“Mara”, album di debutto degli islandesi Cult Of Lilith, è stato una delle sorprese di questo 2020 in ambito death metal: a colpire soprattutto la poliedricità della band a livello musicale, che li ha portati a mescolare l’estremo con elementi di prog, folk, avantgarde ed addirittura flamenco, oltre alle tematiche intriganti e colte, con testi impregnati di filosofia e mitologia che vanno ad impreziosire un album allo stesso tempo brutale e cerebrale. Ne parliamo con il non molto loquace chitarrista Daniel Thor Hannesson, colui che con la sua tenacia e con la sua passione ha fondato la band ed è riuscito a tenerla in vita, nonostante qualche difficoltà e qualche cambio di formazione.
CIAO DANIEL E BENVENUTO SU METALITALIA.COM. PARTENDO DALL’INIZIO DEI CULT OF LILITH, COME VI SIETE INCONTRATI E COME E’ NATA LA BAND?
– Ho fondato la band nel 2015 da solo e deciso di realizzare un EP con l’aiuto di un turnista alla batteria e un cantante, che ora non è più nella band. Avevo scritto il materiale negli anni precedenti e da allora formare un gruppo era diventato il mio focus principale e lo è stato per parecchio tempo, prima di riuscirci ufficialmente. Ho realizzato l’EP “Arkanum” nel 2016 principalmente per avere una sorta di vetrina da mostrare ad altri musicisti che potessero essere interessati a prendere parte al progetto, poiché il piano è sempre stato quello di avere una line-up fissa. Poco tempo dopo sono entrato in contatto con il nostro batterista Kjartan ed abbiamo iniziato a provare i pezzi dell’EP per proporli live ed anche a lavorare a del nuovo materiale. Il bassista Samuel, con il quale ero in contatto sin dai tempi di “Arkanum”, decise di unirsi al progetto e il chitarrista Kristján, che fu introdotto come turnista per i live, è stato inserito nella formazione in maniera stabile solo in seguito. Il cantante originale fu costretto a lasciare la band e l’attuale vocalist Mario ci ha raggiunto nel 2018, dando vita all’ultima line-up.
IL NOME DELLA BAND E’ ABBASTANZA FUORI DAL COMUNE. C’E’ UNA STORIA DIETRO A QUESTA SCELTA?
– Ho sempre voluto chiamare la band ‘Culto di’ qualcosa. Sono un appassionato di culti, sette o società segrete devote ad antiche divinità o con conoscenze occulte. La mitologia occulta e soprannaturale mi ha sempre affascinato. Dopo aver letto di Lilith e della sua storia con molteplici significati e differenti interpretazioni provenienti da diverse fonti storiche, ho semplicemente trovato che fosse la scelta perfetta per un culto di adoratori.
L’ISLANDA SEMBRA AVERE UNA SCENA MUSICALE EVOLUTA, SOPRATTUTTO CONSIDERANDO CHE E’ UN’ISOLA. VI SENTITE PARTE DI QUESTA SCENA? E’ DIFFICILE PER VOI ESSERE COSI’ DISTANTI DA TUTTO?
– Sì, spesso è molto complicato. Le cose sono molto più difficili per noi che stiamo su un’isola rispetto a chi è connesso con le scene musicali principali, soprattutto per quanto riguarda i tour e le spedizioni del materiale. Per fortuna Internet ha cambiato un po’ questo scenario e la scena musicale ora è più globale.
QUALI SONO LE BAND CHE PIU’ VI HANNO INFLUENZATO? CI SONO BAND ISLANDESI FRA QUESTE?
– Ci sono talmente tanti artisti che hanno influenzato me ed il resto della band che sarebbe un elenco senza fine. Per chi fosse interessato, consiglio di controllare le nostre playlist di Spotify che sono connesse alla nostra pagina artista. C’è una playlist per ognuno di noi, consultandole potrete scoprire quali sono le influenze di ciascuno.
LE CANZONI SEMBRANO AVERE UN SIGNIFICATO PROFONDO. PUOI PARLARCI DEI TESTI? COME MAI AVETE SCELTO DI ESPRIMERVI IN LINGUE DIFFERENTI?
– Non posso andare troppo in profondità nel descriverti i testi poiché non li ho scritti io, ma in generale sono radicati in una sorta di ‘dark fantasy’ basato sulla mitologia e connessa a Lilith, con un po’ di sci-fi horror e alcune esperienze personali piuttosto complicate vissute dal nostro cantante Mario, in particolare riguardo ai temi del senso di colpa, dell’angoscia e del rimuginare. Essendo il nostro vocalist spagnolo è naturale avere parte dei testi nella sua lingua madre, mista all’inglese. Inoltre ha una certa passione per la linguistica e da qui il mix di diversi idiomi che probabilmente sarà presente anche nelle nostre opere future.
“PROFETA PALOMA” E‘ SICURAMENTE IL PEZZO PIU’ CURIOSO DELL’ALBUM CON LA SUA LUNGA SESSIONE DI FLAMENCO. COME AVETE AVUTO QUEST’IDEA? CHI SONO GLI OSPITI NEL BRANO?
– L’idea era quella di una connessione con la terra natale di Mario, la Spagna, e nel pezzo “Profeta Paloma” c’era una sorta di break che sembrava perfetto per inserirci una session di flamenco. Abbiamo contattato un noto chitarrista islandese dedito a questo genere musicale, un artista che già conoscevamo, Reynir Hauksson, e gli abbiamo dato una progressione di accordi ben definita su cui lavorare e lui lo ha fatto in modo fantastico. In seguito abbiamo contattato anche l’insegnante di canto di Mario, Fernando Perez Canada, che ha completato il pezzo con la sua straordinaria voce.
IL VOSTRO SOUND, BENCHE’ BASATO SUL DEATH METAL, E’ VARIO E COMPLESSO, CON ELEMENTI PROG E STRUTTURE CLASSICHE, PUR ESSENDO CRUDO E BRUTALE. DA DOVE VIENE TUTTO CIO’? COME NASCONO LE VOSTRE CANZONI? DA UN RIFF, DAI TESTI O DA QUALCOS’ALTRO?
– I pezzi partono dalla scrittura delle composizioni di chitarra e da qui prendono il via. La varietà è frutto delle differenti influenze provenienti da molteplici generi musicali. L’idea è quella di trasportare tutte queste influenze in un ‘pacchetto’ di metal estremo e trovare vie innovative per rendere tutto ciò armonioso e coerente. I testi vengono poi scritti per incastrarsi nel mood dei pezzi e conservare le emozioni emesse dalle composizioni.
IL NUOVO ALBUM “MARA” SEMBRA ESSERE UN GRANDE PASSO AVANTI RISPETTO ALL’EP D’ESORDIO, SOPRATTUTTO A LIVELLO DI AMBIZIONE E COMPLESSITA’. COSA E’ SUCCESSO TRA I DUE? IN PARTICOLARE AVETE UN NUOVO CANTANTE, MARIO INFANTES AVALOS, E LA SUA PERFORMANCE E’ VERAMENTE BUONA. QUANTO E’ STATO IMPORTANTE NELLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO ALBUM?
– Ho imparato molto da alcuni errori commessi nella realizzazione dell’EP. Sono cresciuto ed evoluto molto come musicista da allora e il fatto di riunire una line-up completa ha avuto un grande impatto! Anche la differenza fra gli stili vocali, completamente diversi, fra l’attuale cantante e l’originale, ci ha permesso di fare un salto di qualità. Lo stile vocale di Mario, così vario, si abbina perfettamente alla nostra musica.
QUAL E’ IL SIGNIFICATO DELLA COPERTINA DELL’ALBUM?
– Nella copertina si vede Lilith incinta levitare nei boschi, circondata da una cerchia di adoratori. La scheletrica mano gigante che spunta dalla terra serve come altare per il rituale. Si pensa che Lilith sia la madre dei Nephilim, che erano giganti. Si dice che visitasse gli uomini mortali nei loro sogni e con l’aiuto del loro seme potesse generare i figli bastardi dei Nephilim.
IL TERMINE “MARA” VIENE DALL’ANTICO FOLKLORE ISLANDESE. CE NE PUOI PARLARE?
– Trovo la mitologia molto affascinante, particolarmente quella più oscura e con le sfumature più sinistre. Osservando un quadro di Henry Fuseli chiamato “L’Incubo”, mi è venuta l’ispirazione per il titolo dell’album. Mara, in accordo con l’antico folklore, è un’entità che si siede sul ventre delle persone mentre stanno dormendo, portando incubi e paralisi notturne. Considerando il contenuto dei testi e la musica frenetica e varia dell’album, che sembra una raccolta di sogni ed incubi, abbiamo pensato che Mara fosse un’entità adatta a rappresentare il tutto.
IL 2020 E’ STATO UN ANNO TERRIBILE PER CHIUNQUE. TUTTI QUESTI PROBLEMI HANNO INFLUENZATO LE VOSTRE ATTIVITA’ ED I VOSTRI PIANI? AVETE PROGETTI PER IL FUTURO? FARETE TOUR NEL 2021?
– La situazione globale è pessima e ci ha rovinato ogni piano per quanto riguarda i tour. Stiamo provando a lavorare con qualche agente ma per il momento nulla di concreto. Stiamo utilizzando il nostro tempo per lavorare su qualche promo online e, soprattutto, su nuovi brani.