La fantasia non è sicuramente ciò su cui i Communic puntano maggiormente: ma, nonostante una spiccata somiglianza con i Nevermore, il trio norvegese ha saputo sfornare un album notevolissimo, ben composto e suonato. Il leader Oddleif Stensland, persona incredibilmente gentile e alla mano, cerca di farci capire come le influenze presenti su “Waves Of Visual Decay” si discostino dalla band di Warrel Dane, andando a coprire uno spettro musicale molto più ampio. Di questo e di molto altro si parlerà nell’intervista sotto riportata. A lui la parola.INIZIAMOCON UNA BREVE SORIA DELLA BAND: INIZIALMENTE VI CHIAMAVATE INGERMANLANDSE NON ERRO: COME E’ AVVENUTO IL PASSAGGIO DA QUELLA BAND AI COMMUNIC?
“E’ esatto, anche se sarebbe più corretto dire che gli Ingermanlanderano un mio progetto personale. Comunque a quei tempi abbiamocominciato a gettare il seme di ciò che sarebbe venuto poi.Successivamente mi sono unito ad un’altra band, dove ho conosciuto ilbatterista Tor: subito c’è stata chiarezza di intenti fra noi e,insieme a Erik, abbiamo deciso di formare un’altra band, i Communicappunto. Ai tempi, doveva essere il 2003, abbiamo registrato il demo elo abbiamo proposto alla Nuclear Blast che ci ha messo sotto contrattoe ci ha dato l’opportunità di registrare il nostro debut album’Conspirancy In Mind’. In sostanza il cammino dagli Ingermanland aiCommunic è stato piuttosto naturale ed ora eccoci qui con un albumnuovo appena uscito”.
C’E’ UN SIGNIFICATO BEN PRECISO DIETRO IL VOSTRO MONICKER?
“Inizialmente avevamo deciso di chiamarci Communicate, salvo poimodificarlo quasi subito in Communic-Hate che ci sembrava suonassemeglio. Alla fine però abbiamo deciso di puntare su un nome piùincisivo e abbiamo definitivamente scelto quello attuale, che ci sembraperfetto per una band. L’idea base era quella di far capire già dalmonicker che la nostra musica voleva comunicare qualcosaall’ascoltatore”.
COSA CI PUOI DIRE DEL PROCESSO COMPOSITIVO DEL NUOVO ALBUM?
“Tutte le idee base delle tracce sono state scritte dal sottoscritto,testi compresi. Gli altri due componenti della band comunque sonofondamentali, prima di tutto perchè suonano basso e batteria mentre ionon ne sono in grado, ma anche per l’apporto di suggerimenti ed ideediverse che arricchiscono il nostro sound. Così facendo abbiamo avutoil vantaggio di scrivere un album in poco tempo. Quando abbiamo capitodi avere abbastanza carne al fuoco, ci siamo rinchiusi negli studi diregistrazione e ne siamo usciti con ‘Waves Of Visual Decay’. Ai tempidel primo album il tutto si è svolto con più calma, ma nel frattemposiamo cresciuti e crediamo molto di più in noi stessi e nelle nostrecapacità”.
QUALI SONO A TUO PARERE I PUNTI DI FORZA DELL’ALBUM?
“Innanzitutto ritengo che l’album vada recepito nella sua interezza, inquanto tutte le tracce sono sullo stesso livello qualitativo a nostromodo di vedere. In effetti è dura trovare dei punti di forza chenon vadano a sminuire altre caratteristiche del lavoro. Per quantoriguarda le singole canzoni non saprei, a volte me ne piace una, ilgiorno dopo ne preferisco un’altra, davvero non posso scegliere. Saràuna banalità ma non scriviamo canzoni che non ci piacciono o che nonriteniamo all’altezza del risultato finale. Cerchiamo di promuoverel’album come un unico ottimo brano (ride, ndR)”.
QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA IL NUOVO LAVORO E IL SUO PREDECESSORE?
“La differenza più grande che mi viene in mente è che noi siamocresciuti molto come gruppo, siamo più coesi ed affiatati: suonandoinsieme per così tanto tempo crea un legame che va oltre l’amicizia eti fa crescere come uomo e come songwriter, che poi è la cosa che alpubblico interessa di più. A livello musicale “Waves Of Visual Decay” èuscito più aggressivo e thrashy, migliore del suo predecessore, maquesta è la conseguenza di ciò che ti dicevo prima”.
FACCIAMO UN PASSO INDIETRO FINO A “CONSPIRANCY IN MIND”: SIETE COMPLETAMENTE SODDISFATTI DELL’ALBUM?
“Siamo discretamente soddisfatti del nostro debutto, nonostante alcunepiccole imperfezioni che avrebbero potuto essere corrette se soloavessimo avuto meno fretta di registrare, dato che avevamo tutto iltempo del mondo. Comunque come primo passo direi che non c’è male, Ëservito ad indirizzarci nella giusta direzione”.
NON HO I TESTI DELL’ALBUM: CI PUOI DIRE QUALCOSA A RIGUARDO?
“Tutte le tracce hanno la loro propria storia all’interno, ma comunquenel complesso mi pongo delle domande su come sta andando il mondo, comesi vive nella nostra epoca. La gente ricerca informazioni nei media, maquesti non fanno il loro lavoro, anzi direi che disinformano più chemai. La gente si nutre di queste notizie distorte e si crea unapercezione del mondo completamente falsata”.
ANCHE LA COVER E’ INCENTRATA SUL POTERE DEI MEDIA: CHI SE NE E’ OCCUPATO?
“Sì, la copertina è assolutamente complementare ai testi. Se ne èoccupato un artista americano già noto nel mondo metal per averlavorato con i Rage e gli Exodus: il suo nome è Anthony Clarkson ed èun illustratore eccellente che trova sempre l’idea giusta perdescrivere al meglio il contenuto lirico e musicale dell’album sulquale sta lavorando”.
COME DEFINIRESTE IL VOSTRO SOUND?
“E’ piuttosto difficile (ride, ndR). Non so se ho la correttadefinizione, in quanto i Communic propongono un sound molto ostico edostile ad ogni definizione, non adatto ad essere rinchiuso in unrecinto. Copriamo così tante sfumature di metal che non saprei propriocosa dire: tutto il nostro repertorio è modellato sulle nostreinfluenze di una vita. Diciamo che sta a cavallo tra il thrash, ilpower, il progressive e quant’altro, un mix di vecchi Testament eMegadeth con i Marillion e i Pink Floyd. Spero che la gente non rimangaconfusa, in quanto comunque l’album contiene delle gran belle tracce,anche se non catalogabili (ride, ndR)”.
ASCOLTANDO LA VOSTRA MUSICA CREDO CHE TRA LE VOSTRE PRIMARIEINFLUENZE, OLTRE A QUELLE APPENA CITATE, VI SIANO ANCHE I NEVERMORE: E’COSI’?
“Decisamente siamo influenzati dai Nevermore, ma credo che siamo piùtendenti verso il vecchio power metal americano, quello di Metal Churche Vicious Rumors, oppure qualcosa di più europeo, come gliAccept. Non credo che i Nevermore siano la nostra primaria fonte diispirazione, anche se li ammiriamo e sicuramente in qualche modo liricordiamo. Le nostre radici però affondano nel thrash della Bay Areadi fine anni ottanta e l’inizio dei novanta e in band che in quelperiodo hanno dato il meglio come i Fates Warning e i Queensryche. Poiascoltiamo molto anche Rush, Manowar e Black Sabbath, anche se sonomeno avvertibili nella nostra proposta”.
A SENTIRE IN GIRO SIETE CONSIDERATI, INSIEME AI PAGAN’S MIND, LANEXT BIG THING IN AMBITO POWER PROGRESSIVE: QUESTO VI RESPONSABILIZZA?
“Tantissimo (ride, ndR). Sei uno dei primi giornalisti che accosta ilnostro nome a quello dei Pagan’s Mind, band che ammiro tantissimo e chesta facendo davvero molto bene. Oltretutto non vivono lontano da noi egli dobbiamo molto: grazie al loro successo i discografici si sonoaccorti che in Norvegia c’è una scena sommersa davvero notevole, che vaoltre il black metal. Grazie ai Pagan’s Mind quindi anche se il loroaiuto è stato indiretto. Credo che senza di loro band come la nostra egli strepitosi Circus Maximus non avrebbero avuto tutte le possibilitàche hanno avuto. E’ tutt’altro che facile essere norvegesi e nonsuonare musica estrema”.
AVETE GIA’ PIANIFICATO QUALCHE TOUR?
“Abbiamo qualche data a dei festival estivi, come il PowerProg inOlanda, l’Earthquake in Germania e qualche happening minore. Terminatala stagione estiva dovremmo partire per un tour europeo ma non sappiamoancora nè le date nè le band che ci accompagneranno. Comunque rimanetesintonizzati, in quanto a metà settembre o ad inizio ottobre saremo ingiro”.
COME VI TROVATE CON LA NUCLEAR BLAST?
“Direi che va piuttosto bene. La Nuclear Blast la conoscete tutti, stafacendo il possibile per promuovere la band, soprattutto sul mercatotedesco. Loro si dicono soddisfatti di noi, speriamo sia vero. Per ora,dato il numero di interviste fissate in mezzo mondo si direbbe chestanno mantenendo alla grande gli impegni presi”.
QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO?
“Ora abbiamo l’album in uscita e l’impegno maggiore è senza dubbioquello promozionale. Non voglio guardare troppo lontano come vedi. Ilfuturo per ora è già scritto: promozione, festival, tour e poipresumibilmente ci metteremo a lavoro sul nuovo album. Ovviamentevorremmo continuare a registrare musica, vorremmo farlo in viacontinuativa, dedicando tutto noi stessi a questo. Per ora comunque ciconcentriamo sulla promozione”.
ABBIAMO FINITO, CONCLUDI COME MEGLIO CREDI…
“Spero che più gente possibile comperi il nostro album e ci auguriamodi venire dalle vostre parti di modo che la gente abbia la possibilitàdi vederci dal vivo e magari di conoscerci. Grazie mille a te e aMetalitalia.com per lo spazio concessoci”.