CHILDREN OF BODOM – Not dead yet!

Pubblicato il 24/01/2006 da

Fa un freddo cane e ancora lo stomaco duole per gli eccessi dell’ultimo dell’anno, ma il popolo metal accorre numeroso al Rolling Stone con tanta sete (ancora?) di buona musica. Qualche sfortunato imprevisto, forse dovuto agli eccessi a cui è abituato Alexi “Wildchild” Lahio, fa saltare le interviste individuali così viene organizzata una conferenza stampa dove i giovani Henkka T. Blacksmith (bassista) e Janne Warman (Keyboard) si prodigano nel rispondere in maniera affabile e quasi un pochetto timida alle domande della stampa. Da vicino i due Children Of Bodom sono proprio giovani, e fa specie immaginarli già a un punto così alto della carriera artistica, pronti a conquistare definitivamente anche gli Stati Uniti dopo un trionfale deal su Major. Ecco un riassunto della conferenza per voi lettori di Metalitalia:

VI SIETE SENTITI SOTTO PRESSIONE DURANTE LA LAVORAZIONE DEL NUOVO ALBUM TENENDO CONTO DELLE ASPETTATIVE DEL PUBBLICO?
“Non del tutto, abbiamo lavorato serenamente come abbiamo sempre fatto, la pressione non veniva dall’esterno ma piuttosto da noi stessi nel desiderio di migliorarci costantemente”.

IL LAVORO DI PRODUZIONE SALTA SUBITO ALLE ORECCHIE E RISPETTO AI LAVORI PRECEDENTI, SI PUO’ TRANQUILLAMENTE DIRE CHE NEGLI ULTIMI TRE LAVORI IL SUONO SI E’ MIGLIORATO E ARRICCHITO DI ALBUM IN ALBUM. E’ UNA SCELTA PRECISA O SOLAMENTE DERIVATA DAL MIGLIOR BUDGET A VOSTRA DISPOSIZIONE?
“Assolutamente una questione di budget, non si è mai deciso a tavolino di avere un sound piu cool. Abbiamo avuto più tempo a disposizione in studio e negli anni siamo progrediti come musicisti nel registrare, arrangiare le song e tutto il resto, quindi abbiamo preso pù confidenza con le attrezzature a nostra disposizione e il risultato è stato migliore”.

VUOI PARLARCI DEL NUOVO VIDEO, ANCHE QUELLO E’ DAVVERO MOLTO APPARISCENTE, UN GRAN BEL LAVORO…
“Lo abbiamo girato a Berlino con una troupe che ha lavorato coi Rammstein tra gli altri, in una zona industriale abbandonata da parecchio tempo: la lavorazione è stata relativamente breve soprattutto considerando il risultato finale di cui siamo molto soddisfatti”.

IL DISCO E’ STATO COMPOSTO CON LA PRESENZA DI ALEXANDER E IN CHE MODO LA SUA ASSENZA HA INFLUENZATO LA STESURA DEI PEZZI?
“Non so quanto sia stato influenzato Alexi a livello anche inconscio, ma la composizione non è stata in alcun modo differente da quella di Something Wild, insomma non è cambiata davvero una virgola in quanto i pezzi di chitarra sono interamente opera sua!”.

LA VOSTRA FORMAZIONE E’ STATA SEMPRE STABILE FINO ALL’ABBANDONO DI ALEX. CI ILLUSTRATE PERCHE’ HA LASCIATO LA BAND? SIETE ANCORA IN CONTATTO CON LUI?
“No, non direi che siamo ancora in contatto (in coro ndR). Ha lasciato la band perchè la sua vita personale ha avuto un cambiamento radicale. Si è innamorato e non si sentiva più a suo agio a fare lunghi ed estesi tour in giro per il mondo, ce lo siamo visti cambiare sotto gli occhi nell’arco di un anno e diventare quasi un estraneo. Ha dovuto andarsene, era la cosa da farsi per la sua condizione e per il futuro della band”.

PENSATE CHE UNA COSA DEL GENERE POSSA CAPITARE ANCHE A VOI?
“C’è questa possibilità, per come l’abbiamo visto accadere può succedere anche a noi. Era il ragazzo più passionevole nella band, ma quando è arrivato a non interessarsi più minimamente al collettivo la decisone di separarci era la più naturale”.

UNA DOMANDA CHE NON SI PONE SPESSO MA CHE MOLTI VOGLIONO SAPERE: AVETE IDEA DI QUANTE COPIE AVETE VENDUTO AD OGGI?
“Ogni album le vendite migliorano questo lo sappiamo di per certo. Se vuoi sapere a quanto ammontano le vendite totali sommate degli album non ne ho idea… a grandi linee penso che prima di questo album ci aggirassimo sulle cinquecentomila copie, ma non prenderlo per certo!”.

ORA CHE SIETE SOTTO CONTRATTO CON UNA MAJOR E’ CAMBIATO QUALCOSA NELLE VOSTRE VITE?
“Niente di niente, siamo contenti di lavorare per una casa discografica più grossa per tutte le facilitazioni del caso ma riuscivamo già da prima a vivere di musica, ora raggiungiamo invece delle aree dove non eravamo mai approdati prima. Il nuovo deal ci ha fatto veramente un ottima impressione, il lavoro della label è tangibile. Continueremo comunque ad essere selvaggi, a fare tour e festival, nessuno può tutt’ora darci degli ordini sulla nostra musica, nè sul vestiario o sul cosa dire o fare”.

AVETE IN PROGRAMMA ANCHE VOI UN DVD?
“Per ora c’è un dvd singolo fuori, ma è in cantiere anche un dvd vero e proprio, lo gireremo all’inizio di questo 2006 in giro per l’europa e il mondo. Lo vedrete a tardo 2006 se tutto va bene e se riusciremo a raccogliere del buon materiale onstage e dietro le quinte”.

SIETE SOLITI FARE COVER DI BRANI STORICI CHE VANNO DA BILLY IDOL A ANDREW WK A… BRITNEY SPEARS!! COME VI E’ SALTATO IN MENTE?
“Volevamo fare qualcosa di diverso (“No sei tu che tiri fuori sempre queste cazzate!” sbotta Henkka interrompendo Janne, e creando risate generali ndR), è troppo facile per una band metal fare delle cover di vecchi classici dell’heavy, così visto che fondamentalmente siamo un gruppo di coglioni abbiamo deciso di farlo fino in fondo registrando queste b-sides che ci rappresentano appieno”.

COME E’ STATA LA VOSTRA RECENTE ESPERIENZA NEGLI STATI UNITI?
“Il tour è stato grandioso, l’80 percento delle date è stato sold out e sono stati tutti dei grandi concerti. Il pubblico statunitense non è molto diverso da quello europeo a nostro avviso, ci siamo davvero trovati a nostro agio”.

COSA VUOL DIRE PER VOI SUONARE E FARE MUSICA AL LIVELLO DOVE SIETE ARRIVATI? PUO’ ESSERE CONSIDERATO UN LAVORO O E’ ANCORA UNA PASSIONE?

“Fare musica e suonare dal vivo è la nostra passione principale, non funzionerebbe altrimenti. Siamo senza dubbio molto fortunati ad essere in questa posizione dove quello che è la nostra passione è pure la nostra professione e quello che facciamo per mangiare”.

PERCHE’ LE VOSTRE COVER RAFFIGURANO SEMPRE LA MORTE?

“Potrei dirti perchè tutti dobbiam morire o riferirti una delle mille interpretazioni fantasiose che hanno dato i fan, la verità è che non c’è un motivo preciso, oramai è come se fosse la nostra mascotte o il sesto membro della band!”.

QUAL’E’ IL SIGNIFICATO DEL TITOLO DELL’ALBUM?
“Alla fine del tour americano a supporto di Hate Crew Deathroll, credo fosse a dicembre dello scorso anno, siamo tornati a casa e abbiamo deciso di concludere con una festa decisamente selvaggia che durasse tutta la notte. Io (Janne ndR) e Alexi eravamo fuori quando quel pazzo è saltato sopra una macchina, scivolando e pestando faccia e braccio. Si è risvegliato all’ospedale con un occhio nero, il viso sfregiato e il polso spezzato. Qualche giorno dopo, rattristito davanti allo specchio se n’è venuto fuori con questo ‘Are You Dead Yet?’, nel senso di ‘Non ne hai ancora abbastanza?'”.

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