I Crest Of Darkness sono una di quelle band da cui non si sa mai cosa aspettarsi: presenti fin dalla nascita di un intero genere (il black metal), hanno avuto un esordio degno di nota, una commistione col gothic in tempi ‘non sospetti’ e poi un ritorno alle origini. Eppure la qualità dei loro lavori è sempre stata altalenante, con l’inossidabile Ingar Amlien a tenere viva la band per tutti questi anni, nonostante cambi di line-up e riscontri non sempre positivi. L’ultimo “The God Of Flesh” ha finalmente ridato lustro ad un gruppo che rischiavamo di dimenticare per sempre ed il deus ex machina dei blackster norvegesi ne è ben consapevole, come leggerete. E’ stato quindi un piacere avere, finalmente, l’occasione di poter fare qualche domanda a un personaggio storico della scena norvegese e parlare con lui di cosa sia cambiato nel fare black metal dai primi anni novanta ad oggi.
COMINCIAMO PARLANDO DI “THE GOD OF FLESH”. COME TI SENTI ORA CHE È USCITO? SEI SODDISFATTO DEL RISULTATO FINALE?
– Sì, sono molto contento del risultato! Avevo un’ idea abbastanza chiara per questo album e per questo sapevo come lavorare sul materiale che avevamo durante il processo in studio. Io e la band abbiamo lavorato alle canzoni per molto tempo, prima di entrare in studio. Eravamo davvero molto preparati e devo dire che le registrazioni sono andate benissimo e credo che lo si possa sentire ascoltando il nuovo album; la maggior parte delle registrazioni sono il più vicino possibile al ‘live in studio’. Ovviamente abbiamo lavorato molto anche sui suoni, ma l’ossatura è la vera base del tutto: è brutale, diretta dal cuore, senza filtri: è Crest of Darkness!
NEL PRESSKIT HAI DICHIARATO CHE QUESTO È “L’ALBUM PIÙ PESANTE, PIÙ SCURO E PIÙ PERSONALE DELLA TUA CARRIERA”. POICHÉ RITENGO CHE SIA SICURAMENTE LA TUA MIGLIORE USCITA NELL’ULTIMO DECENNIO, COME TI SENTI SE DOVESSI PARAGONARLO AD ALCUNI TUOI CLASSICI COME “THE OGRESS”?
– Ho sempre pensato che sia difficile paragonare gli album tra di loro. Sono stati realizzati in periodi differenti della mia vita e, in modi diversi, significano tutti molto per me! Sicuramente “The Ogress” si distingue come una delle uscite più memorabili dei Crest of Darkness. Sia perché a quel tempo vendette molto bene e fu un grande successo per noi, sia perchè molte persone impararono a conoscerci proprio in quel periodo. Piace parecchio anche a me stesso, ma non credo che farò mai una sorta di seguito a quell’album. Era interessante avere voci melodiche sia femminili che maschili e fare una sorta di album gothic, ma anche se mi piace molto “The Ogress” e, in realtà, ne sono piuttosto orgoglioso, devo anche ammettere che è stato una specie di “passo di lato”. È molto bello, in questi giorni, vedere che il nostro nuovo album “The God Of Flesh” sta andando decisamente bene: la risposta finora è stata eccezionale. Non sto parlando di vendite ora, sarebbe troppo presto per farlo, ma le recensioni che abbiamo avuto finora sono state assolutamente fantastiche e questo mi rende davvero felice!
“THE GOD OF FLESH” È PROFONDAMENTE RADICATO NEL BLACK METAL, MA SI POSSONO SENTIRE MOLTE INFLUENZE CLASSICHE NEI RIFF. SEI D’ACCORDO? E DA DOVE TRAI LE TUE ISPIRAZIONI MUSICALI?
– Sicuramente suoniamo black metal! Alcuni anni fa non ne ero così sicuro, ma ora vedo con assoluta chiarezza che siamo una band black metal! In ogni caso, hai perfettamente ragione sulle influenze che citi. Trovo molta ispirazione nell’hard rock più classico; per me è iniziato tutto con Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple, Alice Cooper… e tutte quelle band degli anni Settanta; più tardi ho ascoltato molto thrash, death, speed metal e altro ancora. Ho anche avuto un periodo in cui ho seguito parecchio il punk rock. Oltre all’hard rock, ai generi heavy metal ho sempre ascoltato molti altri stili musicali. Prima di tutto musica classica, ma anche musica folk, elettronica e molto altro… Vedi, tutta la musica che ascolto ha qualcosa in comune e me ne accorgo in modo molto chiaro: deve toccarmi il cuore, deve avere al suo interno delle emozioni. Generalmente mi piace la musica più oscura e malinconica, ma anche la musica aggressiva, ovviamente. Quando, però, compongo la mia musica è come un canale verso i miei aspetti più profondi, più oscuri e talvolta anche più aggressivi. A volte penso ai Crest of Darkness come ad un ‘figlio della mia mente’, senza il quale penso che sarei impazzito. È pura terapia, per me, lavorare alla musica dei Crest of Darkness!
SONO PASSATI PIÙ DI VENTI ANNI DALLA NASCITA DEI CREST OF DARKNESS: PENSO CHE CI VOGLIA UNA GRANDE PERSEVERANZA PER MANTENERE IN VITA UNA BAND PER COSÌ TANTO TEMPO, SPECIALMENTE QUANDO SI TRATTA DI MUSICA UNDERGROUND E, COME SPESSO ACCADE, SI AFFRONTANO PARECCHI CAMBI DI LINE-UP.
– Fare musica, suonare musica … questa è la mia vita! I Crest of Darkness sono soprattutto il risultato del mio stile di vita. Non puoi far finta di suonare black metal, è qualcosa che hai nel sangue… E, davvero, non saprei darti una risposta differente. Ho attraversato molti alti e bassi, ma non ho mai pensato di rinunciare alla mia carriera. E, se devo essere sincero, trovo sempre la motivazione per continuare a lavorare e ottenere i migliori risultati possibili. È sempre fantastico quando riesco a fare qualcosa di nuovo che sia la musica o i testi… Adoro far parte del processo creativo anche quando si tratta delle grafiche del disco o della realizzazione dei video ufficiali e tutto il resto. Questa è la mia vita, capisci, Non posso vivere senza tutto questo e quindi i Crest of Darkness sono sicuramente destinati a esistere ancora per gli anni a venire!
NONOSTANTE SIA CON TE DALL’EP DI “EVIL MESSIAH”, KRISTIAN WENTZEL NON È UN MEMBRO UFFICIALE DELLA BAND. C’È UN MOTIVO SPECIFICO?
– Kristian è sempre stato assunto per le registrazioni in studio e si è unito a noi dal vivo per un tour: sia noi che Kristian vogliamo che i rapporti restino in questo modo. Le canzoni di oggi si basano molto sulle chitarre e Kristian, più che altro, ‘colora’ le canzoni con le sue tastiere. Sta facendo un lavoro importante, ma la maggior parte delle volte lavoriamo come trio.
LA BAND SI È FORMATA NEL 1993 E LA PRIMA USCITA UFFICIALE RISALE AL 1996, QUINDI C’ERI QUANDO È NATO IL BLACK METAL. COSA PENSI DI QUEGLI ANNI?
– All’inizio degli anni Novanta la scena black metal era molto diversa da quella che si vede ora. Sono stato all’Helvete di Oslo diverse volte, ho incontrato Østein Aarseth (Euronymous) e altri che si aggiravano nel negozio, ma ero un visitatore che guardava tutto dall’esterno. Quando tutto si è intensificato con i roghi delle chiese e gli omicidi… beh, ne sono rimasto stupito come tutti: era ovvio come ogni cosa fosse fuori controllo. Ma diverse grandi band sono nate in questo periodo e questi gruppi grandiosi e innovativi, insieme alle notizie scioccanti che si diffusero molto rapidamente, fecero conoscere la musica della scena black metal norvegese. In quei giorni le persone erano davvero spaventate, tutti quelli che suonavano black metal erano considerati potenziali criminali e adoratori del diavolo. Oggi viviamo una situazione totalmente diversa. Musicalmente puoi trovare ancora molte grandi band e ottimi musicisti: la scena è molto viva, ma forse ha perso parte del suo potere? Non lo so… Oggi è, più che altro, un genere musicale e solo pochi di noi seguono apertamente la ‘via della mano sinistra’. Io non sono un adoratore del diavolo, non credo in un dio metafisico, ma credo che ogni individuo sia il proprio Dio, credo nel libero arbitrio e nel diritto di fare ciò che si vuole. Sono un satanista.
LA SCENA UNDERGROUND È CAMBIATA MOLTO IN QUESTI ANNI E CIÒ CHE ERA ESTREMO NEGLI ANNI ’90 È ABBASTANZA COMUNE ORA. PENSI CHE CI SARÀ UNA SORTA DI NUOVA “RIVOLUZIONE” NELLA MUSICA METAL?
– Penso di averti già risposto, in qualche modo. È giusto che molte cose accadute negli anni Novanta siano abbastanza ‘comuni’ oggi, ma stiamo parlando di musica e di immagine. I crimini commessi in quegli anni erano davvero estremi e oggi è difficile dire che qualcosa del genere dovrebbe succedere di nuovo. Ma, certo, non si può prevedere il futuro. La scena metal ha subito diverse ‘rivoluzioni’ nel corso degli anni. Molte volte, come alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta, molte persone hanno affermato che l’heavy metal era morto: beh oggi, trent’anni dopo, l’heavy metal è più vivo che mai e molte band norvegesi, in particolare quelle black metal, stanno andando molto bene in tutto il mondo. Direi che l’heavy metal non è destinato a sparire.
CON TUTTI I SOCIAL MEDIA E LE PIATTAFORME DIGITALI (E, OVVIAMENTE, I DOWNLOAD ILLEGALI) IL MONDO DELLA MUSICA È CAMBIATO. ORA È PIÙ FACILE ENTRARE IN CONTATTO CON UNA BAND O ACQUISTARE UN DISCO (O, ALMENO, LA SUA VERSIONE DIGITALE). PENSO CHE QUESTO ABBIA ALCUNI CHIARI VANTAGGI, MA CI SONO ANCHE MOLTI SVANTAGGI (IL PIÙ IMPORTANTE: SE ACQUISTI ALCUNI BRANI CON POCHI EURO, SEDUTO SULLA TUA SCRIVANIA, LI ASCOLTERAI IN UN MODO DIVERSO CHE SE DOVESSI SCRIVI UNA LETTERA A UNA BAND O PORTARE IL TUO CULO IN UN NEGOZIO DI DISCHI).
– Sì, i tempi sono cambiati… Sotto molti punti di vista è una buona cosa poter trovare musica su internet e molto spesso anche poter entrare in contatto con i tuoi idoli, ma forse un po’ di magia è sparita. Non dimenticherò mai il grande piacere e l’eccitazione che provavo nell’andare in un negozio di dischi e acquistare un album di una delle mie band preferite. Prima di tutto era l’unico modo per ascoltare la musica, ma c’era di più: l’album stesso; ho comprato sia CD che vinili e ancora lo faccio, ma la copertina, le immagini, le foto e le informazioni nel libretto… era come un enorme tesoro! In realtà ho la stessa sensazione anche oggi e sono felice di vedere che le vendite dei formati fisici stiano di nuovo crescendo: è così bello vedere che i vinili hanno dati di vendita in continuo aumento e che, a livello mondiale, stanno andando anche meglio dei CD! Chi l’avrebbe creduto possibile solo qualche anno fa?
OK, TORNIAMO A “THE GOD OF FLESH”. AVETE IN PROGRAMMA QUALCHE DATA DAL VIVO O UN TOUR?
– Sì, ci stiamo lavorando in questi giorni. Per motivi pratici faremo per lo più singoli show nei primi mesi del 2020. Speriamo di poter annunciare alcune date molto presto. Poi, durante l’anno, speriamo di poter fare un tour in Europa. Purtroppo non posso dirti nulla di più specifico, al momento.
QUESTA È LA TERZA USCITA CON LA STESSA FORMAZIONE E PENSO CHE LA VOSTRA MUSICA STIA DIVENTANDO SEMPRE PIÙ COESA, SEI D’ACCORDO?
– Sì, assolutamente! Credo che si possa sentire che abbiamo avuto la stessa formazione per un periodo piuttosto lungo ormai, e come questo possa aver giovato alla band; ci conosciamo molto bene e insieme suoniamo sempre meglio e sempre in modo più coeso.
PER FINIRE: SI È DA POCO CONCLUSO UN ANNO, CI SONO ALCUNI ALBUM USCITI NEL 2019 CHE SENTI DI CONSIGLIARCI?
– Molti: Mayhem “Daemon”, Blood Incantation “Hidden History of the Human Race”, Deathspell Omega “The Furnaces of Palingenesia”, Darkthrone “Old Star”, Blut Aus Nord “Hallucinogen” solo per citarne alcuni.