Giunti al traguardo del secondo disco, i nostrani Dark Lunacy non solo hanno dato un degno seguito al buonissimo debut “Devoid”, non deludendo per nulla le aspettative, ma hanno fatto anche registrare un discreto passo in avanti in termini di personalità, forgiando un disco, “Forget – Me – Not”, che ha senz’altro le carte in regola per far breccia nei cuori di coloro che si nutrono di sonorità decadenti ma anche aggressive. I nostri lo definiscono death metal drammatico e, ascoltando attentamente la loro musica, in cui confluiscono pattern ritmici molto sostenuti, orchestrazioni e riff al limite del black metal, non si può far a meno di convenire con loro. I responsi paiono essere già molto incoraggianti e chi scrive non può che esserne felice visto che la band originaria di Parma, al di là di inutili campanilismi, ha effettivamente qualcosa da dire, cosa che, di questi tempi, non è affatto poco! Raggiunto negli uffici della Spin-Go, società che si occuperà della promozione del disco, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il chitarrista Enomys per sapere di tutto e di più sul nuovissimo album della sua band e sugli impegni che la attendono.
PER INIZIARE MI PIACEREBBE SAPERE COM’E’ ANDATO “DEVOID” E SE SIETE SODDISFATTI DEI RISULTATI CHE AVETE OTTENUTO…
“Per noi ‘Devoid’ è stato una specie di sfida, una scommessa personale. Volevamo creare qualcosa di nuovo all’interno di un genere e la scelta di introdurre un quartetto d’archi nella nostra musica è stata molto impegnativa, soprattutto dal punto di vista tecnico. Quando abbiamo completato il disco noi eravamo molto contenti per quello che eravamo riusciti a fare e di lì a poco ci siamo accorti che la cosa stava piacendo anche al pubblico e ai giornalisti. Abbiamo ricevuto molti complimenti e anche coloro che invece non hanno apprezzato il disco hanno comunque riconosciuto la nostra voglia di suonare qualcosa di nuovo. Il nostro obiettivo era quello di essere abbastanza personali e crediamo di esserci riusciti”.
OGGI CAMBIERESTI QUALCOSA DI QUEL DISCO?
“Cambierei la produzione, secondo me il disco poteva suonare un po’ più moderno. Se avesse avuto dei suoni migliori mi avrebbe soddisfatto ancora di più. Comunque a livello strettamente musicale non cambierei nulla: in quel disco ci sono venticinque anni di idee e pensieri…saremmo stati felici anche di vendere una sola copia!”.
SU “FORGET – ME – NOT” AVETE UN NUOVO BASSISTA, TI VA DI PRESENTARCELO?
“Lo split dal vecchio bassista è avvenuto in toni amichevoli, purtroppo ha avuto dei serissimi problemi familiari e un giorno ha deciso di interrompere la collaborazione con noi. E’ subentrato Imer, un ragazzo bravissimo con cui andiamo molto d’accordo. Utilizza un suono molto pesante ed è merito suo se sul nuovo disco il basso è molto più in evidenza. Ha anche dato una grossa mano in sede di arrangiamenti, proponendo un sacco di idee, e si è anche offerto di fare le backing vocals”.
VENIAMO FINALMENTE AL NUOVO ALBUM… PUOI SPIEGARMI PRIMA DI TUTTO IL TITOLO?
“Il titolo del disco, ‘Forget – Me – Not’, scritto coi trattini, significa ‘non ti scordar di me’: si tratta del nome del fiore che una volta veniva utilizzato per i bouquet delle spose. E’ un fiore che ha un significato fortissimo: lo abbiamo scelto perché i testi sono come il diario di una persona che non vuole essere mai dimenticata. Su ‘Devoid’ si parlava dell’uomo in relazione all’ambiente che lo circonda, mentre sul nuovo album parliamo di un uomo e di quello che sente dentro quando sta per arrivare alla fine”.
E MUSICALMENTE QUALI DIFFERENZE RINTRACCI TRA IL NUOVO ALBUM E “DEVOID”?
“Sul nuovo album la sezione ritmica è molto più veloce e pesante, ma anche le parti melodiche sono molto più drammatiche. Abbiamo preso gli elementi di ‘Devoid’ e li abbiamo portati all’estremo. Abbiamo poi cercato di arrangiare con più cura e classe le varie parti, senza snaturare il nostro stile”.
E C’E’ UN BRANO CHE PREFERISCI O CHE RITIENI IL PIU’ RAPPRESENTATIVO DEL DISCO?
“Noi abbiamo la fortuna di aver scritto pezzi che sono diversi gli uni dagli altri quindi, per avere un’idea della nostra musica, una persona deve ascoltare praticamente tutto il disco. Sono però molto contento di come è venuto ‘Lunacyrcus’: quel giro di pianoforte lo suonavo da tantissimi anni e quando ci siamo trovati a comporre i pezzi nuovi ho provato a risuonarlo ed è venuto fuori ‘Lunacyrcus’. E’ la canzone che ho sempre aspettato di comporre. Gireremo anche un video per questo pezzo ad ottobre: riprenderemo delle scene in un viale e ci serve la stagione adatta”.
PUOI AGGIORNARMI SULLA VOSTRA SITUAZIONE CONTRATTUALE?
“Noi al momento siamo contentissimi della Self e della Fuel: hanno mantenuto tutte le promesse che ci avevano fatto. Per ‘Devoid’ sono anche riuscite ad ottenere una licenza europea con la Metal Blade! Purtroppo però la loro promozione non è stata validissima ma ci accontentiamo comunque di essere riusciti ad uscire in Europa. Abbiamo poi venduto molto in Corea, in Cina e in sud America, paese in cui andremo a suonare il prossimo agosto (in Messico), mentre il disco sta uscendo solo ora in Russia. Come puoi vedere ‘Devoid’ ci sta ancora regalando grandissime soddisfazioni. Per ‘Forget – Me – Not’ abbiamo invece siglato un contratto con la tedesca Point Of Music per il mercato europeo, una label forse meno nota della Metal Blade ma che ci tratterà come il suo gruppo di punta. Cercheranno di farci fare un tour e ci promuoveranno al meglio delle loro possibilità”.
VI HO VISTO DAL VIVO UN PAIO DI VOLTE E MI SONO SEMPRE CHIESTO SE NON SAREBBE MEGLIO PER VOI UTILIZZARE UN TASTIERISTA PER RIPRODURRE TUTTE LE ORCHESTRAZIONI DEI VOSTRI PEZZI PIUTTOSTO CHE AFFIDARVI AD UNA BASE PRE-REGISTRATA…
“Be’, a dire il vero noi abbiamo sempre avuto come obiettivo quello di suonare anche dal vivo con un quartetto d’archi. Purtroppo il problema è solamente organizzativo: i ragazzi con cui collaboriamo sono quasi sempre in giro per il mondo a suonare ed è molto difficile far combaciare i nostri e i loro impegni. Non ci siamo mai posti il problema di chiamare un tastierista proprio perché abbiamo sempre cercato di voler suonare con loro”.
VI DEFINITE UNA BAND DI DEATH METAL DRAMMATICO: TI ANDREBBE DI SPIEGARE MEGLIO QUESTA DEFINIZIONE?
“Con questa definizione volevamo evidenziare la drammaticità dei testi e del quartetto d’archi, e la violenza del growl e delle ritmiche. Su molte riviste ci hanno definito gothic ma non credo che questa definizione faccia al caso nostro. Io ho sempre ascoltato power da quando avevo quindici anni, poi Mike mi ha fatto ascoltare ‘Slaughter Of The Soul’ degli At The Gates e da lì mi si è aperto un mondo nuovo. Mike mi ha detto che aveva delle idee per un nuovo progetto chiedendomi poi se volevo collaborare… e da lì sono nati i Dark Lunacy”.
CREDO PERO’ CHE NEI TUOI RIFF SI SENTA UNA CERTA IMPRONTA POWER… A VOLTE MI RICORDANO I RAGE…
“Ti ringrazio, infatti i Rage sono una delle mie più grandi influenze: Manni Schmidt è il mio chitarrista preferito. Pensa che mi sono messo a comprare i dischi dei Grave Digger solo perché ora lui suona con loro!”.
OLTRE A LORO CHE COSA ASCOLTI? C’E’ MAGARI QUALCHE NUOVA BAND CHE APPREZZI?
“Onestamente ascolto spesso solo musica degli anni Ottanta, i gruppi recenti non mi esaltano troppo: ultimamente se ascolto un pezzo degli In Flames o dei Blind Guardian so già che ad un certo punto arriverà un certo giro o un determinato stacco. Quando voglio ascoltare qualcosa di valido ascolto quindi metal degli anni Ottanta… ma ovviamente è una questione di gusti”.
AVETE GIA’ IN MENTE QUALCOSA PER IL SUCCESSORE DI “FORGET – ME – NOT”?
“Sì, posso anticiparti che sarà una specie di kolossal e che credo che trascorrerà del tempo prima che arrivi nei negozi. Sarà un concept, quasi una sorta di film in bianco e nero degli anni Trenta. Mike (il cantante, nda) ne sta scrivendo la storia, e ogni volta che conclude un capitolo mi dice di immaginare una certa scena e da lì io parto a scrivere la musica: quest’ultima e i testi andranno di pari passo”.
CHE COSA SI ASPETTANO I DARK LUNACY DA “FORGET – ME – NOT”?
“Grazie alla Self abbiamo intenzione di fare il salto di qualità in termini di promozione: questa sarà molto più capillare, poi faremo un video e speriamo di fare un tour di supporto a qualche nome importante. Speriamo che la nostra musica arrivi in qualche nazione per noi ancora inesplorata, e soprattutto speriamo che il nuovo disco dia emozioni fortissime agli ascoltatori. Speriamo che gli eventuali acquirenti lo ascoltino non solo con le orecchie ma anche col cuore. Per ‘Devoid’ ho ricevuto molte email di ragazzi che avevano capito il disco nella sua globalità e questo mi ha reso felicissimo”.