A pochi mesi dalla sua uscita, “The Ruins Of Fading Light” è già annoverabile fra i migliori album di metal tradizionale usciti nell’ultimo lustro, forte di sonorità potenti, ad ampio spettro, evocative di un immaginario eroico e leggendario che rimanda ai migliori esponenti del metal americano, sia di impronta epica che rivolta al power metal. Non manca il respiro doom predominante del già buon esordio “Out Of The Garden”, surclassato da un secondo disco zeppo di canzoni maiuscole, suonate con l’enfasi guerriera che sempre si vorrebbe percepire da gruppi di questo tipo. Abbiamo raggiunto il cantante Brooks Wilson, a sua volta autore di una performance da brividi lungo tutto l’arco del disco, per capire cosa ci sia alle spalle del processo di crescita del gruppo e dove i cinque americani abbiano intenzione di arrivare.
A QUATTRO ANNI DA “OUT OF THE GARDEN”, “THE RUINS OF FADING LIGHT” MOSTRA UNA GRANDE CRESCITA NEL SONGWRITING E NELLE PRESTAZIONI INDIVIDUALI, SPINGENDO I CRYPT SERMON FUORI DAI REAMI DELL’EPIC-DOOM, PER PORTARLI NEI VASTI SPAZI DELL’HEAVY METAL, IN OGNI SUA FORMA CLASSICA. COME AVETE LAVORATO PER SVILUPPARE IL VOSTRO SOUND E QUAL È, SECONDO VOI, IL PIÙ IMPORTANTE FRA I NUOVI ELEMENTI STILISTICI INTRODOTTI?
– Non volevamo ripeterci, non ci avrebbe soddisfatti. Dopo che abbiamo fatto uscire la cover di un classico dei Mayhem (“De Mysteriis Doom Sathanas”, in collaborazione con TT degli Abigor, pubblicata come singolo nel 2017, ndR), ci siamo sentiti più a nostro agio nell’esplorare influenze esterne a quelle fino a quel momento percepite nella nostra musica. Inoltre, quest’ultimo disco affronta aspetti molto personali per noi, che si riflettono sia nella musica che nei testi. Tante cose sono successe nelle vite di ognuno di noi dopo l’uscita di “Out Of The Garden”, ciò ha avuto un profondo impatto sul materiale che abbiamo scritto.
SU METALITALIA.COM “THE RUINS OF FADING LIGHT” È STATO NOMINATO TOP ALBUM, OSSERVANDO COME SIA UN’USCITA DI STAMPO HEAVY METAL CLASSICO CAPACE DI CONTENERE MOLTEPLICI SFUMATURE. PARTENDO DALLE SONORITÀ DEL PRIMO ALBUM, SIETE ARRIVATI A RICORDARE COMPAGINI COME SWORD, ARMORED SAINT, METAL CHURCH… QUALI SONO I COMMENTI PIÙ RICORRENTI SULL’ALBUM E LE PRINCIPALI QUALITÀ CHE I FAN GLI RICONOSCONO?
– Il metal classico, nella sua globalità, è un’influenza importante per noi, e se la definizione di riferimento per noi può essere l’epic doom metal, riteniamo di non poter essere esattamente incasellati in quel genere. Volevamo che le nostre influenze fossero più manifeste rispetto ad “Out Of The Garden”, così da poter includere tante diverse modulazioni di quello che è considerato heavy metal classico.
PECULIARE DEL VOSTRO STILE È IL FATTO CHE SUONIATE PIÙ VIOLENTI DI UN ‘NORMALE’ ENSEMBLE HEAVY METAL CLASSICO, COME SE FOSTE UN GRUPPO ESTREMO SOTTO MENTITE SPOGLIE. PERCEPITE QUESTA COSA? COME LA SPIEGHERESTE?
– Credo consegua, come già detto prima, dalle nostre tante influenze. Militiamo in diversi altri gruppi che vanno dal thrash al black e al death metal, ma in alcuni casi suonano gothic e rock più tradizionale. Questa varietà di suoni in qualche modo determina anche quello che facciamo come Crypt Sermon.
NELL’INTERVISTA TENUTA PER “OUT OF THE GARDEN”, MI CONFESSASTI CHE SE AVESTE DOVUTO CAMBIARE QUALCOSA NEL VOSTRO PRIMO DISCO, AVRESTE INSERITO PIÙ ASSOLI DI CHITARRA. EFFETTIVAMENTE IN “THE RUINS OF FADING LIGHT” GLI ASSOLI SONO DETERMINANTI PER DARE UN’IMPRONTA EPICA ALLE CANZONI: SONO SPESSO LUNGHI E SVILUPPATI PER FAR CRESCERE UN’ATMOSFERA CARICA DI PATHOS. COME AVETE LAVORATO A QUESTO ASPETTO DEL SOUND?
– Penso di parlare per tutti nella band quando affermo che ogni scelta sugli assoli è in funzione di quello che possono aggiungere a un singolo brano. Se le vocals sono inserite in punti dove abbia senso metterle, lo stesso deve valere per gli assoli. Detto ciò, possiamo contare sul talento dei nostri chitarristi in fase solista, perciò cerchiamo di valorizzare al meglio questo punto di forza. Anche sul fronte degli assoli, abbiamo cercato di esplorare nuovi territori e di andare oltre a quanto compiuto in “Out Of The Garden”.
SE DOVESSI INDICARE LA CANZONE PIÙ COINVOLGENTE DELLA TRACKLIST, INDICHEREI “KEY OF SOLOMON” E “CHRIST IS DEAD”. LA PRIMA, RICHIAMA ALLA MIA MENTE LE ATMOSFERE DI “INTO GLORY RIDE” DEI MANOWAR, LA SECONDA È CRUDA E DRAMMATICA COME IL TITOLO SUGGERISCE. POTRESTI DIRCI QUALCOSA DI PIÙ SULLA COMPOSIZIONE DI QUESTI BRANI E DI COSA PARLANO I TESTI?
– Curiosamente questi sono proprio i due brani che la band considera più accessibili, infatti sono quelli che abbiamo presentato come singoli. “Key Of Solomon” è stata scritta da James (Lipczynski, uno dei due chitarristi, ndR) ed è sicuramente la canzone più diretta del disco. Il testo indaga su alcune pratiche esoteriche tardomedievali, documentate nei grimori pseudopigrafici conosciuti come “La Chiave di Salomone” e “Chiave Minore di Salomone”. Il primo testo parla di come eseguire i rituali, il secondo spiega pratiche per l’evocazione di alcuni specifici demoni. “Christ Is Dead” è stata scritta da Steve (Jansson, l’altro chitarrista, ndR), anche se a sua volta è piuttosto immediata, contiene diversi elementi progressive e ha una parte corale ad effetto. Spero sia una di quelle parti in cui il pubblico partecipa volentieri al sing-along! Le liriche esplorano la metafora della morte di Cristo e di come essa abbia avuto un profondo impatto sulla storia dell’umanità.
MITOLOGIA, STORIA E FANTASY SEMBRANO ESSERE I MACROARGOMENTI PRINCIPALI DA CUI ATTINGETE PER I TESTI. DOVE TROVATE PIÙ NEL DETTAGLIO L’ISPIRAZIONE PER LE LYRICS? QUESTE IN QUALCHE MANIERA INDIRIZZANO ANCHE LA DIREZIONE DELLA MUSICA?
– In parole povere, parlo di ciò che conosco. La mia educazione mi consente una prospettiva e una comprensione della religione che potrebbe sembrare insolita, specialmente per coloro che non sono originari del Sud degli Stati Uniti. Per “The Ruins Of Fading Light” avevo comunque voglia di superare, almeno in parte, le storie bibliche e la storiografia vera e propria, portando le tematiche verso qualcosa di più esoterico e personale. Come il nostro batterista Enrique Sagarnaga ama dire: “il Diavolo è nei dettagli”.
LA LINE-UP HA SUBITO UN CAMBIAMENTO ABBASTANZA DI RECENTE, CON L’INGRESSO DI FRANK CHIN NEL RUOLO DI BASSISTA. L’AGGIUNTA DI QUESTO MUSICISTA, CON UN IMPORTANTE PASSATO NEI VEKTOR, HA CAMBIATO QUALCOSA NEL VOSTRO STILE, A CAUSA DEL SUO MODO DI SUONARE IL BASSO?
– Con Frank siamo amici da tempo, il suo modo di suonare è molto adatto a quello che facciamo. Sfortunatamente, l’album era già stato interamente scritto quando Frank è entrato in formazione. Oltre a poter ascoltare il suo fantastico modo di suonare su “The Ruins Of Fading Light”, stiamo già guardando avanti, per capire come potrà contribuire sul prossimo album.
NEGLI STATI UNITI LA PASSIONE PER L’HEAVY METAL TRADIZIONALE È MENO FORTE CHE IN EUROPA, DOVE C’È UNA FAN BASE PIÙ LARGA E SOLIDA. FINORA, QUALI SONO STATI I RESPONSI DAI METAL FAN DEL VOSTRO PAESE E COME STATE PENSANDO DI MUOVERVI PER AUMENTARE LA VOSTRA NOTORIETÀ IN EUROPA, DOVE IL VOSTRO SOUND PUÒ AVERE UN MAGGIORE APPEAL?
– È vero che magari non abbiamo il potenziale per arrivare a grandi audience negli Stati Uniti, ma per adesso abbiamo ricevuto una buona accoglienza dove abbiamo suonato. Siamo un gruppo che affronta con impeto e orgoglio i live show, cerchiamo sempre di creare coinvolgimento in chi ci viene a vedere.
COME GIUDICHI LA STATO DELL’ARTE DELL’HEAVY METAL DI QUESTI TEMPI? QUALI SONO LE BAND CHE CATTURANO LA TUA ATTENZIONE E TI HANNO IMPRESSIONATO DI RECENTE?
– Mi è difficile darti una risposta. Da un lato è bello vedere così tanti gruppi impegnati a suonare generi tradizionali. Dall’altro, sfortunatamente, faccio fatica a trovare nelle formazioni più giovani le emozioni che mi danno gli album più datati, i veri ‘classici’ del metal. Oggi quel tipo di feeling si sente raramente. Guardando alla scena metal attuale in modo più ampio, sono pochi i gruppi che mettono d’accordo tutti all’interno dei Crypt Sermon, dato che abbiamo gusti molto differenti tra di noi. Ti direi i Tribulation, con cui abbiamo condiviso il palco non molto tempo fa a un festival, oppure gli Horrendous, la progressive death metal band di Filadelfia che sta dando una rinfrescata al genere. Infine, cito volentieri i nostri fratelli-guerrieri Eternal Champion.
FUORI DAL METAL, QUAL È LA MUSICA CHE PIÙ VI INFLUENZA?
– Le nostre influenze più importanti rimangono all’interno dell’alveo metal, su tutti Black Sabbath, Candlemass, Solitude Aeturnus. Un ascoltatore esperto può cogliere sicuramente l’influsso dei Mercyful Fate, anche se in “The Ruins Of Fading Light” siamo andati anche molto lontani dal sound dei gruppi citati.
COME MUSICISTI, POTESTE REALIZZARE UN VOSTRO SOGNO NEL CASSETTO, QUALE SAREBBE?
– Devo ammetterlo, spesso sono stupefatto dai feedback positivi che abbiamo ottenuto finora. Sotto tanti punti di vista mi sento già molto contento. Suppongo che non avremo mai il privilegio di suonare assieme ad alcuni dei nostri idoli, o di ottenere riconoscimenti che vadano anche solo lontanamente vicino a quelli ottenuti dai più importanti ensemble heavy metal. Tuttavia, saremo soddisfatti se riusciremo ad andare avanti a lungo a lavorare duro, scrivere nuova musica e suonare dal vivo per chi ci apprezza. Certo, riuscissimo ad andare in tour con gli Iron Maiden sarebbe ancora meglio!