A volte il titolo è significativo, e racchiude molte cose nella vita di una band. Terminato un rapporto discografico infelice, superati conflitti interni alla “Some Kind Of Monster”, recuperato il figliol prodigo Andols Herrick e unitisi al produttore più rampante del momento, i Chimaira con “Resurrection” danno alla luce un album che marchia a fuoco l’anno 2007, già nei suoi primi mesi. Ne discutiamo con Matt DeVries, il rosso chitarrista della formazione, ricurvo sul divano in pelle di un hotel nel centro di Milano, spossato dall’estenuante maratona promozionale ma con l’espressione felice per la prossima nascita della sua creatura discografica.
“La cosa migliore dell’album è l’estrema onestà con cui è stato concepito. E’ l’album più onesto che abbiamo mai fatto, ogni componente del gruppo ha fatto la sua parte equamente, quest’album riflette esattamente quello che siamo nella realtà”.
AD UN PRIMO ASCOLTO EMERGE CHE NON AVETE CERCATO UNA EVOLUZIONE VERSO ALTRI SUONI, SEMBRA CHE ABBIATE AFFINATO SOLAMENTE IL VOSTRO SOUND AL MEGLIO…
“E’ proprio quello che abbiamo tentato di ottenere, suona Chimaira al 110%. Avere una forte identità è proprio l’obiettivo su cui abbiamo lavorato duramente”.
MARK HA DICHIARATO CHE “RESURRECTION” E’ SUPER-CATCHY, MA SENZA ESSERE COME I “FALL OUT BOY”…
“(Ride di gusto, ndR) I Fall Out Boy sono davvero enormi negli States, e anche se io non uscerei propriamente la parola catchy (ficcante, ndR) l’affermazione è comunque valida, ci sono dei riff e delle parti che ti si appiccicano al cervello e non si scollano più, c’è un groove mastodontico, ma è sempre al cento per cento metal, quindi preparatevi ad avere sempre un pezzetto del disco che vi rimbomba nel cervello. Niente coretti emo in ogni caso”.
COME MAI QUESTA COVER MOLTO SCI-FI, COSA RAPPRESENTA QUELL’UOMO-MOSCA?
“La trovarono Mark e Chris, e se ne innamorarono pazzamente. Non ha un significato profondo e nemmeno legato strettamente al contesto dell’album, è solo una raffigurazione molto bella, e anche un po’ malata e oscura. Il titolo ‘Resurrection’ invece è stato scelto di proposito, perché abbiamo vissuto un nuovo inizio, avuto una nuova label, un nuovo produttore, Andols è tornato alla batteria… Tanta aria fresca che ci ha indubbiamente giovato”.
SO CHE TI OCCUPI, OLTRE DI COMPORRE MUSICA, ANCHE DI SCRIVERE ALCUNI TESTI. COME COMPOSITORE RIESCI SEMPRE A RISPECCHIARTI NEI TESTI COMPOSTI DA MARK?
“I suoi testi sono molto personali e molto diretti, ma riescono allo stesso tempo ad essere abbastanza aperti e interpretabili. Ho un grandissimo rispetto per il suo lavoro e ad oggi ho sempre apprezzato tutte le sue liriche, non c’è mai stata nessuna discussione. Avere più compositori all’interno del gruppo è un vantaggio. Nei Chimaira la stesura è un processo articolato che vede partire la canzone sempre da Rob, me e Mark – questa volta abbiamo collaborato ancora più strettamente – in seguito arrivano Jim e Andols, e alla fine Chris, quando c’è già una struttura ben definita. A volte è difficile ma riusciamo a sostenerci molto bene l’uno con l’altro, e si è dimostrato un metodo sempre molto fruttifero, quindi continuiamo in questo modo!”.
ALL’INIZIO COMINCIATE A LAVORARE DA SOLI, SEPARATAMENTE?
“Sì, per la prima volta, mentre Andols iniziava ad allenarsi con Rob, io e Mark ci siamo messi al lavoro separatamente. Oggi è facile, con un laptop e Pro-Tools, registrare delle bozze direttamente a casa. Rob ovviamente faceva lo stesso nei ritagli di tempo. Facevamo un tour, ci prendevamo una settimana libera, e ci mettevamo a buttare giù qualche idea, poi ci mandavamo gli mp3 via mail scambiandoci opinioni e consigli. Non siamo mai riusciti a comporre su un tour bus”.
PARLACI DEL DVD BONUS ESCLUSIVA DELL’EDIZIONE LIMITATA…
“E’ un gran bel lavoro, opera dello stesso autore di ‘The Dehumanizing Process’. Il regista ci ha seguito per l’intero processo di registrazione dell’album, seguendoci anche nei momenti di pausa, per raccontare la vita del gruppo in toto. Il risultato finale è più di un’ora di documentario, di qualità eccellente dal mio punto di vista, e con degli spezzoni davvero divertenti. Non è la solita schifezza che siete abituati a vedere nei bonus DVD, provare per credere”.
COSA CI RACCONTI DELL’ESPERIENZA CON JASON SUECOF, A MIO PARERE UNO DEI PRODUTTORI PIU’ BRILLANTI IN CIRCOLAZIONE?
“Potete vederlo anche nel DVD, Jason è un pazzo. In primis è veramente un genio musicalmente parlando, e il suo talento lo sa esprimere in ogni direzione nel campo della musica. E’ in grado di mettere mano nel processo compositivo con idee concrete, ma senza interferire con la composizione vera e propria. Riesce a farti sentire a tuo agio, a divertirti, a farti rilassare ma allo stesso tempo a spremerti come nessun altro. Ha anche la odiosa capacità di esprimere un giudizio incosciente e istantaneo, ma che si rivela sempre corretto: molte volte questi suoi giudizi ci facevano saltare i nervi, ma si rivelavano sempre maledettamente giusti. E’ stato fantastico lavorare con lui. E non vi ho detto che ha solo 26 anni… diventerà il numero uno”.
COSA DIAVOLO E’ UN “CHIMAIRA CHRISTMAS”?
“E’ una piacevole abitudine che è diventata una tradizione col passare degli anni: nel periodo natalizio suoniamo con molti gruppi nella nostra città natale (Cleveland, ndR): è diventato col tempo un piccolo evento, il migliore show della città. Ci sono molte band locali che partecipano, si sta assieme, ci si diverte e noi suoniamo una scaletta spropositatamente lunga (ride, ndR), per fare un regalo ai ragazzi di Cleveland e fare qualcosa di speciale”.
HAI CONTRATTI DI ENDORSEMENT DA GRANDI MARCHI COME “PEAVY” E “ESP GUITARS”, MA FAI ANCORA PRATICA, STUDI ANCORA IL TUO STRUMENTO?
“Avere dei contratti di sponsorizzazione è un traguardo felice e una gran comodità – le attrezzature sono fantastiche e i rapporti con le ditte felicissimi – ciò nonostante non mi sento affatto arrivato come musicista, ogni giorno mi alleno e faccio pratica, così come gli altri ragazzi della band. I risultati si possono sentire, i nuovi pezzi sono più elaborati, più tecnici”.
COSA CI FANNO QUEI PAZZI DEI DRAGONFORCE NEL “NO FEAR TOUR” CHE VI VEDE PROTAGONISTI CON KILLSWITCH ENGAGE E HE IS A LEGEND?
“Non lo so ma non vedo l’ora, penso siano i musicisti più veloci che io abbia mai sentito, la loro musica non è il mio genere ma li rispetto, e a quando pare sono pure simpatici quindi sono i benvenuti”.
ULTIMA DOMANDA. I CINQUE ALBUM MIGLIORI DEL 2006 A TUO PARERE:
“Sacrament dei Lamb Of God, il nuovo dei Napalm Death, di cui non mi ricordo il nome, Decapitated… cos’altro è uscito… Bury Your Dead! Ancora uno (crisi totale, pausa lunghissima con imprecazioni annesse, ndR)… In Flames!!!”.