“Quel Cimitero Accanto Alla Villa”segna il ritorno in pompa magna dei Corpsefucking Art, che danno così un successore al precedente “Zombiefuck”, portando ancora avanti quella vena irriverente che li ha sempre contraddistinti, ma approfondendo allo stesso tempo il songwriting con spunti groovy uniti alle immancabili badilate death metal a cui ci hanno sempre abituato. Il chitarrista Andrea, mente storica della band, non si è risparmiato nel condividere con noi pensieri ed opinioni sulla band, partendo dagli esordi dei Corpsefucking Art fino ad arrivare alla gestazione del nuovo album e alla nuova line-up di recente formazione. Riportiamo di seguito l’interessante chiacchierata con l’axe-man del gruppo, membro fondamentale dell’intera scena death metal italiana…
CIAO RAGAZZI, BENVENUTI SU METALITALIA.COM! QUESTA È LA PRIMA VOLTA CHE CI INCONTRIAMO, MOTIVO PER CUI VI CHIEDO DI FARE UN BREVE ACCENNO A QUELLE CHE SONO STATE LE ORIGINI DEL GRUPPO FINO AD ARRIVARE ALL’ODIERNA FORMAZIONE DELLA BAND, SENZA TRALASCIARE TUTTO QUELLO CHE È SUCCESSO NEL MEZZO!
“Ciao a te Edoardo e a chi sta leggendo! Tutto iniziò nel 1993 sotto il nome Enthralment, subito dopo Corpsegod, e solo nel 1996 Corpsefucking Art. L’idea di fondo in questi anni è stata sempre quella di volerci divertire e suonare death metal in modo spontaneo. Durante questo viaggio musicale sono usciti quattro album in studio e una compilation che raggruppa tutti i demo, gli split e i 7” del primo decennio di vita della band. I vari cambiamenti di line up non hanno mai intralciato il cammino, la band si è sempre arricchita di varie esperienze lasciando il segno nella musica estrema sia nazionale che internazionale”.
DOPO QUASI VENTI ANNI DI ATTIVITÀ NEL SETTORE, SAPRETE ORMAI BENE COME DEBBA SUONARE UNA CANZONE DEI CORPSEFUCKING ART. QUALI SONO I PUNTI DI RIFERIMENTO E GLI ELEMENTI CHE, NONOSTANTE IL PASSARE DEL TEMPO, RITENETE IMMANCABILI NEI VOSTRI PEZZI, E QUALI INVECE QUELLI PIÙ INNOVATIVI CONTENUTI NEL NUOVO ALBUM?
“I punti di riferimento musicali sono sempre stati gli stessi fin dagli esordi, il death metal di stampo americano ha da sempre influenzato il nostro modo di suonare. Le nostre prerogative sono strutture semplici e dirette e chiarezza d’esecuzione. Rispetto ai precedenti album, questo ultimo differisce soprattutto per la voce, molto più chiara, per dare spazio al lavoro fatto sui testi. Ci sono meno parti stoppate ma lo stile è un naturale proseguimento di ‘Zombiefuck’. Sicuramente ‘Quel Cimitero Accanto Alla Villa’ è l’album più maturo a livello sia compositivo che di concept”.
“QUEL CIMITERO ACCANTO ALLA VILLA” CONCENTRA TUTTI I VOSTRI ELEMENTI IN MENO DI MEZZ’ORA, COSÌ COME QUASI TUTTI I VOSTRI PRECEDENTI LAVORI: CREDETE CHE QUESTO SIA IL MINUTAGGIO IDEALE PER QUESTO GENERE MUSICALE, E PER QUALE MOTIVO?
“Se pensiamo al passato, tutti i migliori album di metal estremo non superano i 30 minuti. Credo che per un assalto sonoro in piena regola siano le tempistiche migliori, oltre si rischia di diventare prolissi e ripetitivi. Esempio fra tutti ‘Legion’ dei Deicide, uno smembramento veloce ed inesorabile”.
COME SI SVOLGE IL PROCESSO COMPOSITIVO ALL’INTERNO DELLA BAND? AVETE UN APPROCCIO “DEMOCRATICO” AL SONGWRITING O CI SONO ALCUNI MEMBRI CHE COMPONGONO LA MAGGIOR PARTE DEL MATERIALE, RIAGGIUSTATO POI DA TUTTI QUANTI?
“In questi anni il processo compositivo è stato svolto per la maggior parte da me, sia a livello musicale che di testi. Solitamente si parte da una bozza, diciamo uno scheletro e da li si arrangiano le varie parti. La continuità del sound da un album all’altro credo ci sia grazie a questo metodo di lavoro, c’è uno stile abbastanza riconoscibile e personale”.
QUALI CREDETE CHE SIANO GLI ELEMENTI TRAINANTI DEL VOSTRO SOUND? IN COSA CREDETE DI DIFFERENZIARVI, IN MEGLIO NATURALMENTE, RISPETTO ALLE ALTRE REALTÀ DEATH METAL?
“Non credo si debba parlare di differenziarsi o dell’essere migliori, credo che il nostro punto di forza sia l’approccio naturale al genere, una passione viscerale verso il death metal. Con i testi si cerca di creare una sovrapposizione fra cruda realtà e comicità, un sorriso amaro verso questo mondo corrotto. Il sound, come dicevo poco fa, risulta molto riconoscibile a primo impatto, come era un tempo la musica estrema, ogni gruppo aveva il suo marchio che riconoscevi fra mille”.
CI SBAGLIAMO NEL CONSIDERARE “QUEL CIMITERO ACCANTO ALLA VILLA” COME UN LAVORO MENO FACETO E SENSIBILMENTE PIÙ SERIOSO RISPETTO AL PASSATO? CERTO ALCUNI TITOLI RIMANGONO TREMENDAMENTE DEMENZIALI, MA L’ARTWORK AD ESEMPIO, COSÌ COME LA CITAZIONE “COLTA” DEL TITOLO, SEMBRANO PUNTARE AD ALTRO…
“L’attitudine credo non sia mutata dai precedenti lavori, c’è sempre una vena ironica e irriverente. Diciamo che si è affinato sempre più questo modo di presentarci, ma la voglia di far divertire e non prendersi troppo sul serio è immancabile. La citazione ‘colta’ è un omaggio al nostro cinema, alla gloria dei nostri grandi registi del passato, in questo caso a Lucio Fulci. Immancabilmente l’album è infarcito di citazioni cinematografiche delle più disparate, da Sergio Leone a Mario Bava, dai Monty Python al folle Lloyd Kaufman”.
SIETE COINVOLTI QUASI TUTTI IN ALTRI PROGETTI PARALLELI RISPETTO AI CORPSEFUCKING ART: COS’È CHE QUESTA BAND POSSIEDE CHE NON TROVATE NELLE ALTRE BAND IN CUI SUONATE?
“Posso parlare per la mia esperienza. Attualmente ho un progetto parallelo, i Morbo, che si rifà a sonorità legate al death metal più classico. Per quanto mi riguarda trovo che siano due progetti musicali che mi soddisfano in ugual misura, sono per me due realtà necessarie. Anche gli altri ragazzi suonano con altre band, Southern Drinkstruction, Vulvectomy e Devangelic, e credo che anche per loro il discorso non cambi quando si affrontano le cose sotto il segno della passione”.
APPROFONDENDO IL DISCORSO SULLE REGISTRAZIONI, COME SONO ANDATE ESATTAMENTE? SAPPIAMO CHE AVETE REGISTRATO A ROMA, LA VOSTRA CITTÀ; AVETE PRESO PARTE DIRETTAMENTE ALLA PRODUZIONE DEL DISCO O VI SIETE AFFIDATI ALLE MANI DI QUALCUN ALTRO PER IL MIX ED IL MASTER FINALE?
“’Quel Cimitero Accanto Alla Villa’ è stato registrato all’Hombrelobo e abbiamo lavorato insieme a Valerio per tirare fuori tutte le potenzialità dei dieci pezzi in questione. Sin dall’inizio sapevamo che la batteria doveva suonare acustica, i suoni moderni proprio non fanno per noi, quindi abbiamo viaggiato su questa linea. Bene o male è sempre l’idea di fondo di suonare al livello delle nostra capacità che ci guida su scelte che rappresentino al 100% il nostro modo di concepire la musica. Anche il suono di tutto il resto è stato lavorato in modo da non creare parti caotiche e rendere il lavoro più fluido. Anche il prossimo album sicuramente sarà registrato in questo magnifico laboratorio degli orrori”.
COME DETTO IN SEDE DI RECENSIONE, TROVO I NUOVI BRANI MEDIAMENTE PIÙ LENTI RISPETTO AL PASSATO, MA CARICHI DI GROOVE ED ALLO STESSO TEMPO PIÙ DURATURI DI QUELLI VECCHI: VI RISPECCHIATE IN QUESTO BREVE PUNTO DI VISTA? QUALI OBBIETTIVI VI SIETE POSTI MUSICALMENTE PRIMA DI INIZIARE A BUTTARE GIÙ IL NUOVO MATERIALE?
“Non ho mai pensato al fattore velocità di esecuzione, siamo partiti da tutt’altro per avere questo risultato. I tempi comunque non differiscono molto dai precedenti lavori, a orecchio più attento abbiamo studiato più soluzioni per rendere vario l’insieme. Anche le durate differiscono leggermente, il mood rimane sempre quello di creare pezzi corti e coincisi. L’idea generale di partenza era quella di non voler fare un ‘Zombiefuck’ parte seconda, ma salire qualche scalino a livello soprattutto compositivo”.
QUALE TROVATE CHE SIA IL PREGIO MAGGIORE NELL’ASSOCIARE ALLA VOSTRA MUSICA UN IMMAGINARIO TRAGI-COMICO, O COMUNQUE TITOLI E TESTI POCO “IMPEGNATI”? E’ FORSE UN MODO PER DISTINGUERSI, O TRATTARE COMUNQUE IN MODO ORIGINALE, I “SOLITI” TEMI DEATH METAL?
“In apparenza sembrerebbero dei testi molto demenziali, in verità sono squarci netti contro i cliché non solo della vita moderna, ma anche di quello che ultimamente è diventato il genere. Tutto si è uniformato e diciamolo pure, le produzioni suonano tutte quasi uguali, non c’è nessun punto di riconoscibilità fra una e l’altra band. Sta all’ascoltatore trovare quello che c’è in più nelle nostre produzioni”.
COSA POTETE DIRCI A RIGUARDO DEL FRONTE LIVE? ABBIAMO POTUTO VEDERVI IN SPLENDIDA FORMA QUEST’ESTATE AL FAUST EXTREME FEST V, QUALI ALTRE DATE AVETE TENUTO O DOVETE ANCORA SOSTENERE IN FAVORE DELLA NUOVA PUBBLICAZIONE?
“Questo giugno abbiamo affrontato un tour negli Stati Uniti a supporto dell’uscita dell’ultimo album. E’ stato un coast to coast di tre settimane dove abbiamo partecipato anche a qualche festival internazionale come il Las Vegas Death Fest e il Gutfest, la maggior parte sono state esibizioni con gruppi locali e devo dire che è stata un’esperienza magnifica. Siamo stati ben accolti da tutti, molta gente ci aspettava da anni e abbiamo avuto molte dimostrazioni di stima. Attualmente stiamo lavorando ad un tour europeo per il prossimo anno sempre per promuovere ‘Quel Cimitero Accanto Alla Villa’”.
COME ULTIMA DOMANDA, MI PIACEREBBE CHIEDERVI UN MOTIVO PER CUI ANDATE FIERI DELLA SCENA METAL ITALIANA ED UNO INVECE CHE, RISPETTO AL “GIRO” OLTRE CONFINE, VI FACCIA VERGOGNARE DI ESSERE MUSICISTI NEL NOSTRO PAESE…
“Rispetto agli esordi della band c’è stato un grande salto di qualità per la musica italiana in ambito estremo. Molte etichette estere puntano sulla nostra musica, credo che sia una scena che non è seconda a nessuno e quantomeno a livelli molto professionali. Alti e bassi ci sono per tutte le scene locali, e devo dire che non possiamo vergognarci della nostra, possiamo solo essere fieri. Se proprio dobbiamo cercare qualcosa di sbagliato, io trovo che l’operazione che fanno molti gruppi di pagare slot per suonare con nomi altisonanti sia la morte dello spirito della musica estrema. Grazie per lo spazio e un saluto a chi ha avuto la pazienza di leggere”.