Dopo avere parzialmente aggiustato il tiro nel 2015 con “The Mysterious Ways of Repetitive Art”, primo album dal vago carattere sperimentale dopo esordi invece totalmente votati ad una rivisitazione del classico sound di Death e Morbid Angel, i tedeschi Chapel Of Disease sono tornati a raccontarsi insistendo ulteriormente su formule innovative con il nuovo “…and as We Have Seen the Storm, We Have Embraced the Eye”, disco appena uscito per Vàn Records. Colorate elucubrazioni classic rock, richiami al metal degli Eighties e una innegabile vena prog guarniscono una proposta che di death metal oggi a spesso solo l’irruenza. Il nuovo linguaggio del gruppo non è dei più diretti, ma non lascia spazio a malintesi sulla sua spontaneità. La musicalità che i Chapel Of Disease hanno scoperto ed elaborato su questo loro terzo album ha infatti del miracoloso, soprattutto se si pensa a ciò che i ragazzi proponevano solo qualche anno fa, e genera ulteriore curiosità sulla strada che il quartetto potrebbe imboccare con il prossimo lavoro in studio. In ogni caso, per adesso la band si sta godendo i felici responsi di critica e di pubblico, oltre a prepararsi per l’imminente attività live. Raggiunto via mail, il bassista Christian Krieger si è concesso per fare brevemente il punto della situazione.
VI ERANO SENTORI DI CAMBIAMENTO GIA’ SU UN DISCO COME “THE MYSTERIOUS…”, MA CON QUESTO NUOVO ALBUM SI PUO’ VERAMENTE DIRE CHE ABBIATE PRESO LE DISTANZE DAL DEATH METAL TRADIZIONALE. SI FA UN GRAN PARLARE DELLE INFLUENZE CLASSIC ROCK PRESENTI SU “… AND AS WE HAVE SEEN THE STORM…”. SONO CURIOSO DI SAPERE QUANTO QUESTA MOSSA SIA STATA PONDERATA.
– Hai ragione, lo stacco dai dischi precedenti è evidente. Tuttavia, non c’è stato un momento in cui ci siamo detti “da oggi non siamo più una ‘vera’ death metal band”. Si è trattato a tutti gli effetti di un cambiamento naturale, dettato da nuovi gusti musicali e da nuove influenze, oltre che da una crescita del nostro livello tecnico. Siamo maturati come musicisti e abbiamo trovato il coraggio per incorporare nuovi spunti e influenze nella nostra musica.
LA BASE DELLA PROPOSTA DEI CHAPEL OF DISEASE RESTA UN DEATH METAL DI STAMPO CLASSICO. QUALI SONO INVECE GLI ARTISTI FUORI DA QUESTO GENERE CHE AVETE PRESO COME PUNTO DI RIFERIMENTO PER ARRICCHIRE IL VOSTRO NUOVO SOUND?
– Ci vorrebbero ore per elencare ogni singolo artista che ha avuto un impatto sulla nostra musica. Ascoltiamo di tutto e oggi il death metal è solo uno dei tanti elementi che vanno a cementare il nostro sound. Ci siamo resi conto che c’è tanta musica interessante là fuori, sia essa classic rock, black metal, blues, prog, post punk, hip hop, synth-wave… Ovviamente ogni membro della band ha le sue preferenze, ma se metti insieme questo bagaglio di influenze otterrai il suono odierno dei Chapel Of Disease.
VI E’ STATO TUTTAVIA UN MOMENTO DURANTE LA STESURA DI QUESTO DISCO IN CUI AVETE REALIZZATO CHE QUALCOSA DI INSOLITO STAVA ACCADENDO?
– Sì, posso ricordarmi di alcune situazioni simili. Sono spesso stato spiazzato quando i ragazzi mi hanno fatto ascoltare dei nuovi riff in sala prove mentre componevamo. Quando siamo passati ad arrangiare i nuovi brani e a suonarli insieme sapevamo che il materiale aveva preso una piega interessante, ma la vera sorpresa è infine arrivata quando abbiamo ascoltato i primi demo. Potendo analizzare la musica dall’esterno, ci siamo davvero resi conto che qualcosa di inaspettato e speciale aveva avuto luogo.
VI SONO STATE DELLE DISCUSSIONI NEL CORSO DI QUESTO PROCESSO? OPPURE SIETE STATI TUTTI SUBITO D’ACCORDO SU CHE DIREZIONE PRENDERE?
– Sì, ci sono stati discussioni e litigi, come è normale che avvenga in ogni gruppo di persone. Ma siamo ragazzi maturi e pacifici, quindi non siamo mai finiti alle mani o a scagliare i nostri strumenti l’uno contro l’altro. Abbiamo sempre risolto tutto nel modo più noioso, ovvero parlando.
NEI CHAPEL OF DISEASE MILITANO DUE FRATELLI, CEDRIC E LAURENT TEUBL. LE DINAMICHE ALL’INTERNO DI UNA BAND CAMBIANO QUANDO VI SONO DEI MUSICISTI UNITI DA UN LEGAME SIMILE?
– Sicuramente i due fratelli sono molto uniti, anche se non sono gemelli. Le loro personalità sono ben distinte, ma, siccome sono cresciuti in una famiglia di diplomatici che ha viaggiato il mondo, hanno un legame più forte, conseguenza del fatto che insieme hanno sempre dovuto affrontare molti cambiamenti. Quando componiamo musica puoi sentire la loro vicinanza: è quasi come se avessimo davanti a noi una persona sola. Una volta abbiamo suonato di spalla ai Nifelheim e vedere i ‘nostri’ fratelli imbattersi in quelli del gruppo svedese è stato molto divertente.
QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI CON “STORM…”? COSA VORRESTE RAGGIUNGERE CON QUESTO DISCO?
– Buona domanda. Il primo obiettivo era semplicemente quello di pubblicare il disco. E adesso ci siamo riusciti. Tutto ciò che potrebbe succedere da qui in poi resta un mistero. Certamente ci piacerebbe tornare a suonare dal vivo regolarmente, andare in tour o magari prendere parte ad alcuni dei nostri festival preferiti. Sarebbe bello diventare delle rock star circondate da groupie e droga, ma ci tocca restare con i piedi per terra: non accadrà con questo album.
AVETE PENSATO AD UNA POTENZIALE REAZIONE ALL’ASCOLTO DI “STORM…”?
– Devo dire di no. Ci piacerebbe che il disco venisse ascoltato con una mentalità aperta. Poi starà al singolo ascolatore trarre le proprie conclusioni e interpretarlo alla sua maniera. Ovviamente speriamo che la fruizione possa corrispondere ad un momento piacevole.
L’ALBUM SI SEGNALA ANCHE PER IL SUO LUNGO TITOLO. PUOI SPIEGARCI DI COSA PARLANO I TESTI?
– A differenza dei suoi predecessori, “…And As…” non contiene interpretazioni di vecchie storie horror e fantasy. Su questo album i testi sono molto personali e parlano di paure, lutti, decisioni difficili e temi simili. In generale, riassumono gli ultimi turbolenti anni delle nostre vite. Delle persone si sono sposate, altre sono passate a miglior vita, altre hanno visto delle relazioni infrangersi. Sono successe tante cose e in questo disco abbiamo concentrato tali esperienze.
PENSI CHE I CHAPEL OF DISEASE RAGGIUNGERANNO MAI UN PUNTO IN CUI LA VOSTRA MUSICA NON POTRA’ PIU’ ESSERE ACCOSTATA AL DEATH METAL, COME E’ SUCCESSO PER FORMAZIONI COME CYNIC O SENTENCED, FRA I TANTI?
– Non saprei, ma comunque non credo che ciò potrebbe avvenire nel breve termine. Sono il primo ad essere curioso di vedere dove saremo in grado di spingerci, ma penso che ci sarà sempre una base death metal nella nostra proposta. Si tratta di un elemento importante e che ben si presta ad essere mescolato con altri spunti.
PIU’ CREATE NUOVA MUSICA E PIU’ VI VIENE VOGLIA DI SCOPRIRNE DI NUOVA? O AVVIENE L’OPPOSTO?
– Creare nuova musica ci ispira a cercarne di nuova e a scoprire nuovi artisti. E’ proprio così. Siamo persone curiose e non credo che smetteremo mai di accrescere la nostra conoscenza. Voglio aggiornarmi e sono continuamente alla ricerca di nuove band. Ho perso il conto delle notti trascorse ad ascoltare musica e a setacciare Spotify, Youtube, ecc. Mi dispiace per la mia ragazza! Troppa musica e mai abbastanza tempo.