“Semplicemente perchè quando Bill e Mike hanno iniziato a jammare io non ne ero al corrente! Hanno fatto tutto in segreto… Bill è volato in Svezia e ha passato una settimana a suonare i nostri pezzi con Mike e Daniel Erlandsson. Solo dopo qualche tempo sono stato informato. All’inizio non ci potevo credere… Bill era sempre stato contrario. Comunque, poi ci siamo ritrovati tutti e da lì la reunion ha iniziato a diventare realtà… anche se in principio ci sono stati altri ritardi…”.
A COSA TI RIFERISCI?
“Questioni economiche… io e Mike non eravamo d’accordo su come gestire la cosa a livello economico. Abbiamo litigato quasi subito e non ci siamo più parlati per alcuni mesi. Poi però mi ha dato ragione e abbiamo quindi potuto procedere!”.
PARLIAMO DI DANIEL ERLANDSSON: E’ STATA LA VOSTRA PRIMA SCELTA?
“E’ stata la prima scelta di Mike e di Bill, non la mia. A dire il vero, questo è stato un altro motivo di litigi fra me e Mike. Inizialmente non vedevo Daniel di buon occhio… non mi andava proprio l’idea di avere due membri degli Arch Enemy, una band che non mi piace per niente, in formazione. Io avevo parlato con Nick Barker, con Danny dei Napalm Death e persino con lo stesso Adrian Erlandsson (At The Gates, ex The Haunted, Cradle Of Filth, ndR), il fratello di Daniel. Volevo proporre una delle mie scelte. Poi però ho conosciuto Daniel e siamo diventati amici. Andiamo molto d’accordo, è un vero professionista e un fan della band… inoltre sta lasciando praticamente intatte tutte le parti di Ken, una cosa che ho apprezzato parecchio”.
KEN COSA NE PENSA DEL SUO SOSTITUTO?
“E’ molto contento, credo siano diventati amici. Per me è davvero un peccato non avere Ken sul palco con noi, ma purtroppo non può proprio più suonare come una volta dopo aver sofferto quella emorragia cerebrale. Ora non voglio apparire come un santo, perchè non lo sono e perchè è ovvio che questa reunion stia portando nelle mie tasche una buona somma di denaro, ma se siamo tornati è soprattutto per lui… questo è il motivo principale dietro la nostra reunion. Quando Ken è stato male non abbiamo organizzato nessun concerto di beneficienza. Non è stata una bella cosa… ci sono voluti un po’ di anni affinchè ce ne rendessimo conto. Ora abbiamo deciso di dividere i compensi di tutti questi concerti per cinque… lui sta ricevendo una quota uguale a quella di tutti noi che saliamo sul palco. E’ un modo per aiutarlo a sostenere le sue spese mediche… meglio tardi che mai”.
ORMAI SIETE TORNATI A SUONARE LIVE DA CIRCA DUE MESI: COME SONO ANDATE QUESTE DATE ESTIVE?
“Molto bene, nei festival europei tutto è andato per il meglio. Un grande successo di pubblico, ottime performance da parte nostra, Ken che è riuscito a seguirci e anche a salire sul palco qualche volta… non ci possiamo lamentare. Del resto – e scusa se suono arrogante – con gente come Bill, Mike e Daniel sul palco non puoi proprio fallire”.
QUAL E’ STATA LA DATA MIGLIORE SINO A OGGI?
“Non lo so, in media sono andate tutte bene. Personalmente, quella che ho gradito di meno è stata Wacken… non credo che siamo riusciti a esprimerci al meglio in quell’occasione. Non so di preciso il motivo, forse eravamo stanchi…”.
ORA STATE PER INIZIARE QUESTO TOUR AMERICANO. AVEVATE IN PROGRAMMA SIN DALL’INIZIO DI TENERE TUTTE QUESTE DATE? GLI AT THE GATES, L’ALTRA GRANDE REUNION DI QUEST’ANNO, SI SONO GIA’ FERMATI…
“Non era in programma, ma personalmente sapevo che sarebbe successo. Finisce sempre così… suoni a tutti gli eventi più importanti in Europa ed è ovvio che arrivino anche offerte dagli Stati Uniti. Poi, siccome sono una persona alla quale piace fare le cose per bene, non volevo limitarmi a suonare solo a New York e a Los Angeles. Così abbiamo organizzato un vero e proprio tour di tre settimane, con il quale copriremo quanto più territorio possibile”.
AVETE SCELTO VOI I GRUPPI DI SPALLA?
“Sì, sono tutte mie idee. Scegliere i Suffocation è stato abbastanza ovvio, perchè sono nostri amici, nonchè nostri fan… soprattutto Frank. Rotten Sound, 1349 e Aborted sono invece semplicemente gruppi che apprezzo. Trovo che stiano facendo delle cose interessanti, quindi mi è parso giusto invitarli in questo tour”.
DOPO GLI STATI UNITI DOVE ANDRETE?
“Abbiamo in programma l’Australia, il Giappone e il Sudamerica. Poi termineremo il tour a novembre a Leeds, in Inghilterra, al Damnation Festival. Quella sarà probabilmente la nostra ultima data”.
E POI? UN NUOVO ALBUM? SE LO CHIEDONO TUTTI…
“Lo so bene, ma non credo proprio che pubblicheremo un altro album. Pensa solo al fatto che io, Bill e Mike oggi siamo tutti dei leader… non riusciremmo mai a completare un nuovo pezzo che soddisfi allo stesso modo tutti noi. Ci vorrebbero anni. E poi, semplicemente, la cosa non mi interessa. Parlo per me, ma finito questo tour non mi dispiacerà tornare a dedicarmi ad altri progetti e alla mia vita privata”.
CHE COSA FAI NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? TI DEDICHI ALLA MUSICA FULL TIME?
“No, a dire il vero ho da tempo un lavoro. Ma non ti dirò di che cosa si tratta… posso solo dirti che non è pesante e che non mi dispiace. Ma non rovinerò la mia reputazione scendendo nei dettagli… dopo tutto, io sono il frontman dei Carcass, nessuno dei miei fan vorrebbe sapere che servo hamburger da qualche parte o cose simili (ride, ndR)!”.
Reek Of Putrefaction: “Il primo album… ovviamente ci sono affezionato, ma la produzione fa schifo, non mi è mai piaciuta. La cosa strana è che oggi ci sono gruppi che provano a imitarla… pazzi!”.
Symphonies Of Sickness: “Mi piace tantissimo… anche la produzione. L’ho sempre visto come la versione aggiornata e corretta di ‘Reek…’. Per me sul primo album avevamo toppato alla grande, quindi considero quasi ‘Symphonies…’ il nostro vero debutto. E’ sicuramente un disco molto influente per la scena grind, ne vado molto orgoglioso”.
Necroticism: “Questo è forse l’album preferito dai fan. E capisco il perchè… ottima produzione, Bill e Mike che si sfidano a chi sfodera il riff o l’assolo migliore… Da qui io ho anche iniziato a occuparmi da solo di tutte le linee vocali. Rappresenta il ponte fra il nostro primo e ultimo periodo e offre il meglio di entrambi in canzoni che sono quasi tutte dei classici”.
Heartwork: “Il disco preferito di Mike, Bill e Daniel. A dire il vero, inizialmente non mi pareva granchè, ma mi ha conquistato col passare degli anni. Ricordo che iniziammo a ricevere parecchie critiche dai fan più oltranzisti per via di tutta quella melodia in alcuni dei pezzi. Oggi tutti parlano di capolavoro, ma parte di quella stessa gente all’epoca ci massacrò”.
Swansong: “‘Heartwork’ era un album melodico, quindi la mia idea era quella di dar vita a un successore molto più violento. Ma, come sai, le cose sono andate diversamente. Mike aveva lasciato la band e Bill ormai ascoltava praticamente solo musica dei 70’s. Non riusciva più a sfornare riff come una volta, così ci siamo mossi in questa direzione più groovy e rock, confezionando il nostro ‘Black Album’. Quando uscì, il 90% dei fan e della critica ci fece a pezzi, invece mi sembra di capire che oggi in molti lo abbiano rivalutato”.