DARK HORIZON – Le vie della salvezza

Pubblicato il 05/05/2025 da

I Dark Horizon, formazione piacentina dedita ad un heavy metal di stampo sinfonico, hanno di recente pubblicato il loro nuovo album “9 Ways To Salvation”, ancora una volta un ottimo disco, nonostante alcuni significativi cambi in line-up.
Abbiamo intervistato così la band, che ha eletto come portavoce principale il tastierista Alessandro Battini, con il quale abbiamo approfondito diversi aspetti legati al nuovo album, toccando però anche alcuni temi relativi alla storia del gruppo e alle sue aspirazioni, parlando anche dei progetti futuri. Ad alcune domande hanno però contribuito con le loro risposte anche il chitarrista Daniele Mandelli e il nuovo cantante Giulio Garghentini.

LA PUBBLICAZIONE DI DUE SINGOLI NEL 2020, “THE KEY” E LA COVER DEI DEPECHE MODE, “PRECIOUS”, CI AVEVANO FATTO PENSARE ALL’IMMINENTE PUBBLICAZIONE DI UN NUOVO ALBUM, CHE INVECE ARRIVA A DISTANZA DI CINQUE ANNI: COME MAI E’ TRASCORSO COSI’ TANTO TEMPO? ERANO QUESTI I VOSTRI PROGETTI INIZIALI?
– Alessandro: Non siamo mai stata una band molto prolifica, infatti in oltre venticinque anni di carriera abbiamo pubblicato sei album.
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di produrre musica di qualità, che fosse contraddistinta da una produzione di livello internazionale, per questo negli anni abbiamo investito tanto e curato nei minimi dettagli ogni nostro disco. “Dark Light Shades” era stato masterizzato da Sascha Paeth, per “Angel Secret Masquerade” siamo volati fino ai Finnvox in Finlandia per le registrazioni, per “Metalhead” ci siamo avvalsi della collaborazione di Roland Grapow, mentre nell’ultimo “Aenigma” c’era lo zampino di Jacob Hansen.
Una volta trovato il nostro marchio di fabbrica, ci siamo concentrati sui dettagli, cercando sempre sfumature diverse per il nostro songwriting e ciò comporta inevitabilmente un lavoro lungo. Questa la principale ragione del tempo trascorso tra i singoli e la pubblicazione di “9 Ways”.

LA LINE-UP ATTUALE, RISPETTO AL VOSTRO PRECEDENTE ALBUM, PREVEDE UN PAIO DI INNESTI: SE NON ERRO, ENTRAMBI AVEVANO GIA’ COLLABORATO IN PASSATO CON VOI, CE NE PARLI?
– Alessandro: Marco Polledri è un gradito ritorno dietro alle pelli. Aveva registrato con noi il debut album “Son Of Gods” nel lontano 2001 ed è stato un reintegro del tutto naturale, nonostante fossero passati tanti anni. Giulio Garghentini, invece, aveva collaborato con la sua voce al brano natalizio “Christmas Hallelujah” uscito nel 2014 ed abbiamo ritenuto possedesse la timbrica perfetta per il nuovo corso della band.

COME SI E’ SVOLTO IL PROCESSO DI SONGWRITING DEL VOSTRO NUOVO ALBUM, “9 WAYS TO SALVATION”? CI SONO STATE DIFFERENZE RISPETTO AL PASSATO?
– Daniele: Per la scrittura dei nuovi brani abbiamo voluto, complice la formazione rinnovata, ritornare a scrivere in sala prove. Negli album precedenti abbiamo via via spostato la parte creativa dalla saletta alla lavorazione al computer e ciò rendeva tutto più pratico, ma il rischio era di perdere il significato di band ed il piacere di fare le cose assieme. Per questo album siamo tornati allo spirito dei primi tempi, cercando di vederci con regolarità, trovare la direzione da dare alle canzoni e lasciare alla pre-produzione e allo studio solo la lavorazione dei dettagli.

COME SI SONO SVOLTE INVECE LE REGISTRAZIONI? SI E’ TRATTATO DI UN PROCESSO LUNGO?
– Daniele: Sì, abbastanza lungo, perché al di là della cura dei dettagli che mettiamo sempre nel lavoro, dopo il cambio di cantante volevamo trovare nuovi spunti per il nostro sound e ciò ha portato ad un rallentamento. Le registrazioni si sono svolte all’Elfo studio ed in Tanzanmusic studio, in modo abbastanza canonico, suonando tutte le parti senza ricorrere a programmazioni.
Per mix e mastering ci siamo rivolti a Lars Rettkowitz dei Freedom Call ed è stata la prima volta che un nostro disco non è stato curato personalmente dal sottoscritto, in fase di mix. Per questo nuovo corso abbiamo sentito la necessità di ricorrere ad una figura esterna, un musicista con cui c’è reciproca stima, che ci aiutasse a trovare il sound che valorizzasse al massimo i pezzi. Ed il risultato finale ci ha entusiasmato.

CON RIGUARDO ALLE “9 WAYS TO SALVATION”, A CUI ALLUDE IL TITOLO, QUALI SONO LE PRINCIPALI TEMATICHE TRATTATE PER I VOSTRI TESTI? POSSIAMO CONSIDERARE PRESENTE UN TEMA DI FONDO CHE UNISCE IN QUALCHE MODO I TESTI DELLE CANZONI?
– Giulio: L’album è un viaggio introspettivo, che è stato parte importante della vita di molti. Spesso siamo arrabbiati con noi stessi, ma continuiamo a cercare negli altri qualcosa che non va, ma non ha nessun senso circondarsi di energie negative.
Purtroppo, il mondo sarà sempre controverso ed è inutile pretendere che non lo sia, ma forse possiamo trovare la nostra oasi: l’apparenza è il male, mentre il bene si muove nella sostanza. Dentro di noi abbiamo già tutte le risposte, ma non ci ascoltiamo abbastanza e nel buio più totale non dobbiamo mai disperare: forse una luce è già pronta a risplendere e mostrarci la via verso la salvezza.
Un tema comune? Impegnarci ad osservare per arrivare ad una salvifica consapevolezza.

TROVO CHE L’ALBUM RAPPRESENTI UN’ULTERIORE EVEOLUZIONE DEL VOSTRO SOUND, RITIENI CHE CI SIANO NOVITA’ DA EVIDENZIARE SOTTO QUESTO PROFILO?
– Alessandro: La peculiarità dei Dark Horizon è sempre stata quella di non pubblicare un disco uguale ad un altro. Siamo passati dal power neoclassico degli esordi, ad un metal sinfonico maggiormente strutturato del secondo album, andando a toccare anche sfumature progressive con “Angel”. Se “Aenigma” era un lavoro dove abbiamo esasperato le orchestrazioni, con “9 Ways” siamo sicuramente arrivati ad un punto di rottura, creando un mood oscuro con voci taglienti e chitarre molto pesanti.

MI INCURIOSISCE LA COPERTINA DELL’ALBUM, COSA RAPPRESENTA?
– Alessandro: La cover, realizzata dall’artista sudamericano Romulo Dias, era già pronta così e ci è piaciuta subito. Il soggetto, una sorta di gorgone dalle fattezze umane con delle ferite che possono essere state autoinflitte o ricevute, si sposa bene con le tematiche oscure delle lyrics ed il mood generale del disco.

QUANTO E’ IMPORTANTE PER VOI L’ASPETTO VISIVO? CHE OBIETTIVI VI PONETE QUANDO DOVETE SCEGLIERE LA COPERTINA DI UN ALBUM O REALZIZARE UN VIDEOCLIP O REALIZZARE LA SCENOGRAFIA DI UN CONCERTO?
– Alessandro: Ormai è diventato troppo importante ed è legato a doppio filo alla musica. Se prima si lavorava soprattutto sulla qualità della proposta musicale, sulla tecnica, sulla produzione, tutti questi aspetti, per come è cambiata la fruizione delle canzoni, sono passati un po’ in secondo piano. Quindi, volenti o nolenti, abbiamo dovuto adeguarci per restare al passo coi tempi, analizzando nei minimi dettagli anche questi aspetti, durante la pianificazione del lavoro a corollario dell’uscita di un nuovo album.

A DIFFERENZA DELL’ALBUM PRECEDENTE, DOVE VI AVVALEVATE DI DIVERSI GUEST, STAVOLTA, SE NON ERRO, NON CI SONO OSPITI: COME MAI AVETE PENSATO DI FARNE A MENO PER QUESTO DISCO? E INVECE CI SONO ARTISTI CON CUI VI PIACEREBBE COLLABORARE IN FUTURO?
– Alessandro: La presenza di Jonny Lindqwist dei Nocturnal Rites su “Aenigma” è stato un sogno che si è avverato, perché è una voce che abbiamo sempre amato ed è un personaggio assai restio alle collaborazioni esterne.
Sul nuovo disco, invece, non sentivamo la necessità di avere ospiti. La lista degli artisti con cui ci piacerebbe collaborare è lunghissima, soprattutto perché ognuno di noi ascolta musica diversa. Il mio mito è sicuramente John OIiva dei Savatage, mentre, a livello di songwriting, sarebbe elettrizzante scrivere un pezzo con un genio vulcanico come Arjen Lucassen.

QUAL E’ STATA LA SFIDA PIU’ GRANDE CHE AVETE AFFRONTATO COME BAND? C’E’ INVECE UN SOGNO O UN PROGETTO CHE VI PIACEREBBE UN GIORNO POTER REALIZZARE?
– Alessandro: La sfida più grande è essere riusciti a restare uniti con un obiettivo comune, dal 1997 ad oggi, continuando a proporre la nostra musica. Il sogno è quello di realizzare qualcosa di speciale per i trent’anni della band, per celebrare degnamente un anniversario così importante.

AVETE GIA’ IN PROGRAMMA DEI TOUR? AVETE ULTERIORI PROGRAMMI PER PROMUOVERE IL DISCO?
– Alessandro: Stiamo realizzando il videoclip per il secondo singolo dell’album, mentre siamo in contatto per organizzare alcuni concerti.
In tutti questi anni abbiamo suonato soprattutto in Germania e Grecia, due paesi che ci hanno sempre accolto alla grande; quindi, l’idea è di tornare dove siamo già stati, ma anche dove non abbiamo mai suonato, ad esempio nei paesi dell’est.
Un tour vero e proprio, ai nostri livelli, magari di spalla a band affermate, non è possibile, a meno di investimenti importanti, senza un ritorno economico. Per questo preferiamo cogliere qualche occasione all’estero, ad esempio festival da abbinare a live show da headliner in club dove siamo sicuri di avere un seguito.

ALCUNI DI VOI SONO IMPEGNATI ANCHE IN ALTRI PROGETTI: COSA BOLLE IN PENTOLA? PUOI FORNIRCI ALCUNE ANTICIPAZIONI?
– Alessandro: Per quanto mi riguarda, il secondo disco del progetto epic metal Sangreal, con Gian Carlini dei Great Master e Gabriele Grilli ex Doomsword, è in fase di mixaggio.
In estate, invece, entreremo in studio con i symphonic metaller DreamGate per registrare nuovi brani.
Daniele e Paolo sono concentrati sull’uscita del ritorno della loro band doom metal, gli Swarm Chain, mentre Giulio è impegnato nella composizione di nuovi brani dei Damn Freaks con Alex De Rosso, oltre ad un nuovo lavoro solista.
E per finire Marco prosegue l’attività con gli Highway Dream, così come Daniele con la metal opera Edran.

0 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.