CORPSESSED – Nera desolazione

Pubblicato il 10/05/2014 da

I finlandesi Corpsessed sono senza dubbio una delle formazioni più abominevoli che il panorama death metal ci abbia proposto in questo 2014. Seguiamo la band già da qualche anno (ricordiamo una performance grandiosa al Kill-Town Death Fest di Copenhagen), ma è stato il nuovo full-length “Abysmal Thresholds” a farci aprire definitivamente gli occhi su di essa. Chi si aspettava l’ennesimo prodotto old school death metal colmo di rimandi ai vecchi classici è rimasto spiazzato: i Corpsessed in gran segreto hanno prodotto un’opera che si pone quasi perfettamente a metà strada tra il death metal finnico di una volta e certo doom estremo. Dieci canzoni come dieci blocchi di cemento sul cranio, dieci inni deliranti a realtà ultraterrene. Metalitalia.com ha voluto saperne qualcosa in più e ha interpellato i chitarristi Jyri Lustig e Matti Mäkelä…

corpsessed - band

“ABYSMAL THRESHOLDS” E’ IL VOSTRO LAVORO PIU’ CUPO. IN PASSATO SI SENTIVANO PARECCHIO CERTE INFLUENZE DI OLD SCHOOL DEATH METAL SVEDESE E FINLANDESE, MA ORA SEMBRA CHE ABBIATE IMBOCCATO UNA STRADA PIU’ TENDENTE AL DOOM…
Jyri Lustig: “Devo dire che abbiamo deliberatamente cercato un approccio più doom mentre lavoravamo alla musica di ‘Abysmal Thresholds’, anche se tutto sommato è difficile dire quando questo processo abbia effettivamente avuto inizio, visto che alcune parti erano già pronte all’epoca del ‘The Dagger’ EP. Penso che siamo diventati più maturi e sofisticati: anche se volessimo, oggi non credo che riusciremmo a comporre certe cose che puoi sentire nei vecchi lavori”.

UN’ATMOSFERA CRIPTICA SEMBRA ESSERE DIVENTATA UNO DEI PRINCIPALI MARCHI DI FABBRICA DELLA VOSTRA PROPOSTA…
Jyri Lustig: “Sì, mi trovi d’accordo: quello che hai citato è un elemento fondamentale per tutti noi. Vogliamo che l’ascoltatore si senta schiacciato al suolo, sia quando ci sta ascoltando su disco, sia quando è davanti a noi in concerto”.
Matti Mäkelä: “I brani tuttavia seguono strutture logiche e sono fondamentalmente basati su riff. Non è insomma solo pura atmosfera”.

QUALI SONO I PUNTI DI RIFERIMENTO PRINCIPALI DEI CORPSESSED, A LIVELLO MUSICALE?
Jyri Lustig: “Non amiamo porci limiti a livello di influenze: i vari membri della band hanno background molti diversi fra loro. Ci accumuna la passione per quella miscela di violenza e oscurità tipica di gruppi come Abhorrence, Disembowelment, Funebrarum ed Evoken”.

E’ DIFFICILE COMPORRE MUSICA DI QUESTO TIPO EVITANDO DI RIPETERE ALLA LETTERA QUANTO FATTO DAI COSIDDETTI MAESTRI?
Jyri Lustig: “E’ importante avere una valida idea di base e poi trovare persone che la condividano e che ti aiutino a svilupparla. Penso che siamo fortunati come band ad avere così tante menti creative: contribuiamo tutti alla scrittura e siamo sempre d’accordo su cosa suoni Corpsessed e cosa no”.

SE POTESTE RIVIVERE I COSIDDETTI ANNI D’ORO DEL VOSTRO GENERE, DICIAMO IL PERIODO 1988-1994, COME VI COMPORTERESTE? AGIRESTE IN MANIERA DIVERSA RISPETTO AD ALCUNI DEI MAGGIORI GRUPPI DI QUEGLI ANNI?
Matti Mäkelä: “La maggior parte delle band esplose a quei tempi erano composte da ragazzi veramente giovani. Penso che buona parte della creatività, dell’intensità e dell’incoscienza ravvisabile nei loro ‘classici’ sia frutto essenzialmente della loro scarsa maturità anagrafica. Oggi sarebbe impossibile per tutti ricreare quella magia. Se noti, molti di quei gruppi, crescendo, sono passati ad altri suoni. Per quanto riguarda noi, se fossimo cresciuti da ragazzi in quel periodo ci saremmo comportati nello stesso modo. Siamo invece tutti attorno ai trent’anni oggi: non abbiamo chiaramente quell’attitudine adolescenziale, ma, di contro, abbiamo bene in mente che cosa vogliamo fare con la band. Non dovete quindi aspettarvi grossi cambiamenti da noi in futuro: niente death’n’roll o velleità pop…”.

LA FINLANDIA INFLUENZA LA VOSTRA MUSICA?
Jyri Lustig: “Sicuramente. La Finlandia è nota per i suoi inverni molto lunghi, freddi e cupi. Questo elemento da solo contribuisce a plasmare il nostro carattere, rendendoci spesso pensierosi. Io sono cresciuto in una piccola cittadina, lontano dal trambusto tipico dei grandi centri urbani. Questo tipo di vita mi ha senz’altro influenzato a livello umano ed artistico”.
Matti Mäkelä: “La mentalità finlandese è assai particolare: siamo primitivi, malinconici ed eccentrici allo stesso tempo. E’ tutto nel nostro sangue e ciò si sente anche nella nostra musica. Siamo senza dubbio una band prettamente finnica”.

DEMILICH O DEMIGOD?
Matti Mäkelä: “Quasi impossibile scegliere, soprattutto se si prendono in considerazione solo i rispettivi demo e debut album. Quella roba degli anni Novanta è tra le pietre miliari della Finlandia metal. Tutto sommato, non trovo le ultime opere dei Demigod molto interessanti, mentre i Demilich hanno pubblicato solo un disco vero e proprio… quindi, credo che per solidità vincano i Demilich. Hanno una discografia limitata, ma è perfetta”.

CONSIDERATE LA VOSTRA MUSICA UNA FORMA D’ARTE?
Matti Mäkelä: “Come definire l’arte…? Il prodotto delle attività creative di un individuo, le rappresentazioni della sua immaginazione, una creazione di qualsiasi tipo…? Deve assestarsi su determinati livelli di esecuzione o eleganza? La distruzione può anch’essa essere considerata una forma creativa o un’arte? Chissà… in ogni caso, secondo me la mia musica è arte. Le cose, le emozioni e gli aspetti che la ispirano sono numerosi e non vi è motivo dietro la sua creazione se non quello più importante di tutti: sento questa musica dentro di me e devo farla uscire”.

DI COSA PARLA “ABYSMAL THRESHOLDS”?
Matti Mäkelä: “Il disco non è un cosiddetto concept album, non vi è una storia che lega i brani, tuttavia reputiamo i testi un elemento importante della nostra musica. La ragione per cui abbiamo intitolato il disco ‘Abysmal Thresholds’ (‘Soglie Spaventose’, ndR) è che la maggior parte dei pezzi parla di oltrepassare vari tipi di soglie, siano esse carnali o spirituali. La morte può essere una soglia, come illustrano pezzi come ‘Transcend Beyond Human’ e ‘Of Desolatio’, oppure una soglia può essere una linea dopo la quale ogni speranza viene perduta; in questo senso, ‘Ravening Tides’ parla di naufragare, avere visioni, diventare cannibali e andare incontro ad una morte certa”.

ORA CHE IL DISCO E’ USCITO, COSA FARETE COME CORPSESSED?
Matti Mäkelä: “Ci piacerebbe tenere qualche concerto e speriamo che il disco smuova le acque in questo senso. Stiamo inoltre cercando di comporre nuovo materiale, anche se le cose procedono lentamente: potremmo pubblicare un EP ad un certo punto, mentre per un altro full-length credo che ci sarà da attendere parecchio. Si tratta di un progetto enorme per una band come la nostra”.

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