“Stranamente sono soddisfatto al 100% dal disco e ormai sono svariati mesi che lo macino nel mio stereo o mentre sono alla guida. In genere, a distanza di un po’ di tempo, emergono quei dettagli e difetti che durante l’entusiasmo della registrazione uno non riesce ad identificare/valutare: per ‘Variante Alla Morte’ mi sembra tutt’ora di trovarmi davanti a un album molto solido che riflette al 100% quello che avevamo in mente, sia come struttura dei pezzi che come produzione che come feeling generale trasmesso da tutto il lavoro”.
NON SIETE UNA BAND CHE RILASCIA ALBUM MOLTO DI FREQUENTE. CI SONO MOTIVI PARTICOLARI DIETRO QUESTO VOSTRO MODO DI FARE?
“Da un lato direi che non ci piace lavorare a catena di montaggio sotto l’ottica della band cazzuta e mainstream che deve per forza sfornare un album all’anno e 2/3 tour attaccati. Preferiamo lasciar passare un po’ il tempo, ragionare sul sound, sulla composizione dei pezzi e gli arrangiamenti, paragonarli con le uscite del passato cercando di portarci sempre un passo avanti senza fossilizzarci su uno standard. Ci è capitato di avere brani completamente finiti e pronti per essere registrati, tirare il classico colpo di spugna sulla lavagna e rifarli ex novo. Un’altra motivazione importante sono i testi: essendo strettamente legati alle esperienze e alla vita di tutti i giorni, è chiaro che più si allarga il periodo di tempo da un lavoro all’altro più aumentano gli spunti e la varietà di argomenti da trattare e si riduce invece l’effetto del ‘dover scrivere qualcosa per forza’ dettato dall’avere una scadenza con l’album da fare uscire. Insomma, per sintetizzare direi che i motivi principali sono il voler dare respiro alla creatività e al corso naturale delle cose”.
PARLANDO DELLA MUSICA CONTENUTA NEL VOSTRO LAVORO, L’HO TROVATA PIÙ PROPRIAMENTE DEATH-GRIND E MENO CRUST-HARDCORE. SEI D’ACCORDO? SI È TRATTATO DI UN’EVOLUZIONE NATURALE O AVETE CONSCIAMENTE DECISO DI MUOVERVI IN QUESTA DIREZIONE?
“Anche qui è un’evoluzione molto naturale legata a tantissimi fattori. Non direi comunque che la matrice hardcore sia diminuita, i pezzi in sé attingono moltissimo dall’HC e dal thrash anni ’80/primi ‘90 con cui siamo cresciuti. Quello che li fa suonare più granitici e forse più tendenti a sonorità metal è la produzione ultra-compatta e il fatto che questo è il nostro primo album con un’accordatura ribassata (e una timbrica di voce studiata per essere abbinata) a cui la maggior parte dei nostri ascoltatori non era ancora abituata. Riascoltandomi però il demo/pre-produzione che abbiamo fatto in Italia prima di andare allo studio Fredman, sui pezzi in sé di elementi HC ce ne sono eccome, forse meno punk o, come dici tu, crust, ma le parti veloci devono molto alla scena da cui siamo nati, che è quella di Heresy, Infest, D.R.I., SOB, Negazione o di quel thrash che ha molto del groove HC, cioé Slayer, SOD, Exodus, Dark Angel, Carnivore, Schizo, primi Entombed… almeno, i punti di riferimento erano quelli!”.
COME SI È CONCRETIZZATO IL CONTRATTO CON LA FETO RECORDS? AVEVATE ALTRE OPZIONI O AVETE PREFERITO “GIOCARE IN CASA” E RIVOLGERVI A UNA PERSONA DEL VOSTRO “AMBIENTE” COME SHANE EMBURY?
“Il passaggio dall’etichetta precedente (la Necropolis americana, che è fallita a causa di debiti e problemi personali di chi la gestiva) alla FETO è stato una vera odissea per i CB. Abbiamo avuto addirittura il caso paradossale della Osmose francese che ci ha inviato il contratto e due giorni dopo l’ha inspiegabilmente annullato dicendo che ci aveva ripensato! Per un po’ abbiamo anche avuto la speranza di poterlo fare con la Relapse, visto che era uscito un EP per loro e ci avevano fatto un deal esclusivo per la stampa del merchandising in USA, ma i tempi si dilatavano troppo, ci tenevano in standby con mezze risposte. Shane Embury fin dal primo momento ha dimostrato di apprezzare quello che facciamo, ci ha sempre detto in piena sincerità cosa poteva offrirci e cosa non dovevamo aspettarci. La FETO ha tutte le carte in regola per essere un’etichetta in crescita con buone prospettive per il futuro (fin’ora ha fatto solo uscite azzeccatissime) e poi sì, il lavorare con una persona che suona il nostro genere fin dalle origini non può essere che una garanzia. Tirerei lo sciacquone invece sulle etichette di casa nostra a cui abbiamo proposto la cosa: non ti degnano neanche di una risposta quando fuori anche Century Media o Listenable comunque lo sforzo di darti un’opinione personale e una motivazione positiva o negativa che sia lo fanno!”.
PER LA PRIMA VOLTA AVETE REGISTRATO NEGLI STUDIO FREDMAN IN SVEZIA. CHE COSA VI HA PORTATO LÀ? SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI OTTENUTI? QUALCUNO VI HA GIÀ ACCUSATO DI ESSERVI “INFIGHETTATI”?
“La decisione di provare a registrare in Svezia risale già a qualche anno fa.. nel 2004 stavamo accordandoci con Mieszko dei NASUM per andare al Soundlab, visto che ci erano piaciuti molto alcuni suoi lavori (Exhumed, Rotten Sound), ma poco dopo averne parlato è morto nello Tsunami che ha colpito parte della Thailandia dove era andato in vacanza. In seguito abbiamo ragionato per un po’ se rivolgerci ai Sunlight o a Fredman e la scelta è caduta su Fredman, sia per la sua rapidità nel risponderci che per molti altri fattori; gli studi italiani con cui avevamo lavorato in passato non avevano mai valorizzato diverse potenzialità del nostro sound, dalla botta grind/blastbeat nelle parti più estreme all’effetto ‘trascinamento’ che devono dare gli stacchi e i giri più ragionati che attingono dall’HC/thrash o anche dal doom/sludge, come nel caso di ‘Stupro e Addio’. Volevamo cercare uno studio che catturasse al massimo della dinamica la stessa aggressività che abbiamo sul palco o in sala prove e la fondesse sia con la componente melodica che con un impatto ben definito che ci differenziasse dal cliché di produzione grind eccessivamente caotica o troppo ‘plastificata’ da trigger, effetti, ritocchi in mixaggio… Insomma, è stata principalmente una questione di gusto personale a portarci a registrare lì e tutt’ora ne siamo soddisfatti. È ovvio che ci sono state le accuse di infighettamento: c’è chi ha semplicemente detto ‘non mi aspettavo che facessero un disco grind’, quando in concreto suoniamo grindcore da 20 anni (!!). C’è chi si aspettava un copia&incolla da ‘Misantropo a Senso Unico’… è tutta una questione di orecchio. Purtroppo oggi la tendenza è di scaricarsi l’album, ascoltarselo senza testi 2-3 volte e poi sparare la sentenza finale… fortunatamente non tutti fanno così e stimo molto chi atteso fino all’ultimo l’uscita del vinile per gustarselo in formato LP con paginone di testi, artwork in dimensioni reali, ecc”.
HO MOLTO APPREZZATO LA COPERTINA DELL’ALBUM… CERTAMENTE NON SI TRATTA DELLA SOLITA COPERTINA GRIND O DEATH METAL. TI VA DI SPENDERE QUALCHE PAROLA SU DI ESSA? E COME SI RELAZIONA AL TITOLO DEL DISCO?
“La copertina é stata realizzata da Mario ‘Majo’ Rossi, uno dei disegnatori di ‘Dampyr’. Volevamo qualcosa che non fosse assolutamente caricaturale e fumettistico, ma che avesse piuttosto le sembianze di un quadro, e così é stato. Majo si é studiato a fondo il mood dei CB, credo che abbia addirittura passato in rassegna una ad una le vecchie grafiche e ascoltato un po’ di pezzi. Noi gli abbiamo dato un’idea di base sul soggetto e sul concept che si sviluppava attraverso i testi e lui ne é venuto fuori con questo disegno bellissimo e molto diverso dalle nostre grafiche precedenti. C’é da far notare che il quadrato ‘frontale’ (che vedrete su riviste o in rete) é solo un minuscolo dettaglio di tutta l’opera, la copertina é realizzata a poster pieghevole in modo che frontalmente ci sia solo un particolare e aprendosi scopra poi tutto l’artwork, a effetto sorpresa. Ritrae dal basso un burrone che si staglia a picco su un mare scuro in tempesta e un’interminabile fila di bambini dal volto spento e privo di emozioni che si buttano giù uno ad uno. ‘Variante Alla Morte’ sta ad indicare la crescente apatia e incapacità di reagire della massa – soprattutto delle nuove generazioni, il punto focale dei testi é lo scontro tra l’individuo e la massa che conduce un’esistenza vegetativa fatta di rassegnazione e schemi preconfezionati senza rendersi nemmeno conto di respirare. Insomma, chi vive non sentendo la vita, l’intasamento della sovrappopolazione, quello che stiamo perdendo con il passare degli anni, il graduale avvicinarsi a ciò che in un pezzo descriviamo come ‘auto-azzeramento’… detto questo, penso che sia facile dare un senso alla copertina”.
I TESTI SEMBRANO ESSERE ANCORA UNA VOLTA CARICHI DI MISANTROPIA E ODIO. PENSI CHE NEL CORSO DEGLI ANNI IL TUO APPROCCIO AI TESTI SIA CAMBIATO? SCRIVI IN MANIERA DIVERSA?
“Penso che l’approccio nel corso degli anni si sia evoluto e affinato, ma abbia sempre mantenuto gli stessi obiettivi e la stessa carica di rabbia e negatività senza compromessi. Traggo ispirazione dalla vita di tutti i giorni, dai rapporti interpersonali, da tutto quello che alimenta malessere, insofferenza e necessità di isolarsi dalla massa e dalle abitudini che ci vogliono forzare per annientare la reattività e la forza creativa che rende unica ogni persona. ‘Misantropo è chi in un eccesso di vita è stato abbandonato’ è un po’ la chiave di tutto il discorso”.
COME MOTIVI LA SCELTA DI CANTARE ESCLUSIVAMENTE IN ITALIANO DA QUALCHE TEMPO A QUESTA PARTE? AVETE SENTITO “LAMENTELE” DA PARTE DEI FAN ESTERI PER QUESTA VOSTRA DECISIONE?
“È stata una scelta abbastanza istintiva, i pezzi in fase di composizione si prestavano benissimo al cantato in italiano. Io uscivo dal precedente ‘Desperately Insensitive’ (prevalentemente in inglese) sentendo la mancanza verso la fiumana di odio in lingua-madre che avevo realizzato nell’arco di circa 4 anni per ‘Misantropo A Senso Unico’. Capendo che per questo disco le tempistiche sarebbero state analoghe, ho di nuovo voluto incanalare una fetta di vita su disco riallacciandomi a quello che avevo iniziato tramite ‘Misantropo…’. Era la soluzione ottimale per ciò che avevo in mente. Lamentele dall’estero su questo aspetto dei CB non ce ne sono mai state, anzi, in passato durante i tour negli USA più persone ci hanno detto che per loro suoniamo meglio in italiano. L’unica pecca di tutto il discorso è che essendo testi molto ‘slangati’ e con terminologie strane/ricercate, anche una buona traduzione in inglese (come quella inclusa nel booklet del CD e sull’LP) non potrà mai rendere alla perfezione il feeling e i concetti che potrà captare un fan italiano”.
IN ITALIA STATE SUONANDO SPESSO ULTIMAMENTE, AVETE PROGRAMMI ANCHE PER L’ESTERO? È NOTA LA VOSTRA POPOLARITÀ NELL’EST EUROPA, MENTRE LEGGEVO CHE IN GERMANIA NON SIETE BEN ACCETTI DA QUALCHE TEMPO A QUESTA PARTE…
“Sì, la frequenza di date in Italia è davvero un record per i CB rispetto al passato. All’estero dal 2004 a oggi abbiamo avuto una media abbastanza bassa, non più di 6-7 concerti all’anno, concentrati molto sui festival. Per il 2009 abbiamo già avuto svariate offerte interessanti e probabilmente faremo un nuovo tour negli States (West Coast) a maggio più alcuni festival grind/death più verso l’estate. La Germania è un caso particolare perché non abbiamo mai attecchito particolarmente sulla loro scena metal e il nostro conflitto con il giro più legato HC/punk ‘politicamente corretto’ che qui in Italia ed altri paesi si è ormai smaltito/assorbito (almeno sembra!) lì è arrivato in ritardo e sta imperversando proprio ora con tutti i soliti pregiudizi basati su voci di rimbalzo. Comunque dovremmo andare dalle parti di Berlino in primavera per un festival, è un primo passo per vedere come butta”.
HO ANCHE NOTATO CHE NEGLI ULTIMI TEMPI VI TROVATE SEMPRE PIÙ SPESSO A SUONARE CON BAND DI CHIARA IMPRONTA METAL, ANCHE AFFERMATE. VI SENTITE PIÙ VICINI ALLA SCENA METAL CHE A QUELLA CRUST/HARDCORE/PUNK ORA?
“Nessuno di noi si sente vicino ad una determinata scena, perché qui in Italia quella metal è un lazzaretto di leccaculi spaventoso e quella HC/Punk si è autoconfinata in topaie o, in alcuni casi, ha perso del tutto le basi su cui si era sviluppata e di conseguenza è andata alla deriva in mano a personaggi da baraccone. Quella grindcore, invece, chi l’ha mai vista? Ci identifichiamo probabilmente nelle persone a 360° che ascoltano e seguono un po’ di tutto, frequentano qualsiasi tipo di concerto con un’ottica ‘trasversale’… fortunatamente ne trovo molti nel nostro pubblico. Ti sto parlando di un contesto strettamente italiano perché alla fine viviamo qui, dove ‘scena’ è diventata una parola deprimente. Sad but true, per citare i mitici SIEGE!”.
TROVO CHE IN GENERALE STIATE USCENDO SEMPRE PIÙ DALL’UNDERGROUND, SEI D’ACCORDO? MI PARE CHE IL VOSTRO NOME STIA DIVENTANDO PIÙ RISPETTATO E POPOLARE, ALMENO IN ITALIA. PENSI CHE SIA CAMBIATO ANCHE IL VOSTRO FAN MEDIO?
“Forse ho un occhio iper-cinico e poco obiettivo, ma mi sembra che i CB siano sempre molto dentro alla realtà underground/DIY, malgrado magari il nome sia più conosciuto rispetto al passato ed equivalga un po’ all’esponente principale del grindcore made in Italy. Sui nostri fan, come spiegavo prima, l’aspetto positivo è che ce ne sono molti ‘trasversali’, cioè non riconducibili a nessuna scena o moda in particolare… siamo troppo estremi per il pubblico più radicalmente metal e troppo scomodi per quello integralista punk/crust. Nel corso degli anni vedo che si è sviluppato un buon numero di persone che ci seguono e svariano tantissimo in ascolti e gusti musicali, lo noto anche dalla varietà enorme di titoli che vanno al mio banchetto e negozio online”.
AVETE PUBBLICATO TANTISSIMI SPLIT NEL CORSO DEGLI ANNI… CE N’È UNO AL QUALE TI SENTI MAGGIORMENTE AFFEZIONATO?
“Mi stanno molto a cuore quelli del 1993-1994 perché racchiudono un odio e una violenza sonora ‘casereccia’ che ha davvero coniato il marchio di fabbrica per i CB in quel periodo. Poi quello con i WORLD del 1998 (con su ‘Pete The Ripper’, secondo me uno dei nostri pezzi più belli di sempre), quello con i PATARENI e, in tempi più recenti, quello con i grandissimi EYEHATEGOD”.
QUALI SONO GLI OBIETTIVI E I SOGNI DEI CRIPPLE BASTARDS DOPO VENT’ANNI DI CARRIERA? COSA TI/VI SPINGE A PORTARE AVANTI QUESTO PROGETTO?
“In linea di massima gli obiettivi principali sono il continuare a fare dischi che ci piacciano e suonare in giro. Per me l’unico grande sogno nel cassetto resta il riuscire ad andare in tour in Asia e in Sud America, soprattutto in Brasile dove abbiamo un seguito enorme, ma non so se troveremo mai il tempo e l’occasione per farlo. Quello che ci spinge ad andare avanti è senza dubbio la passione per il genere che abbiamo sviluppato attraverso gli anni, la voglia di dare spazio alla creatività e, come sempre, di sfogare odio, negatività e frustrazioni attraverso questa espressione che vediamo quasi come un’arma studiata appositamente per ciascuno di noi”.
CI SONO NOVITÀ SULLA TUA ETICHETTA? HAI IN PROGRAMMA DELLE NUOVE PUBBLICAZIONI PER IL FUTURO?
“La mia etichetta marcia a ritmi molto lenti, di progetti in cantiere ci sono ancora due discografie di classici Punk/Hardcore italiano degli anni ’80: STINKY RATS e i leggendari NERORGASMO. In seguito vorrei tornare a concentrarmi interamente sul grindcore e sul vinile, che ho accantonato per ben 8 anni vista la crisi. Consiglio a tutti la mia uscita più recente, lo split CD tra ENTROPIC DEGRADE BEHIND PHYLOGENY (old school grindcore tipo primi Napalm Death, Gore Beyond Necropsy, Insect Warfare) e i THANATOLOGIST (gore-grind totale stile primi Carcass), due gruppi Liguri che meritano davvero tanto e purtroppo qui in Italia non hanno né seguito né grandi risorse”.
CHI È GIULIO THE BASTARD NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI? LA MUSICA È LA TUA SOLA OCCUPAZIONE? HAI ALTRI HOBBY O IMPEGNI?
“La mia vita di tutti i giorni è completamente l’opposto di quella legata all’attività live dei CB (che, pur dando delle grandi soddisfazioni, reputo ultra-stressante e distruttiva, almeno per il mio carattere). Da 3 anni vivo ad Alessandria con una micro-comunità di tailandesi, sono sposato con una ragazza thai e quindi sto insieme a gente solare e rilassata, premio nobel nel farsi i cazzi propri! Non so per quale motivo, ma mi sono inserito benissimo in questo contesto, forse perché hanno esigenze molto più elementari e semplici dell’italiano medio e in qualche modo li vedo più pratici, immuni alle paranoie, alla burocrazia e alle seghe mentali del nostro bel paese. La barriera linguistica è perfetta perché mi screma via tutte le rotture di coglioni che mi sono dovuto sorbire negli anni dalle fidanzate precedenti! Lavoro con i CB e con la Scarey Records / EU’91, in passato facevo anche l’autista per band in tour – ma mi teneva troppo tempo lontano da casa – e quindi ho un po’ smesso. Hobby, inevitabilmente, la cucina multi-etnica e il cinema di genere (anni ‘60/70/80) che seguo da quando ero bambino!”.
GRAZIE MILLE PER QUESTA INTERVISTA. IN BOCCA AL LUPO PER TUTTO!
“Grazie a te per lo spazio e il costante supporto ai CB!! Per chi fosse interessato ad ulteriori informazioni sulla band: www.cripple-bastards.com e www.myspace.com/cripplebastards. Per chi invece fosse alla ricerca del nostro merchandising ufficiale (CD, LP; maglie, felpe ecc) e a un enorme catalogo Grind/Death/Hardcore/metal/Doom/stoner/Punk anni ’80…: www.scareyshop.com“.