Difficile inquadrare una personalità a tutto tondo come quella della cantautrice californiana Chelsea Wolfe, schiva e misteriosa, sempre più contornata da una certa aurea poetica. Il suo carattere oscuro ed intimista ha portato “Hiss Spun” ad essere uno dei suoi album più riusciti, soprattutto in quanto a ‘botta sonora’, avvicinandosi molto alle tonalità dei più vicini compagni di Roadburn e a tonalità più metal-oriented, frutto anche del lavoro di Troy Van Leeuwen alle chitarre e Kurt Ballou alla produzione. Cantautrice di poche parole – almeno nelle interviste – la Wolfe cerca di spiegarci quali sono gli aspetti più importanti del comporre musica oggi.
INIZIAMO CON QUELLO CHE È PIÙ VICINO AL NOSTRO PORTALE: LA MUSICA METAL. SEMBRA CHE CON QUESTO NUOVO ALBUM SI SIA PIÙ VICINI CHE MAI AD UN SOUND PIÙ ORIENTATO VERSO IL METAL, PUR MANTENENDO TUTTI I TUOI ELEMENTI PECULIARI. È STATA UNA SCELTA O SOLO PARTE DEL PROCESSO DI SONGWRITING? OPPURE LA VICINANZA CON LA TUA POSTAZIONE QUASI FISSA A FESTIVAL COME IL ROADBURN?
– È stato molto bello essere presa dalla comunità di Roadburn. Considero questo il mio album rock che incapsula diverse realtà.
A PROPOSITO DI “HISS SPUN” HAI DETTO: ‘VOGLIO SCRIVERE CANZONI DI FUGA; CANZONI CHE PARLINO DI ESSERE NEL PROPRIO CORPO, ED ESSERE LIBERI”. CHE COSA È CHE CONSIDERI LA TRAPPOLA PIÙ OPPRIMENTE DEL MONDO DI OGGI? QUELLA DA CUI DOVER SCAPPARE MAGGIORMENTE.
– La mia stessa intensa ansia.
TROVO PERSONALMENTE MOLTO INTERESSANTE AVERE QUESTE EMOZIONI NELLA MUSICA DA PARTE DI UNA COSI’ AUTENTICA VOCE FEMMINILE. HO LETTO DA QUALCHE PARTE CHE QUESTO SECOLO SARA’ – ED È GIÀ – IL ‘SECOLO DELLE DONNE’. COME TI SENTI A PROPOSITO DI QUESTA AFFERMAZIONE? CI SONO ARTISTI FEMMINILI A CUI TI SENTI PARTICOLARMENTE COLLEGATA?
– Adoro tutto questo lato femminile/genderqueer e la sua energia nella musica! E’ molto potente. Sono fan di True Widow, King Woman, Oathbreaker, White Lungs, Savages, Angel Olsen, Emma Ruth Rundle, Helms Alee.
COSA PENSI CHE SIA LA COSA PIÙ IMPORTANTE NEL COMPORRE UN ALBUM OGGI? A PARTE OVVIAMENTE LA QUALITÀ DELLE CANZONI (COSA CHE DOVREBBE ESSERE LA PARTE BASICA)? È IL SOUND ENGINEERING, A TUO PARERE, QUALCOSA CHE STA ORMAI CRESCENDO ESPONENZIALMENTE DI IMPORTANZA DURANTE QUESTI ULTIMI ANNI DI PRODUZIONE? O L’IMMAGINARIO LIRICO, IL LATO SPERIMENTALE, LE CONNESSIONI CON LE ALTRE ARTI..
– Per me è veramente iniziare a seguire i miei istinti e scrivere con un sacco di libertà, e poi, quando ci sono un certo numero di canzoni, imparare ad editarle, rifinirle e portarle insieme al tema principale. La maggior parte dei miei album hanno un sound diversi nel loro procedere, ma penso che la linea principale sia nella mia voce e nelle liriche. Per questo album mi sono focalizzata in un gruppo di poche parole con grandi significati che sono diventati poi una forza guida e qualcosa che teneva insieme tutte le canzoni: vex, hiss, scrape, swarm, spun, hum.
MI È PIACIUTA MOLTO “VEX”. COME MAI LA COLLABORAZIONE CON AARON TURNER? SEI SEMPRE STATA UNA FAN DEGLI ISIS?
– Sono diventata fan della voce unica di Aaron con i Sumac, in effetti. Sono molto dentro quel progetto e ho sentito la sua voce come perfettamente inquadrabile come un bel elemento su questo album così frenetico. Così ho chiesto a lui di farne parte.
GRANDE VALORE MUSICALE È ANCHE DATO DALLA PRODUZIONE DI KURT BALLOU. SENTIVI COME UNA NECESSITA’ IL FATTO DI OTTENERE QUESTO TIPO DI SOUND SPECIFICO? O È ANCHE MOLTO FRUTTO DELLA TUA COLLABORAZIONE COI CONVERGE?
– Io e il mio compagno di band Ben Chisolm siamo sempre stati fan della produzione di Kurt. Questo album è molto potente con le batteria e volevo che avesse dietro le pelli Jess Gowrie. Sapevo che Kurt avrebbe fatto suonare il tutto molto bene.
QUALE È STATA LA TUA INFLUENZA PIÙ GRANDE NELL’INIZIARE A COMPORrE MUSICA? E QUALE PENSI POSSA ESSERE QUELLA CHE PORTEREBBE I GIOVANI D’OGGI AD INIZIARE AD ESSERE SONGWRITER E SCRIVERE DI SE STESSI?
-Mio padre era in una band country mentre io intanto crescevo. Quindi sono sempre stata circondata da strumenti fin dalla tenera età. Scrivevo già poesie e volevo mettere in musica le parole che scrivevo così ho chiesto a mio padre di insegnarmi a farlo. Non ho mai smesso da allora. Scrivere giù parole che ti assillano a fissare idee a musica può essere molto d’aiuto nell’imparare a conoscersi e a crescere come persona.
MI SEMBRA CHE L’ASPETTO OSCURO E ONIRICO DELLA MUSICA OCCUPI UNA GRANDE PARTE DELL’ARTE DI OGGI. PENSO AD ESEMPIO AL RITROVATO INTERESSE PER “TWIN PEAKS” DI DAVID LYNCH E IL RITORNO DI UN CERTO TIPO DI SONORITÀ DREAM-POP/DARK-GAZE IN MOLTI FILM, SERIE E LIBRI. QUALE E’ LA TUA IDEA IN MERITO A QUESTO? SO CHE SEI ANCHE TU UN REGISTA E CHE AMI, AD ESEMPIO, INGMAR BERGMAN.
-Per me lo stato di sogno viene fuori naturalmente perché è il modo in cui io esisto. Ho sempre avuto una immaginazione intensa e ho anche sempre avuto problemi con il sonno e coi sogni come paralisi del sonno, terrore notturno, insonnia. C’è una dimensione nel mezzo che è creata da questo. Ma scrivo anche molto sulla realtà, e la verità è che che la realtà non è sempre bella. Questa, onestamente, è la cosa più importante per me nella musica.