E’ sempre stimolante intervistare un personaggio come Dani Filth. Leader incontrastato della sua band che guida con sicurezza ormai da trent’anni; artista colto, autore di testi dalle molteplici sfumature, piene di richiami letterari e filosofici; attento osservatore della realtà, sempre con un occhio cinico e nemmeno troppo velatamente nichilista, eppure spinto dall’urgenza di porre l’attenzione del suo pubblico su tematiche non all’ordine del giorno per il genere trattato. E, perché no, anche imprenditore intelligente, che si anima quando si arriva a parlare del giusto compenso degli artisti, costretti magari a lanciare linee di gadget, dai giocattoli agli alcolici, per compensare quanto perso dalla pura e semplice attività di musicisti. Tutte questi aspetti della personalità sfaccettata di Dani emergono con chiarezza in questa intervista, che parte da un disco, “Existence Is Futile”, candidato come una delle migliori uscite dell’anno.
INIZIAMO A PARLARE DI “EXISTENCE IS FUTILE” PARTENDO DAL CONCEPT CHE HAI SCELTO PER QUESTA NUOVA PUBBLICAZIONE. RISPETTO AL PASSATO L’ISPIRAZIONE NON ARRIVA DA UN’OPERA LETTERARIA O DA UN PERIODO STORICO, QUANTO PIUTTOSTO DALLA NOSTRA REALTA’. COME MAI HAI DECISO DI AFFRONTARE TEMI MOLTO ATTUALI, COME IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, ARRIVANDO A CONFEZIONARE UN LAVORO CHE TU STESSO DEFINISCI COME ‘ESISTENZIALISTA’?
– L’ispirazione mi è venuta in tour, un tour molto lungo, che è durato tre anni. Quando suoni concerti importanti, nelle città più grandi, ti trovi ad attraversare spesso delle metropoli rovinate e questo mi ha lasciato addosso la sensazione che ci stessimo avviando verso qualcosa di pericoloso – e non mi riferisco alla pandemia. Quella è stata una prova, ma sono convinto che ci saranno una serie di cataclismi e che la pandemia sarà solo la punta dell’iceberg, un iceberg che si sta sciogliendo, per la precisione. E’ stata un’occasione per riflettere sul mondo, sul significato delle cose e so che le conclusioni sono piuttosto nichiliste, con un’atmosfera che non ha nulla di romantico e nulla con quello che solitamente associamo ai Cradle Of Filth, come mitologia, spiritualismo e occultismo. Non esiste un piano divino, semplicemente esistiamo e dobbiamo smetterla di cercare delle giustificazioni religiose sul perché siamo qui. Non c’è nessun Mago di Oz alla fine della strada di mattoni gialli. Ecco, dunque, che la vita andrebbe sì assecondata, celebrata e gustata fino in fondo, ma anche rispettata, perché non dobbiamo essere ricordati dalle generazioni future come colore che hanno mandato tutto a puttane, senza che loro avessero alcuna colpa. L’Era Vittoriana è stata criticata per il suo eccesso di industrializzazione, ma a quell’epoca avevano l’attenuante di non essere consapevoli di ciò che stavano facendo, non si rendevano conto del veleno che stava inquinando la loro aria. Era una cosa nuova per loro, ma noi lo sappiamo e non dovremmo comportarci con tanta ignoranza. Tuttavia non si tratta di un concept album totalmente nichilista, sta tutto nell’occhio dello spettatore. A coloro in grado di osservare la realtà non vengono negate le chiavi del regno, le chiavi della nostra esistenza.
CHI AMA E SEGUE CON ATTENZIONE IL PERCORSO DEI CRADLE OF FILTH SA CHE SPESSO DIETRO ALLE TEMATICHE DELL’ALBUM CI SONO OPERE LETTERARIE O LIBRI CHE POSSANO AIUTARE L’ASCOLTATORE AD ENTRARE NEI MEANDRI DEI TUOI TESTI. E’ STATO COSI’ PER IL “MALLEUS MALEFICARUM” DI “HAMMER OF THE WITCHES”, OPPURE PER I RACCONTI DELL’ORRORE DEI COSIDDETTI ‘PENNY DREADFUL’ DI “CRYPTORIANA”. PER IL NUOVO ALBUM C’E’ UNA FONTE LETTERARIA O FILOSOFICA CHE POTRESTI SUGGERIRCI?
– Non un testo in particolare, no. Non mi sono ispirato ad una particolare filosofia, piuttosto alla filosofia della vita, all’osservazione dei fatti. Non posso darti una spiegazione più precisa di questa, è il risultato di tante cose: libri, letteratura, quello che ti succede intorno, il tuo giro di amici e conoscenti, i giornali che leggi, dove vivi, può essere tutto.
NEL MATERIALE PROMOZIONALE C’E’ UNA TUA FRASE CHE CI HA COLPITO. DICI, “SIATE COME IL VIRUS, MUTATE E SOPRAVVIVETE”.
– Sì, è una cosa che dovremo imparare a fare sempre di più in futuro, dovremo imparare a convivere con questo o altri virus, in modo da riuscire a proseguire nelle nostre vite senza chiuderci in altri lockdown. Dobbiamo imparare a cambiare le nostre vite, esattamente come il virus muta per adattarsi a noi. “Mutare e sopravvivere”, una massima che funziona anche per la vita in tour, a voler ben vedere: viaggiamo in questi splendidi tour bus, ma è pesante passare intere settimane su quei cazzo di cosi. Sembra di dormire in una bara. Ma lo fai, perché devi farlo. E poi magari dopo otto settimane passate così, quando torni a casa quasi non sai più dormire in un letto normale (ride, ndR)!
ANCHE QUESTA VOLTA L’ALBUM RIESCE A UNIRE DEGLI ESTREMI CHE VANNO DAGLI ASSALTI PIU’ BRUTALI ED INFERNALI A MOMENTI PIU’ DECADENTI E ROMANTICI. COME NASCE UNA CANZONE DEI CRADLE OF FILTH E, PIU’ NELLO SPECIFICO, COME AVETE LAVORATO PER “EXISTENCE IS FUTILE”?
– Dipende molto dalle circostanze. I vari membri della band propongono le proprie idee, queste vengono assorbite e ciascuno di noi contribuisce al loro sviluppo: scegliamo delle parti, le mettiamo assieme, le proviamo in studio… Non c’è un canovaccio sempre uguale da seguire. Quello che posso dire è che questa volta abbiamo scritto una grossa parte del materiale durante il tour, proprio perché questo è stato molto lungo. Siamo stati fortunati perché siamo riusciti a concludere il tour poco prima che la pandemia colpisse e ci siamo trovati ad avere già completato il processo di scrittura. Ovviamente questo non significa che l’album fosse pronto fin dall’inizio della pandemia: ad esempio non avevamo potuto registrare subito la batteria perché Marthus viene dalla Repubblica Ceca e con il paese in lockdown tutte le frontiere erano chiuse. Non avere le tracce di batteria ci ha bloccato completamente perché non puoi registrare partendo dalla voce.
NEGLI ULTIMI ANNI AVETE REALIZZATO ALCUNI DEI VOSTRI ALBUM MIGLIORI, COMPLICE ANCHE UNA LINE-UP ORMAI QUASI STABILE E AFFIATATA. COSA PUOI DIRMI DEI TUOI COMPAGNI DI BAND?
– E’ una formazione composta da musicisti di grande talento ed è una cosa che posso dire tranquillamente visto che io sono solo il cantante! Inoltre andiamo molto d’accordo e ciascuno di loro era già un fan della band, il che li mette a loro agio quando si trovano a suonare composizioni del vecchio catalogo dei Cradle Of Filth. Anche in tour passiamo molto tempo assieme in giro per le città e in generale abbiamo creato un ottimo team, che comprende anche il management o tutte le persone che ci rappresentano in vari ambiti, dall’agenzia di booking, agli avvocati e ai contabili, da chi ci gestisce i viaggi, passando per il tour manager e tutta la crew. Ci consideriamo una vera e propria famiglia e non vediamo l’ora di rimetterci in viaggio, a breve saremo negli Stati Uniti per il “Lustmord & Tourgasm”, che inizia il primo di ottobre (l’intervista risale a metà settembre, ndR).
TI VA DI DIRCI QUALCOSA SULL’ARRIVO DI ANNABELLE IRATNI NELLA BAND? SAPPIAMO CHE AVEVATE GIA’ COLLABORATO IN PASSATO. SI E’ OCCUPATA LEI DIRETTAMENTE DELLE PARTI DI TASTIERA SUL NUOVO ALBUM?
– Sì, se n’è occupata lei. Annabelle si è unita alla band a novembre del 2019, ma abbiamo aspettato a darne notizia e un po’ mi dispiace per lei, perché per tutto il 2020 nessuno sapeva che lei fosse a tutti gli effetti già un membro della band. È stata per un breve periodo un componente della mia altra band, i Devilment, che al momento sono da considerarsi in pausa a tempo indefinito, visto che i Cradle Of Filth mi assorbono completamente. Una buona parte dell’album era già stato scritto senza di lei, come dicevo prima, ma ovviamente poi ha contribuito ad abbellirlo, portando nuove idee in studio. Abbiamo avuto la fortuna di avere molto tempo, non avevamo delle deadline stringenti a causa della pandemia, quindi sì, ha avuto modo di intervenire, soprattutto nei tre intermezzi, ovvero “The Fate Of The World On Our Shoulders”, “Here Comes a Candle” e “Ashen Mortality”, ma in generale non posso dire che il suo contributo sia stato inferiore a quello di tutti gli altri. Questo è un altro punto di forza di questa line-up: tutti quanti contribuiscono alla nascita delle canzoni, e questo ti permette di avere una visione più vasta e complessa, rispetto a quella più ristretta con un’unica persona ad occuparsi di tutto.
ANCHE QUESTA VOLTA L’ARTWORK DELL’ALBUM E’ ECCEZIONALE, CON DEI RICHIAMI A HIERONYMUS BOSCH.
– L’artwork è stato curato ancora da Artūrs Bērziņš, che per noi ha creato una sorta di trittico, che parte da “Hammer Of The Witches”, poi “Cryptoriana” e arriva ad “Existence Is Futile”. E’ un’osservazione del mondo visto attraverso uno stile e un simbolismo simile a quello del maestro olandese Hyeronimous Bosch, con questa divinità infernale che rappresenta come l’umanità abbia mandato all’inferno il proprio mondo. Sullo sfondo puoi vedere anche la Torre di Babele, costruita con l’intenzione di raggiungere il Cielo, un altro simbolo dell’aspirazione dell’uomo verso la divinità, ma anche questa torre è in rovina e sta bruciando, un modo per rimarcare come abbiamo mandato tutto a puttane e questa è la nostra punizione. Se guardi i lavori di Bosch trovi molto simbolismo con immagini di persone punite da strumenti musicali e tutta una serie di morti ‘ironiche’ che avvengono all’Inferno. Artūrs è un grande artista e ha abbellito tutto l’album con delle fantastiche illustrazioni, ispirate da altri lavori celebri come ad esempio “Saturno divora suo figlio”, di Francisco Goya, un altro pittore dallo stile molto apocalittico e visionario.
ANCHE IN QUEST’ALBUM VEDIAMO LA PRESENTA DELL’ATTORE DOUG BRADLEY, UN NOME CHE IMMEDIATAMENTE ASSOCIAMO A “MIDIAN”. COSA VUOI DIRCI IN MERITO?
– C’è una delle bonus track, “Sisters Of The Mist”, che conclude la storia di “Her Ghost In The Fog” su “Midian” e che prosegue su “Swansong Of A Raven” su “Nymphetamine”. L’abbiamo inserita come bonus track solo perché non si adattava bene al contesto del resto dell’album e abbiamo voluto inserire anche la voce di Doug Bradley, il quale in un certo senso ormai è parte del sound dei Cradle Of Filth. Come hai giustamente detto tu, quando leggi il suo nome subito ti viene in mente “Midian”, eppure ormai è la sesta volta che collabora con noi; ecco perché dico che ormai lui è un po’ la controparte narrativa della band. Poi è presente su “Suffer Our Dominion”, è che un brano dai tratti sociali, una cosa che in assoluto non è certo nuova, ma per i Cradle Of Filth è inedita. Lui ha una voce così nota, riconoscibile ed imperiosa, da essere perfetto nel ruolo del nostro David Attenborough, la voce perfetta per raccontare dei fatti.
NEL 2021 I CRADLE OF FILTH HANNO FESTEGGIATO IL LORO TRENTESIMO ANNIVERSARIO. GUARDANDO INDIETRO, C’E’ QUALCOSA DI CUI TI PENTI O CHE AVRESTI VOLUTO FARE DIVERSAMENTE?
– Sono sicuro che ce ne sarebbero a milioni. Non mi viene in mente un episodio in particolare che non sia ‘avrei dovuto bere di meno quella volta’. Musicalmente però abbiamo sempre seguito la nostra strada, mettendoci tutte le nostre energie. Se dovessimo parlare di rimpianti, chi non ne avrebbe: abbiamo ottenuto così tanto di quello che volevamo raggiungere eppure, per riuscirci, abbiamo fatto anche tanti sacrifici. Ogni band ha i suoi alti e bassi, le sue vittorie e le sue sconfitte, gioie e tribolazioni. E’ la vita, ci sono centinaia di cose che avrei potuto fare diversamente, certo, sarebbe fin troppo facile ragionare con il senno di poi, quando le cose sono già passate. Abbiamo fatto del nostro meglio e talvolta dipende tutto dalle circostanze, dall’essere al posto giusto al momento giusto. Poi ti troverai sempre a dire, ‘come mi sarebbe piaciuto imparare a suonare la chitarra’, o studiare paleontologia o qualunque altra cosa che avrebbe potuto aiutarmi nella mia carriera. Durante la pandemia avrei potuto passare il tempo studiando un po’ di italiano, invece all’epoca avevo per la testa tante altre cose. Come regola, non bisognerebbe mai pentirsi di nulla.
QUALCHE MESE FA AVETE REALIZZATO UNO SHOW SPECIALE IN STREAMING. AVETE VALUTATO L’IPOTESI DI REALIZZARNE ALTRI O DI PUBBLICARLO PER COLORO CHE NON HANNO AVUTO MODO DI ASSISTERVI IN DIRETTA?
– E’ molto probabile, anche se non ne abbiamo ancora parlato, perché abbiamo messo così tante energie nella realizzazione del primo. Volevamo dare ai nostri fan un’esperienza memorabile: abbiamo utilizzato tutto il materiale di una grossa produzione live, con i fuochi d’artificio, i maxischermo, un palco molto grande, un grosso impianto luci. Si tratta di materiale che utilizzeremo anche nelle nostre prossime date e in particolar modo in un altro show che faremo ad Halloween a Londra, alla prestigiosa Roundhouse di Camden. E’ uno show che possiamo considerare come un evento di lancio per il nuovo album: non lo suoneremo nella sua interezza, naturalmente, ma penso che sceglieremo almeno tre-quattro canzoni. Speriamo di poter utilizzare lo stesso setup anche nei festival estivi dell’anno prossimo, sempre che si terranno. Quindi sì, penso che in futuro lo rifaremo: i piani possono cambiare, ma se lo pubblicheremo, lo faremo in coppia con un altro show, in modo che i fan possano averli entrambi, sentendosi ripagati dei soldi spesi, anche se, a dir la verità, già il primo show li valeva tutti.
OLTRETUTTO NON DEV’ESSERE STATO FACILE DA REALIZZARE CON UNA PANDEMIA IN CORSO. SAPPIAMO CHE AVETE DOVUTO SPOSTARE LA DATA DIVERSE VOLTE.
– Sì, ed è stato complicato anche girare i videoclip dal nuovo album. Abbiamo già pubblicato “Crawling King Chaos”, ma in contemporanea abbiamo dovuto girato anche quello di “Necromantic Fantasies”, perché il regista (Vicente Cordero, ndR) viene da Los Angeles e doveva fare una quarantena di dieci giorni, lo stesso anche per i membri della band provenienti dalla Repubblica Ceca, quindi abbiamo dovuto fare il possibile per condensare tutto il lavoro in un’unica sessione, girandoli uno dopo l’altro.
CREDI CHE QUESTO GENERE DI SPETTACOLI IN STREAMING POSSA DIVENTARE UNA PRATICA DIFFUSA E APPREZZATA ANCHE DOPO LA PANDEMIA?
– Sono convinto di sì, perché il mondo è troppo grande e ci sono luoghi che una band non può raggiungere fisicamente. Mi hanno dato molto fastidio invece le persone che commentavano dicendo: “Oh, perché dovrei pagare per una cosa del genere?”. Questa è l’attitudine che sta rovinando completamente la musica: perché bisogna pagare per la musica? Ti faccio un esempio: l’anno scorso ci sono stati venti milioni di streaming di canzoni dei Cradle Of Filth, mi hanno pagato 139 euro. Venti MILIONI di streaming. E’ una follia. Per realizzare quel concerto in streaming abbiamo speso una cifra tra i trenta e i quarantamila euro: per pagare chi ci ha lavorato, per prenotare la location, il tutto durante una pandemia mondiale. Avevamo assistenti per le gestione dei fuochi d’artificio, tutto il supporto tecnico, è stata una cosa da pazzi. Fuoco, neve, ghiaccio secco, schermi giganti con un video dedicato per ogni singola canzone, anche per quelle che non avevano un videoclip realizzato precedentemente… Abbiamo speso un sacco di soldi e alcuni ci scrivevano dicendo “dovrebbe essere gratis per tutti”. E un tizio è riuscito a registrarlo e a caricarlo su un cazzo di link in rete, dicendo che tutti avevano diritto di vederlo. Gli ho scritto personalmente dicendo che non spettava a lui decidere cosa gli altri avessero diritto di vedere. Io non vengo a casa tua a dirti cosa devi mangiare per cena. O se lavori in un fruttivendolo non vengo da te a dirti, “ehi, sai che c’è, la frutta nasce sugli alberi, dovrebbe essere gratis per tutti”. Mi dà molto fastidio. Il cinema è protetto, ci pensa il governo a proteggerlo, con tanto di messaggi minatori all’inizio dei film per ribadire come la pirateria sia un crimine punibile per legge. Tutto questo perché il governo investe un sacco di soldi nel cinema e i film costano tanti soldi. La ratio però dovrebbe essere la stessa. Io non credo nelle piattaforme digitali, i musicisti dovrebbero essere pagati per quello che fanno. Prendi la pandemia: il settore dello spettacolo è quello che ha sofferto di più, per via della mancanza dei concerti e della scarsità di lavoro. So che è stata dura per tutti, ma visto che me l’hai chiesto ci tenevo a sottolineare questo aspetto.
RECENTEMENTE AVETE ANCHE DATO IL VIA AD UNA SERIE DI FUMETTI DEDICATA AI CRADLE OF FILTH, TI VA DI DARCI QUALCHE DETTAGLIO?
– E’ una cosa che volevamo fare da tanto tempo e poi siamo stati contattati dalla Incendium (la casa di produzione ndR), che aveva tutti i mezzi per realizzare questo progetto. E’ una serie di fumetti basati sull’immaginario e sui testi dei Cradle Of Filth. Vi hanno lavorato illustratori eccezionali, grandi sceneggiatori e il risultato è fantastico. Ho collaborato anche personalmente ad una delle storie che è una specie di racconto sotto forma di poema. Ci sarà un numero dedicato completamente ad Elizabeth Bathory e ci sarà anche una linea di giocattoli ad accompagnarli. C’è la mia action figure, quella della Succube tratta da “Bitter Suites To Succubi”, poi altri membri della band, il capro satanico, credo anche una della Contessa Bathory. Abbiamo lavorato a diversi prodotti durante la pandemia: lanceremo una nuova birra, un gin rosso sangue, i fumetti, le action figure, alcune sculture che dovrebbero uscire per Natale, delle chitarre, il tè, un sapone, ci siamo tenuti occupati!
DANI, PER CONCLUDERE NON POSSIAMO FARE A MENO DI CHIEDERTI QUALCOSA CIRCA QUESTA FANTOMATICA COLLABORAZIONE CHE POTREBBE ESSERCI TRA VOI E ED SHEERAN. SUCCEDERA’ VERAMENTE?
– Non lo so ancora, ci siamo scambiati delle email. Quando lui avrà terminato la promozione del suo nuovo album negli Stati Uniti e noi avremo fatto lo stesso per il nostro, probabilmente ci incontreremo per capire cosa potremmo fare. Mi sembra una ragazzo simpatico e sembra davvero interessato a fare qualcosa con me o in generale con i Cradle Of Filth. Penso che sarebbe una buona cosa per i nostri fan e credo che ne verrebbe fuori qualcosa di degno di nota, tutto sta a decidere cosa, quando, se e perché (ride, ndR)!