CHILDREN OF BODOM – Maledetta Primavera

Pubblicato il 18/03/2019 da

Dopo il tour celebrativo per il ventennale di “Something Wild”, è tempo di nuova musica per i non più giovani Bambini di Bodom, giunti al decimo sigillo di una discografia su cui è da qualche tempo tornato a splendere il sole dopo un periodo più oscuro. E a raccontarci la genesi di “Hexed”, così come qualche gustoso retroscena su questi prima vent’anni di vita on the road, non poteva che essere il mastermind Alexi Laiho, raggiunto ai nostri microfoni nel mezzo dell’estate australiana, dove ora sverna per ragioni di cuore…

PER LA PRIMA VOLTA IN DIECI ALBUM AVETE CAMBIATO STILE GRAFICO E L’IMMAGINE DEL REAPER… COME MAI?
– Innanzitutto abbiamo deciso di usare stavolta il viola, che peraltro è uno dei miei colori preferiti, e poi ci siamo affidati ad un illustratore che ha dipinto tutto a mano, senza l’utilizzo di grafica al computer come avviene di solito. Devo ammettere che eravamo un po’ in ansia prima di ricevere il risultato, perchè se non fossimo stati convinti avremmo dovuto buttare via tutto e ripartire da zero, ma appena abbiamo visto il risultato ci è piaciuto subito, anche se molto diverso dal nostro solito stile.

A LIVELLO DI SOUND INVECE SI SENTONO SOMIGLIANZE CON IL VOSTRO PERIODO DI MEZZO MA ANCHE INFLUENZE PIU’ RECENTI: COME SONO ANDATE LE REGISTRAZIONI?
– E’ stato un processo naturale come sempre: ho scritto come sempre parte del materiale, poi l’ho rivisto con i ragazzi della band, e in particolare con Wirman, dopodiché sono tornato nel mio studio a rilavorare le idee e così via. Non c’è mai niente di pianificato, del tipo dovremmo somigliare più a questo o quel disco: suoniamo quello che ci viene naturale in quel momento.

IMMAGINO L’INGRESSO DI DANIEL FREYBERG (NUOVO CHITARRISTA RITMICO, NdR) IN FORMAZIONE NON ABBIA CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA NEL SONGRWITING…
– Daniel è un grande e si è integrato perfettamente con noi sia sul palco che nella vita in tour, il che è fondamentale visto che viviamo insieme a volte anche per 2-3 anni. Anche dal punto di vista musicale è un ottimo musicista, anche se dal lato compositivo non è cambiato molto, visto che mi occupo sempre io del songrwiting.

CANZONI COME “HECATE’S NIGHTMARE” O “PLATITUDES AND BARREN WORDS” MOSTRANO IL VOSTRO LATO PIU’ DIVERTENTE, A PARTIRE DAI TITOLI… TI VA DI PARLARCENE?
– Come dicevo mi sono occupato io di tutto, e a volte mi piace variare un po’, sia a livello musicale che lirico, con un po’ di humour nero. Alla fine credo leggendo i titoli possano sembrare più punk che heavy metal, ma d’altronde ogni tanto è giusto cambiare.

A PROPOSITO DI TITOLI, QUESTA E’ LA SECONDA VOLTA DOPO “BLOODRUNK” IN CUI NON COMPARE LA PAROLA BODOM…
– In realtà ci sarebbe una canzone ma è una ghost-track abbastanza corta e che quindi non compare nella tracklist ufficiale.

NEL 2017 AVETE FESTEGGIATO IL VENTENNALE DI “SOMETHING WILD” CON UN TOUR CELEBRATIVO: CREDI CHE QUEST’ESPERIENZA VI ABBIA IN QUALCHE MODO INFLUENZATO PRIMA DI ENTRARE IN STUDIO?
– Direi di no. Sicuramente ci siamo divertiti a suonare “Something Wild”, ma poi una volta finito abbiamo fatto quello che faccio ogni volta che torno da un tour: stacco la spina per un mese dormendo tipo per due settimane di fila, e poi quando ho la mente fresca inizio a comporre. Stavolta però mi sono portato avanti e ho iniziato a comporre l’estate scorsa, poi ci siamo presi un break per qualche festival e sono tornato a comporre in autunno, quindi c’è stato un break tra una sessione e l’altra, che sicuramente mi ha permesso di variare un po’.

AVETE GIA’ IN MENTE ANCHE QUALCHE TOUR CELEBRATIVO DI “HATEBREEDER” O “FOLLOW THE REAPER”, O SIETE CONCENTRATI SOLO SU “HEXED”?
– Mah, abbiamo fatto da poco quello di “Something Wild” e di sicuro non vogliamo fare un tour celebrativo ogni anno. Detto questo, stiamo anche pensando di fare qualcosa di speciale, come ad esempio una serie di show in cui suonare tutto “Hatebreeder”, anche se non abbiamo ancora deciso bene cosa.

MAGARI POTRESTE REGISTRARE UN LIVE DVD, VISTO CHE L’ULTIMO RISALE AL 2006…
– Mi piacerebbe, ma al giorno d’oggi non credo sia sostenibile economicamente. Per fare una cosa fatta bene servono parecchi soldi, e ormai la gente non compra più un DVD quando può trovare tutti i concerti disponibili gratis su Youtube, anche se la qualità non è la stessa. E’ un vero peccato perchè a me piacerebbe davvero farlo, ma se nessuno lo compra… fanculo!

QUAL E’ IL POSTO PIU’ STRANO IN CUI AVETE SUONATO?
– Mmmh, il primo che mi viene in mente è durante il tour fatto un paio d’anni nell’ex Unione Sovietica, tra Russia, Ucraina, Biellorussia. L’accoglienza del pubblico è stata grandiosa, ma alcune location erano un po’ spartane: senza backstage, niente transenne…molto raw & wild!

A PARTE IL CHITARRISTA RITMICO, VOI ALTRI QUATTRO SUONATE INSIEME DA PIU’ DI VENT’ANNI… QUAL E’ IL VOSTRO SEGRETO?
– Ogni relazione di lunga durata, che sia un matrimonio o un’amicizia, ha i suoi alti e bassi, ma col tempo abbiamo imparato a conviverci e a risolvere i problemi senza grossi conflitti. C’è stato un periodo circa 5-6 anni fa, anche per alcuni miei problemi personali, in cui abbiamo rischiato di mandare tutto all’aria, ma poi ne siamo usciti con il dialogo e come dicevo ora va tutto alla grande; il che, dopo vent’anni di vita insieme, non è così scontato.

SE POTESSI TORNARE INDIETRO NEL TEMPO, CHE CONSIGLI OGGI DARESTI AL TE STESSO DI VENT’ANNI FA?
– Ormai ho quasi quarant’anni, per cui se potessi tornare indietro nel tempo direi al me stesso più giovane di non ubriacarsi tutte le sere, soprattutto durante il tour, perchè non hai vent’anni per sempre e diventa difficle riprendersi dalle sbronze. Diciamo che l’ho imparato a mie spese passati i trenta, ma ora non bevo praticamente più quando sono on the road e ne sono davvero felice, perchè così posso godermi fino in fondo gli show invece di arrivare sul palco ubriaco e rischiare anche di fare figure di merda.

DI QUESTO PASSO DOVRAI CAMBIARE IL TUO NOME DA ‘WILDCHILD’ A ‘WISEMAN’… :) GOSSIP FINALE: SO CHE SEI SPOSATO CON UN’AUSTRALIANA, QUINDI COME TI DIVIDI TRA FINLANDIA E AUSTRALIA?
– Diciamo che quando non sono in tour faccio 50:50 tra Australia e Finlandia, visto che mia moglie vive qui ma la band è rimasta a Helsinki, dove c’è tutto quello che gira intorno ai Children Of Bodom. Sicuramente c’è un bello sbalzo termico, ma per il resto la cosa è gestibile, anche perchè come dicevo la maggior parte del tempo siamo in tour.

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