ORA CHE SIETE UN TRIO E SIETE QUINDI TORNATI ALLE VOSTRE ORIGINI, COME VI TROVATE? E’ CAMBIATO QUALCOSA NEL VOSTRO SOUND?
“Non credo proprio! La band è partita con le stesse tre persone che ci sono adesso, quindi abbiamo questo sound radicato profondamente dentro di noi. Facciamo musica in questo modo e non sapremmo davvero come farla altrimenti. Finché questo trio rimarrà uguale sono sicuro che il sound farà altrettanto”.
HO TROVATO “ONE WITH FILTH” UN DISCO PIUTTOSTO SPIAZZANTE ALL’INIZIO: DA DOVE DERIVA QUESTA VOGLIA DI SUONARE IN MODO COSÌ COMPLESSO E INTRICATO?
“Deriva principalmente dalla volontà di creare musica interessante per noi stessi. La volontà che abbiamo di evolverci come musicisti e come songwriter. Quando fai musica diversa dal metal standard ti muovi su una linea davvero sottile, e noi vogliamo creare canzoni memorabili con una certa personalità, non suonare musica complessa tanto per farlo. Devi usare le tue emozioni, il tuo cuore e il tuo cervello, questo è quello che amo a proposito di quello che facciamo!”.
RIUSCITE A CONIUGARE ALCUNI ELEMENTI GRIND CON ALTRI MENO “IGNORANTI”: PER VOI IL GRIND È UN PUNTO DI PARTENZA, UNA SORTA DI “DISTRUZIONE” PRIMA DELLA “COSTRUZIONE”?
“Amo il grind! Ma il grindcore può anche annoiarmi a morte. E’ una cosa un po’ al limite, il grind è bello se preso in piccole dosi, penso, ed è un superbo ingrediente da usare nello scrivere musica heavy. Cerchiamo di realizzare al meglio i nostri pezzi miscelando elementi grind con un sacco di altra roba”.
C’È QUALCHE BAND CHE VI HA INFLUENZATO PIÙ DI ALTRI?
“Penso di sì! Personalmente i Deadguy sono stati un’influenza enorme per me. Mi hanno mostrato che in qualche modo si può suonare musica senza seguire delle regole. Mi ha colpito molto come idea, e credo che il sound dei Crowpath si sia evoluto a partire da questo concetto. Anche band come Breach ed Entombed hanno avuto una grossa influenza su di noi”.
QUALI BAND ASCOLTATE MENTRE SIETE IN GIRO IN TOUR?
“Mmh, un sacco di cose diverse! Avevamo degli audiolibri di Tintin una volta, in tour, che non è male perché dopo un po’ ti stufi ad ascoltare solo rumore! Se no ascolto le cose che mi colpiscono in quel periodo insieme a dischi più classici che abbiamo sempre nel van. I Blood Duster sono un must-have! Quando sei veramente annoiato a morte non c’è niente che ti metta più di buon umore dei Blood Duster! Poi ci sono sempre i classici come gli Entombed, i Carcass e roba del genere”.
COME VEDETE LA SCENA ESTREMA EUROPEA (AL DI FUORI DEL GRIND)?
“Direi che la scena europea è molto forte al momento. Ci sono così tante grandi band che spuntano fuori dal nulla su tutto il continente. Quando suoniamo in giro ci sono sempre una o due band che non ho mai sentito ma che spaccano davvero”.
COME ATTITUDINE E MODO DI INTENDERE LA MATERIA MUSICA, PENSATE DI ESSERE PIÙ VICINI ALL’HARDCORE O AL METAL?
“Abbiamo sempre lavorato con un’etica Do-It-Yourself. Questo era ed è per noi il modo migliore di procedere, quindi sì, ci sentiamo più vicini a un’etica hardcore. Non penso che abbiamo avuto mai occasione di lavorare in un altro modo, siamo una band piuttosto estrema che non guadagna nulla in termini di denaro, né per noi né per le etichette con cui abbiamo lavorato. Direi che l’etica D.I.Y. ci soddisfa in quello che facciamo: lo facciamo o come diciamo noi o non lo facciamo proprio”.
VI IMBARCHERETE IN UN TOUR EUROPEO CON I SAYYADINA A BREVE: PENSATE ANCHE DI FARE UN TOUR MONDIALE A SUPPORTO DI “ONE WITH FILTH” ?
“Sì, partiremo a febbraio con i Sayyadina e suoneremo anche in Italia. Purtroppo faremo solo uno show lì, a Piacenza. La cosa più vicina a un tour mondiale che faremo è un tour degli Stati Uniti. Andremo oltreoceano per suonare circa dieci date. Non so se i nostri dischi siano distribuiti in Australia o in Sud America, ma se c’è abbastanza gente in questi posti che vuole vederci suonare, ci andremo”.
QUANTO È IMPORTANTE LA DIMENSIONE LIVE PER VOI?
“La situazione live è sempre al primo posto. Una band dovrebbe essere sempre meglio dal vivo che su disco; se così non fosse, la band avrebbe dei seri problemi. Non c’è nulla di peggio che andare a vedere una band di cui ti piace veramente il disco e scoprire che live fanno schifo. Quindi sì, cerchiamo di dare il nostro meglio quando suoniamo dal vivo. Non si tratta di suonare tutto corretto al 100%, piuttosto di dare il 100% della nostra passione e della nostra presenza scenica. Ho fatto qualche show pensando che avrei preferito essere a casa a dormire o altre cose, e anche se suono tutto correttamente questi concerti non sono divertenti. Se non c’è il cuore, vaffanculo!”.
AVETE GIÀ DEL MATERIALE SCRITTO PER UN DISCO FUTURO? QUANDO SCRIVETE, IN TOUR O NELLE PAUSE?
“Abbiamo una nuova canzone, credo, ma non è nemmeno finita in realtà! Siamo una band che non riesce a scrivere canzoni così, su due piedi. Dipende tutto dal mood creativo, e ora come ora siamo da un po’ di tempo in una fase di stallo”.
COME NASCE UNA CANZONE DEI CROWPATH?
“La maggior parte delle volte partiamo da un’idea semplice. Può essere un riff, o un pattern di batteria. L’idea di base è spesso talmente cambiata lungo il processo di composizione che diventa altro. Cerchiamo solo di provare idee diverse in sala prove, giusto per vedere cosa funziona e cosa no. Di base facciamo delle jam session da cui poi traiamo delle idee. Di solito lavoriamo su più idee allo stesso tempo, alcune vengono scartate e altre ottengono la nostra massima attenzione”.
GRAZIE MILLE PER IL TEMPO CHE CI AVETE CONCESSO, VI AUGURIAMO IL MEGLIO!
“Grazie mille!”.