Risorti dalle proprie ceneri con il recente ‘LifeRider’, i Crystal Ball centrano il bersaglio con ‘Déjà-Voodoo’: un solido e brillante contenitore di hard rock moderno, all’interno del quale troviamo una manciata di composizioni ben concepite e ottimamente realizzate. Il nostro entusiasmo è ovviamente condiviso dallo storico chitarrista Scott Leach, il quale risponde alle nostre domande con disinvoltura ed un filo di pungente ironia. La ferrea determinazione del protagonista ha permesso al gruppo, minato in precedenza da alcuni fondamentali cambi di line-up e da un paio di prove in studio tutt’altro che esaltanti, di oltrepassare la soglia del ventesimo compleanno di vita. Considerato l’attuale stato del music business non è poco, anzi…
QUAL E’ STATO IL VOSTRO APPROCCIO IN STUDIO, DURANTE LE FASI DI INCISIONE DEL NUOVO ALBUM?
“Abbiamo voluto realizzare un disco in grado di soddisfare le aspettative dei nostri fan e della stampa specializzata, soprattutto dopo aver ricevuto una serie di ottimi feedback in tutta Europa con il precedente ‘LifeRider’. In ogni circostanza cerchiamo sempre di comporre dei brani energici, caratterizzati da riff accattivanti e da ritornelli capaci di colpire al primo istante”.
AVETE RIPESCATO PER L’OCCASIONE ALCUNE IDEE SCARTATE DA ‘LIFERIDER’ O AVETE PREFERITO LASCIARE SPAZIO SOLTANTO A DELLE NUOVE IDEE?
“Anche in questo caso siamo ripartiti da capo in quanto, di solito, non ci piace utilizzare degli avanzi scartati dalle composizioni precedenti. Se le abbiamo escluse dai nostri dischi, ci sarà pure un motivo valido (ride, ndR)”.
QUALI SONO LE TEMATICHE, CHE HANNO ISPIRATO LE LIRICHE DI “DEJA-VOODOO”?
“Gran parte delle liriche sono influenzate dalle esperienze, dirette e indirette, che viviamo nel quotidiano. Ci tengo a precisare che il disco non è caratterizzato da un concept unico, visto che gli argomenti trattati in esso spaziano a trecentosessanta gradi”.
CHI HA IDEATO IL CURIOSO TITOLO DEL DISCO?
“Il termine ‘Déjà-Voodoo’ l’ho coniato proprio io! Il nostro produttore Stefan Kaufmann è rimasto particolarmente colpito da questo gioco di parole, non ti nascondo che ha insistito parecchio affinché denominassimo l’opera proprio in questo modo. Alla fine ha vinto lui (ride, ndR)”.
AVETE REALIZZATO UN VIDEO PROMOZIONALE PROPRIO PER LA TITLE TRACK. TI VA DI DIRCI COME SONO ANDATE LE COSE DIETRO LE QUINTE?
“Sono particolarmente orgoglioso del risultato finale ottenuto da questo video, in quanto abbiamo impiegato ben quattro giorni per la sua realizzazione… senza contare il tempo impiegato in fase di pre-produzione! La storyline del cortometraggio è molto complicata ed eclettica, ti assicuro che occorre guardarlo parecchie volte, con attenzione, prima di poter scovarne i molteplici significati. In particolar modo, mi sento molto legato a questa canzone, perché ha rappresentato un nuovo inizio artistico per noi”.
DI SOLITO, QUANTI ‘TAKE’ UTILIZZATE PRIMA DI INCIDERE DEFINITIVAMENTE UN BRANO?
“E’ molto difficile rispondere in maniera precisa a questa tua domanda, perché tutti i componenti del gruppo registrano separatamente le parti di propria competenza. Da parte mia, ti posso dire che occorrono un paio di ‘take’ prima di fotografare su nastro i miei riff. Talvolta posso anche impiegare il doppio del tempo, se mi imbatto in un pattern particolarmente complesso”.
L’IMMAGINE DI COPERTINA RIFLETTE LE TEMATICHE O L’ATMOSFERA CHE CARATTERIZZANO L’OPERA?
“Credo proprio di sì. Ritengo sia fondamentale che l’artwork calzi a pennello con il titolo del disco e, in questo caso, fotografa la perfetta simbiosi tra le parole ‘déjà-vu’ e ‘voodoo’. Il protagonista è una bambola voodoo di nome Louis, che si ritrova, suo malgrado, immortalata in un inquietante specchio d’acqua, avvolto da un paesaggio cupo e sinistro. Se fai attenzione a determinati particolari, noterai sicuramente che la sua immagine è riflessa nell’acqua e, questo prezioso elemento, rappresenta proprio il suo subconscio. Inoltre, Louis indossa al collo un vistoso amuleto che rievoca il simbolo ideato per ‘LifeRider’, rappresentando così una sorta di continuità tra i due studio album”.
AVETE GIA’ RICEVUTO QUALCHE FEEDBACK SU “DEJA-VOODOO”?
“Si, certamente. Fino a questo istante abbiamo ottenuto soltanto riscontri positivi da parte del pubblico e della stampa specializzata. Ne siamo profondamente orgogliosi e felici, perché vuol dire che il nostro duro impegno è stato ampiamente ripagato”.
AVETE GIA’ ORGANIZZATO UN TOUR DI SUPPORTO AL DISCO?
“Alcune date in Svizzera, Francia e Germania sono già state pianificate e ti anticipo con certezza che eseguiremo almeno cinque brani estratti da ‘Déjà-Voodoo’. Non mancheranno ovviamente parecchie nostre hit passate, il tutto dipende però da quanto tempo ci verrà concesso da ogni singolo club”.
GIRANDO SU INTERNET, HO APPURATO CHE UN DISCO COME ‘LIFERIDER’ E’ STATO ACCOLTO ALLA GRANDE DALLA STAMPA SPECIALIZZATA. AD OGGI, CI PUOI DIRE COSA RAPPRESENTANO PER TE QUESTE OPINIONI?
“Naturalmente fa sempre piacere ricevere complimenti da tante persone, sarebbe ipocrita affermare il contrario. Se ricevi degli attestati di stima da una o al massimo due persone e vieni ignorato e/o criticato da tutti gli altri, vuol dire probabilmente che non hai fatto un buon lavoro. Trovo particolarmente buffo che alcuni giornalisti ci abbiano paragonato a gruppi che non abbiamo mai avuto il piacere di ascoltare (ride, ndR). E’ il magico potere della musica”.
LA VOSTRA NASCITA RISALE AL LONTANO 1995 CON IL MONIKER CHERRY PIE. OLTRE AGLI WARRANT, QUALI ERANO I VOSTRI IDOLI ALL’EPOCA?
“Adoriamo letteralmente band come Def Leppard, Scorpions, Queen, Europe, Bon Jovi, Pretty Maids, Malmsteen e Dokken. Non siamo stati contagiati dal virus del grunge, mi dispiace (ride, ndR)”.
QUANDO AVETE INAUGURATO LA VOSTRA CARRIERA PROFESSIONALE NEL 1998, COSA VI ASPETTAVATE DI OTTENERE DAL MUSIC BUSINESS?
“Non avevamo particolari aspettative, se non quelle di realizzare della buona musica e di realizzare i nostri obiettivi passo dopo passo. In particolar modo ricordo molto bene quando abbiamo firmato il nostro primo contratto discografico: ti assicuro che è stato un momento a dir poco elettrizzante!”.
COSA SIMBOLIZZA IL NOME CRYSTAL BALL?
“La palla di cristallo viene spesso associata al futuro e se guardi al suo interno troverai le risposte che cerchi (ride, ndR). Seriamente, sin dai nostri primi passi abbiamo desiderato avere un nome che ci permetta di giocare con diversi concept, titoli e idee. Un nome come Crystal Ball è perfetto in questo senso”.
QUAL E’ IL RICORDO PIU’ BELLO DELLA TUA CARRIERA?
“Lo scorso anno abbiamo avuto l’onore di aprire alcuni concerti degli Scorpions. E’ stata un’esperienza a dir poco magnifica, che ripeterei ogni giorno della mia vita”.
HO NOTATO CHE SEI MOLTO ATTIVO SUI SOCIAL NETWORK. PENSI CHE SIA UNO STRUMENTO UTILE CHE POSSA ESPANDERE LA VOSTRA FANBASE IN TUTTO IL MONDO?
“Assolutamente sì! Oggigiorno, la maggior parte degli esseri umani passa parecchio tempo su internet, per i motivi più disparati. Sarebbe stupido non approfittare di questo strumento, per giunta gratuito, che ci permette di espandere il nostro verbo artistico a quanta più gente possibile. Non credi?”.