CARNAL FORGE – Natural Born Thrashers

Pubblicato il 08/05/2003 da

Come espresso in sede di recensione, nutrivo fortissimi dubbi sul futuro dei Carnal Forge, visto che il loro terzo album, “Please…die!”, mi aveva lasciato quantomeno perplesso a causa di una preoccupantissima staticità del songwriting che, dopo due lavori simili ma ineccepibili, aveva iniziato a mostrare la corda e a risultare noioso anche per i più accaniti fan del gruppo. Per fortuna la band svedese si è resa conto di tutto ciò, ed ha cambiato il tanto che bastava per non ripetersi sino allo sfinimento e ha dato alle stampe un lavoro semplice ma estremamente ben fatto come “The More You Suffer”, un disco in cui aggressione e melodia trovano finalmente il giusto compromesso, dando così vita al lavoro più vario e dinamico che i nostri abbiano mai composto. Contattato telefonicamente da un simpatico Jari Kuusisto, abbiamo fatto il punto della situazione in casa Carnal Forge pochi giorni dopo la pubblicazione di questa loro ultima fatica.

CIAO, JARI! ALLORA, CHE NE DIRESTI DI PRESENTARCI IL VOSTRO NUOVO ALBUM?
“‘The More You Suffer’ è un disco molto diverso dai precedenti, questa volta ci siamo soffermati maggiormente su ogni singola canzone, in modo che tutte risultassero molto curate e che nulla venisse lasciato al caso. Prima di entrare in studio abbiamo registrato ogni singolo riff e li abbiamo ascoltati tantissime volte per capire che cosa andasse e cosa no. Questo procedimento ha fatto sì che il disco risultasse più vario dei suoi predecessori: ci siamo ben guardati da inserire nella tracklist brani che si assomigliassero troppo o che non fossero brillanti quanto il resto. Credo che in generale il nuovo album sia un po’ più melodico e dinamico anche se non si può certo dire che siamo diventati più accessibili o cos’altro. Abbiamo solamente cercato di non ripeterci ancora, scrivendo brani che fossero più facilmente memorizzabili e facendo alcuni piccoli esperimenti con la voce di Jonas, la quale a tratti è più melodica del solito”.

PERSONALMENTE SPERO PROPRIO CHE CONTINUERETE SU QUESTA STRADA ANCHE IN FUTURO, VISTO CHE CONSIDERO “THE MORE YOU SUFFER” UN GRAN BEL DISCO!
“Ti ringrazio! In effetti è proprio quello che contiamo di fare. Come ti dicevo siamo stanchi di ripeterci, quindi aspettati qualche altra piccola modifica in futuro. Non diventeremo come gli In Flames o i Soilwork, ma continueremo ad usare la melodia… con riff assassini, ovviamente (ride, nda)!”.

VISTO CHE, COME HAI DETTO, IL DISCO E’ PIU’ VARIO DEI PRECEDENTI: RITIENI CHE CI SIA COMUNQUE UNA CANZONE PIU’ RAPPRESENTATIVA DI ALTRE?
“Sì, in effetti questa volta è un po’ più difficile trovare un brano che sintetizzi il contenuto musicale del disco, ma credo che quello che si avvicini di più a svolgere questo compito sia ‘Divine Killing Breed Machine’, brano che, se non mi sbaglio, è anche scaricabile dal sito della nostra casa discografica. E’ una canzone davvero buona che mette in mostra sia i tipici riff alla Carnal Forge che questo nuovo gusto per la melodia di cui ti parlavo”.

CHE MI DICI INVECE DI “DEEP RIVERS OF BLOOD”, UNO DEI MIEI BRANI PREFERITI?
“Quel pezzo piace molto anche a me! E’ molto differente da quanto abbiamo fatto fino ad ora, è molto pesante ma non nel modo in cui lo sono le altre nostre composizioni. E’ stata scritta da mio fratello Petri, il nostro secondo chitarrista, è un pezzo lento, massiccio e groovy, pieno di ottime melodie. Inizialmente eravamo un po’ perplessi sul risultato finale, non avevamo mai registrato un pezzo del genere ma credo che alla fine abbiamo fatto bene ad inciderlo, pare che stia piacendo molto”.

NE SONO FELICE! PENSO CHE QUESTO DIVERSO APPROCCIO AL SONGWRITING VI FARA’ GUADAGNARE SIA TANTI NUOVI FAN SIA SEMPRE MAGGIOR VARIETA’ E FRESCHEZZA. CI VOLEVA PROPRIO DOPO UN DISCO COME “PLEASE…DIE!”, CHE A TRATTI ANNOIA DAVVERO MOLTO…
“Capisco ciò che intendi dire. A me piace ‘Please…die!’ ma mi rendo conto di quanto sia davvero troppo simile a quanto fatto sui due dischi precedenti, i quali erano nati molto spontaneamente e in cui avevamo messo tutte le idee che avevamo immagazzinato negli anni precedenti. Su ‘Please…die!’ ci siamo invece limitati a seguire il solito metodo, scrivendo delle buone canzoni – credo infatti che la prima parte di quel disco sia ottima – ma tutte davvero troppo simili tra loro. Avremmo dovuto forse prenderci un po’ più di tempo per la sua realizzazione, ma purtroppo non sempre ciò ti viene concesso dalla casa discografica. Comunque pensiamo di aver rimediato alla grande con questo nuovo cd, in cui ogni pezzo ha una propria identità ed è curato dalla prima all’ultima nota”.

DA QUALCHE ANNO A QUESTA PARTE IN SVEZIA SEMBRA ABBIA PRESO VITA UNA SPECIE DI REVIVAL DEL THRASH METAL. MI RIFERISCO A BAND COME LA VOSTRA, O COME I DARKANE, I THE CROWN O I DEFLESHED. SECONDO TE QUESTO MOVIMENTO PUO’ ESSERE CHIAMATO IN QUESTO MODO, E PERCHE’?
“Sì, penso che si possa tranquillamente definire un thrash metal revival! Trovo molto bello che in Svezia ci sia un così alto numero di gruppi e che la qualità della loro proposta sia quasi sempre molto elevata. Noi siamo cresciuti con quel genere di musica la quale, come certamente saprai, era una prerogativa di gruppi americani e tedeschi. Ora sono fiero che ci siano band mie connazionali che, prendendo spunto da quei grandi gruppi degli anni Ottanta, siano allo stesso tempo riusciti a trovare uno stile personale. Lo stile svedese, come i giornalisti sono soliti chiamarlo”.

E C’E’ UNA BAND DI QUESTA NUOVA ONDATA CHE SENTIRESTI DI CONSIGLIARE AI NOSTRI LETTORI?
“Ultimamente sto ascoltando il debut album dei Constructdead, dei ragazzi giovani ma che spaccano davvero! Ovviamente, poi, non dimenticate di dare un ascolto ai vari Slayer e Forbidden: mai ignorare i padri!”.

PERFETTO! CI SONO INVECE BAND COME I SOILWORK E GLI IN FLAMES, BAND CITATE ANCHE DA TE POCHI MINUTI FA, CHE SI SONO STACCATE DI MOLTO DA QUESTI STILEMI PER MUOVERSI SU SONORITA’ PIU’ SOFT. COSA NE PENSI?
“Trovo che siano entrambi degli ottimi gruppi, ma quello che fanno ora non mi piace molto. Penso che ‘A Predator’s Portrait’ dei Soilwork sia un lavoro bellissimo ma ora forse si sono lasciati prendere un po’ troppo la mano da questa voglia di inserire parti melodiche e voci pulite. Se all’inizio può risultare veramente interessante ed originale poi, esagerando, si ritorna ad essere prevedibili. Meglio mischiare equamente i vari aspetti del proprio sound e fare in modo che l’ascoltatore rimanga piacevolmente spiazzato, piuttosto che puntare quasi tutto su una cosa sola. Qualsiasi fan dei Soilwork ora sa che ad un certo punto arriverà il ritornello melodico o una parte atmosferica… fossi in loro eviterei di scrivere continuamente brani in funzione di questi elementi. Lo stesso discorso lo si può fare per gli In Flames, band che ho amato sino a ‘Colony'”.

COSA PUOI DIRMI INVECE SUGLI IN THY DREAMS, LA BAND DI CUI FATE PARTE TU E TUO FRATELLO?
“Gli In Thy Dreams sono fermi da quasi tre anni, ma penso che sotto questo nome registreremo almeno un altro album. La Century Media è intenzionata a pubblicarlo, quindi non credo che la deluderemo. Dovremmo registrare dieci o undici brani la prossima estate e, se tutto andrà bene, il disco uscirà verso la fine dell’anno”.

OK! VENIAMO ORA AI VOSTRI PIANI PER IL TOUR…
“Allora, il 24 Aprile partirà un tour negli Stati Uniti che ci vedrà impegnati a supportare Rob Halford e i Testament! Come puoi immaginare si tratta di una grande opportunità per noi, quindi faremo di tutto per comportarci nel migliore dei modi. In ottobre invece saremo in giro per l’Europa con Exodus e Nuclear Assault e spero proprio di venire in Italia per almeno una data”.

COSA PENSI DI INTERNET, E QUAL E’ LA TUA POSIZIONE IN MERITO AI FILE MP3 E ALLA LORO DIFFUSIONE?
“Di sicuro non la penso come i Metallica (ride, nda)! Credo che per una band come la nostra, che si sta facendo un nome solo negli ultimi tempi, sia un’ottima cosa. E’ una sorta di pubblicità che si ottiene in modo del tutto gratuito. Chiunque può ascoltare la nostra musica, decidere se gli piaccia o meno e poi magari comprare il nostro album o venire ad un nostro concerto. Noi non puntiamo a diventare milionari con la nostra musica, quindi ben vengano gli mp3! Sono convinto che se ci sarà una persona che preferirà continuare ad ascoltarci tramite il computer, ce ne saranno almeno altre due che saranno incuriosite tanto da andare in negozio a comprare il disco per avere il booklet ed i testi”.

OK JARI, GRAZIE PER IL TEMPO CONCESSOMI… LE TUE ULTIME PAROLE?
“Nei prossimi mesi saremo costantemente in tour, cercate di venire a vederci, non vi deluderemo! Un saluto ai nostri fan italiani, e grazie a te per l’intervista!”.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.