DAN LILKER & DAVE HOFER – Onore al veterano del metal!

Pubblicato il 13/11/2016 da

La biografia di Dan Lilker uscita qualche tempo fa per Tsunami Edizioni è, molto probabilmente, il miglior libro musicale dell’anno, almeno in ambito metal. Costruito come una lunghissima narrazione in prima persona attraverso un arco temporale che abbraccia, di fondo, l’intera carriera del suddetto, riesce ad essere molto divertente, ma soprattutto offre uno spaccato di trentacinque anni di musica all’insegna del divertimento, dell’entusiasmo e dell’assoluta indipendenza. Tre caratteristiche non sempre presenti nei miti di cui parliamo su queste pagine, ed è per questo che non ci siamo fatti sfuggire l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con un gentilissimo Dan Lilker e con Dave Hofer, autore delle interviste e di tutto il lavoro redazionale. 

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CIAO DAVE, CIAO DAN E BEN TROVATI. OVVIAMENTE, PARTIAMO DALLA DOMANDA PIÙ OVVIA: DAVE NE PARLA GIÀ VELOCEMENTE NELL’INTRODUZIONE, MA CI VOLETE RACCONTARE BENE LA GENESI DI QUESTO LIBRO?
Dan Lilker: “Se ricordo bene, Dave stava seguendo il tour europeo  dei Brutal Truth occupandosi del merchandising, direi una decina di anni fa. Penso avessimo un giorno libero nello spostamento da una città all’altra in Spagna, quindi guidavamo e ovviamente fumavamo (‘having a little green party’, ndR), e io stavo raccontando qualche storiella divertente su non so quale episodio. Ovviamente non mi ricordo la storia, ma del resto la mia memoria di merda è il motivo per cui esiste questo libro! Qualcuno, sul furgone, ha esclamato ‘Ehi, dovresti davvero scrivere un libro su tutte le stronzate che ti sono successe!’ e io ho risposto, ‘No, non ce la farei mai, non mi ricordo un cazzo’ ed ecco che Dave fa ‘Me ne occupo IO!’. Ecco come è iniziato tutto”

COME AVETE ORGANIZZATO LE INTERVISTE E LA RACCOLTA DEL MATERIALE?
Dave Hofer: “Il grosso delle interviste con Danny le abbiamo fatte a Rochester (NY), dove vive con sua moglie. Io non avevo ancora né un editore, né alcun anticipo, quindi ho semplicemente preso l’aereo da Chicago a Rochester per tre weekend lunghi di interviste; Danny e sua moglie mi hanno davvero aiutato con le spese, permettendomi di dormire da loro per tutti e tre i weekend, specie pensando che al tempo ci conoscevamo da poco. La maggior parte delle interviste con gli altri interlocutori le ho fatte via telefono e via mail. Qualcuna anche di persona: Nefarious, per esempio, vive a Chicago, mentre Alex Webster e Barney Greenway li ho incontrati in occasione di loro concerti sempre a Chicago. Per quanto riguarda il materiale d’archivio, in occasione della seconda o terza trasferta a Rochester mi sono portato dietro il computer, lo scanner e un hard disk esterno; Danny ha dissotterrato un sacco di vecchie locandine e foto che abbiamo scansito e discusso se inserire. In seguito mi ha inviato via posta tre scatoloni di riviste con già indicate le pagine che riteneva interessanti – che gli ho restituito dopo l’uscita del libro, ovviamente! Per il materiale fuori formato, tipo copertine di 12” e 10”, il curatore della versione americana del libro, Jonathan Krohn, ha assoldato un fotografo e il materiale era quasi tutto della mia collezione personale. Altre immagini sono state gentilmente fornite da Scott C. Kinkade, Gordon Conrad e da un un misterioso fan neozelandese con cui sono entrato in contatto su MySpace!”

DAVE, COME TI SEI APPROCCIATO AL LIBRO? E’ EVIDENTE CHE SEI UN FAN DI LUNGA DATA DI DAN E DEL SUO LAVORO, MA QUANDO HAI CAPITO CHE STAVI REALIZZANDO UN LIBRO PER TUTTI I FAN DEL METAL?
Dave Hofer:  “Grazie del complimento! In effetti il mio approccio al libro è stato un atto d’amore, perché avrei letto un libro su Danny al volo, e ho immaginato che ci fossero altre persone come me. Ho capito che io e Danny eravamo sulla stessa lunghezza d’onda dal primo giorno di interviste: mi disse che ‘anche se non venderà milioni di copie, sarà figo averlo sulla mia libreria’ – e ricordatevi che al tempo non avevo nemmeno ancora un editore o alcuna opzione. Mi piace pensare che abbia capito che il mio desiderio nasceva da intenti onesti, che non avrei rinunciato facilmente. Ho avuto un approccio totalmente autentico, ecco!”

LA COSA PIÙ BELLA CHE EMERGE DALLA LETTURA, SIA PER LA VITA DI DAN CHE PER IL TAGLIO CHE HAI SCELTO, È LO SPACCATO DI 30 ANNI DI MUSICA METAL. QUAL È IL TUO RAPPORTO ATTUALE CON IL METAL?
Dave Hofer:  “Il Metal fa parte di me. Amo un sacco di musica diversa ma per appassionarmi deve offrire emozioni genuine, non importa il genere – è difficile da spiegare (no, non lo è per i metallari, ndR). Ecco, tutte le band di Danny rientrano in questa categoria, da cui il suo stato leggendario e il mio apprezzamento per il suo lavoro. Io lavoro da Reckless Records qui a Chicago, quindi seguo sempre band vecchie e nuove; le mie passioni principali sono il death metal e il grindcore”.

E COME SEI PASSATO DALL’ESSERE UN SEMPLICE FAN A SCRIVERE DI MUSICA?
Dave Hofer: “Beh, sono ancora molto semplice, eheheh! A parte gli scherzi, il mio primo approccio al giornalismo musicale è stato tramite il mio amico Mike Vinikour e la sua vecchia fanzine ‘Spontaneous Combustion’. L’ho conosciuto tramite mia sorella quando avevo 15 anni e lui ne una decina di più; Mike è decisamente più interessato al punk che al metal, quindi ha iniziato a mandarmi un sacco di promo cd da recensire. Ascolto musica e leggo libri musicali da sempre, e ho scoperto che mi veniva facile scrivere ed esprimere le mie opinioni. Ho fatto la mia prima intervista per ‘Spontaneous Combustion’ con Corporate Death dei Macabre! In seguito ho lavorato per un magazine di Chicago, ‘Punk Planet’, occupandomi anche qui di recensioni e interviste. Ecco perché  ‘Dan Lilker: Metal Veteran’ ha questo formato: non volevo scrivere una biografia canonica, dato che le mie doti di scrittore vero e proprio sono quasi nulle! Ho scelto di usare una forma che padroneggio, cioè quella delle interviste”.

DAN, IL SOTTOTITOLO DELLA VERSIONE ITALIANA DELLA TUA BIOGRAFIA È ‘METAL VETERAN’. TI SENTI TALE?
Dan Lilker: “Direi che è piuttosto appropriato. Se consideriamo che ho fondato gli Anthrax nel 1981, parliamo di trentacinque anni fa. Chiaramente, nel 1981 gli Anthrax erano dei ragazzini vicini di casa che suonavano cover dei Judas Priest e degli Iron Maiden, ma resta comunque la genesi di tutto quello che è seguito”.

DALLE PAGINE DEL LIBRO EMERGE UN’ATTIVITÀ INTENSISSIMA, IL TUO CONTINUO DESIDERIO DI SPERIMENTARE, DI PROVARE A SUONARE LA MUSICA CHE – DI VOLTA IN VOLTA – AMI, E POCO IMPORTA SE DAVANTI A 50 O 5’000 PERSONE. COME HAI RAGGIUNTO QUESTO EQUILIBRIO DA ‘NOT-THE-USUAL-ROCKSTAR’?
Dan Lilker: “Penso sia la combinazione del fatto di suonare esattamente quello che voglio e di non interessarmi a quanti album venderò o quanti fan conquisterò, oltre al fatto che non sono una testa di cazzo. Seriamente, ci sono persone che partono dal presupposto di essere speciali o superiori agli altri solo perché sono famosi, e non è proprio il mio modo di fare; in aggiunta, sono conscio che senza il supporto di coloro che apprezzano ciò che faccio, non potrei continuare con questa vita, quindi l’ultima cosa che mi passa per la testa è di mandare a fanculo i fan”.

E PENSI CHE QUESTA ATTITUDINE ABBIA CONTRIBUITO A FARE DI TE UN VERO MITO PER TUTTI I METALLARI, A DISPETTO DEL FATTO CHE I TUOI GRUPPI,  DI SOLITO,  HANNO LO STATUS DI ‘CULT BAND’ PIUTTOSTO CHE DI BAND DA MILIONI DI COPIE VENDUTE?
Dan Lilker: “Beh, come ho detto la mia priorità non è mai stata quella di guadagnare un milione di dollari o di essere adorato dalle masse. Se questo fa di me un vero mito, beh, è fantastico!”

E TI MANCA, QUEL TIPO DI SUCCESSO PLANETARIO? L’IMPRESSIONE È CHE NON TE NE FREGHI UN CAZZO.
Dan Lilker: “Ecco, quello è proprio il mio segreto: non me ne frega un cazzo! Mi è capitato di avere persone che mi chiamavano dio e che mi hanno baciato i piedi, e per quanto questo fosse fatto, chiaramente, per rendermi omaggio e con rispetto, per me resta incomprensibile”.

QUINDI È SEMPRE POSSIBILE INCONTRARTI SERENAMENTE A UN PICCOLO CONCERTO PRONTO A GODERTI UNA BAND, ESATTAMENTE COME TI DIVERTI A SUONARE?
Dan Lilker: “Sì, e grazie alla mia attività con due band locali (Nokturnal Hellstorm e Blurring), di solito suono anche, appunto. La maggior parte dei metallari, qui a Rochester mi conosce, almeno da chiedermi ‘Ehi, come va, Amico?’”.

UNA FRASE CENTRALE CHE EMERGE DA QUESTO LIBRO, È IL “WHY NOT?” CHE, IN VARIA FORMA, EMERGE LUNGO TUTTA LA TUA CARRIERA. CI POTRESTI RACCONTARE QUALCHE PROGETTO A CUI, INVECE, HAI PROPRIO RINUNCIATO IN PARTENZA?
Dan Lilker: “In realtà, no. Penso che non mi preoccuperei nemmeno di farmi coinvolgere in qualcosa che non mi piace. L’unica band a cui avrei preso parte ma che non ha mai preso forma penso siano  gli Unted Forces. Dovevamo essere io, Billy Milano e Anton e Nick dei Lock Up, un progetto per suonare i pezzi dei S.O.D. dal vivo, ma non se n’è fatto nulla perché Billy ha cambiato idea”.

E INVECE HAI RIMPIANTI PROFESSIONALI?
Dan Lilker: “Non essermi svenduto e non vivere in una magione! No, scherzo, nessun rimpianto; questo è il vantaggio di fare solo quello che hai voglia di fare”.

DAN, PASSANDO AL TUO CARATTERE, EMERGE UNA PERSONA MOLTO RILASSATA E TRANQUILLA. DATO CHE LA MARIJUANA È COSÌ PRESENTE IN TANTI EPISODI DELLA TUA VITA, COME LEGHERESTI IL FATTO DI ESSERE UN GRAN FUMATORE E IL TUO APPROCCIO ALLA VITA E ALLA MUSICA? CI SONO DIVERSE PAGINE ESTREMAMENTE DIVERTENTI SUL RUOLO SOCIALE E CREATIVO CHE HA SVOLTO L’ERBA NELLA TUA VITA.
Dan Lilker: “La marijuana mi aiuta a relazionarmi ai normali esseri umani. E poi apre alcune porte nella mente che aiutano col processo creativo. Voglio dire, ascolta  ‘Sounds Of The Animal Kingdom’: quello non è un album registrato da gente normale e sobria!”

SE DOVESSIMO TROVARE UNA SOLA PAROLA PER DESCRIVERTI DOPO AVER LETTO QUESTO LIBRO, PENSO CHE SAREBBE LIBERTÀ. CHE NE PENSI? E QUAL È LA TUA IDEA DI LIBERTÀ, SPECIE IN QUESTO PARTICOLARE MOMENTO STORICO?
Dan Lilker: “Sì, se il concetto di libertà lo relazioni alla mia carriera: ho scelto di suonare solo quello che mi divertiva, sono sempre stato libero di perseguire ciò che volevo, senza preoccuparmi di cosa gli altri potessero pensare. Alcuni fan dei Nuclear Assault rimasero stupiti e perplessi da quanto fatto coi Brutal Truth, per esempio. Ma questo non mi ha mai preoccupato, quindi non c’erano dubbi o ripensamenti circa la mia ‘direzione musicale’. I musicisti che si preoccupano delle opinioni degli altri, di chiunque si tratti, non sono mai liberi. In merito al concetto generale di libertà, vediamo dopo queste elezioni”.

DAN, DATO CHE SEI UN ASSOLUTO ‘MALATO’ DI METAL, VORREMMO SAPERE CHE BAND SUGGERIRESTI DI ASCOLTARE AI NOSTRI LETTORI; MA OVVIAMENTE SIAMO CURIOSI ANCHE DEI GUSTI DI DAVE!
Dave Hofer: “Per quanto riguarda band contemporanee, mi sono piaciuti I nuovi album dei Ghoul e dei Blood Incantation, così come è eccellente ‘On Strange Loops’, il nuovo album dei Mithras; poi citerei una band grindcore di Chicago, i Sick/Tired, che hanno fatto parecchi begli album”
Dan Lilker: “I Nazxul, una band black metal australiana. Poi gli Ancalagon che fanno black/death e sono  di Rochester. Mi vengono in mente solo queste, scusa!”

PROGETTI PER IL FUTURO? DOPO L’OTTIMO LAVORO SVOLTO QUI, DAVE, HAI INTENZIONE DI SCRIVERE ALTRO? E TU, DAN, COS’HAI IN BALLO?
Dave  Hofer: “Al momento non ho nessun progetto in corso, ma mi piacerebbe scrivere un altro libro! Ho lavorato parecchio a una pagina di Bandcamp (DuPage Country Hardcore, ndR) dedicata ad artisti della periferia di Chicago a cavallo degli anni Novanta e primi Duemila. Dategli un’occhiata!”
Dan Lilker: “Io ho in programma di suonare metal finché non mi sarà fisicamente impossibile, eheheh! A parte le band locali in cui sono coinvolto, ci sono gli occasionali tour coi Venomous Concept, occasionalmente sostituisco Shane (Embury, ndR) nei Lock Up e poi tutto quello che capiterà”.

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