Quando si parla della possibilità di intervistare Corey Taylor, un personaggio che non ha bisogno di nessun tipo di presentazione, la risposta è un ‘sì’ automatico. Parliamo non solo di uno dei più grandi frontman dei 2000, ma anche di un vero e proprio personaggio, un artista completo ed un intrattenitore a tutto tondo. Non stupisce, quando si parla di lui, la scelta di un progetto solista, nonostante ben due affermati ed impegnatissimi gruppi, poiché certi personaggi non li ferma nemmeno il lockdown. Quindici strettissimi minuti a disposizione e un rappresentante della casa discografica ad ascoltare la conversazione, ed eccoci ad aprire la finestra su una delle menti più energiche e contagiose del panorama, che si impegna a trasmettere a parole tutta la passione che trasale con immensa facilità nella sua musica.
INNANZITUTTO PERCHÉ UN DISCO SOLISTA E PERCHÉ ADESSO?
– L’ipotesi di un disco solista mi è rimbalzata nella testa per qualche anno ma, come potete immaginare, avevo Slipknot e Stone Sour che mi tenevano parecchio impegnato. Col tempo ho iniziato a realizzare di avere tutte queste canzoni, scritte da me, che non calzavano con nessuna delle due band, quindi ho pensato “Sai che c’è? Metto gli Stone Sour in pausa e una volta terminato il ciclo di tour a supporto del disco degli Slipknot mi ci metterò, mi concentrerò solo su quello”. Poi come tutti sappiamo è arrivato il Covid e ci ha colpito all’improvviso. Tutti i piani sono saltati, tutti i tour. C’era il tempo per mettersi al lavoro sul disco solista. Perchè non farlo subito? Mi sarei messo comunque all’opera tra gennaio e febbraio 2021. Abbiamo deciso di anticipare tutto, l’abbiamo fatto in maniera intelligente ed in maniera sicura per la salute di tutti, contenti di aver ristretto enormemente i tempi.
SO CHE C’È DEL MATERIALE PARECCHIO DATATO NEL DISCO…
– Alcune canzoni risalgono addirittura al periodo delle scuole superiori: “Highway 666” è nata come poesia in un quaderno di quel periodo. L’ho ritrovato non troppo tempo fa e ho deciso di completare il lavoro e trasformare la poesia in una canzone. Altre canzoni invece, come “Samantha’s Gone”, “Kansas”, “Halfway Down”, hanno una quindicina d’anni, aspettano da molto di essere pubblicate. Mi sembrava il momento giusto per portarle alla luce.
ERANO TUTTE DEI TESTI SU UN QUADERNO O AVEVI REGISTRATO GIÀ QUALCOSA, UNA CASSETTA O UNA DEMO?
– Negli ultimi casi che ho citato ci sono delle vecchissime registrazioni. Sono contento di aver terminato quei pezzi e che oggi siano sul disco.
AD ECCEZIONE DI CHRISTIAN MARTUCCI, COME HAI MESSO INSIEME LA BAND CHE TI ACCOMPAGNA?
– Ci conosciamo tutti da anni, a dire il vero. Ho conosciuto Christian attraverso Jason, il mio bassista, che suonava in una band con lui. È curioso, ci conosciamo tutti da anni, ma non abbiamo mai avuto l’occasione di suonare insieme tutti e cinque. Sapevo che non solo avrebbero saputo suonare in maniera superlativa, ma sarebbero stati in grado di portare anche una bella atmosfera, creatività, talento e, al contempo, sarei stato felice di averli attorno, ci saremmo sicuramente divertiti. Questo gruppo di persone sarebbe stato in grado di spaccare. Suonare con gente che sarebbe stata contenta di farlo con me quanto io con loro è stata una scelta che aveva totalmente senso.
C’È QUALCUNO DI LORO CON CUI HAI SCRITTO IN PARTICOLARE, E C’È QUALCHE AUTORE ESTERNO ALLA BAND?
– Ho scritto tutto io, ad eccezione di “Everybody Dies On My Birthday”, che è una canzone che Tooch (Martucci, ndR) mi ha proposto e che io ho riarrangiato, scrivendo poi il testo. Tutto il resto è farina del mio sacco.
QUALI SONO LE INFLUENZE CHE SONO EMERSE NEL DISCO A TUO PARERE?
– C’è davvero un sacco di roba: Social Distortion, Van Halen, Johnny Cash, Suicidal Tendencies, Anthrax… ci sono anche i Run DMC! C’è davvero un sacco di roba grandiosa in questo disco e quando metti tutto insieme sembra un giro sulle montagne russe. A mio parere, però, quello che lega tutte queste canzoni diverse è che ognuna di loro è davvero una bella canzone, ed è per questo che mi sono deciso a pubblicare il disco, sono convinto della bontà delle canzoni e, cazzo, so che la gente uscirà di testa quando le ascolterà.
AVEVI IN TESTA UNA VISIONE PER IL DISCO PRIMA DI METTERE INSIEME LE CANZONI?
– Niente di preciso, volevo che fosse un disco solido, un bell’ascolto. Volevo che quando la gente lo mettesse su si godesse l’intero viaggio, dall’inizio alla fine. Non avevo in testa un disco che dovesse essere dark o leggero a prescindere, volevo delle buone canzoni. Ho degli standard molto elevati quando si parla di scrittura, quindi il mio obiettivo era sulle singole tracce, volevo dei brani che potessero distinguersi e impressionare.
UNA VOLTA ASCOLTATO IL DISCO IL PRIMO SINGOLO NON RAPPRESENTA MOLTO LO STILE, MA CENTRA I TONI SULL’UMORE. COME MAI AVETE SCELTO “CMFT MUST BE STOPPED”? VOLEVI SORPRENDERE GLI ASCOLTATORI?
– Ad essere onesti volevo pubblicare “Black Eyes Blue” come primo singolo, ma all’etichetta è piaciuta così tanto “CMFT Must Be Stopped” che hanno voluto pubblicare entrambe le canzoni insieme. Penso siano due valide rappresentazioni degli estremi dello spettro sonoro del disco. Poi ho pubblicato “Highway 666”, che ha aggiunto un’ulteriore dimensione, a cui la gente ha risposto davvero bene. Stiamo pensando di far uscire un altro singolo qualche giorno prima della pubblicazione, per allargare ulteriormente la percezione da parte degli ascoltatori. Mi piacerebbe che la gente, quando pensa di aver inquadrato la direzione, venga spiazzata. Aspettatevi di tutto. Dev’essere un viaggio, non voglio mai pubblicare un disco piatto e noioso, non esiste niente di peggio di musica noiosa del cazzo. Per me è un discorso di passione. Anche se è una canzone che non ti piace particolarmente se puoi sentire la passione, l’emozione, puoi comunque supportare quell’artista, perché scrive col cuore. Tutta la mia carriera è basata su questo.
TROVO CHE IL DISCO RIESCA A TRASMETTERE UN SACCO DI ENERGIA E POSITIVITÀ’. E’ UN PERIODO FELICE DELLA TUA VITA?
– Penso di sì. Per la prima volta dopo tanto tanto tempo sono in un momento felice. Non voglio dire che mi sento soddisfatto, ma mi sento davvero contento e felice. Ho una moglie stupenda, i miei figli sono tutti in salute, sto lavorando, cosa che un sacco di persone non possono fare. Sono creativamente in un bel periodo. E’ bello, penso si rifletta nell’energia del disco. Puoi percepire, puoi sentire che ci stiamo divertendo. Anche su brani che sono un po’ più pesanti lo puoi sentire e penso che sia un fattore che stia dolorosamente mancando in un sacco di hard rock dei nostri giorni, è una cosa triste e deprimente. Tutti prendono sé stessi così sul serio che si dimenticano che il rock dovrebbe essere anche una cosa divertente. Noi stiamo tentando, con questo disco, di spingere la gente a divertirsi di nuovo.
PENSO CHE QUESTA SIA LA TUA PIÙ GRANDE PAUSA DI SEMPRE DAI TOUR. COSA STAI FACENDO IN QUESTO PERIODO?
– Sto impazzendo amico (ride, ndR). E’ strano. A volte devi stare davvero attento a quel che desideri… Stavo giusto parlando di questo con Jim Root l’altro giorno. Per tutto il tempo passato on the road desideravamo andare a casa, oggi che siamo a casa da troppo tempo non desideriamo altro che tornare in tour! E’ tutto così assurdo di questi tempi. Ho davvero avuto piacere nel fare di nuovo il padre. Come hai detto, è il periodo più lungo in cui sono stato a casa in vent’anni, quindi posso davvero passare il tempo con i miei figli. Adoro accompagnarli a scuola, cucinare per loro, pulire la casa… adoro il lato domestico della situazione. Allo stesso momento muoio dalla voglia di suonare dal vivo. Ho avuto il tempo di concentrarmi sul rimettermi in salute ultimamente, mi alleno parecchio e sono tornato al peso che avevo prima dell’operazione alla schiena. E’ la prima volta dopo tanto tempo che mi sento in ottima salute. Quando arriverà il tempo… non sono mai stato così pronto e lo potrete vedere il 2 ottobre al live stream “CMFT Forum Or Against Em”.
PARLANDO DI QUESTI SHOW IN STREAMING, LI VEDI COME UNA POSSIBILITÀ DI BUSINESS REALE O È’ PIÙ UN REGALO AI FAN, UN MODO PER DIRE “CI SONO ANCORA, ASPETTATEMI“?
– Un po’ entrambe le cose. Ovviamente è un modo per i musicisti per continuare a lavorare. Allo stesso tempo alla gente come me manca il pubblico, mancano i fan. Ci manca suonare, esibirci. Non penso possa essere la normalità, ma penso stia aiutando a tenere gli artisti davanti al loro pubblico, specialmente oggi in cui tutto è così folle.