L’album “Writ Of The Sword” era uscito ben sei anni fa: da allora, non è stato un periodo eccezionale per i Crimfall, che sono stati seriamente ad un passo dallo scioglimento. Tuttavia, la passione e la convinzione circa la bontà e la qualità della propria musica, hanno convinto la band a stringere i denti e andare avanti: il risultato è il loro terzo album, “Amain”, un bel disco, realizzato indubbiamente con grandissima professionalità e grande cura per ogni dettaglio, nonostante le scarse risorse a disposizione. Un concetto, questo, ribadito più volte da Jakke Viitala, il quale tra le proprie parole lascia spesso intravedere con quanto sacrificio e quanta dedizione sia stato realizzato questo disco. A nostro avviso, un autentico esempio di cosa significhi cercare di realizzare musica sempre di qualità, senza scendere a compromessi o a soluzioni accomodanti, nel più totale rispetto verso se stessi e verso i propri fan.
AVETE IMPIEGATO SEI ANNI PER PUBBLICARE IL VOSTRO NUOVO ALBUM “AMAIN”: COME MAI È TRASCORSO COSÌ TANTO TEMPO?
– Quando è stato pubblicato “Writ Of Sword”, avevamo già iniziato a lavorare sulle nuove canzoni. Ma una volta che la nostra precedente etichetta è stata costretta a sfoltire il proprio roster noi ci siamo ritrovati da soli, ancora una volta. Non avevamo nessuno alle spalle finanziariamente o per programmare la data di pubblicazione o altro. Così ci siamo ritrovati in questa situazione di merda e quasi abbiamo pensato di smettere. Il nostro futuro era così incerto, che non avrebbe avuto più alcun senso fare ancora musica dei Crimfall. Ma dato che il nostro materiale demo era più o meno pronto e che ci sembrava davvero impressionante, non abbiamo visto un’opzione diversa da quella di realizzare questo album. “Amain” doveva proprio essere fatto, era troppo buono per essere lasciato in un cassetto. Una volta fatta questa scelta, c’era un solo modo per metterla in pratica. Realizzare un album perfetto e curarlo per tutto il tempo necessario. Come dicevo prima, non abbiamo avuto alcun aiuto finanziario. Perciò, per una produzione imponente come questa, abbiamo dovuto fare tutto da noi stessi. Così, in pratica ho registrato e editato da solo quasi tutte le milleseicento tracce per quest’album. E questo ha richiesto anche otto ore di lavoro giornaliero. Ci ho impiegato quasi un anno per fare tutto. Dopo di che, abbiamo consegnato il materiale ai Fascination Street Studios insieme ai nostri risparmi di una vita. Nonostante penso che avrei potuto comprare una macchina nuova con il denaro speso per questa produzione, ne è valsa la pena per ogni singolo centesimo. La produzione di “Amain” è perfetta!
IN EFFETTI MI È PIACIUTA LA PRODUZIONE DELL’ALBUM: VUOI AGGIUNGERE QUALCOS’ALTRO A RIGUARDO?
– Beh, il produttore dell’album è il sottoscritto. Come compositore, penso di essere il solo che poteva far suonare queste ‘seghe mentali’ così come le avevo immaginate nella mia testa. Perciò è stato alquanto naturale per me farlo. Mi sono occupato di ogni singola cosa nell’album, dal tenere gli archi tra le mie mani al parlare. E quando siamo stati soddisfatti di tutto quello che era stato registrato, abbiamo mandato il file a Johan Örnborg dei Fascination Street Studios, che ha veramente azzeccato il mixing. Infine, sono andato in Svezia per un paio di giorni per fare con lui tutti i piccoli ritocchi e pulire il tutto per il mastering. L’album è stato dunque prodotto da me con molta dedizione, passione e denaro (risate, ndr).
NEGLI ULTIMI ANNI AVEVATE COMUNQUE PUBBLICATO UN PAIO DI SINGOLI COME “VICTORY OR DEATH” E “WAVES UPON THEIR GRAVES”: COME MAI NON LI AVETE POI INCLUSI IN NESSUN FULL-LENGTH?
– “Victory Or Death” era una versione molto precoce di “The Last Of Stands”, ma non suonava allora molto convincente. Suonava di merda in realtà. Così abbiamo dovuto fare qualcosa e in pratica ho riscritto il 75% della canzone per renderla abbastanza buona per “Amain”. Così, benché queste canzoni non suonassero allo stesso modo, l’eredità di “Victory Or Death” è presente nell’album. Questa è di fatto la ragione perché non voglio pubblicare i miei demo prima che siano in un buona forma. Tendo a cambiare parecchie cose prima di essere soddisfatto con gli arrangiamenti. “Waves Upon Their Graves” era una versione acustica di “Frost Upon Their Graves” che era inclusa nell’album precedente. “Waves” non fa parte di “Amain”, ma potrai trovare del buon materiale acustico di altre nostre canzoni nell’edizione speciale di “Amain”.
COME MAI AVETE SCELTO IL TITOLO DI “AMAIN” PER IL NUOVO ALBUM?
– ‘Amain’ significa ‘con tutta la forza’, ‘a tutta velocità’, ‘all-in’, era una scelta abbastanza ovvia per tutti noi. Mikko aveva proposto alcuni nomi ma questa parola metteva in evidenza la descrizione della mentalità e del modo in cui abbiamo superato tutte le lotte durante questi sei anni di lavoro all’album. Abbiamo sicuramente dato tutto. Sia musicalmente che finanziariamente.
MI È PIACIUTO IL SOUND ORIENTALE NELLA CANZONE “MOTHER OF THE UNBELIEVERS”: QUAL È STATA L’ISPIRAZIONE PER QUESTA CANZONE?
– Mi piace parecchio il sound medio-orientale. Specialmente in film come “La Passione Di Cristo”, “Young Messiah” e “Stoning Of Soraya” (che sono comunque tutti stati realizzati da John Debney), ma anche band metal come i tunisini Myrath mi hanno impressionato. E, che tu mi creda o no, hanno tutti alcuni elementi musicali e storie simili alla nostra musica e cultura nordica. Così ci è sembrato quasi naturale combinarli insieme. Lo avevamo già fatto nel nostro primo album e ora lo abbiamo rifatto.
PIÙ IN GENERALE, QUALI SONO LE PRINCIPALI FONTI D’ISPIRAZIONE QUANDO SCRIVI MUSICA E SPECIALMENTE QUALI SONO STATE PER “AMAIN”?
– La mia più grande fonte d’ispirazione sono i film e le colonne sonore. C’è una certa visualità e una narrativa in quel tipo di musica che voglio ricreare anche con il nostro materiale. Potrebbe essere però anche un dipinto o una pittura che mi dà qualcosa che voglio catturare con la musica.
DI SOLITO AVETE LAVORATO CON GRANDI AUTORI PER L’ARTWORK: CHI AVETE SCELTO PER “AMAIN”? PERALTRO, MI SEMBRA CHE IL PERSONAGGIO DELLA COPERTINA SIA PIUTTOSTO DIFFERENTE DAI VOSTRI PRECEDENTI ALBUM, CON UN GUERRIERO CHE SEMBRA QUASI SCONFITTO E FERITO O PERSINO FRUSTATO. CHE INTERPRETAZIONE POSSIAMO DARE?
– Ti trovo preparato, questo mi piace davvero! Hai assolutamente ragione. Abbiamo avuto certi temi che ci hanno accompagnati nel corso degli anni, come la sconfitta, l’anti-eroismo, la perdita, la morte: le storie che non sono state scritte dai vincitori nei libri di storia, per così dire. Ciascuno dei nostri album rappresenta una stagione. Nel primo, avevamo il tema della calda estate, mentre il secondo parlava dell’inverno con tutti i suoi elementi riguardanti il freddo. Questo terzo lavoro riguarda la primavera, dove uno ha bisogno di sentirsi rinato, mutando la pelle morta di vecchi dogmi. Questo album rappresenta anche la nostra carriera in un meta-livello. Dapprima ci siamo sentiti orgogliosi quando si è presentato dinanzi a noi un percorso con tutte le sue possibilità. Poi è arrivato l’inverno e ci ha dato alcuni momenti difficili picchiandoci da ogni direzione. Poi è colata su di noi ancora più merda, ma siamo ancora qui. Bagnati, bastonati ma vivi! Oh, e il dipinto è stato fatto in dimensione di un vinile dal mio amico Tuomas Gustafsson. Un pittore di autentico talento. Ho il dipinto a olio originale appeso alla mia parete.
AVETE SCELTO IL VIDEOCLIP PER LA CANZONE “UNTIL FALLS THE RAIN”: PENSO SI TRATTI DI UNA SCELTA MOLTO PARTICOLARE, CONSIDERANDO CHE LA DURATA DELLA CANZONE È DI OLTRE SEI MINUTI. È STATA APPUNTO UNA SCELTA PRECISA O SEMPLICEMENTE PENSATE CHE SIA LA CANZONE CHE MEGLIO POTEVA RAPPRESENTARE L’ALBUM?
– Dopo sei anni di lavoro per “Amain”, siamo diventati piuttosto sordi riguardo il materiale, così difficilmente potremmo dire quale canzone sia la migliore. Ci siamo dunque basati sul feedback dei nostri amici e della label e questa particolare canzone era in cima alla lista. Inoltre, è una buona canzone, ma la storia era anche ‘facile’ da catturare con la camera, mentre per esempio “Mother Of Unbelievers”, con i suoi elementi medio-orientali, avrebbe potuto essere un po’ più impegnativa da realizzare qui in Finlandia. Rappresenta inoltre le emozioni che si sono presentate mentre lavoravamo all’album ma allo stesso tempo ha la più stretta connessione lirica con il tema della primavera/pioggia di “Amain”.
“TEN WINTERS APART” È UNA TRACCIA SUDDIVISA IN QUATTRO PARTI: QUESTO È UN ESEMPIO MA, IN GENERALE, HO APPREZZATO IL VOSTRO SFORZO DI RENDERE IL VOSTRO SONGWRITING SEMPRE PIÙ COMPLESSO E AMBIZIOSO. POSSIAMO IMMAGINARE ULTERIORI PASSI IN QUESTA DIREZIONE PER I VOSTRI PROSSIMI LAVORI?
– I Crimfall sfideranno sempre i propri ascoltatori ma non facendo cose in modo normale. La nostra musica non è la più facile da digerire, ma di certo porterà all’ascoltatore storie ed emozioni che dureranno per molti anni e ciò mantiene le cose interessanti anche per noi. Non posso dire quali saranno i prossimi passi perché faccio musica che scaturisce puramente dal cuore. Ciò che intendo è che quel materiale rappresenta l’epoca in cui è stato scritto, le fonti d’ispirazione che erano importanti per me quando stavo scrivendo le canzoni. Ma voglio anche trovare un’angolazione un po’ differente su come fare le cose e provare nuova roba. Così non saprai mai cosa succederà dopo. Inoltre, non voglio fare sempre gli stessi album o le stesse canzoni. Sono state già scritte, le successive saranno qualcosa di completamente diverso.
STATE PIANIFICANDO DEI TOUR? PENSI CHE VI POTRESTE AVVALERE ANCHE DI ELEMENTI ORCHESTRALI CHE SUONERANNO CON LA BAND?
– Abbiamo dei piani, ma niente che possa confermare in questo momento. Consiglio di controllare sul nostro sito web e sulla nostra pagina Facebook di tanto in tanto per avere maggiori info a riguardo. Sì, sarebbe ottimo avere autentici elementi orchestrali con noi sul palco, ma al momento è impossibile con le nostre attuali risorse. Purtroppo non è gratis.
COME VI PREPARATE PRIMA DI UN CONCERTO? AVETE ABITUDINI O RITUALI PARTICOLARI?
– Penso che il momento in cui iniziamo a mettere i costumi ed il trucco è il momento in cui cessiamo di essere persone civili e iniziamo a recitare come i personaggi che vedi sul palco. Questo rito di passaggio è qualcosa che veramente crea l’atmosfera per noi. E quando suona l’intro ci abbracciamo. Come fanno i veri guerrieri, giusto?
QUALI SONO IN QUESTO MOMENTO LE TUE PRIORITÀ NELLA TUA LISTA DI COSE DA FARE?
– Quest’intervista e poi provare le nuove canzoni per i prossimi show.