CAVALERA CONSPIRACY – Il Ritorno Dei Metal Brothers

Pubblicato il 18/04/2011 da

Tre anni fa, “Inflikted” ha scatenato il delirio dei fan grazie al ritrovato spirito fraterno tra Max ed Igor Cavalera. I due punti cardine di quella che fu la prima e più amata incarnazione dei Sepultura hanno dato vita ad un disco capace di riportare in auge lo spirito della formazione brasiliana autrice di capolavori come “Arise” e “Chaos AD”. Con il nuovo “Blunt Force Trauma” i ‘metal brothers’ (così amano definirsi) vogliono portare la loro musica ad un livello superiore, estremizzando ancora una volta il loro concetto di brutalità. Max Cavalera in persona ci parla della sua ultima fatica, ma non solo! Sono diversi infatti i riferimenti ai Sepultura, al rapporto ritrovato col fratello ed alla chiacchierata/smentita reunion con Andreas Kisser e Paulo Jr.

 

MAX, COME HAI VISSUTO QUESTI TRE ANNI INSIEME AI CAVALERA CONSPIRACY, IN CUI HAI ANCHE POTUTO RIAPPACIFICARTI CON TUO FRATELLO IGOR?
“Sono stati tre anni molto intensi per me, ma pieni di gioia e soddisfazione. Innanzitutto, la cosa più bella è stata la possibilità di tornare a parlare con mio fratello, con cui ho ricostruito quel bellissimo rapporto che avevamo prima della mia dipartita dai Sepultura. Il nostro primo disco ‘Inflikted’ ci ha permesso di vivere una nuova situazione, con Igor a suonare di nuovo insieme a me. Sono anche molto soddisfatto del nostro primo disco, contiene musica veramente potente e sincera. Credo anche che il nuovo ‘Blunt Force Trauma’ sia il perfetto seguito, perché dopo aver suonato tanto insieme siamo maturati come band ed abbiamo potuto registrare un disco ancora più solido del primo”.

QUANDO TU ED IGOR SIETE ENTRATI DI NUOVO IN STUDIO, SENTIVATE QUALCHE PRESSIONE? IN FONDO IL PRIMO ALBUM ERA UNA SORPRESA PER IL VOSTRO RITORNO INSIEME, MA CON “BLUNT FORCE TRAUMA” DOVEVATE CONFERMARE IL VALORE DEI CAVALERA CONSPIRACY.
“Hai centrato esattamente la nostra filosofia di pensiero. Sapevamo che ‘Inflikted’ ha suscitato molta curiosità grazia alla reunion con Igor, ma con ‘Blunt Force Trauma’ il discorso sarebbe stato differente. In tutta onestà non siamo entrati in studio pieni di pressioni o ansia, l’unico obiettivo che ci siamo posti era di scrivere un gran bel disco, migliore del nostro esordio. Il secondo disco è molto importante per una band nuova, perché deve confermare quanto di buono era presente sul debutto. Abbiamo cercato di fare un disco ancora più violento, ripartendo da zero per scrivere materiale molto heavy. I lavori sono stati ultimati molto velocemente, pensa che Igor ha completato le sue parti di batteria in soli tre giorni. Credo che una cosa del genere non sia mai capitata nemmeno a me, non ricordo in tutti questi anni di aver mai realizzato un disco in tempi così ristretti. Alla fine tutti i ragazzi della band erano soddisfatti, segno che abbiamo fatto un buon lavoro. Mi è piaciuto molto constatare l’ispirazione ed il mood positivo durante i lavori, le canzoni venivano fuori in modo molto naturale e gli altri ragazzi hanno dato il loro contributo per realizzare un gran disco. Quando i fan ascolteranno ‘Blunt Force Trauma’ non potranno fare a meno di percepire l’atmosfera live del sound, come se stessero assistendo ad un nostro concerto. Sono brani rock, dall’anima pura e fatti per essere eseguiti dal vivo. Vi è una combinazione stili che pesca dal nostro passato con i Sepultura, passando per l’hard core e finendo con il metal cazzuto dei giorni nostri. Siamo riusciti a catturare tutta la nostra spontaneità, grazie anche all’ottimo lavoro del nostro produttore Logan Mader”.

AVETE SCELTO “WARLORD” COME BRANO APRIPISTA. COME MAI, INVECE DELLA CLASSICA CANZONE VELOCE E TIRATA, AVETE SCELTO UN BRANO PIU’ PESANTE, LENTO E ROCCIOSO?
“Abbiamo voluto fare qualcosa di diverso. Una volta terminati i lavori sui pezzi, li abbiamo riascoltati tutti e ci siamo convinti che ‘Warlord’ fosse la canzone ideale per aprire il disco. Il pezzo suona come un vero classico firmato fratelli Cavalera, tipo ‘Refuse Resist’ o ‘Eye For An Eye’, due macigni a livello di suond. Abbiamo suonato ‘Warlord’ dal vivo lo scorso anno ed i fan hanno apprezzato parecchio, anche questo fattore ci ha convinto della nostra scelta”.

AD AFFIANCARE IL SOUND PESANTE DELLE CANZONI TROVIAMO TESTI ALTRETTANTO CRUDI E DIRETTI...
“I brani trattano svariati argomenti, da tematiche più personali, sino a testi storici. ’Rasputin’ e ‘Genghis Khan’ ovviamente parlano della storia di questi due grandi personaggi. ‘Burn Waco’ parla della tragedia di Waco, in Texas, dove nel 1993 più di ottanta persone aderenti ad una setta religiosa sono state uccise in un conflitto a fuoco con l’FBI. ‘Killing Inside’ invece parla del cancro e di come sia difficile combattere contro questa malattia mortale. Ci sono anche momenti più allegri però, ‘Thrasher’ parla dei metal fan e dell’importanza di essere un vero fan del thrash metal! Come giustamente ricordavi, tutte queste tematiche sono connesse con la brutalità del sound che caratterizza il disco”.

TUTTA QUESTA BRUTALITA’ E’ CONTESTUALIZZATA IN UN’OTTICA OTTIMISTICA O PESSIMISTICA?
“Sai, non c’è una risposta precisa alla tua domanda. Alcune canzoni lasciano poco spazio alla speranza, come ‘Killing Inside’, trattando di cancro e di come logora le persone da dentro. Altre che già ti ho citato, come ‘Thrasher’ e ‘Rasputin’, sono da vedere in un’ottica positiva ed ottimista. In particolare nei pezzi di carattere storico parliamo di grandi imprese narrate come un piccolo documentario, volto ad evidenziare le imprese leggendarie di questi grandi uomini”.

E’ IMPORTANTE PER TE LASCIARE UN MESSAGGIO CONCRETO PER I FAN CHE LEGGONO I TUOI TESTI, OPPURE DAI PRIORITA’ ALLA COMPONENTE MUSICALE?
“Personalmente, quando ascolto una canzone nuova all’inizio mi concentro sulla musica, solo dopo mi metto a leggere i testi. Per quanto concerne la mia musica, cerco sempre di parlare di tematiche che ritengo interessanti, non tanto per lanciare messaggi di qualche tipo, ma proprio perché provo particolare interesse a parlarne. Se poi i fan apprezzano o addirittura assimilano qualche messaggio positivo dalla mia musica, io ovviamente non posso che esserne contento. Per me il rock è il potere della musica, ed è proprio la musica che viene prima di tutto!”.

DOPO DUE DISCHI DI METAL VIOENTO, HAI MAI PRESO IN CONSODERAZIONE PER IL FUTURO QUALCHE CONTAMINAZIONE MUSICALE? MI RIFERISCO AI TUOI ESPERIMENTI PASSATI, COME “ROOTS”, OPPURE SFRUTTANDO L’AMORE DI TUO FRATELLO IGOR PER LA MUSICA ELETTRONICA?
“Non ho mai considerato questa ipotesi. Con i Cavalera Conspiracy noi vogliamo suonare del semplice ed ottimo heavy metal. Questa band è nata per concretizzare il ritorno insieme dei ‘metal brother’ e per suonare quella musica che ci ha fatto conoscere negli anni Ottanta e Novanta. L’intensità dei primi Sepultura rivive in questa band, e credo che la musica elettronica che Igor propone nei suoi DJ-Set qui non troverà mai posto. La filosofia dei Cavalera Conspiracy è l’heavy metal, niente e nessuno potrà cambiarla”.

ONESTAMENTE, CREDI DI ESSERE RIUSCITO A RICREARE LO SPIRITO DEI VECCHI SEPULTURA IN QUESTA BAND?
“Posso dirti che ci stiamo provando! L’alchimia tra me ed Igor è tornata quella di un tempo, siamo invecchiati, ma il nostro amore per il metal non è stato scalfito in nemmeno un punto. Con ‘Blunt Force Trauma’ abbiamo ottenuto il nostro sound più brutale, credo che grazie a questo disco siamo arrivati molto vicino allo spirito dei vecchi Sepultura. Per questo siamo molto eccitati, non vediamo l’ora che l’album esca nei negozi, per poi partire in tour. Suoneremo a San Paolo come opener per gli Iron Maiden, poi andremo in America e tra giugno e luglio, saremo in Europa per suonare ad alcuni festival estivi”.

I MOMENTI PIU’ IMPORTANTI DELLA TUA CARRIERA, ANCHE IN TERMINI DI SUCCESSO, SI DIVIDONO TRA SEPULTURA, SOULFLY E CAVALERA CONSPIRACY. COME DESCRIVERESTI QUESTI SINGOLI CAPITOLI DELLA TUA VITA?
“I Sepultura sono l’inizio, la creazione e la consapevolezza della scoperta di me stesso come musicista. Dischi come ‘Arise’, ‘Chaos AD’ e ‘Roots’ sono stati molto importanti sia a livello personale sia per la scena heavy metal. I Soulfly hanno rappresentato per me la rinascita e l’inizio di una nuova vita artistica dopo il mio abbandono dai Sepultura. Definirei i Soulfly come ‘Max capitolo secondo’. La terza parte, nata con il riavvicinamento tra me ed Igor dopo dieci anni di silenzio, rappresenta allo stesso tempo un nuovo capitolo, ma anche il continuo di un percorso nato tanti anni prima. ‘Inflikted’ mi ha reso molto nervoso ed eccitato allo stesso tempo”.

DA QUANTO SI E’ POTUTO LEGGERE, SIETE STATI AD UN PASSO DAL RIUNIRVI CON I SEPULTURA. L’ULTIMA VOLTA SEMBRAVA CHE L’OSTACOLO FOSSE L’ASSOLUTA CONTRARIETA’ DEL BASSISTA PAULO JR. PUOI FARE FINALMENTE CHIAREZZA?
“La verità che siamo davvero stati ad un passo dal rimetterci insieme, ho parlato più di una volta con Andreas Kisser, ma quando tutto sembrava essere ok, c’era sempre qualche stronzata che bloccava la reunion. Purtroppo ho visto molti articoli, anche su internet, dove i Sepultura non parlavano bene di me, addirittura mi davano del bugiardo su molte questioni. A questo punto sono un po’ stanco di questo clima, oggi non sono più preoccupato se la reunion ci sarà o meno. Io volevo riunirmi con Andreas e gli altri per i fan, specialmente i più giovani che non sono mai riusciti a vedere la line-up storica dal vivo. Era un modo per divertirsi tutti insieme. Ho provato davvero in ogni modo a realizzare il nostro ritorno insieme, ma ogni volta la loro cocciutaggine ha mandato tutto in fumo. Ora non mi preoccupo più, vado avanti con la mia vita. Fortunatamente ho due grandi band, i Soulfy ed ora anche i Cavalera Conspiracy con mio fratello. Sono molto soddisfatto della mia carriera. Non dico che la reunion non avverrà mai, forse in futuro accadrà, ma solo se tutti saranno convinti e spinti dalle giuste motivazioni, come la passione per la nostra musica”.

 

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