CHILDREN OF BODOM – Chi si ferma è perduto

Pubblicato il 16/10/2015 da

Dopo il discreto “Halo Of Blood”, il ritorno alle origini (almeno in termini qualitativi) dei Children Of Bodom trova finalmente pieno compimento con “I Worship Chaos”, miglior lavoro della band finlandese dai tempi di “Hate Crew Deathroll”. A parlarci della gestazione di questo nono album è il mastermind Alexi ‘Wildchild’ Laiho in persona, determinato una volta di più a dimostrare come, nonostante le critiche e l’ennesima defezione alla sei corde, i bambini più famosi di Bodom siano pronti a rivendicare il trono di spade della scena mainstream metal scandinava…

children of bodom - band - 2015

CON “HALO OF BLOOD” AVETE INIZIATO UN PROCESSO DI ‘RITORNO AL PASSATO’, SENZA PER QUESTO RINUNCIARE A GUARDARE AVANTI…VI SIETE APPROCCIATI NELLO STESSO MODO ANCHE A “I WORSHIP CHAOS”?

“Sì, direi di sì, anche se ci sono un sacco di differenze. Sicuramente il nuovo disco è più pesante, le accordature delle chitarre sono un po’ più ribassate, così come la struttura delle canzoni è un po’ più semplice, in modo da rendere i pezzi più immediati. In generale, il mood del disco è molto oscuro, più di quanto non fosse negli album precedenti”.

A GIUDICARE DAI TITOLI DELLE CANZONI (“I WORSHIP CHAOS”, “I HEART”, “MY BODOM (I AM THE ONLY ONE)”), SEMBRA UN DISCO MOLTO PERSONALE…SEMPLICE COINCIDENZA, O C’E’ QUALCHE MESSAGGIO NASCOSTO?
“Credo sia effettivamente una coincidenza, ma al tempo stesso è vero che per i testi delle canzoni attingo sempre dalla mia sfera personale, dalle situazioni che ho vissuto, cercando di prendere i sentimenti negativi (siano essi tristezza, o rabbia, o altro) e tramutarli in musica”.

QUESTA E’ ANCHE LA PRIMA VOLTA CHE AVETE REGISTRATO IN QUATTRO, DOPO L’USCITA DI ROOPE..CREDI QUESTO ABBIA INFLUENZATO IL VOSTRO SONGRWITING?
“No, direi proprio di no. In genere scrivo io tutti i pezzi e poi rivediamo gli arrangiamenti con i ragazzi della band, quindi da questo punto di vista non ci sono state differenze. L’unico cambiamento è che ho suonato di più le chitarre, dovendo fare i doppi turni in studio per registare: se poi questo si è tradotto in un sound ancora più coeso e ‘spesso’, meglio così”.

COS’E’ SUCCESSO CON ROOPE (IL SECONDO CHITARRISTA, USCITO DALLA BAND PRIMA DELLE REGISTRAZIONI, NdA)?
“E’ solo una questione di crescita: eravamo ormai arrivati ad un punto in cui avevamo priorità e modi di lavorare diversi. Noi volevamo lavorare più in fretta, mentre lui non era pronto, e questa cosa con il tempo si è fatto sentire. Non c’è stato nessuno scazzo o altro, semplicemente dovevamo andare avanti e abbiamo dovuto prendere questa decisione. Certo, ci dispiace perché era nella band da ormai una dozzina d’anni, ma al tempo stesso non siamo quel tipo di persone che si siedono in un angolo a piangere. Siamo ancora qui, noi quattro, gli stessi dal nostro primo album, e credo sia qualcosa di non comune soprattutto al giorno d’oggi”.

PARE CHE QUELLO DEL CHITARRISTA RITMICO SIA L’UNICO POSTO “INSTABILE” IN LINE-UP…AVETE GIA’ DECISO COME RIMPIAZZARLO?
“Così è la vita, non credo ci sia un motivo particolare. Detto questo, stiamo facendo le audizioni per il sostituto, ancora non posso fare nomi, ma credo che entro la fine dell’anno avremo un nuovo membro. Per ora ci da una mano Antti Wirman (il fratello del tastierista Janne, NdA), ma è solo una soluzione temporanea”.

STAVOLTA PER L’ARTWORK AVETE VIRATO SUL GIALLO, UNA SCELTA CROMATICA INSOLITA PER I VOSTRI STANDARD SOLITAMENTE PIU’ CUPI COME IL ROSSO O IL NERO…
“Volevamo cambiare un po’, e credo Tuomas abbia avuto una bella idea con questo scenario post-apocalittico, in cui si colloca il nostro mietitore. Credo sia un concept molto riuscito”.

NON SIETE MAI STATI UNA BAND TROPPO PROLISSA, MA STAVOLTA SIETE ARRIVATI A TRE QUARTI D’ORA CON L’EDIZIONE REGOLARE…
“Non era ovviamente una nostra idea prima di entrare in studio, ma credo effettivamente sia il nostro album più lungi finora: è stato un processo naturale, e alla fine ci siamo trovati ad avere ben tre pezzi sopra i cinque minuti ‘netti’, il che effettivamente non ci capita spesso”.

DA SEMPRE AVETE QUALCHE COVER ‘STRANA’ COME BONUS TRACK…COME AVETE SCELTO IN QUEST’OCCASIONE?
“Anche in questo caso, non volevamo dei classici pezzi pop, per non ripetere l’esperimento fatto con successo realizzando cover di Britney Spears, quindi abbiamo cambiato genere. I Plasmatics sono un punk molto diretto, che si adatta bene al nostro stile, così come “Danger Zone” è un pezzo divertente da suonare, anche perché tutti si ricordano ancora della colonna sonora di “Top Gun”. Per quanto riguarda gli Amorphis, è stata un’idea del nostro batterista quella di lanciare loro una sfida per registrare gli uni una cover degli altri e viceversa: non so ancora quale sarà la loro scelta, ma credo possa essere ‘Every Time I Die'”.

SIETE TORNATI A LAVORARE CON IL VOSTRO PRODUTTORE STORICO, OLTRE CHE CON PETER TÄGTGREN…
“E’ da sempre una parte importante della band, perché sa come vogliamo suonare e riesce sempre a darci una marcia in più nel mixing. Per quanto riguarda Peter, abbiamo lavorato con lui in passato, ma in quest’occasione non è stato molto coinvolto dato che aveva altre cose da seguire”.

DI RECENTE HAI SUONATO CON 100 CHITARRISTI AD UN FESTIVAL DI HELSINKY…COM’E’ STATO?”
“E’ stata un’esperienza fantastica, una cosa mai vissuta prima. C’è stato un grosso lavoro organizzativo, e anch’io mi sono dovuto sbattere parecchio per questo, ma quando ci siamo trovati in cento sul palco, con una folle enorme a spingerci, è stato veramente un qualcosa di indescrivibile”.

IN FINLANDIA AVETE VENDUTO PIU’ DISCHI VOI CHE GLI U2 O GLI IRON MAIDEN, ENTRAMBE PERALTRO BAND CON IL DOPPIO DEI VOSTRI ANNI DI CARRIERA…
“E’ abbastanza strano in effetti, perché non è così frequente trovare una band di metal estremo in cima alle classifiche, ma è andata così, e ovviamente non può che farci piacere”.

SULL’ONDA DEL VOSTRO SUCCESSO, ERANO SPUNTATE UN SACCO DI BAND SIMILI A VOI (NORTHER, SKYFIRE, IMPERANON…), LA MAGGIOR PARTE DELLE QUALI ORA SI E’ SCIOLTA E/O HA CAMBIATO GENERE…
“Non si può mai sapere, ci sono molte band valide in giro oggigiorno. Ad esempio, mi piacciono molto i Lost Society, una band molto giovane che suona thrash metal, sopratutto dal vivo nonostante la giovane età sono devastanti”.

QUANDO AVETE COMINCIATO, ERI GIA’ UN MUSICISTA DI TALENTO…COS’E’ CAMBIATO NEL TUO MODO DI COMPORRE IN QUESTI ANNI?
“Dal punto di vista del songrwiting direi che non è cambiato molto, perché come dicevo il mio approccio è sempre molto spontaneo. D’altro canto, ora curiamo molto di più il processo di arrangiamento dei pezzi, e come in questo caso ciò ci permette di rendere le canzoni ancora più incisive e dirette”.

QUESTO AUTUNNO SARETE IN TOUR DA CO-HEADLINER CON I LAMB OF GOD…HAI SENTITO IL LORO ULTIMO ALBUM? E COSA NE PENSI DI QUELLO CHE E’ SUCCESSO A RANDY?
“Ho sempre amato i LoG, abbiamo già suonato insieme molte volte e ci siamo sempre divertiti, e sono certo che sarà così anche stavolta, anche perché il nuovo disco spacca. Per quanto riguarda Randy, non so cosa sia potuto accadere, ma almeno adesso sembra essere tutto finito”.

C’E’ LA POSSIBILITA’ DI VEDERTI ANCORA ALL’OPERA IN QUALCUNO DEI TUOI PROGETTI PARALLELI?
“Direi di no, al momento sono concentrato al 100% sui CoB, quindi non ho tempo per nient’altro”.

1 commento
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.