DARK LUNACY – A Volte Ritornano!

Pubblicato il 06/08/2010 da

 

Ritornano i Dark Lunacy. O, almeno, stanno per farlo! E’ passato davvero tanto tempo dalla pubblicazione del loro ultimo album, “The Diarist”, e nel frattempo questa interessantissima melodic death metal band ha dovuto far fronte a una lunga serie di cambi di lineup e defezioni, non ultima quella dello storico chitarrista Enomys, che ne hanno quasi messo a repentaglio l’esistenza! Per nostra fortuna, il frontman Mike è però riuscito a riprendere il controllo della situazione e, nel giro di qualche tempo, ha ricostruito la formazione, trasformando – come vedremo – i Dark Lunacy in una sorta di “all star” band del metal estremo italiano. Abbiamo parlato di questo, dell’atteso nuovo album e dei piani per il futuro dei ragazzi nell’intervista che segue, condotta proprio con Mike Lunacy!

 

 

LA LINEUP DEI DARK LUNACY HA SUBITO UN IMPORTANTE STRAVOLGIMENTO NEGLI ULTIMI TEMPI. HA SORPRESO SOPRATTUTTO LA FUORIUSCITA DEL CHITARRISTA ENOMYS. COME È MATURATA QUESTA DECISIONE?
“Direi che la parola che hai utilizzato, ‘stravolgimento’, è assolutamente azzeccata.  Parto subito dicendoti che non è stata una scelta facile, ma assolutamente necessaria. Quando in un gruppo, si smette di remare in un’unica direzione, è inevitabile l’aprirsi di una crisi che, se non trova subito una soluzione, porta alla fine. All’interno dei Dark Lunacy è avvenuto questo: una crisi che non è stata risolta in tempo e che lentamente, ma inesorabilmente, ha compromesso la band. Alla fine del 2009, realizzando oltre ogni ragionevole dubbio che il nostro avvenire si era arenato in un vicolo cieco, ho deciso di prendere in pugno la situazione guidato in primo luogo dal rispetto che nutro verso la storia di questa band. Io credo nei Dark Lunacy, ci credo perché fanno parte della mia vita in modo viscerale e sono ancora tante le cose che ho da dire. Questo è a grandi linee il quadro generale dell’ultimo periodo riferito in particolare all’ultima line up che ci vedeva già senza Enomys. Riguardo ad Enomys invece vorrei spendere qualche parola in più. Quando due anni fa mi comunicò l’intenzione di lasciare la band, fu per me un grande colpo. Una decisione che all’epoca mi spiazzò non poco, ma che ancora oggi rispetto. Mike ed Enomys sono stati e sono tuttora soprattutto amici prima che musicisti, ed è per questo che, senza voler mancare di rispetto ne a te ne ai lettori di Metalitalia, preferisco rispettare la sua decisione, senza aggiungere altro”.

LA NUOVA FORMAZIONE VEDE LA PRESENZA DI IMPORTANTI PERSONALITÀ DELLA SCENA DEATH METAL ITALIANA, OVVERO ANDY DEI SADIST E DANIELE GALASSI DEGLI INFERNAL POETRY. COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON LORO E CHE COSA TI ASPETTI DA QUESTA NUOVA COLLABORAZIONE?

“Allacciandomi alla domanda precedente, quando presi la decisione di proseguire il cammino, avevo già in mente quale sarebbe stata la fisionomia del nuovo progetto che già da qualche tempo si stava facendo strada dentro di me.  Tuttavia, a fronte di uno sconvolgimento così drastico, il progetto non sarebbe potuto partire se non con un operazione di grande spessore. In poche parole, avevo bisogno di una band motivata e dalle qualità eccellenti. Ecco perché ho chiamato quelli che a mio avviso sono – per attitudine e predisposizione emotiva – i  migliori. Devo dire che sono stato molto fortunato perché i ragazzi che ora fanno parte dei Dark Lunacy hanno risposto immediatamente alla mia proposta in maniera positiva. In verità, la soddisfazione più bella è stata quando chiamandoli uno ad uno per telefono e spiegandogli la situazione, capirono che la proposta era valida proprio perché arrivava dal rappresentante di una band che tutti loro rispettano tantissimo. Questo vuol dire che nella loro storia, i Dark Lunacy hanno saputo farsi apprezzare. Già al primo incontro, si notava grande sinergia tra di noi. Dopo un paio di concerti per  rodare il feeling, eravamo pronti ad entrare in studio per la realizzazione del nuovo album… e così è stato. Daniele e Andy non hanno bisogno di grandi  presentazioni. Chiunque mastichi di death metal nazionale, ha di cero in casa un disco dei Sadist e degli Infernal Poetry. Il valore aggiunto che a mio avviso ha portato il progetto Dark Lunacy, è stato mettere insieme musicisti di valore ineccepibile ma con differenti personalità, dettate appunto dalle loro origini. Infernal Poetry hanno uno stile molto personale, così come Sadist. È’ davvero interessante quello che può nascere da due identità diverse ma che vanno assolutamente nella stessa direzione. Sarà appunto il nuovo disco a testimoniare nei fatti quello che ho appena detto”.

LE ALTRE AGGIUNTE SI CHIAMANO ALESSANDRO VAGNONI, SEMPRE DAGLI INFERNAL POETRY, E DANIELE CINQUEGRANA. TI VA DI INTRODURRE ANCHE LORO?
“Anche Alessandro e Claudio sono due cardini fondamentali. La preparazione di entrambi ai rispettivi strumenti è assoluta. Alessandro, oltre che grande batterista, è un musicista completo anche a livello di partiture. E’ stato fondamentale negli arrangiamenti, sapendomi supportare con grande perizia nella stesura delle parti sinfoniche. Per quanto riguarda Claudio Cinquegrana, è stato ed è tuttora il mio punto di riferimento. Il suo curriculum è talmente lungo da non avere bisogno di presentazioni. Dico solo che Claudio si è rivelato un grande arrangiatore e la padronanza che ha nel suonare la chitarra, ha dato al nuovo album quel tocco in più che mi consente di dire senza paura, che oggi i Dark Lunacy hanno ritrovato la  propria personalità. Una soddisfazione indescrivibile che mi ripaga di tutte le sofferenze provate il giorno in cui presi la decisione di chiudere per sempre la porta con il passato per tuffarmi nell’ignoto di questa nuova avventura”.

L’ULTIMO ALBUM DEI DARK LUNACY, L’OTTIMO “THE DIARIST”, RISALE AL 2006. SIETE GIÀ AL LAVORO SUL SUO SUCCESSORE? I FAN DEVONO ASPETTARSI UN CAMBIAMENTO DI STILE, CONSIDERATA LA NUOVA LINEUP?
“Come accennavo prima, nel mese di luglio è stato inciso il nuovo album. Un lavoro intenso che ci ha visti impegnati assiduamente e che reputo una tappa importantissima. Una partenza dettata da differenti personalità che si sono trovate a lavorare insieme per la prima volta. Il risultato mi soddisfa pienamente. Pur rimanendo nel puro stile Dark Lunacy, è inevitabile che vi siano stati dei cambiamenti. Cambiamenti che personalmente considero un’evoluzione. In poche parole, l’atteggiamento è diverso, ma il messaggio non cambia”.

A LIVELLO DI TESTI E ATMOSFERE, PROSEGUIRETE CON IL CONCEPT SULLA RUSSIA E LA SUA CULTURA/STORIA? O HAI IN MENTE DI AFFRONTARE ALTRO?
“Chi ha apprezzato i lavori precedenti ritroverà di certo quella malinconia di fondo che ci contraddistingue da sempre. Tuttavia – parlo a livello personale – se vuoi continuare a crescere, devi rimetterti in gioco. ‘The Diarist’ rimane una pietra miliare della nostra discografia, ma cercare di ripetersi non sarebbe stata una mossa azzeccata. Mi sono volutamente staccato dalle atmosfere Russe per affrontare un argomento abbastanza particolare: un concept ispirato alla memoria dei defunti. Cercando di spiegarmi in poche parole, il nuovo album a livello tecnico sarà meno marziale, più cadenzato e con atmosfere più cupe. ‘Weaver Of Forgotten’ (questo è il titolo) è un viaggio o meglio una preghiera costante in ricordo dei nostri cari. Le persone che hanno fatto parte della nostra vita ed ora che non sono più tra noi, ci mancano terribilmente. Troppo impegnati a sopravvivere, non abbiamo tempo di ricordarli come meritano. Quando però si è soli con se stessi e si vorrebbe qualcuno al nostro fianco disposto ad ascoltare i pensieri più intimi, ecco l’incedere del ricordo… quasi un immagine, una brezza che ti sfiora il viso e che nonostante tutto ti da conforto”.

A QUATTRO ANNI DALLA SUA PUBBLICAZIONE, COME VEDI OGGI “THE DIARIST”? SEI SODDISFATTO DEI RISULTATI CHE HA OTTENUTO?
“Assolutamente soddisfatto. ‘The Diarist’ è un disco che ha saputo andare oltre. Do questa spiegazione perché chi ha seguito la nostra storia, sa che gli strascichi sono stati davvero importanti. Un esempio su tutti, il fatto che io sia stato invitato da diversi docenti delle scuole superiori a relazionare il concept dell’assedio di Leningrado attraverso la musica. Tra le altre cose, il disco è stato usato anche in una tesi di laurea. Per quanto riguarda il mercato, è grazie a ‘The Diarist’ che ora in Russia siamo considerati una band importante. La sera in cui ci esibimmo a S.Pietroburgo, sulle note di ‘Motherland’ e di ‘Heart of Leningrad’, la gente ha risposto in maniera così forte e calorosa che ancora oggi considero l’accaduto come una delle esperienze più toccanti mai vissute in vita mia”.

DATO IL PARTICOLARE MOMENTO CHE STATE VIVENDO, CREDO SIA ANCHE GIUNTA L’ORA DI FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE E DI TRARRE UN BILANCIO SULLA CARRIERA DEI DARK LUNACY SINO A OGGI. COME LA RIASSUMERESTI? SEI SODDISFATTO? RIMPIANGI QUALCOSA IN PARTICOLARE?
“Userò una frase fatta dicendoti che non ho rimpianti. Certo, alcune cose potevano essere fatte meglio, si sarebbero potute evitare alcune mosse, si sarebbe potuto agire diversamente per questo o per quell’altro motivo… ma questa è statistica. Chi non vorrebbe ripercorrere certi passi per avere un’altra occasione? La cosa che conta è che Mike è ancora qui a dire la sua. Dieci anni fa, non mi sarei immaginato nemmeno lontanamente di essere il portavoce di un gruppo che ha saputo farsi conoscere in tutto il mondo. Mai e poi mai avrei immaginato di essere alla vigilia dell’uscita del quarto disco, mai e poi mai avrei pensato di perdere i compagni con i quali ho condiviso la vita stessa… e mai avrei immaginato con la sofferenza del loro abbandono, di incontrare compagni di viaggio altrettanto importanti. Ecco dunque il giro delle opportunità che se da un lato si chiudono, dall’altro si aprono. Questa è la bellezza dell’ignoto”.

COME VEDI LA SCENA METAL ITALIANA DI OGGI RISPETTO A QUANDO AVETE INIZIATO? TROVI SIA MIGLIORATA? E VI SONO DELLE BAND CHE TI HANNO COLPITO IN PARTICOLARE?
“Il livello è decisamente migliorato, ma ti parlo solo di tecnica. Quello che a mio avviso è venuto meno è la qualità compositiva. Ascoltando le novità di quest’ultimo periodo, non riesco a trovare una band che faccia davvero la differenza, e non parlo solo della scena Italiana, E’ ormai assodato che molte band di casa nostra hanno acquisito un livello tecnico tale da poter competere senza nessun timore reverenziale con band di alto rango internazionale. Quello che oggi manca, è il cosiddetto ‘tema musicale’, quella melodia che ti fa ricordare la canzone non solo per la velocità della doppia cassa e la violenza della voce. Ma ripeto… è solo il mio personalissimo parere”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA E IN BOCCA AL LUPO PER IL FUTURO! A TE LO SPAZIO PER UN ULTIMO MESSAGGIO PER I FAN…
“Un abbraccio a tutti i lettori di Metalitalia. Spero di vedervi presto ai concerti a venire, in cui andremo a presentare la nostra ultima fatica: ‘Weaver Of Forgotten’!”.

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