parla a Metalitalia.com di “Far Away From Conformity”, il secondo full-lenght della band omonima, progetto che vede coinvolti Flegias e John dei Necrodeath e che sempre di più si sta delineando come una realtà al di fuori di ogni schema. Così come al di fuori da ogni classificazione è la carismatica personalità della singer, capace di rischiare e di farsi rispettare professionalmente da tutti i rudi maschi metallari. Il che non è poco, visto che ultimamente si assiste ad un sospetto uso della carne di femmina mascherato da talento irrinunciabile… Lasciamo queste considerazioni a tempi meno equivoci e parola all’Oscura Signora!

COSA STA DIETRO AL PROGETTO DI “FAR AWAY FROM CONFORMITY”? COSA VI HA MOSSO A CREARE UN LAVORO DI QUESTO TIPO? COSA VI PROPONETE DI COMUNICARE?
“Ci siamo proposti di creare un album che ci piacesse e ci siamo riusciti. Abbiamo espresso liberamente le preferenze musicali di ognuno di noi e questo ci ha portato ad elaborare canzoni dalla struttura complessa e a definire uno stile difficilmente riconducibile ad un unico genere. L’album comunica la nostra essenza, non c’è dunque un messaggio specifico da propagare. I brani parlano da soli, esprimono stranezza, ricerca, movimento, innovazione e provocazione”.

POTRESTI RACCONTARCI L’ITER CREATIVO CHE HA PORTATO AL LAVORO FINITO? IL SONGWRITING, COME AVETE UNITO LE IDEE DI CIASCUNO, LE REGISTRAZIONI…
“Musicalmente siamo partiti da tracce che avevo inciso su un portatile nell’arco dei mesi precedenti alle registrazioni. Queste sono state la base da cui ho tratto le melodie vocali definitive e il punto di partenza per l’elaborazione dei riff di chitarra ad opera di Frank. Man mano che i brani prendevano forma il lavoro si arricchiva accogliendo i suggerimenti di ciascuno di noi. Consolidata la struttura delle canzoni abbiamo unito i testi che avevo scritto, abbiamo definito i giri, curato le ritmiche, gli assoli e gli arrangiamenti e siamo passati alla produzione”.

SIETE SODDISFATTI DEL RISULTATO FINALE? QUALI SONO SECONDO VOI I PUNTI DI FORZA DI QUESTO LAVORO?
“Siamo molto soddisfatti. Nulla è stato lasciato al caso. Tutto ciò che senti in ‘Far Away From Conformity’ è voluto, poi può piacere o meno, ma a questo punto diventa una questione di gusti. Il maggiore punto di forza di questo album credo sia il fatto che essendo molto variegato è destinato un po’ a tutti, anche se credo che ad apprezzarlo veramente saranno soprattutto i fan dalla mentalità più aperta o quelli con un background musicale di una certa consistenza”.

QUALI SONO SECONDO VOI LE CANZONI PIU’ SIGNIFICATIVE DEL VOSTRO STILE?
“Sono tutte significative. Sia gli otto brani inediti che la cover dei Blondie la dicono lunga sul nostro stile attuale”.

COME MAI AVETE DECISO DI ESALTARE LA COMPONENTE HEAVY, ANCHE TRAMITE LA MAGGIOR PULIZIA DEI SUONI?
“La componente heavy è presente soprattutto nelle chitarre e questo si spiega col fatto che l’heavy classico è bagaglio musicale del nostro chitarrista Frank Booth. Il fatto che poi lui sia anche il proprietario dello studio dove abbiamo registrato e co-produttore dell’album insieme a John, sicuramente ha influito sulla resa finale dei suoni. Anche a livello di suoni comunque l’album non è tutto di un pezzo: la batteria ha suoni legnosi che ricordano il passato (almeno nel rullante), la voce invece è stata a tratti effettata con distorsori applicati nel mixaggio da PC, quindi richiama atmosfere più NU metal”.

IL TUO ECLETTISMO VOCALE E I TUOI TESTI SONO ELEMENTI FONDAMENTALI PER L’IDENTITA’ DELLA BAND. IN BASE A COSA SCEGLI IL TUO STILE VOCALE NELLE CANZONI E IN BASE A COSA COMPONI I TESTI?
“Veramente mi piace pensare che il valore e l’identità dei Cadaveria risiedano nelle competenze di tutti e quattro i suoi componenti, comunque, per quanto riguarda l’uso della voce vado molto ad istinto. Sono giunta alle registrazioni avendo ben in mente le melodie da cantare, ma lo stile (più o meno pulito, death style o sguaiato, ecc.) l’ho spesso deciso quando ero al microfono, valutando cosa richiedevano le chitarre o cosa mi suggeriva il tempo di batteria. Alcuni arrangiamenti sulle pulite (armonizzazioni a più voci) sono stati invece un’idea di Frank, subito ben accolta da tutti. La stesura dei testi nasce per caso, ispirata da una frase che mi colpisce, da un film che mi lascia in sospeso, o da un’esperienza che mi fa pensare. Scrivo e appunto di continuo. Quando poi decido che qualcuno di questi scritti diventerà un testo, riorganizzo, amplio, correggo e infine traduco”.

IN QUEST’ULTIMO LAVORO HA QUALCHE PESO L’ESPERIENZA CONTEMPORANEA CON I DyNAbyte?
“Credo di sì. Non sono stata ad analizzare cosa mi abbia spinta ad adottare un cantato un po’ diverso dai precedenti lavori, tuttavia sono ormai due anni che collaboro con i DyNAbyte e certamente questa esperienza ha ampliato le mie vedute musicali”.

QUANTO E COME SONO CAMBIATI I CADAVERIA DALL’ESORDIO CON “THE SHADOWS’ MADAME”?
“Posso dire che siamo maturati come band, nel senso che i rapporto si è affiatato ed è diventato più complice. Baron Harkonnen è uscito dal gruppo per dedicarsi alla famiglia e ai DyNAbyte a tempo pieno. Anche l’assenza delle tastiera ha portato ad un cambiamento, perché anziché cercare un sostituto abbiamo ricreato l’atmosfera con un uso più pieno delle chitarre e, credo, della voce”.

COSA SONO I CADAVERIA RISPETTO ALLE ALTRE BAND IN CUI MILITATE? SONO UN PROGETTO PIU’ ANARCHICO IN CUI SEGUIRE PARTICOLARI INCLINAZIONI?
“Mi astengo dal parlare dei Necrodeath, visto che non ne sono direttamente coinvolta, ma certamente posso dire che i Cadaveria sono anarchici rispetto agli attuali trend del metal (anche se nemmeno i DyNAbyte scherzano in materia di stranezza ed innovazione). Nei Cadaveria coltivo la parte più oscura ed intimistica di me stessa, rappresento il gruppo in prima persona, scrivo i testi e partecipo attivamente alla produzione del suoni e alla cura dell’immagine. Nei DyNAbyte sfogo invece la parte più ‘contemporanea e futurista’ di me e, pur scrivendo qualche testo e curando gli artwork, sono un elemento più marginale. Il cuore dei DyNAbyte sono LJ Dusk (Baron Harkonnen) e John”.

AVETE IN MENTE ESIBIZIONI LIVE PER IL FUTURO?
“In mente certamente sì, ma non abbiamo ancora organizzato niente di concreto. Ci stiamo lavorando. Le date che fisseremo saranno pubblicate sul nostro sito www.cadaveria.com, quindi andate a visitarlo di tanto in tanto!”.

VORRESTE REALIZZARE DEI VIDEO?
“Ne abbiamo già realizzati in passato, sfruttando la bravura di Flegias nel campo della videoproduzione. Non è escluso che in futuro nasca una collaborazione con la Salvation Films, visto che è collegata alla Triple Silence, l’etichetta che sta ristampando ‘The Shadows’ Madame’ per il mercato UK”.

COME LAVORATE CON LA SCARLET, SIETE SODDISFATTI?
“Lavoriamo a stretto contatto stimolandoci a vicenda, per raggiungere un obiettivo comune, e siamo abbastanza soddisfatti”.

CURIOSITA’: QUALI SONO GLI ASCOLTI ATTUALI DI CADAVERIA?
“Personalmente non vedo l’ora che esca il nuovo Dissection. Nell’attesa mi consolo con i Tool e i Death (ottime scelte, come darle torto… n.d.a.)”.

COSA PENSI DELLA SCENA METAL ITALIANA ATTUALE, ESTREMA E NON?
“Non la seguo molto, quindi non rispondo perché userei le solite frasi di circostanza”.

QUALE RITENETE SIA IL VOSTRO PUBBLICO?
“Quando componiamo non pensiamo ad un pubblico specifico, anzi ben vengano maree di ascoltatori!  Indubbiamente ‘Far Away From Conformity’ spaccherà un po’ le coscienze…”.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DEI CADAVERIA PER IL FUTURO?
“Nell’immediato vogliamo goderci un po’ i risultati della nostra ultima ‘fatica’. A lunga distanza vogliamo continuare a progredire mantenendo la nostra libertà ed individualità artistica”.

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