I Celestial Season nascono in Olanda nel 1991 e, grazie ai loro primi due album, possono essere considerati tra i precursori della nascente scena doom/death metal insieme a band quali Anathema e My Dying Bride.
Negli anni successivi, il loro suono prende un piega differente, con la realizzazione di altri tre dischi vicini ad uno stoner debitore dei Kyuss, prima dello scioglimento avvenuto nel 2001. Un decennio dopo il ritorno, con qualche singolo e qualche sporadica apparizione live, che non lasciano presagire l’esplosione di creatività degli ultimi tre anni: nel 2020 l’uscita di “The Secret Teachings”, con un ritorno alle sonorità degli esordi, e nel 2022 l’annuncio della trilogia “Mysterium”, di cui le prime due parti sono già state pubblicate.
Ne parliamo con il cantante Stefan Ruiters, uno dei membri fondatori, ritornato recentemente nella band che aveva lasciato dopo la svolta stilistica.
CIAO STEFAN, BENVENUTO SU METALITALIA.COM. SONO PASSATI SOLO POCHI MESI DA “MYSTERIUM I” E GIA’ “MYSTERIUM II” E’ NELLE NOSTRE MANI. SIETE MOLTO PROLIFICI IN QUESTO PERIODO, SE SI PENSA CHE “THE SECRET TEACHINGS” E’ USCITO SOLO DUE ANNI FA. C’E’ QUALCHE RAGIONE DIETRO QUESTO ECCELLENTE STATO DI FORMA?
– Beh, dobbiamo recuperare gli anni perduti, riempire il vuoto musicale nel quale eravamo incappati come band, che sono circa venti anni; la creatività scorre a fiumi e sembra presentarsi sotto forma di canzoni che vogliamo condividere con il mondo.
“MYSTERIUM I” E “MYSTERIUM II” SUONANO VICINI ALLA PRIMA PARTE DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA, MA ALLO STESSO TEMPO DIFFERENTI TRA LORO. SONO STATI SCRITTI NELLO STESSO MOMENTO? QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA I DUE? SAPPIAMO CHE SI TRATTA DEI PRIMI DUE EPISODI DI UNA TRILOGIA: C’E’ UN FILO CONDUTTORE O UN CONCEPT CHE LEGA QUESTI DUE ALBUM ED IL TERZO CHE SARA’ PUBBLICATO IN FUTURO?
– La differenza principale è che la maggior parte dei brani contenuti nella prima parte è stata composta dal nostro chitarrista, mentre quelli della seconda sono stati scritti da Jason, batterista e polistrumentista. In generale, per tutta la musica che creiamo, il nostro obiettivo è quello di rimanere fedeli alle nostre origini come band, ai nostri primi demo e ai primi due album, “Forever Scarlett Passion” e “Solar Lovers”.
I nuovi dischi sono nati entrambi nello stesso periodo, poco dopo l’uscita di “The Secret Teachings”, a fine 2020. “Mysterium II” rappresenta il lato più oscuro e malinconico, mentre con “Mysterium I” abbiamo esplorato anche la parte della nostra musica più legata al groove, con pezzi come “Sundown Transcends Us” e “Endgame”. Il concept della trilogia è legato a “Mysterium, il regno che si può trovare attraverso gli Insegnamenti Segreti. La conoscenza nascosta alle masse, che in tutte le civiltà è stata utilizzata sia dagli occultisti della luce sia da quelli dell’oscurità, in bilico tra il bene ed il male. Le leggi universali che governano l’universo“. Ti sto citando Jason, che è pure il nostro filosofo capo (ride, ndr).
PRESTO DOVREBBE ARRIVARE ANCHE L’ULTIMO TASSELLO DELLA TRILOGIA. IL NUOVO ALBUM E’ GIA’ PRONTO?
– Abbiamo già sette o otto canzoni per “Mysterium III”. Ma siamo in una fase di arrangiamento e ripensamento. Saranno abbastanza buoni? E poi, dovremmo aggiungere altri pezzi o è sufficiente così? Le basi sono state poste, ma dobbiamo fare in modo che i pezzi siano del tutto adatti al disco, per questo stiamo valutando ciò che è stato fatto fino a questo momento. La trilogia dovrebbe essere completa entro l’anno. Speriamo di poter realizzare un box con tre vinili.
VIOLINO E VIOLONCELLO SEMBRANO OCCUPARE UN POSTO ANCOR PIU’ IMPORTANTE CHE IN PASSATO NELLA VOSTRA MUSICA E, IN PARTICOLARE, IN “TOMORROW MOURNING” SONO PIU MALINCONICI ED ESPRESSIVI CHE MAI. DI COSA PARLA QUESTO PEZZO?
– Come non essere malinconici e disperati, con la strada che ha imboccato questo mondo? C’è molto di cui preoccuparsi: la guerra, la povertà, i cambiamenti climatici, la pandemia, le crisi psicologiche dovute alla competitività che viviamo quotidianamente. Riflettere su tutto ciò ti porta a scrivere frasi come: “Le poesie che scriviamo, finiscono con un proiettile” o “Cantiamo i nostri vespri per salutare l’arrivo della notte, svaniscono nei cieli senza fine, senza che una preghiera sia ascoltata“. Ma comporre musica è un metodo molto attraente e piacevole per superare questi drammi, utilizzandoli in qualche modo per essere creativi.
COSA CI DICI INVECE DI “OUR NOCTURNAL LOVE”? COME VI E’ VENUTA L’IDEA DI REGISTRARE UN PEZZO STRUMENTALE?
– Spesso, in passato, abbiamo registrato pezzi strumentali, ma erano intermezzi, mentre in questo caso si tratta di una canzone completa, seppur breve. Perché no? Chi ascolta non deve sempre aver a che fare con il mio growl, e le ragazze, Jiska al violino e Elianne al violoncello, hanno fatto un gran lavoro su “Our Nocturnal Love”. Lasciamo che l’attenzione sia focalizzata su di loro, una volta tanto.
SIETE STATI TRA I PRIMI PROTAGONISTI DELLA SCENA DEATH/DOOM METAL E LA VOSTRA CARRIERA E’ PIU’ CHE TRENTENNALE. COSA TI VIENE IN MENTE GUARDANDO INDIETRO A QUEL PERIODO? QUALI SONO I RICORDI MIGLIORI? HAI, AL CONTRARIO, QUALCHE RIMPIANTO?
– Ci guardiamo indietro con grande gioia, ovviamente. Abbiamo potuto realizzare la nostra musica, pubblicare qualche album, suonare grandi concerti ed eravamo apprezzati da voi, fan ed ascoltatori. E siamo soddisfatti di poterlo fare ancora, dopo così tanti anni. Non ho nessun rimpianto che riguardi quel periodo. Che ci siamo divisi dopo “Solar Lovers” o, per essere più preciso, che abbia lasciato la band, era solo parte di un processo che abbiamo capito a posteriori, ed ora ci siamo felicemente riuniti.
I ricordi migliori sono l’amicizia, i momenti in cui eravamo al nostro meglio da un punto di vista musicale ed abbiamo creato musica che sembrerebbe sia durata più che qualche attimo. Siamo orgogliosi di tutto ciò. Anche delle serate selvagge quando eravamo in tour ed infine dell’aver potuto scavare dentro noi stessi come artisti.
DOPO “SOLAR LOVERS” AVETE CAMBIATO IL VOSTRO STILE MUSICALE E QUALCHE ANNO PIU’ TARDI I CELESTIAL SEASON HANNO CESSATO DI ESISTERE. COSA VI HA CONVINTO A RICOMINCIARE? E PERCHE’ AVETE DECISO DI RISCOPRIRE LE VOSTRE RADICI MUSICALI?
– Ci siamo incontrati nel 2019 ed abbiamo realizzato che l’anno successivo “Solar Lovers” avrebbe compiuto venticinque anni, un album classico che ha attraversato il tempo vendendo sempre bene. Nel 1995 ci eravamo separati in modo piuttosto sgradevole ed era arrivato il momento di sanare le ferite, come amici e musicisti. E la magia è vedere che ora tra di noi c’è la stessa chimica dei vecchi tempi.
NEL 2012 AVETE SUONATO “SOLAR LOVERS” NELLA SUA INTEREZZA AL ROADBURN FESTIVAL IN OLANDA. C’E’ QUALCHE POSSIBILITA’ CHE FACCIATE LA STESSA COSA PER QUALCUN ALTRO DEI VOSTRI ALBUM, MAGARI LO STORICO “FOREVER SCARLET PASSION”?
– Io non ero presente a quel concerto, ai tempi alla voce c’era George Oosthoek. Sarebbe una bella sfida suonare un altro album intero dal vivo. Perché no? Ma al momento non ci sono piani al riguardo.
QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA SUONARE METAL ORA E NEGLI ANNI ’90?
– In modo particolare, con il Covid negli ultimi due/tre anni – ma in generale vivendo in un’era digitale – componiamo e completiamo i pezzi ciascuno per conto proprio. Ognuno ha lavorato da casa, eccetto me, Jiska e Elianne, che abbiamo registrato in studio. Così, ora, dalla reunion in poi, non abbiamo ancora suonato insieme, tranne che per filmare il video di “The Secret Teachings of All Ages”, da qualche parte nella campagna olandese.
AVETE IN PROGRAMMA UN TOUR PER PROMUOVERE I NUOVI ALBUM?
– No, almeno per il momento, non abbiamo nessun piano, ma non sappiamo cosa ci riserverà il futuro.
DA DOVE E’ NATA LA COLLABORAZIONE CON UN’ETICHETTA COME BURNING WORLD RECORDS, APPARENTEMENTE LONTANA DAL VOSTRO MONDO?
– Be, sembra che i tizi dell’etichetta fossero dei fan della nostra musica e, semplicemente, abbiamo pensato che avessero l’attitudine giusta: nessun contratto particolare, solo un accordo per supportarci in maniera vicendevole, eppure tutto sembra funzionare.
ASCOLTI MOLTA MUSICA USCITA DI RECENTE? TORNANDO INDIETRO, INVECE, COSA NE PENSI DELL’EVOLUZIONE DI BAND VOSTRE COETANEE COME ANATHEMA O MY DYING BRIDE?
– Sono musicalmente onnivoro, ascolto veramente di tutto, recentemente molte cose anni ’80, e anche i vecchi Paradise Lost (i primi tre album sono davvero iconici), i Dead Can Dance dopo molto tempo, musica classica ed in particolare Wagner, Mozart, Bruckner, Satie e così via. Ma anche gli ultimi due dischi dei My Dying Bride hanno un posto fisso nella mia playlist. Per quanto riguarda gli Anathema, non li ascolto da un po’, ma le loro prime uscite, fino a “Serenades”, le adoro.