Non servono certo molte presentazioni per Claudio Simonetti, musicista e compositore italiano tra i più stimati ed apprezzati nel mondo ed autore di alcune delle colonne sonore horror più famose della storia del Cinema, grazie soprattutto alla felice collaborazione con Dario Argento per alcune delle sue più iconiche pellicole, ma non solo. Nel corso della sua pluridecennale carriera infatti, il Maestro si è approcciato anche a stili musicali molto diversi da quelli per cui è maggiormente ricordato, sottolineando così la sua grande versatilità artistica e la voglia perenne di sperimentare e rinnovarsi che lo ha sempre animato e che continua a farlo ancora dopo tutti questi anni. In un periodo decisamente complicato per tutti i professionisti del settore artistico e musicale, abbiamo avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchere con Simonetti in persona, cercando di approfondire alcuni aspetti della sua leggendaria carriera e della sua personale evoluzione musicale attraverso gli anni…
CIAO CLAUDIO, BENVENUTO SULLE PAGINE DI METALITALIA.COM! INIZIEREI CHIEDENDOTI COME SONO ANDATE IN GENERALE LE NUMEROSE DATE CHE AVETE FATTO NEGLI ULTIMI MESI PRIMA DI QUESTO LOCKDOWN : AVETE SUONATO IN MOLTE SITUAZIONI E CONTESTI DIVERSI, QUALI SONO I CONCERTI CHE RICORDI CON PIÙ ENTUSIASMO?
– Ciao a tutti! La situazione stava andando molto bene, visto che venivamo da un tour in Ottobre in Giappone, alcune date in Germania ed in Italia, senza contare la marea di concerti che abbiamo tenuto nel corso di tutto il 2019 che ci hanno portato davvero in tantissime parti diverse del mondo, arrivando persino in Russia, di cui ho ricordi particolarmente entusiasmanti! Abbiamo fatto giusto in tempo a finire le date previste fino al mese di Febbraio prima che venissero chiusi tutti i locali e venisse bloccata la programmazione di concerti un po’ in tutto il mondo, costringendoci a cancellare alcuni importanti appuntamenti in Messico e negli States, nonché la partecipazione alla “Cruise The Edge”, una crociera musicale in compagnia di Le Orme, Marillion, Steve Hackett e tantissimi altri nomi di grande rilievo.
ADESSO INFATTI (L’INTERVISTA RISALE AL MESE DI MAGGIO, ndr) CI TROVIAMO IN UNA SITUAZIONE DI STALLO DA CUI MOLTI ARTISTI SONO RIUSCITI AD EVADERE GRAZIE APPUNTO A SERVIZI DI LIVE STREAMING: TU STESSO HAI PARTECIPATO AD UNA DIRETTA LIVE INSIEME AL TALENTUOSO ARTISTA ROMANO WELT DELLO YAMA TATTOO STUDIO, UNA PIACEVOLE SITUAZIONE IN CUI MENTRE TU SUONAVI ALCUNI DEI PIÙ FAMOSI BRANI DEI GOBLIN, WELT SI OCCUPAVA DI ACTION PAINTING IN TEMPO REALE. COME TI SEI TROVATO IN QUELLA SITUAZIONE? IN GENERALE, QUALI CREDI POSSANO ESSERE DEI PUNTI A FAVORE DI QUESTO TIPO DI FORMA DI INTRATTENIMENTO?
– Devo dire che personalmente non sono nuovo a questo tipo di esperienze in streaming: ne avevo già fatta una per Radio 105 ed almeno altre due attraverso i miei canali social, senza considerare il Trasimeno Prog, sorta di festival virtuale dove ho condiviso il ‘palco’ con grandi nomi della scena prog italiana ed internazionale. L’esperienza con Welt invece è nata dalla voglia di unire il suo stile gotico ed oscuro con la mia musica, anche perché siamo grandi amici da molto tempo e sono un grande estimatore della sua arte, pur essendo probabilmente l’unico suo ammiratore senza nemmeno un tatuaggio! In generale, credo che il live streaming possa essere una buona soluzione per tenere viva l’attenzione verso una certa categoria di musicisti ‘di nicchia’, un metodo efficace per rimanere in contatto con i fan e gli appassionati, senza perdere ed anzi rafforzando un legame speciale proprio con coloro che ci supportano e ci sostengono.
COME PREVEDI POSSA EVOLVERSI INVECE LA SITUAZIONE PER IL SETTORE ARTISTICO NEI PROSSIMI MESI? PENSI CHE SI POTRA’ TORNARE AD UNA NORMALE ATTIVITA’ CONCERTISTICA IN TEMPI BREVI O SEI PIU’ PESSIMISTA A RIGUARDO?
– La situazione non è e non sarà affatto facile, secondo me, per i mesi a venire: mentre alcune attività torneranno piuttosto rapidamente alla normalità, credo che ci vorranno diversi mesi per poter tornare ad esibirsi e ad una vera programmazione per il settore artistico, fino ad arrivare addirittura ai primi mesi del prossimo anno. Considera che sono stati fermati eventi ‘sacri’ come il calcio e le Olimpiadi, un segnale forte circa il futuro nero che attende anche noi musicisti e membri dell’industria dell’intrattenimento…
E’ SICURAMENTE INNEGABILE IL FORTE LEGAME CHE LA MUSICA DEI GOBLIN HA CON I FILM A CUI È CONNESSA E CHE VA A MUSICARE. MI CHIEDEVO QUINDI QUALE METODO È STATO UTILIZZATO NELLA COMPOSIZIONE DA PARTE VOSTRA: AVETE LAVORATO CON IL REGISTA DURANTE LA SCRITTURA E LA REGIA DEI VARI FILM OPPURE AVETE CREATO UNA COLONNA SONORA SOLAMENTE A LAVORO FINITO, ADATTANDO IL VOSTRO MATERIALE ALLA PELLICOLA SOLO IN UN SECONDO MOMENTO?
– Diciamo che principalmente io ho sempre lavorato alle musiche dopo aver visto il film in questione, lavorando quindi alle composizione in una fase successiva rispetto alla regia e alla creazione della pellicola. Negli anni ’70 non c’erano computer e altre tecnologie, per cui si andava in studio, si vedeva il film scena per scena e si cercava poi di suonarci sopra qualcosa seguendo le immagini. Si trattava di un processo molto lungo e costoso in realtà, che è andato via via semplificandosi nel tempo grazie alle tecnologie, quando cioè si è potuto iniziare a lavorare direttamente da casa. Questo ha reso il processo di composizione non solo più semplice, ma anche e soprattutto più accurato e meno approssimativo, potendo appunto lavorare con più calma e più tempo alle musiche del film. Come vedi quindi il mio approccio alle pellicole è cambiato nel tempo grazia soprattutto alla tecnologia, che permette oggi di eseguire lavori più precisi, più dinamici e di ‘scorrazzare’ più liberamente lungo la pellicola senza costosi limiti di tempo e di mezzi.
ECCO QUINDI CHE PONI L’ACCENTO PROPRIO SUL VERSANTE TECNOLOGICO, UN ASPETTO INTERESSANTE CHE VORREMMO APPROFONDIRE: CHE TIPO DI RAPPORTO HAI CON LA TECNOLOGIA, SIA ESSA INTESA NEI CONFRONTI DELLA STRUMENTAZIONE CHE UTILIZZI PIUTTOSTO CHE LE SEMPRE PIU’ ACCURATE TECNICHE DI REGISTRAZIONE? TI ESPONI IN MANIERA POSITIVA VERSO DI ESSA O HAI QUALCHE RISERVA A RIGUARDO?
– Mi sento di espormi in maniera assolutamente positiva in merito a questo argomento. Mi sono sempre considerato un tipo tecnologico e all’avanguardia, sin dagli anni ’70: comprai il mio primo Moog nel 1972, e già nel periodo di “Profondo Rosso” mi ero circondato di diversi sintetizzatori di questo storico marchio, nonché di mellotron ed altri strumenti innovativi per l’epoca. Dal periodo di “Zombi” e “Tenebre” poi, iniziammo ad includere l’utilizzo assolutamente rivoluzionario dei sequencer oggi usati da chiunque ma allora quasi sconosciuti, mentre per “Suspiria”, nel 1977, ho sperimentato personalmente con il Roland System 100 senza nemmeno sapere bene come funzionasse! Avevo un tecnico del suono esperto in musica elettronica a cui suggerivo direttamente cosa fare sullo strumento e così riuscimmo ad includere questo complicato ed enorme macchinario nella scrittura di questa colonna sonora! Ho sempre amato sperimentare, e continuo a farlo oggi con nuovi apparecchi tecnologici all’avanguardia.
CHE DIFFERENZE CI SONO SECONDO TE NELLA CREAZIONE DI UNA COLONNA SONORA RISPETTO A QUELLA DI UNA ‘SEMPLICE’ CANZONE?
– Per quanto riguarda la colonna sonora, sei certamente più legato e costretto nella composizione musicale, visto che ti devi attenere alle scene della pellicola senza poterti discostare di troppo e dovendo sempre mantenere un forte legame tra immagini e suoni; la canzone invece risulta per certi versi più libera e quindi più ‘facile’, visto che lo spunto principale deriva dalla tua ispirazione personale, che può spaziare più agilmente tra diverse influenze senza troppe costrizioni o limiti dettati da altri legami che non siano solo musicali. In questo senso, ho avuto modo di scatenare la mia fantasia soprattutto durante il mio periodo dance, genere molto stimolante in cui ho lavorato a diverse canzoni di successo come il “Gioca Jouer” di Cecchetto (dove la musica è stata composta interamente da me), o con la disco music che mi permetteva di viaggiare fino in America per registrare cori e strumenti e di cui conservo un ricordo molto piacevole e divertito.
HO AVUTO MODO DI VEDERVI PERSONALMENTE IN OCCASIONE DEL NETHERLAND DEATH FEST DI QUALCHE ANNO FA, UNA PRESENZA NON CERTO NUOVA IN POSIZIONI DI GRANDE RILIEVO IN EVENTI E FESTIVAL METAL: PERCHÉ CREDI CHE LA FORMULA DEI GOBLIN RISCUOTA QUESTO GRANDE SUCCESSO ANCHE IN AMBITI MUSICALI TEORICAMENTE DISTANTI DA VOI COME QUELLO METAL?
– Questo rimane ad oggi un grandissimo mistero per me, così come il grande affetto che molte icone del mondo metal dimostrano nei miei confronti! La verità probabilmente è che nel background e nella formazione musicale di molti ascoltatori e musicisti appartenenti alla scena metal è ben presente una radice rock più classica, o vicina al prog, che fa apprezzare loro alcune delle band storiche del genere, molte delle quali appartenenti alla scena italiana e quindi rimaste poi nei loro cuori nonostante gli sviluppi molto più estremi che ha preso la loro musica. Molto divertente per me, è vedere come alcuni dei personaggi più truci ed ombrosi si scatenino sui ritmi quasi dance di alcune mie composizioni, rivelando un anima danzereccia che sconvolge di volta in volta persino i miei manager ed agenti: ebbene si, posso dire di aver fatto ballare alcuni dei metallari più famosi del mondo con la mia musica!
A QUESTO PROPOSITO, AVRAI RICEVUTO NEL TEMPO NUMEROSE DIMOSTRAZIONI DI APPREZZAMENTO DA PARTE DI MUSICISTI ED ADDETTI AI LAVORI DELLA SCENA METAL: C’È QUALCHE DIVERTENTE ANEDDOTO CHE TI VA DI RACCONTARCI?
– Phil Anselmo ad esempio ci ha chiamato ben due volte al suo festival personale in Texas, ed entrambe le volte si è dimostrato un grandissimo fan dei Goblin, del prog italiano e della storia del nostro cinema horror citandomi un sacco di film ed un sacco di canzoni della mia band e di altri importanti compositori di colonne sonore. Anche quando in Olanda abbiamo condiviso il palco con gli Opeth, il loro frontman Mikael Åkerfeldt mi ha rivelato di nutrire un profondo amore per i Goblin sin dai tempi in cui da adolescente lavorava in un negozio di dischi e consumava i nostri vinili nel giradischi! E poi John Myung dei Dream Theater, o Dani Filth con cui ho avuto persino modo di collaborare per un brano presente nella colonna sonora di “La Terza Madre” in uno scambio divertentissimo: io apprezzavo molto i Cradle Of Filth e pensai subito alla voce di Dani per questa canzone, il quale accettò immediatamente visto il suo amore per i Goblin e per Dario Argento. Mi ritrovai allora a mandare delle demo al cantante inglese dove io, con inglese maccheronico e voce in falsetto, simulavo le mie idee vocali per quella canzone! Fortunatamente lui ha saputo in maniera molto professionale cogliere i miei spunti ed eseguire un grande lavoro su quel pezzo consolidando così la grande stima reciproca che si era instaurata tra di noi.
QUESTA SORTA DI RINASCITA PER I GOBLIN, È STATA ACCOMPAGNATA DALL’ALLESTIMENTO DI UNA ECCELLENTE LINE-UP CHE TI ACCOMPAGNA OGNI SERA. TI VA DI PRESENTARCI I MEMBRI DELLA BAND E DIRCI COME SONO ENTRATI A FARE PARTE DEL PROGETTO?
– La line-up con cui mi esibisco live dagli ultimi due anni è formata dal chitarrista storico Bruno Previtali, che ha sempre lavorato con me fin dai tempi dei Demonia, mentre alla batteria Federico Maragoni ha preso il posto dopo tanti anni di Titta Tani, insieme alla sua compagna Cecilia Nappo al basso. Con questa nuova formazione abbiamo registrato il nuovo album dal titolo “The Devil Is Back” e creato una nuova raccolta dal titolo “The Very Best Of Vol. I” dove abbiamo ri-suonato alcuni successi tra i quali “Profondo Rosso”, “Phenomena”, “Il Cartaio” e “Zombi” e dove ho inserito una nuova versione di “Mater Lacrimarum”, ovvero il featuring con Dani Filth tratto dalla colonna sonora de “La Terza Madre”. Mi trovo molto bene con questa formazione, Cecilia al basso è veramente una forza della natura, ed anche il nuovo batterista è un ragazzo eccezionale sia come persona che come musicista.
DA MAESTRO PER ECCELLENZA DELLA MUSICA HORROR, QUALI SONO SECONDO TE GLI ELEMENTI IN GRADO DI RENDERE INQUIETANTE, SPAVENTOSA O SINISTRA LA MUSICA DI UNA MELODIA, DI UNA CANZONE O DI UNA COMPOSIZIONE?
– Non saprei rispondere con esattezza a questa domanda, anche perché creando tutte le colonne sonore dei vari film ho sempre cercato nel tempo di diversificarmi, senza mai radicarmi troppo su una formula ben precisa, sia come Goblin che come solista: se senti “Phenomena” troverai il soprano lirico, mentre “Tenebre” con il vocoder e dallo stile rock/dance appartiene a tutt’altro genere, quindi non mi sento di dare un clichè predefinito allo stile della musica horror per eccellenza, a differenza invece di quanto vedo nei grandi film e serie americane e nella loro interpretazione hollywoodiana molto standard, dove manca del tutto quella creatività che distingueva le musiche di John Carpenter o un “Tubular Bells” di Mike Oldfield ne “L’esorcista” ad esempio.
IN CAMPO MUSICALE E ARTISTICO, CHE COSA È CHE TI SPAVENTA? QUALI SONO ALCUNI ESEMPI DI ARTE CHE RITIENI IN GRADO DI SHOCKARTI E COINVOLGERTI?
– Dopo tutti questi anni di carriera credo di aver visto e sentito talmente tante cose da trovare difficile spaventarmi realmente con il mondo astratto dell’arte e della musica. Sinceramente, trovo molto più inquietante e spaventoso il mondo reale, con i fatti e le azioni che succedono quotidianamente e che superano di gran lunga la finzione a cui siamo abituati. Le terribili scene di morte di poche settimane fa farebbero impallidire qualunque creazione di Romero da cinema horror, ed il fatto che siano reali e concrete rendono la situazione ancora più spaventosa e drammatica.
TI RINGRAZIO DEL TEMPO CHE CI HAI CONCESSO E TI SALUTO CHIEDENDOTI QUALI SONO I PIANI ED I PROGETTI DEI GOBLIN PER IL PROSSIMO ANNO.
– Proprio in questi giorni stiamo ultimando le preparazioni per una nuova uscita davvero speciale, un cofanetto per la celebrazione dei quarantacinque anni di “Profondo Rosso” dove io e la band attuale abbiamo registrato nuovamente tutto l’album originale del 1975 dei Goblin ed impreziosito da una edizione fisica veramente fantastica completo di teatrino, pupazzetti e tante altre cose! Sarà una special edition in vinile, un omaggio ad un formato che comunque apprezziamo molto. Purtroppo la situazione live non promette niente di buono, avremmo avuto impegni sul finire dell’anno in Australia e Stati Uniti, ma per il momento rimaniamo in attesa di sapere quali saranno le disposizioni per gli spostamenti nel prossimo futuro. In ogni modo non disperiamo: abbiamo superato in passato prove altrettanto e più dure, sapremo risollevarci anche questa volta. Speriamo quindi di poter tornare presto ad esibirci e passare grandi momenti insieme ai nostri fan!